"La condanna definitiva per propaganda razzista, inflitta  al sindaco Flavio Tosi e ad altri cinque leghisti, tra cui un assessore comunale  (Enrico Corsi), riguarda una campagna contro gli zingari, scatenata dal  Carroccio nel 2001. Il sindaco e i suoi colleghi di partito, passati attraverso  tutti i gradi di giudizio (addirittura due volte in appello e due in  Cassazione), sono stati irrevocabilmente riconosciuti colpevoli e costretti a  pagare i risarcimenti alle parti civili, alcuni componenti della comunità sinta  veronese e l'Opera Nomadi, e le spese agli avvocati.
 Nonostante la minimizzazione, quando non l'arroganza, che  i vari esponenti politici della maggioranza di governo (in Comune, Provincia e  Regione) hanno usato per sostenere il loro collega e/o alleato, il comportamento  e le affermazioni (prima) e la condanna di Tosi e soci (ora) restano un fatto  gravissimo. Inutile ripetere che in Paesi più civili, o forse con una più lunga  pratica di democrazia, una sentenza di questo tipo avrebbe significato le  immediate dimissioni da qualsiasi incarico politico dei condannati. Berlusconi  docet e quindi anche il sindaco e i suoi colleghi resteranno in  sella.
 Tuttavia, in una giornata come quella del 17 luglio, 65°  anniversario dell'assalto al carcere degli Scalzi, organizzato dai GAP per  liberare il dirigente antifascista Giovanni Roveda, il sindaco Tosi non dovrebbe  esserci. Anzi, non dovrebbe esserci nessuno a rappresentare il Comune di Verona,  retto da un sindaco razzista, amico e sodale di neofascisti e neonazisti – basti  ricordare che il capogruppo della sua lista in Consiglio comunale è l'ex  skinhead Andrea Miglioranzi, di Fiamma Tricolore, che Tosi stesso partecipò nel  2007 al corteo organizzato dalla destra radicale, che l'ufficio della Lega in  municipio è abitualmente frequentato da Maurizio Ruggiero, leader degli  integralisti cattolici, che fu tra gli organizzatori della “cresima”, a cui  avrebbe dovuto partecipare Juan Rodolfo Laise, vescovo amico dei torturatori  argentini.
 La giornata del 17 luglio ha sempre costituito un  appuntamento per gli antifascisti veronesi. Non solo per le associazioni d'arma,  per quelle dei partigiani e degli ex deportati o per i vari esponenti politici  più o meno schierati ma per tutti coloro a cui la Memoria sta veramente a  cuore.
 Ecco perché, in una città che ormai “blinda” sia la  Giornata della Memoria, con gli antifascisti costretti a restare fuori dalle  manifestazioni ufficiali o fatti entrare tramite mediazioni quasi personali, che  la Festa della liberazione del 25 aprile, divenuta anch'essa oggetto di  repressione, con un'amministrazione che divide in due le panchine, multa i  ragazzi che suonano in piazza, semina divieti ovunque ma viene condannata, nella  persona del suo primo cittadino, per razzismo
 Noi, antifascisti e antifasciste  veronesi, diciamo No alla presenza del sindaco e/o dei suoi  rappresentanti alla cerimonia di commemorazione dell'assalto al carcere degli  Scalzi, in cui alcuni partigiani morirono per i valori che oggi il sindaco e i  suoi amici/alleati rinnegano.
 Appuntamento Venerdi 17 luglio alle ore 17.45 in Via Scalzi, dove si  svolgerà la commemorazione che ricorda l'assalto al carceri degli Scalzi tutte e  tutti sono invitate e invitati a partecipare.
 Antifascisti e antifasciste veronesi"
Da Inforifo
Da Inforifo


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