26 novembre 2008

Strage di San Felice a Verona. Troppe armi nelle case.

Pietà e silenzio per i cinque morti della strage di 
San Felice
. Quattro
assassinati e un omicida/suicida.
Una tragedia cittadina.
Ci sarà modo per riflettere
sulle cause profonde. Ma ora è urgente
impedire da
subito che altre morti simili possano avvenire
. E'
necessario
eliminare gli strumenti materiali che
rendono "possibili e facili" queste
morti assurde.
Troppo armi sono presenti nelle case. Anziché garantire

sicurezza, le armi rendono più insicure le vite di
chi le possiede.
Chiediamoci: perché un "tranquillo"
commercialista, con moglie e figli,
possedeva tante
+pistole? Con quale motivazione ha chiesto e ottenuto
il
porto d'armi?

Ora è tragicamente evidente a tutti che
l'insicurezza maggiore è proprio
all'interno delle
famiglie e delle case: i politici professionisti della

paura e della sicurezza, parleranno ancora di pericolo
clandestini?
Riusciranno ancora a giustificare
provvedimenti ridicoli e inutili per
garantire la
sicurezza di camminare tranquilli per strada (mentre il

pericolo vero, soprattutto per donne e minori, è
proprio nel momento in
cui si entra a casa propria)?

La cultura della paura, del sospetto, della
"sicurezza", porta con sé il
germe perverso della difesa
a tutti i costi dalle possibili aggressioni
, e
questo
favorisce il proliferare di armi
di difesa personale, che
poi si
trasformano, nell'occasione del delirio o della
perdita di lucidità, in
strumenti assassini per ammazzare
proprio gli affetti più vicini.


E' la cultura delle armi che va abolita, subito.

Purtroppo, invece, proprio in questi giorni a Verona le
armi vengono
presentate come un modello per i giovani. E'
scandaloso che alla fiera Job
lo stand più grande, più
visibili, e quindi più frequentato, sia proprio
quello
dei militari, con tanto di esposizione di armi anche di
"difesa
personale". Dal Job ci saremmo aspettati proposte
più educative, più
costruttive, più positive. Non ci si
lamenti, poi, se crescono generazioni
di giovani che non
sono in grado di risolvere i propri conflitti, che non

sanno riconoscere le proprie debolezze, i propri lati
oscuri, che
diventati adulti non sanno gestire le
inevitabili crisi e ricorrono nei
casi più estremi alla
furia omicida, utilizzando lo strumento più facile a

disposizione, l'arma.

Nel giorno di lutto cittadino, per i funerali dei
cinque familiari, ci
aspettiamo che le autorità civili e
religiose sappiano individuare il
disagio profondo di
una società che ha permesso alle armi di entrare

nell'intimità delle case al posto della capacità di
affrontare e risolvere
i conflitti familiari con il
dialogo e la nonviolenza
.


Mao Valpiana
Movimento Nonviolento
Verona

22 novembre 2008

23 novembre 2008

Chefquijote regala cuccioli!

E' giunto il momento di ...
..ADOTTARE (GRATUITAMENTE) UN CUCCIOLO DI HEIDI !!!
Vieni a vederli di persona a Lugagnano di Sona, Via De amicis 9, Verona

9 novembre 2008

Tosi e la paletta per il parcheggio

Usata quella della scorta, niente multa

MILANO — L’allarme nel centro di Milano scatta intorno alle 18,30. C’è un’Audi A6 parcheggiata in sosta vietata, tra via Verri e via Montenapoleone. Ha i finestrini oscurati. E sul parabrezza una paletta del ministero dell’Interno. È una «zona sensibile», la macchina è sospetta. Arrivano le moto della polizia che pattugliano la zona, agenti in divisa e in borghese. Scattano tutte le verifiche, finché, una ventina di minuti dopo, spunta il proprietario dell’auto: il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. «Mi dispiace— si scusa— è stata solo una leggerezza».

Tosi è sotto tutela, significa che ha la scorta, per quello nella sua auto c’è la paletta. Alla scena assistono decine di persone che passeggiano in centro. Il sindaco continua a scusarsi, poi al telefonino fa qualche chiamata sull’asse Milano-Verona-Roma. A quel punto la tensione si è già sciolta. Il centro di Milano è costantemente sotto controllo per il rischio terrorismo e rapine. Un contrassegno del Viminale (in questo caso prefettura di Verona) va controllato per accertarsi che sia vero. Per tutta la durata della discussione, l’uomo della scorta non si vede. E il sindaco si allontanerà poi da solo, al volante della sua auto. Un vigile aveva già scritto la multa, ma dopo gli accertamenti Tosi è stato «perdonato».

Tratto dal corriere della sera