29 agosto 2009

Per le donne iraniane

E’ un peccato che Verona risponda spesso “assente” alle manifestazioni pubbliche come quella svoltasi in piazza Brà sabato scorso, 22 agosto.

La manifestazione “per le donne iraniane” poteva essere un’ottima via per manifestare la nostra solidarietà alle vedove e/o alle madri che hanno perso marito e/o figli nelle proteste contro quelle elezioni che hanno visto vincere Ahmadinejad non senza una polemica. Purtroppo, però, il numero dei presenti non superava la ventina di persone. Lo scarso numero di partecipanti non ha però intimidito le “signore vestite di nero”, che hanno tenuto per un’ora i cartelloni che potete vedere nella foto.

“Perché?” si sarà chiesto qualche passante incuriosito. Perché così fanno le donne del Comitato delle madri in lutto (iraniane) che ogni sabato dalle 19 alle 20 si radunano nelle piazze e nelle strade della propria città. Rigorosamente in silenzio. Per non dimenticare, anzi, per ricordare.

Un atto coraggioso che si sta diffondendo in tutta Europa, dove tante donne vogliono esternare la loro vicinanza a queste madri emulando questo sentito rituale.

Qualcuno si fermava a guardare, qualcuno chiedeva informazione, qualcuno si allontanava dopo una sbirciatina ai cartelloni, qualcuno non ci faceva nemmeno caso.



Così scrive Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003, nella lettera d’appello a tutte le donne consapevoli del mondo (che veniva consegnata in forma cartacea ai passanti):


“La tragedia dell’Iran è molto più ampia di quanto avremmo mai potuto immaginare.

La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste.

I programmi della radio e della Tv di Stato iraniana hanno annunciato inizialmente 8 morti, successivamente 11, ma ad oltre un mese dalle manifestazioni di strada, i nomi di molti “scomparsi” non sono nelle liste né degli uccisi né degli arrestati.

Molte madri angosciate continuano a chiedere alle autorità informazioni sui loro amati dispersi, ma non ricevono risposte. Ora che le famiglie stanno lentamente ricevendo i corpi dei loro figli ammazzati, è divenuto chiaro che il numero delle morti è molto più alto di quello annunciato dal Governo della repubblica islamica. Inoltre, le famiglie sono state costrette a firmare accordi in cui si impegnano a non rivelare come e dove sono morti i loro cari.

Ma non è possibile nascondere sempre la verità, non è possibile far tacere i pianti, così la tragedia si sta mostrando sempre più chiaramente agli occhi del popolo iraniano, a mano a mano che i giorni passano.

Molte madri i cui figli e figlie sono stati ammazzati o sono anco

ra tra i dispersi o sono in prigione hanno formato il Comitato delle madri in lutto. Ogni sabato dalle 7 alle 8 di sera, le madri di questo Comitato e altre donne solidali con loro, vestite di nero in segno di lutto e in silenzio, si radunano nei parchi pubblici delle loro città e stanno in piedi, vigili e silenziose per esprimere il loro dolore.

Vorrei esprimere il mio profondo dispiacere e le mie condoglianze alle madri che hanno perso i loro cari per la libertà e la democrazia in Iran, mi levo in piedi in solidarietà con le madri che stanno ancora cercando i loro figli dispersi e unisco il mio dispiacere per il gran numero di giovani donne e uomini iraniani in prigione per il loro pacifico attivismo civile.

Invito tutte le donne del mondo che amano la libertà a riunirsi ogni sabato nelle loro città vestite di nero per far sentire la loro solidarietà con il Comitato delle madri in lutto in Iran e aiutarle a far sentire la loro voce a tutto il mondo.




(Questo post avrebbe dovuto essere pubblicato sabato scorso, ma per motivi personali io e mio fratello abbiamo qualche difficoltà ad aggiornare il blog in questi giorni. Ci scusiamo per il disagio.)

Alla prossima manifestazione!

L'amore alla "veronese"...altro che Romeo e Giulietta

"Giulietta Che contentezza potresti avere da me stanotte?
Romeo Lo scambio dei nostri voti di fedele amore.
Giulietta Ti ho dato il mio prima che tu me lo chiedessi, e vorrei che ancora fosse da dare.
Romeo Te lo vorresti riprendere? Per quale motivo, amore?
Giulietta Per dartelo ancora, e a piene mani. Io desidero solo quello che ho: una generosità sconfinata come il mare è la mia; e profondo più del mare è il mio amore. Più do a te, e più ho io, perché sono inesauribili la mia generosità e il mio amore."

William Shakespeare - Romeo e Giulietta – atto II, scena II.

Verona città dell'amore....clandestino.

Le norme del "decreto sicurezza", in vigore dall'8 agosto 2009, sono state applicate senza indugio e con un probabile pizzico di soddisfazione dal sindaco leghista Flavio Tosi.

Dopo l'abominevole reato di clandestinità ora, dall'entrata in vigore del decreto, si può rendere clandestino (e quindi illegale) pure un matrimonio, un po' come se l'amore avesse una nazionalità o necessitasse un permesso di soggiorno per esistere.

E così "su 22 matrimoni civili che avrebbero dovuto essere celebrati a Palazzo Barbieri da sabato scorso, giorno in cui sono entrate in vigore le norme del cosiddetto pacchetto sicurezza, la metà sono saltati." (tratto dall'Arena).

L'intento "ufficiale" della maggioranza è quello di evitare le "unioni di comodo", ossia quei matrimoni celebrati soltanto per una questioni d'interesse, sia esso economico che semplice mezzo per ottenere la cittadinanza italiana. Certo, ci saranno anche le unioni di comodo, ma non mi sembra questo il modo di risolvere la questione: vietare tutti questi matrimoni è rovinare le nozze a tanti (probabilmente la grande maggioranza) semplici innamorati.

Il sindaco veronese, ospite a "Unomattina", commenta le prime conseguenze così: "Finora quasi la metà dei matrimoni tra stranieri o tra italiani e stranieri sono saltati. Se siano nozze di convenienza non so, sicuramente molte sono d'amore, ma portare a termine un atto di stato civile con una persona clandestina era una stortura tutta italiana". Qui addirittura non importa se sono davvero matrimoni di comodo, l'importante è che i clandestini non possano sposarsi, tanto per tornare a quel capolavoro del reato di clandestinità. Durante la stessa trasmissione la risposta di un giornalista di Famiglia Cristiana (non sto quindi nemmeno parlando di un giornalista de "La Repubblica" o de "L'Unità" o ancora del Manifesto) rovina un po' la festa a Tosi bociando su tutta la linea "i provvedimenti strumentali di chiaro sapore politico che non risolveranno il problema delle nozze truffaldine, e che saranno spazzati via dalla Consulta. Ma intanto avranno consentito alla Lega di raccogliere il consenso per portare Tosi alla presidenza della Regione Veneto."

Approfondimenti:

da l'Arena, da "La Repubblica" 1, da "La Repubblica" 2, da "La Repubblica" 3, da "La Repubblica" 4,

Classifica delle università italiane

Ma veniamo alla tematica odierna: la ormai famosa classifica "meritocratica" delle università italiane.

E' di qualche giorno fà la notizia che da quest'anno agli atenei cosiddetti "virtuosi" andrà un finanziamento più consistente, mentre quelli spendaccioni e inefficienti dovranno accontentarsi di meno risorse: Trento è al primo posto, Verona al 26esimo, Macerata all'ultimo.
La classifica viene stabilita sulla qualità della ricerca e quella della didattica, all'interno delle quali fattori come "i rapporti con l'estero" o le strutture non sono certamente esclusi dalla valutazione.
Tra i 27 bocciati che avranno meno fondi ci sono soltanto tre atenei del Nord, mentre tra gli atenei promossi solo 2 sono del Sud.
Poche ciance, qui si sta cercando di tracciare un'ulteriore confine tra settentrione e meridione. L'ingenua (o furba) Gelmini forse confonde "meritocrazia" con "discriminazione". Non ritengo questo, il togliere fondi alle università che ne hanno maggiormente bisogno, il metodo migliore per far crescere le università del Sud. L'intento è chiaro (e peraltro nemmeno tanto nascosto): orientare gli atenei meritevoli verso l'eccellenza e togliere le speranze di una vita migliore a quelli al momento un passo indietro.

Il governo, che rappresenta lo Stato, non può essere fautore di una politica di ulteriore divisione del paese. Il governo deve garantire l'uguaglianza tra i cittadini, l'uguaglianza tra gli atenei, l'uguaglianza tra l'istruzione che viene impartita a Nord e quella che viene data a Sud. Ringrazieranno tutti quelli che saranno costretti a migrare a Nord per trovare un'università che possa garantire loro un'istruzione migliore, ma soprattutto quelli che per condizione sociale tutt'altro che benestante si dovranno accontentare di atenei resi mediocri dall'attuale governo.

Ultima nota riguardante le bugie o le omissioni del Ministro dell'Istruzione Gelmini. Ricorderete tutti le parole del ministro in merito alle bocciature scolastiche aumentate rispetto agli anni passati. Bene, vi consiglio di leggere il seguente articolo.

Cosa ne pensate? La Gelmini sta facendo un buon lavoro?