Ora siamo alla chiamata dell’esercito ed i soldati, si sa, intervengono quando c’è la guerra.
Ma qual è la guerra aperta nella nostra città?
Formalmente è quella contro l’illegalità, ma poi a ben vedere a non essere sopportati sono solo i disgraziati e coloro che sono costretti a vivere ai margini della società.
E’ solo questa l’illegalità presente?
No! Sono moltissimi coloro che evadono il fisco e sottraggono (rubano) abbondanza di risorse al bene comune, ma quelli sono diventati intoccabili, anzi dei modelli da imitare.
Anche da noi si muore nei cantieri, sui luoghi di lavoro.
E’ questa la guerra di Tosi?
No! Quelle sono questioni che superano le nostre possibilità d’intervento per cui non è possibile fare molto.
Si vuole combattere il fatto che in città si viene uccisi dal branco e per futili motivi?
No! Fatti del genere capitano una volta su un milione e non è il caso di gridare tanto.
Ma allora a cosa servono i soldati?
Servono contro gli sbandati, i senza fissa dimora.
Appunto contro i poveri cristi che sono una minaccia solo perché esistono.
Sono problemi sociali? No! Sono problemi di ordine pubblico e vanno risolti anche con l’esercito.
Non importa se in questa maniera ci si accanisce contro gli effetti e non si rimuovono le cause che li provocano, se si continua a spostare il problema senza risolverlo.
Questo è l’orientamento dell’amministrazione e lei si comporta di conseguenza.
E’ da un anno ormai che ha dimostrato il suo vero volto.
Forte con i deboli e debole con i forti!!!
La lezione è chiara e questa è solo l’ennesima conferma.
Già in altre occasioni una parte di Verona ha provato a reagire a questo stato di cose.
Mobilitazioni a difesa del territorio o per una mobilità sostenibile hanno avuto ottimi risultati.
Anche la manifestazione del 17 maggio è stato un vero successo.
Ma davanti a fatti come questi non bastano più azioni singole.
Bisogna che i cittadini ritornino ad essere protagonisti in prima persona.
E contro le scelte sbagliate è possibile, anzi necessario opporsi.
E’ per questo che crediamo che contro situazioni di questa natura sia necessaria una presa di posizione forte, decisa e la più larga possibile fino a far ricorso alla disobbedienza civile.
Caro sindaco ci tenga informati da quando intende iniziare con la nuova esperienza.
Ce lo dica per tempo perché così possiamo attrezzarci al bisogno.
Lei suonerà le sue trombe (di guerra), noi le nostre campane (di pace).
E da settembre organizzeremo momenti di informazione e formazione per la disobbedienza civile.
Ci pare la risposta più adeguata.
Fiorenzo Fasoli e Tiziana Valpiana
Rifondazione comunista
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