Buonasera!
Non avrei voluto scrivere questa sera.
Non ne ho potuto fare a meno perché non è possibile che passino inosservati certi accadimenti. Ho sentito il dovere di mettere in risalto delle situazioni che mi turbano in quanto cittadino italiano.
L’antipolitica, ossia quel fenomeno di repulsione per la classe dirigente politica, credo sia dilagante da molto tempo e trovo indubbiamente difficile affrontare il problema.
E’ chiaro ed evidente a tutti che nessuna forma di governo identifica perfettamente il principio democratico. Il nostro sistema, come saprete, si fonda su una quantomeno auspicata specularità di vedute tra rappresentanti e rappresentati. Non sono facilmente riconducibile all'uno che rappresenta i molteplici pensieri dei rappresentati, ma è certo che in linea teorica questo dovrebbe avvenire. Ora, la responsabilità del voto è subordinata alla sensibilità personale ma a posteriori, voi, che questi li avete votati, dite? Non vi vergognate di essere rappresentati in siffatta maniera? Non vi interessa? A me si però, perchè questa situazione mi mette in profondo imbarazzo in quanto italiano. Ecco perchè:
A mio giudizio il ruolo politico di rappresentanza non implica solamente l’impegno e la profonda dedizione affinché i progetti e le idee della propria parte politica trovino rilievo giuridico.
Essere politici, anzi no, essere rappresentanti del popolo, nella fattispecie parlamentari, significa anche essere coscienti di avere una responsabilità collettiva.
Conosco l’art. 68 della Costituzione:
Non avrei voluto scrivere questa sera.
Non ne ho potuto fare a meno perché non è possibile che passino inosservati certi accadimenti. Ho sentito il dovere di mettere in risalto delle situazioni che mi turbano in quanto cittadino italiano.
L’antipolitica, ossia quel fenomeno di repulsione per la classe dirigente politica, credo sia dilagante da molto tempo e trovo indubbiamente difficile affrontare il problema.
E’ chiaro ed evidente a tutti che nessuna forma di governo identifica perfettamente il principio democratico. Il nostro sistema, come saprete, si fonda su una quantomeno auspicata specularità di vedute tra rappresentanti e rappresentati. Non sono facilmente riconducibile all'uno che rappresenta i molteplici pensieri dei rappresentati, ma è certo che in linea teorica questo dovrebbe avvenire. Ora, la responsabilità del voto è subordinata alla sensibilità personale ma a posteriori, voi, che questi li avete votati, dite? Non vi vergognate di essere rappresentati in siffatta maniera? Non vi interessa? A me si però, perchè questa situazione mi mette in profondo imbarazzo in quanto italiano. Ecco perchè:
A mio giudizio il ruolo politico di rappresentanza non implica solamente l’impegno e la profonda dedizione affinché i progetti e le idee della propria parte politica trovino rilievo giuridico.
Essere politici, anzi no, essere rappresentanti del popolo, nella fattispecie parlamentari, significa anche essere coscienti di avere una responsabilità collettiva.
Conosco l’art. 68 della Costituzione:
“I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni…”
che potrebbe agombrare il campo da critiche circa l’operato di un parlamentare ma non dimentichiamo l’art. 54:
“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e
di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni
pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando
giuramento nei casi stabiliti dalla legge”
di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni
pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando
giuramento nei casi stabiliti dalla legge”
Così realmente significhino ONORE e DIGNITA' forse non è definito ma credo sia nelle possibilità di chiunque darvi un significato concreto (almeno quanto sia evidente al giudizio comune l'impudicizia di calarsi le braghe in pubblico per mostrare magari quanto "ce l'abbiamo duro"- cito inorridito, mi si perdoni)
Valutate voi, io non voglio commentare oltre. Vi ho fornito semplicemente adeguati strumenti di lettura, per sapere che certi comportamenti non sono riprovevoli solo “a pelle”, non gettano vergogna e inducono senso di inferiorità solo a prima vista.
Insomma non c’è proprio verso di digerirli questi nostri compatrioti e compaesani (credo che in questo caso sia più odioso ad i non-leghisti…)
Approfondite…. E indignatevi!
Clamorosa iniziativa dei deputati del Carroccio, per protestare contro l'esecutivo e chiedere elezioniCondanna bipartisan dal mondo politico: Ulivo e Udc parlano di "comportamento squadrista"
La Lega occupa i banchi del governoMontecitorio, venti minuti fuori controllo
di CLAUDIA FUSANI
Insomma non c’è proprio verso di digerirli questi nostri compatrioti e compaesani (credo che in questo caso sia più odioso ad i non-leghisti…)
Approfondite…. E indignatevi!
Clamorosa iniziativa dei deputati del Carroccio, per protestare contro l'esecutivo e chiedere elezioniCondanna bipartisan dal mondo politico: Ulivo e Udc parlano di "comportamento squadrista"
La Lega occupa i banchi del governoMontecitorio, venti minuti fuori controllo
di CLAUDIA FUSANI
Maroni accusa: "Malmenati dai colleghi del centrosinistra, faremo una denuncia a Bertinotti"
Replicano Boato e Buemi: "Profonda indignazione per un comportamento fascista ed eversivo"
ROMA - Venti minuti di anarchia pura, l'aula in balia di se stessa, il governo cacciato dai suoi banchi, quindici deputati leghisti in piedi su quegli stessi banchi. Insulti, spinte, seggiole alzate in aria. "Volevamo solo fare un po' del nostro solito cinema" dirà un'ora dopo Federico Bricolo. Era cinema anche qualche anno fa quando qualche padano fabbricò un finto carrarmato e attaccò il campanile di San Marco a Venezia. Peccato che non sia previsto in alcun modo fare "del cinema" a Montecitorio, nell'aula della Camera. La performance ha per protagonisti una quindicina di deputati della Lega che prima occupano i banchi del governo in segno di protesta sventolando la pagina della Padania che titola: "Fuori dalle balle"; poi accusano di aggressione i colleghi del centrosinistra Marco Boato e Enrico Buemi che, poiché la situazione non accennava a tornare alla normalità, si sono avvicinati agli occupanti leghisti al grido di "fascisti, questo è un atto eversivo!". Per i deputati del Carroccio è stata "un'aggressione fisica". I fatti - Tutto comincia pochi minuti dopo mezzogiorno. Dibattito distratto, aula semivuota, argomento i ticket sanitari. Improvvisamente dalla parte destra dell'emiciclo i quindici deputati leghisti cominciano a sventolare La Padania, con relativo titolo a lettere cubitali, e a urlare "elezioni". La maggioranza resta attonita. Qualcuno grida di smetterla, qualcun altro si avvicina, urla, spinte, lancio di giornali. Tra i leghisti spicca, per determinazione, Carolina Lussanna con tubino stile chanel di lino bianco e sandalino in tinta. Non sono da meno i colleghi Federico Bricolo e Matteo Brigandì, abito blu e camicia azzurra. La situazione scappa di mano. Accade tutto in pochi minuti. Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, An, 28 anni, ha il turno di presidenza dell'aula. Sospende la seduta - nella confusione la sua voce si perde in un filo leggero - scampanella e lascia l'aula.
E' il caos. I quindici deputati leghisti lasciano i banchi e si mettono a sedere, di fatto occupandoli, negli scranni del governo che stanno al centro dell'emiciclo sotto il banco della Presidenza. In quei banchi, in nome e per conto del governo, c'è solo Giovanni Lolli, sottosegretario allo Sport e alle Politiche Giovanili. Vista la situazione, si alza e se ne va. Il governo è nei fatti "sfrattato". L'aula "abbandonata" a se stessa: la Meloni ha sciolto la seduta ma prima non ha dato ai commessi dell'aula l'ordine di intervenire per riportare le cose a posto. Una svista, sicuramente, una leggerezza dovuta a inesperienza. Fatto sta che secondo regolamento i commessi non possono intervenire se non sono ordinati a farlo. Si vedono scene che nessuno avrebbe mai immaginato. Un parlamentare leghista è in piedi sui banchi del governo con una sedia in mano. Volano insulti di tutti i tipi. E le solite pagine della Padania. I questori della Camera, ce ne sono tre tra l'aula e le immediate vicinanze - Albonetti, Colucci e Galante - restano come pietrificati e non danno ordini ai commessi. La stessa opposizione reagisce, isola la Lega e lascia l'aula per marcare la differenza. Mario Pescante (Fi) prende a male parole un leghista. Ignazio La Russa (An) esce in Transatlantico e telefona al capogruppo della Lega Roberto Maroni: "Dove sei? Vieni subito, c'è un casino, devi richiamare i tuoi porca...". La maggioranza presidia l'aula e decide di intervenire visto che nessuno tra commessi e questori decide o riesce a farlo. Nel frattempo è rientrato il presidente Meloni. C'è anche un altro vice, Carlo Leoni (Sd). Marco Boato e Enrico Buemi, sicuramente due robusti signori ma non tra i più giovani, si avvicinano ai banchi del governo. Sono le 12.15 circa. La situazione è ormai fuori controllo. Si capisce solo che ci sono persone addosso alle altre, che qualcuno alza le mani, che altri vengono tenuti fermi. Finalmente arriva Maroni, capogruppo della Lega, "il capo", l'unico in grado di portare fuori i suoi deputati e ripristinare un minimo di ordine. In Transatlantico si vedono facce rosse, camicie sudate, giacche stazzonate. A mezzogiorno e quaranta torna, più o meno, la calma. La reazioni - E scattano le reazioni. La maggioranza attacca. In aula parlano i capigruppo. Dario Franceschini (Ulivo): "Occupare i banchi del governo è stato uno sfregio inaccettabile del Parlamento, un atto di squadrismo. Che nessuno si permetta di parlare di legittima critica quando un deputato dell'opposizione è in piedi sul tavolo del governo e brandisce una seggiola". Gennaro Migliore (Rifondazione): chiede "sanzioni adeguate" perché "l'atto di squadrismo di questa mattina apre una voragine democratica". Dai banchi dell'opposizione si indigna pubblicamente l'Udc: "Abbiamo visto atteggiamenti squadristi, è vergognoso e inaccettabile che si impedisca al Parlamento di proseguire i propri lavori" (Luca Volontè). Furiosa anche la vicepresidente Meloni - a cui la situazione è in effetti e non per colpa scappata un po' di mano - che ha definito quello del Carroccio un atto "senza precedenti" e "del tutto inaccettabile. L'ufficio di presidenza prenderà le determinazioni del caso", e "la Presidenza della Camera si impegnerà affinché episodi del genere non si ripetano". Meno indignati i toni di Silvio Berlusconi: "Se si tira troppo la corda - ha detto, commentando l'accaduto - possono accadere fughe in avanti che io non credo siano auspicabili da parte di nessuno". Ma Maroni non ci sta: a suo giudizio ("ma non era nemmeno presente in aula" gli manda a dire Franceschini) i parlamentari del suo partito sono stati "aggrediti", "picchiati", "malmenati". "Esponenti della sinistra - ha sostenuto - hanno scatenato una reazione assolutamente sproporzionata", rispetto alla protesta. Domani ci sarà l'incontro tra il presidente della Camera Fausto Bertinotti e il capogruppo Maroni che annuncia "una denuncia molto dettagliata". E martedì prossimo alle 10 si riunirà l'ufficio di presidenza dell'assemblea di Montecitorio. Marco Boato ha ancora il colletto della camicia sudato. "Macché aggressione, noi ci siamo avvicinati e gli abbiamo urlato un dato incontrovertibile: siete dei fascisti e state commettendo un atto eversivo. Quelli sono i banchi del governo... ". Per Enrico Buemi l'aggressione - è vero - c'è stata "ma al Parlamento". poi se la prende con la Meloni perché "avrebbe dovuto intervenire per tempo, evitare che quelli della Lega arrivassero ai banchi del governo. Invece li ha lasciati fare. Così come i commessi". Bertinotti difende l'operato della Meloni: "Le sue decisioni sono le mie", taglia corto da Mosca. Per il governo si fa sentire Vannino Chiti: "E' stato commesso un atto grave, un'offesa al Parlamento". Per oggi intanto i deputati della Lega non possono più mettere piede in aula. Si aggirano tra i corridoi e la sala stampa di Montecitorio. Spiegano le loro ragioni. Le dovranno spiegare domani a Bertinotti. Di fronte ai filmati. (14 giugno 2007)
Fonte: Repubblica.it
IL NOSTRO PROTAGONISTA:
DATI PERSONALI ed INCARICHI in ATTO
BRICOLO Federico
Nato a VERONA il 13 luglio 1966
Maturita' scientifica; libero professionista
Eletto nella circoscrizione VII (VENETO 1)
Lista di elezione: LEGA NORD - MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Proclamato il 21 aprile 2006
Iscritto al gruppo parlamentare:
LEGA NORD PADANIA dal 3 maggio 2006
Fonte: camera.it
Replicano Boato e Buemi: "Profonda indignazione per un comportamento fascista ed eversivo"
ROMA - Venti minuti di anarchia pura, l'aula in balia di se stessa, il governo cacciato dai suoi banchi, quindici deputati leghisti in piedi su quegli stessi banchi. Insulti, spinte, seggiole alzate in aria. "Volevamo solo fare un po' del nostro solito cinema" dirà un'ora dopo Federico Bricolo. Era cinema anche qualche anno fa quando qualche padano fabbricò un finto carrarmato e attaccò il campanile di San Marco a Venezia. Peccato che non sia previsto in alcun modo fare "del cinema" a Montecitorio, nell'aula della Camera. La performance ha per protagonisti una quindicina di deputati della Lega che prima occupano i banchi del governo in segno di protesta sventolando la pagina della Padania che titola: "Fuori dalle balle"; poi accusano di aggressione i colleghi del centrosinistra Marco Boato e Enrico Buemi che, poiché la situazione non accennava a tornare alla normalità, si sono avvicinati agli occupanti leghisti al grido di "fascisti, questo è un atto eversivo!". Per i deputati del Carroccio è stata "un'aggressione fisica". I fatti - Tutto comincia pochi minuti dopo mezzogiorno. Dibattito distratto, aula semivuota, argomento i ticket sanitari. Improvvisamente dalla parte destra dell'emiciclo i quindici deputati leghisti cominciano a sventolare La Padania, con relativo titolo a lettere cubitali, e a urlare "elezioni". La maggioranza resta attonita. Qualcuno grida di smetterla, qualcun altro si avvicina, urla, spinte, lancio di giornali. Tra i leghisti spicca, per determinazione, Carolina Lussanna con tubino stile chanel di lino bianco e sandalino in tinta. Non sono da meno i colleghi Federico Bricolo e Matteo Brigandì, abito blu e camicia azzurra. La situazione scappa di mano. Accade tutto in pochi minuti. Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, An, 28 anni, ha il turno di presidenza dell'aula. Sospende la seduta - nella confusione la sua voce si perde in un filo leggero - scampanella e lascia l'aula.
E' il caos. I quindici deputati leghisti lasciano i banchi e si mettono a sedere, di fatto occupandoli, negli scranni del governo che stanno al centro dell'emiciclo sotto il banco della Presidenza. In quei banchi, in nome e per conto del governo, c'è solo Giovanni Lolli, sottosegretario allo Sport e alle Politiche Giovanili. Vista la situazione, si alza e se ne va. Il governo è nei fatti "sfrattato". L'aula "abbandonata" a se stessa: la Meloni ha sciolto la seduta ma prima non ha dato ai commessi dell'aula l'ordine di intervenire per riportare le cose a posto. Una svista, sicuramente, una leggerezza dovuta a inesperienza. Fatto sta che secondo regolamento i commessi non possono intervenire se non sono ordinati a farlo. Si vedono scene che nessuno avrebbe mai immaginato. Un parlamentare leghista è in piedi sui banchi del governo con una sedia in mano. Volano insulti di tutti i tipi. E le solite pagine della Padania. I questori della Camera, ce ne sono tre tra l'aula e le immediate vicinanze - Albonetti, Colucci e Galante - restano come pietrificati e non danno ordini ai commessi. La stessa opposizione reagisce, isola la Lega e lascia l'aula per marcare la differenza. Mario Pescante (Fi) prende a male parole un leghista. Ignazio La Russa (An) esce in Transatlantico e telefona al capogruppo della Lega Roberto Maroni: "Dove sei? Vieni subito, c'è un casino, devi richiamare i tuoi porca...". La maggioranza presidia l'aula e decide di intervenire visto che nessuno tra commessi e questori decide o riesce a farlo. Nel frattempo è rientrato il presidente Meloni. C'è anche un altro vice, Carlo Leoni (Sd). Marco Boato e Enrico Buemi, sicuramente due robusti signori ma non tra i più giovani, si avvicinano ai banchi del governo. Sono le 12.15 circa. La situazione è ormai fuori controllo. Si capisce solo che ci sono persone addosso alle altre, che qualcuno alza le mani, che altri vengono tenuti fermi. Finalmente arriva Maroni, capogruppo della Lega, "il capo", l'unico in grado di portare fuori i suoi deputati e ripristinare un minimo di ordine. In Transatlantico si vedono facce rosse, camicie sudate, giacche stazzonate. A mezzogiorno e quaranta torna, più o meno, la calma. La reazioni - E scattano le reazioni. La maggioranza attacca. In aula parlano i capigruppo. Dario Franceschini (Ulivo): "Occupare i banchi del governo è stato uno sfregio inaccettabile del Parlamento, un atto di squadrismo. Che nessuno si permetta di parlare di legittima critica quando un deputato dell'opposizione è in piedi sul tavolo del governo e brandisce una seggiola". Gennaro Migliore (Rifondazione): chiede "sanzioni adeguate" perché "l'atto di squadrismo di questa mattina apre una voragine democratica". Dai banchi dell'opposizione si indigna pubblicamente l'Udc: "Abbiamo visto atteggiamenti squadristi, è vergognoso e inaccettabile che si impedisca al Parlamento di proseguire i propri lavori" (Luca Volontè). Furiosa anche la vicepresidente Meloni - a cui la situazione è in effetti e non per colpa scappata un po' di mano - che ha definito quello del Carroccio un atto "senza precedenti" e "del tutto inaccettabile. L'ufficio di presidenza prenderà le determinazioni del caso", e "la Presidenza della Camera si impegnerà affinché episodi del genere non si ripetano". Meno indignati i toni di Silvio Berlusconi: "Se si tira troppo la corda - ha detto, commentando l'accaduto - possono accadere fughe in avanti che io non credo siano auspicabili da parte di nessuno". Ma Maroni non ci sta: a suo giudizio ("ma non era nemmeno presente in aula" gli manda a dire Franceschini) i parlamentari del suo partito sono stati "aggrediti", "picchiati", "malmenati". "Esponenti della sinistra - ha sostenuto - hanno scatenato una reazione assolutamente sproporzionata", rispetto alla protesta. Domani ci sarà l'incontro tra il presidente della Camera Fausto Bertinotti e il capogruppo Maroni che annuncia "una denuncia molto dettagliata". E martedì prossimo alle 10 si riunirà l'ufficio di presidenza dell'assemblea di Montecitorio. Marco Boato ha ancora il colletto della camicia sudato. "Macché aggressione, noi ci siamo avvicinati e gli abbiamo urlato un dato incontrovertibile: siete dei fascisti e state commettendo un atto eversivo. Quelli sono i banchi del governo... ". Per Enrico Buemi l'aggressione - è vero - c'è stata "ma al Parlamento". poi se la prende con la Meloni perché "avrebbe dovuto intervenire per tempo, evitare che quelli della Lega arrivassero ai banchi del governo. Invece li ha lasciati fare. Così come i commessi". Bertinotti difende l'operato della Meloni: "Le sue decisioni sono le mie", taglia corto da Mosca. Per il governo si fa sentire Vannino Chiti: "E' stato commesso un atto grave, un'offesa al Parlamento". Per oggi intanto i deputati della Lega non possono più mettere piede in aula. Si aggirano tra i corridoi e la sala stampa di Montecitorio. Spiegano le loro ragioni. Le dovranno spiegare domani a Bertinotti. Di fronte ai filmati. (14 giugno 2007)
Fonte: Repubblica.it
IL NOSTRO PROTAGONISTA:
DATI PERSONALI ed INCARICHI in ATTO
BRICOLO Federico
Nato a VERONA il 13 luglio 1966
Maturita' scientifica; libero professionista
Eletto nella circoscrizione VII (VENETO 1)
Lista di elezione: LEGA NORD - MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Proclamato il 21 aprile 2006
Iscritto al gruppo parlamentare:
LEGA NORD PADANIA dal 3 maggio 2006
Fonte: camera.it
E non è finita!
In questi giorni anche l’elemento di spicco locale, il rampante e ruspante sindaco Flavio Tosi ha dato la prima prova della sua linea politica.
E’ recente infatti il su annuncio di voler sostituire immediatamente i Cda degli enti veronesi.
Questo non è un atto qualificabile come normale.
Senza sentire le parti politiche, senza informarsi e documentarsi sulla situazione specifica delle aziende, il caro toso ha fatto sapere, via stampa, la sua imminente decisione.
Significa che istituzioni come ad esempio Amt, Veronamercato e altre, vengono trascinate nella lotta politica senza tenere conto delle realtà che rappresentano.
Emergono innumerevoli profili drammatici.
Dal punto di vista economico, il cambio di dirigenza non è a priori dannoso (da notare che da parte mia è sempre vivo un pregiudizio positivo, ritengo infatti che non vi sia persona, di dx o sx, a priori incapace o inadatta, impegno e professionalità non hanno infatti colore politico) ma è certo che una svolta ai vertici di una azienda (per altro in salute) determina instabilità. Che motivo si adduce dunque per giustificare il rischio che si corre?
Dal punto di vista politico l’insensibilità e la mancanza di correttezza sono macroscopiche.
E’ sempre sgradevole ricordare/rinfacciare il passato, ma non si può non sottolineare che nell’amministrazione Zanotto tutti i Consigli degli enti sono rimasti in carica fino alla scadenza statutaria, anche se alcuni di questi erano stati nominati dall’amministrazione precedente poco prima della scadenza?
Non si chiede di adottare scelte perché previste dalla prassi.
Credo sia indiscutibile il valore di questi enti per la Città e reputo altrettanto scontato che tutti traggono beneficio se queste realtà lavorano bene.
Con questo comportamento indiscriminato, in linea del resto con l’opposizione preventiva e ostruzionistica dei cinque anni della passata amministrazione, Tosi ha minato nelle basi un rapporto sereno e collaborativi che durava da anni.
Il principio dell’alternanza ha permesso all’Italia di progredire economicamente come mai nessuno avrebbe pensato (1° Repubblica). Proprio per questo l’alternanza è un principio teorizzato per perseguire una politica di sviluppo generale.
Anche per questo Tosi ha vinto le lezioni, perché la gente voleva cambiare.
Purtroppo però il timore maggiore si è ben presto tramutato in realtà: quel 60% abbondante ha creato le premesse per un governo della città arrogante, ideologico, e preventivamente conflittuale.
Non è certo promettente che il primo cittadino si senta padrone della città…
Con profonda amarezza buon blog a tutti.
11 commenti:
Quanto successo lascia abbastanza increduli..
E' forse questa la democrazia che il nostro paese vuole portare avanti e di cui vuole farsi promotore nel mondo..ma soprattutto è questa la politica che ci dovrebbe essere in un paese?
La democrazia non è forse dialogo, confronto, rappresentanza?
Eppure nel salire sui banchi e urlare padania padania (ah si senza ricordare che il luogo in cui ha avuto sviluppo questa vicenda è il parlamento ma italiano e non padana..beh qui scusatemi ma l'imbarazzo è massimo!Persone che invece di cantare l'inno d'Italia vanno a cantare in svizzera "BRUCIAMO IL TRICOLORE" secondo me non dovrebbero neanche avere una sedia nel parlamento nazionale..e andatevi a vedere il video di Beppe Grillo e vediamo se avete da ridire)..non ci vedo proprio niente di tutto questo!
E la reazione di Berlusconi e assolutamente fuori luogo! Inna allo scandalo per ogni azione del governo ma non si degna di condannare questa azione di prevaricazione (forse che è lui quello sotto il ricatto della minoranza ? Del resto sappiamo come il rappresentante di FI non abbia potuto candidarsi a sindaco di verona per l'opposizione della lega che indipendetemente dall'appoggio di Fi avrebbe cmq proposto un suo candidato..Tosi)
Cmq alla luce di questi fatti (ma non solo )credo che l'apoliticità dei cittadini italiani sia comprensibile ma invece che portare all'allontanamento dalla politica dovrebbe avvicinare ed interessare maggiormente sopratutto noi giovani se vogliamo cambiare le cose nel futuro..
no comment....la tua è soltanto una banalissima presa di posizione.
risparmia
caro "el bondolar" non insultare il povero romano (mortadela), che ha già abbastanza problemi....
perchè non vi sforzate di entrare nei problemi? insomma, potreste finalmente smentire la sensibilità qualunquista e volgare, che rende lecita ogni nefandezza,di cui siete accusati.. no?
quali nefandezze?
...le nefandezze??...quando c'era LUI non c'erano....
molto divertente intervenire a mio nome peccato che si noti, non tanto perchè il nome di un utente registrato è di colore blu, ma quanto per il contenuto del commento.. decisamente inconfondibile.
LUI è morto. Le sue idee per quanto vive sono illegali. Si gradirebbe un confronto sui contenuti e non sulla mera ideologia.
dai,ha fatto tante cose giuste e veramente utili,...nonostante la dittatura.è innegabile.chiudo qui.
questo blog stà degenerando.....alain fai qualcosa....come fai a sopportate anzi facciamo gli sboroni a transigere talune affermazioni di così scarso contenuto e ricche invece di quisquile e affermazioni senza senso.......
complimenti.. certo che ne avete di cose da dire.
insulti e prese in giro:
siete molto preparati!
DUX MEA LUX...
mo che fate mi arrestate??!!
Meno male che sono io il fascista!
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