26 novembre 2008

Strage di San Felice a Verona. Troppe armi nelle case.

Pietà e silenzio per i cinque morti della strage di 
San Felice
. Quattro
assassinati e un omicida/suicida.
Una tragedia cittadina.
Ci sarà modo per riflettere
sulle cause profonde. Ma ora è urgente
impedire da
subito che altre morti simili possano avvenire
. E'
necessario
eliminare gli strumenti materiali che
rendono "possibili e facili" queste
morti assurde.
Troppo armi sono presenti nelle case. Anziché garantire

sicurezza, le armi rendono più insicure le vite di
chi le possiede.
Chiediamoci: perché un "tranquillo"
commercialista, con moglie e figli,
possedeva tante
+pistole? Con quale motivazione ha chiesto e ottenuto
il
porto d'armi?

Ora è tragicamente evidente a tutti che
l'insicurezza maggiore è proprio
all'interno delle
famiglie e delle case: i politici professionisti della

paura e della sicurezza, parleranno ancora di pericolo
clandestini?
Riusciranno ancora a giustificare
provvedimenti ridicoli e inutili per
garantire la
sicurezza di camminare tranquilli per strada (mentre il

pericolo vero, soprattutto per donne e minori, è
proprio nel momento in
cui si entra a casa propria)?

La cultura della paura, del sospetto, della
"sicurezza", porta con sé il
germe perverso della difesa
a tutti i costi dalle possibili aggressioni
, e
questo
favorisce il proliferare di armi
di difesa personale, che
poi si
trasformano, nell'occasione del delirio o della
perdita di lucidità, in
strumenti assassini per ammazzare
proprio gli affetti più vicini.


E' la cultura delle armi che va abolita, subito.

Purtroppo, invece, proprio in questi giorni a Verona le
armi vengono
presentate come un modello per i giovani. E'
scandaloso che alla fiera Job
lo stand più grande, più
visibili, e quindi più frequentato, sia proprio
quello
dei militari, con tanto di esposizione di armi anche di
"difesa
personale". Dal Job ci saremmo aspettati proposte
più educative, più
costruttive, più positive. Non ci si
lamenti, poi, se crescono generazioni
di giovani che non
sono in grado di risolvere i propri conflitti, che non

sanno riconoscere le proprie debolezze, i propri lati
oscuri, che
diventati adulti non sanno gestire le
inevitabili crisi e ricorrono nei
casi più estremi alla
furia omicida, utilizzando lo strumento più facile a

disposizione, l'arma.

Nel giorno di lutto cittadino, per i funerali dei
cinque familiari, ci
aspettiamo che le autorità civili e
religiose sappiano individuare il
disagio profondo di
una società che ha permesso alle armi di entrare

nell'intimità delle case al posto della capacità di
affrontare e risolvere
i conflitti familiari con il
dialogo e la nonviolenza
.


Mao Valpiana
Movimento Nonviolento
Verona

22 novembre 2008

23 novembre 2008

Chefquijote regala cuccioli!

E' giunto il momento di ...
..ADOTTARE (GRATUITAMENTE) UN CUCCIOLO DI HEIDI !!!
Vieni a vederli di persona a Lugagnano di Sona, Via De amicis 9, Verona

9 novembre 2008

Tosi e la paletta per il parcheggio

Usata quella della scorta, niente multa

MILANO — L’allarme nel centro di Milano scatta intorno alle 18,30. C’è un’Audi A6 parcheggiata in sosta vietata, tra via Verri e via Montenapoleone. Ha i finestrini oscurati. E sul parabrezza una paletta del ministero dell’Interno. È una «zona sensibile», la macchina è sospetta. Arrivano le moto della polizia che pattugliano la zona, agenti in divisa e in borghese. Scattano tutte le verifiche, finché, una ventina di minuti dopo, spunta il proprietario dell’auto: il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. «Mi dispiace— si scusa— è stata solo una leggerezza».

Tosi è sotto tutela, significa che ha la scorta, per quello nella sua auto c’è la paletta. Alla scena assistono decine di persone che passeggiano in centro. Il sindaco continua a scusarsi, poi al telefonino fa qualche chiamata sull’asse Milano-Verona-Roma. A quel punto la tensione si è già sciolta. Il centro di Milano è costantemente sotto controllo per il rischio terrorismo e rapine. Un contrassegno del Viminale (in questo caso prefettura di Verona) va controllato per accertarsi che sia vero. Per tutta la durata della discussione, l’uomo della scorta non si vede. E il sindaco si allontanerà poi da solo, al volante della sua auto. Un vigile aveva già scritto la multa, ma dopo gli accertamenti Tosi è stato «perdonato».

Tratto dal corriere della sera

28 ottobre 2008

27 settembre 2008

Guerra sulla bandiera della pace

Verona ai missionari: è di sinistra

La giunta Tosi vieta di esporla. I comboniani: nostro diritto utilizzarla. Padre Zanotelli: ora ci diano l'Arena

VERONA - Sul balcone di Giulietta non sventola la bandiera arcobaleno. La Carovana della pace domenica passerà per Verona in incognito. Una festicciola privata nel piazzale del Tempio Votivo, quasi a casa propria. «La nostra dignità non ha prezzo» dice don Giuseppe Pizzoli, direttore del Centro diocesano. Gente così, i missionari. Allergici alle imposizioni. Esattamente 100 giorni fa gli organizzatori locali della Carovana missionaria di pace avevano inoltrato richiesta per l'utilizzo di piazza Bra e di palazzo della Gran Guardia. Sembrava una formalità. Con calma, in data 17 settembre la Giunta comunale formalizzava il suo no. L'unico in Italia, visto che arrivava dopo gli scontati via libera di città non bolsceviche come Milano, Brescia, Reggio Calabria, Agrigento. Il dettaglio forse induceva un ripensamento. Peggio la toppa del buco, come dicono anche da queste parti. «A seguito di un riesame della pratica», l'assessore all'Edilizia Vittorio Di Dio era «lieto di comunicare» il parere favorevole alla concessione degli spazi richiesti. Con una postilla. «Quanto sopra, con il vincolo di omettere qualsivoglia riferimento partitico e di esporre unicamente bandiere istituzionali». Dopo una richiesta di chiarimento, l'assessore precisa che tra i riferimenti partitici da celare va compresa anche la bandiera della pace, «trasformata in questi anni nel simbolo dell'estrema sinistra».

I missionari rispondono a stretto giro di posta spiegando a Di Dio che si può tenere le sue piazze. «Noi teniamo molto alla nostra libertà e autonomia». Nella sua lettera, oltre a ricordare che la Caravana è una veneranda iniziativa di natura religiosa, don Pizzoli non dà completamente torto all'assessore. «Il fatto che questo simbolo — scrive — sia stato anche abusivamente assunto da una parte politica con quella che potrebbe essere considerata una appropriazione indebita, ci rammarica, ma non ci toglie il diritto di continuare ad usare la bandiera della pace come espressione propria del nostro movimento ecclesiale in favore della pace, dono di Dio per gli uomini e per tutti i popoli». Fino a qui il carteggio tra i missionari e l'assessore. Ma Verona non è un posto qualunque. È il laboratorio della comunione d'intenti tra i gruppi tradizionalisti cattolici, la Lega Nord e la destra radicale. Un esperimento politico che ha nel sindaco Flavio Tosi il demiurgo che ha sdoganato anche gli skinheads nominando capogruppo della sua lista l'ex cantante dei «Gesta bellica», gruppo di riferimento delle teste rasate. La settimana scorsa Gianluca Iannone, fondatore del centro sociale romano «Casa Pound», ha aperto la prima sede distaccata della sua creatura.

«Non potevamo farlo che qui — ha detto entusiasta —. Verona è la casa della destra». Un paio di assessori, presenti tra il pubblico, l'avrebbero fulminato. C'è un elevato grado di suscettibilità su certi temi, e non riguarda soltanto gli orgogliosi missionari. «Non ci siamo proprio capiti». Vittorio Di Dio ne fa una questione di dimensioni. I religiosi volevano appendere una bandiera arcobaleno di trenta metri sulla facciata della Gran Guardia. «Non abbiamo dato il permesso neanche ai manifesti della mostra sul Mantegna». Il Centro missionario diocesano allega in copia i documenti ufficiali per negare di aver mai chiesto di esporre stendardi oversize. L'assessore di An, tessera risalente al 1972, non rimpiange nulla. «Sono stato soltanto ingenuo. Li ho messi in condizione di fare i duri e puri sfruttando una polemica strumentale. Ma confermo il giudizio: quella bandiera è ridondante. Visto che abbiamo concesso gratuitamente l'uso della piazza, rivendico almeno il diritto di decidere cosa mettere o non mettere. E alle ultime elezioni mi pare di ricordare che la sinistra radicale si chiamava proprio arcobaleno, o no? Forse ho sottovalutato il fatto che noi di Verona siamo sempre sotto esame». Sarà per quello.

L'eccesso di zelo dell'assessore, così lo definiscono fonti vicine a Tosi, ha comunque rimesso l'amministrazione comunale in una luce ambigua. Un assist a porta vuota per l'opposizione. «Nel dicembre 2007 — ricorda Emanuele Ammaini, coordinatore cittadino del Pd — il sindaco e alcuni assessori marciarono alla testa di un corteo con simboli dell'estrema destra, evidentemente ritenuti meno minacciosi della bandiera della pace». Protestano il Pd, protestano gli studenti, protestano tutti. «Vogliono farla sembrare una questione di principio, ma giuro che non è così» si discolpa Di Dio. Tra i gruppi missionari che organizzano la carovana ci sono anche i Comboniani, movimento creato a metà dell'Ottocento dal veronese di adozione san Daniele Comboni. Padre Alex Zanotelli chiede a Tosi un gesto riparatore: «Perché non concedi l'Arena?». Non sarebbe una novità. Il fondatore dei Beati costruttori di pace, don Albino Bizzotto, si scioglie nel ricordo dell'anfiteatro pieno di fedeli. Accadde per sette anni di fila, dal 1986 al 1993. «I nostri appuntamenti all'Arena erano il momento ecumenico più bello, gioioso e condiviso che si poteva immaginare in quel periodo. E Verona, con la sua tradizione missionaria era davvero la cornice ideale». Altri tempi, pare.

Marco Imarisio
27 settembre 2008 (Tratto dal Corriere della Sera)

23 luglio 2008

Domenica è sempre domenica, anche per il Sindaco Tosi

Che strano. Domenica, domenica, e ancora domenica.
Ho notato che il
Sindaco di Verona, Flavio Tosi,
balza agli onori della cronaca nazionale
sempre
di domenica. Una casualità, una strategia mediatica,
o uno
zampino amico?

Vediamo la cronaca (da notare che i fatti cui si
riferiscono le notizie
sono sempre accaduti giorni
o addirittura mesi prima, ma le agenzie di
stampa
le divulgano la domenica pomeriggio d´estate, in
tempo per il
tiggì della sera).

Verona, Domenica 29 luglio 2007, i tiggì nazionali
diramano la notizia del bambino di 4 anni multato
perché stava mangiando un panino sui gradini del
Municipio in Piazza Brà (il fatto è accaduto il giorno
prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 26 agosto 2007, passa la notizia
che una turista inglese viene multata perché si era
messa in bikini a prendere il sole in piazza
Indipendenza (l´episodio è avvenuto il giovedì
precedente). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 22 giugno 2008, è la volta che
tutta Italia viene a sapere che un giovane ciclista
viene multato perché guidava utilizzando nel contempo
il telefono cellulare (imprecisato il giorno
dell´accaduto). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 29 giugno 2008, il telegiornale della
sera dà spazio alla notizia (falsa) che la Corte di
Cassazione avrebbe assolto Tosi dall´accusa di razzismo
(la sentenza era stata depositata il 28 marzo precedente,
e il Sindaco rinviato ad un nuovo processo d´appello
fissato per ottobre 2008). Spazio alle dichiarazioni
di Tosi.
Verona, Domenica 13 luglio 2008, il servizio pubblico
della Rai si occupa della multa data ad un rumeno che
fumava in un giardino comunale frequentato da bambini
(la multa era stata comminata il 26 giugno, diciassette
giorni prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.

Tra tutte le ipotesi possibili, quella della casualità
mi pare la più
improbabile; più facile pensare ad un
giornalista amico di Tosi, con
scarsa coscienza
professionale ma ben inserito in qualche agenzia di

stampa nazionale che divulga le notiziole gustose e
le amene
dichiarazioni del Sindaco proprio le domeniche
pomeriggio, d´estate,
quando altre notizie non ci sono
e si fatica a riempire gli spazi del
telegiornale: la
visibilità è garantita, magari proprio nei servizi di

"costume e società" tanto graditi dai telespettatori.

Il guadagno è doppio: soldi che entrano nelle casse
del Comune con le
multe, e notorietà politica nazionale
gratuita. Evviva la domenica.



Mao Valpiana
Verona


16 luglio 2008 (un banale mercoledì...)

9 luglio 2008

La guerra di Tosi continua………contro i poveri cristi!!!

Verona, 9 luglio 2008

Ora siamo alla chiamata dell’esercito ed i soldati, si sa, intervengono quando c’è la guerra.

Ma qual è la guerra aperta nella nostra città?

Formalmente è quella contro l’illegalità, ma poi a ben vedere a non essere sopportati sono solo i disgraziati e coloro che sono costretti a vivere ai margini della società.

E’ solo questa l’illegalità presente?

No! Sono moltissimi coloro che evadono il fisco e sottraggono (rubano) abbondanza di risorse al bene comune, ma quelli sono diventati intoccabili, anzi dei modelli da imitare.

Anche da noi si muore nei cantieri, sui luoghi di lavoro.

E’ questa la guerra di Tosi?

No! Quelle sono questioni che superano le nostre possibilità d’intervento per cui non è possibile fare molto.

Si vuole combattere il fatto che in città si viene uccisi dal branco e per futili motivi?

No! Fatti del genere capitano una volta su un milione e non è il caso di gridare tanto.

Ma allora a cosa servono i soldati?

Servono contro gli sbandati, i senza fissa dimora.

Appunto contro i poveri cristi che sono una minaccia solo perché esistono.

Sono problemi sociali? No! Sono problemi di ordine pubblico e vanno risolti anche con l’esercito.

Non importa se in questa maniera ci si accanisce contro gli effetti e non si rimuovono le cause che li provocano, se si continua a spostare il problema senza risolverlo.

Questo è l’orientamento dell’amministrazione e lei si comporta di conseguenza.

E’ da un anno ormai che ha dimostrato il suo vero volto.

Forte con i deboli e debole con i forti!!!

La lezione è chiara e questa è solo l’ennesima conferma.

Già in altre occasioni una parte di Verona ha provato a reagire a questo stato di cose.

Mobilitazioni a difesa del territorio o per una mobilità sostenibile hanno avuto ottimi risultati.

Anche la manifestazione del 17 maggio è stato un vero successo.

Ma davanti a fatti come questi non bastano più azioni singole.

Bisogna che i cittadini ritornino ad essere protagonisti in prima persona.

E contro le scelte sbagliate è possibile, anzi necessario opporsi.

E’ per questo che crediamo che contro situazioni di questa natura sia necessaria una presa di posizione forte, decisa e la più larga possibile fino a far ricorso alla disobbedienza civile.

Caro sindaco ci tenga informati da quando intende iniziare con la nuova esperienza.

Ce lo dica per tempo perché così possiamo attrezzarci al bisogno.

Lei suonerà le sue trombe (di guerra), noi le nostre campane (di pace).

E da settembre organizzeremo momenti di informazione e formazione per la disobbedienza civile.

Ci pare la risposta più adeguata.

Fiorenzo Fasoli e Tiziana Valpiana

Rifondazione comunista

4 maggio 2008

Hellas in trasferta...aiutato con soldi pubblici!

Tratto da un commento scritto sul muro di www.chievoverona.it:

( tra virgolette l'autore del post sul muro riporta il testo scritto su TG GIALLOBLU' )

"Durissime accuse del presidente del Manfredonia Angelo Riccardi sulla regolarità del campionato. A poche ore dallo spareggio playout contro il Verona Riccardi (che è anche Consigliere di Lega) ha parlato di: "risultati che si conoscevano prima dell'inizio delle partite" riferendosi ai successi del Verona contro il Novara del Lecco a Busto con la Pro Sesto e della Paganese in casa della Cavese. "Che fa l'ufficio indagini della Federcalcio? E la procura Federale?" si è chiesto Riccardi che poi si è scagliato contro il sindaco di Verona Flavio Tosi "reo", con il suo intervento, di aver permesso ai tifosi dell'Hellas di seguire la propria squadra in trasferta nell'incontro più importante della stagione, confermando le nostre anticipazioni sulle decisioni che potevano essere prese (ma non lo sono state) in sede di Osservatorio.
"Il Prefetto di Foggia aveva posto il veto sulla presenza della tifoseria veneta, invece il sindaco leghista di Verona, con l'aiuto del Ministro in pectore Maroni, anch'egli della Lega, ha fatto ribaltare il provvedimento".

COMMENTO: che si avesse avuto il sospetto che qualcuno lavorasse per salvare l'hellas lo avevo sentito "in piazza" e riportato su questo muro in uno dei miei post. Il fatto invece nuovo (e scandalosamente vergognoso) è che un sindaco ed un ministro della repubblica trovino il tempo per "mediare" sul la trasferta a 300 tifosi ! Soldi (pubblici) ancora una volta spesi per interessi privati!

Condivido in pieno il commento personale dell'autore dello scritto.

3 maggio 2008

SICUREZZA...ancora SICUREZZA...

La giunta approva l’istituzione del servizio stanziando 50mila euro. Il via in settembre, nessun compito di ordine pubblico ma di vigilanza e tutela
Prime adesioni per le ronde civiche
Una dozzina di volontari si sono presentati in Comune. Saranno fatte convenzioni con associazioni interessate a partecipare


Si chiameranno assistenti civici e il loro compito sarà «rendere la città più pulita, più sicura e più ordinata». Ieri la giunta comunale ha approvato l’istituzione delle «ronde», stanziando un primo finanziamento di 50 mila euro. I volontari verranno impiegati in diversi ambiti: tutela dell’infanzia attraverso il presidio delle scuole e dei percorsi casa-scuola, tutela ambientale con la vigilanza in giardini, parchi e aree verdi, supporto all’operato dei vigili, attività in ambito sociale. Non avranno compiti di ordine pubblico e saranno disarmati. Avranno in dotazione solo un telefono cellulare o una radio ricetrasmittente e saranno coordinati dalla polizia municipale. Intanto, in Comune si sono già presentati una dozzina di aspiranti «vigilantes», di età compresa fra i 40 e i 60 anni, già distintisi per il loro senso civico. Alla presentazione dell’iniziativa, il sindaco Flavio Tosi era affiancato dall’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti, di An. «Chiamarle ronde sarebbe fuorviante», afferma il sindaco, che precisa: «Saranno veri e propri assistenti civici con compiti di vigilanza sul territorio». Tali compiti saranno svolti da volontari che fanno parte di associazioni con le quali Palazzo Barbieri stipulerà convenzioni ad hoc. «Il Comune», sottolinea Tosi, «garantirà la correttezza e l’integrità morale del personale». Essi riceveranno un rimborso spese e il Comune garantirà loro una polizza assicurativa. Il sindaco, che dice di aver già ricevuto alcune adesioni, annuncia: «Contiamo di sottoscrivere le convenzioni entro l’estate, per avviare il progetto a settembre». La convenzione prevede che il Comune provvederà alla formazione e all’addestramento dei volontari. «Saranno assolutamente disarmati», precisa Tosi. Per farsi riconoscere indosseranno un corpetto o un bracciale. «Il loro compito», ripete Tosi, «sarà garantire una presenza amica e rassicurante sul territorio per dissuadere o prevenire comportamenti illeciti o contrari alle regole del senso civico. È esclusa, quindi, ogni forma di azione repressiva, perché in caso di necessità dovranno limitarsi a fare una segnalazione alle forze dell’ordine». La polizia municipale, in questi giorni, sta completando una mappatura delle zone più a rischio in cui saranno collocate colonnine per la richiesta di soccorso. I volontari si muoveranno a due a due o a gruppetti durante i servizi diurni e i turni serali, dalle 20 alle 2. Saranno ammessi anche gli immigrati aderenti alle associazioni convenzionate, ma non i gruppi di stranieri. Saranno preziosi, è stato sottolineato, soprattutto come mediatori culturali. Tale impostazione, afferma Giorgetti, «è pienamente condivisa dalla Regione perché si individua un quadro normativo preciso e si stabiliscono con chiarezza le modalità operative per l’uso dei volontari». Il provvedimento, assicura l’assessore regionale, « potrà accedere ai finanziamenti veneti». Giorgetti ha sottolineato che potranno aderire anche le associazioni di protezione civile. «La tolleranza zero in cui crediamo», aggiunge, «prevede anche di contrastare le azioni di degrado dell’ambiente, come lo smaltimento abusivo di rifiuti, e anche questo sarà un campo di impegno per gli assistenti civici» . E.S.

FONTE: L'ARENA

22 aprile 2008

L'Ultimo Imperatore



A grande richiesta scrivo di queste ultime elezioni politiche. Premetto che parlo a nome personale e non del "blog" (che comprende anche tutti gli altri collaboratori). Premetto che le mie considerazioni sono semplicemente frutto di ciò che ho visto, di ciò che ora penso. Premetto che mi aiuterò principalmente della fonte : L'Internazionale (settimanale che traduce e pubblica gli articoli di un gran numero di quotidiani di tutto il mondo sulle vicende italiane, politiche o meno che siano).


Pre-elezioni:

- La campagna elettorale è stata portata avanti, credo di poter dire a nome di tutti, in sottotono e senza un degno faccia a faccia tra i pretendenti. Le facce erano le stesse, gli argomenti delle campagne ancora meno numerosi e meno approfonditi dai candidati rispetto al 2006. Berlusconi, Bertinotti, Fini, Veltroni, Casini, Bossi... sempre i soliti... a dimostrare che la politica non si riempie di giovani, ma rimane vecchia...antica e sessista (se pur con qualche eccezione nella sinistra e nella destra radicale). E' stato uno spettacolo a dir poco desolante, vuoi per il pensiero anti-politico che circola nel nostro paese, vuoi per la delusione in una politica che non ha saputo rendere partecipe i propri cittadini. - I candidati premier hanno dato vita ad un dibattito (bada bene a distanza) fiacco e scarno contenuti-parlando. Veltrusconi ha cercato in tutti i modi possibili di orientare gli italiani al voto utile! Questo tanto acclamato voto utile che poi tanto utile non era (ad esempio per chi ha votato a sinistra consiglio di leggere questo articolo). Veltrusconi si è dannato così tanto per "buttare fuori" dal parlamento partiti come La Sinistra Arcobaleno, UDC, La Destra ed altri che non è rimasto loro (Berlusconi e Veltroni) solo il tempo di far circolare i loro inni, i loro slogan e le loro fotocopie (i programmi). L'Italia si è quindi preparata a votare tra La Destra (voto inutile), PDL (voto utile che premiava coloro i quali non sono coglioni o ottusi..), l'UDC (voto inutile), il PD (voto utile che premiava coloro i quali non avrebbero mai stracciato il programma del proprio avversario), La Sinistra Arcobaleno (voto inutile).

Elezioni del 13 e 14 Aprile 2008:

- L'affluenza a queste elezioni è stata circa del 80% (83% nel 2006). 3 punti percentuali in meno che possono trovare spiegazione in quella che è stata l'ondata Beppe Grillo o in quella che più semplicemente e semplicisticamente è la disillusione degli italiani nei confronti di una politica sempre meno attenta alle loro necessità o attenta, ma incapace di risolvere i problemi. - Questi i risultati delle elezioni:

CAMERA DEI DEPUTATI

SENATO DELLA REPUBBLICA

Dai risultati si evidenzia la chiara e netta volontà degli italiani di creduto e seguito il pensiero del "voto utile". Ciò si evidenzia nella sparizione della Sinistra Arcobaleno (solo Rifondazione Comunista aveva preso il 5 e passa % alla camera e più dell'8% al senato nel 2006), che non ha raggiunto il quorum né alla camera, né tanto meno al senato; nella quasi eliminiazione dell'UDC e nell'assenza in parlamento e al senato de La Destra.

Dice LE MONDE a proposito delle elezioni:

"Il fascino inquietante di un affabulatore"

Pensavamo che gli italiani fossero rimasti scottati dai due precendenti governi di Berlusconi (1994-1996 e 2001-2006). L'Italia non ne era uscita né più grande né più ricca. Ma a quanto pare la seduzione del vecchio miliardario continua a funzionare. Silvio Berlusconi ha vinto facilmente le elezioni del 13 e 14 aprile. Il suo nuovo partito, il PDL, ha una forte maggioranza alla camera e alla senato, con l'aiuto delle Lega Nord. Il movimento estremista di Umberto Bossi ha raddoppiato i suoi voti.

Il ritorno di Silvio Berlusconi è innanzitutto la sconfitta della sinistra. L'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, non è riuscito a convincere l'elettorato centrista, mentre ha tagliato i ponti con la sinistra radicale, cancellata dal parlamento. E non è riuscito a far dimenticare le difficoltà del governo di centrosinistra di Romano Prodi.
L'esecutivo di Prodi si era impegnato coraggiosamente nelle riforme rese indispensabili dai cinque anni di nefasta gestione del centrodestra. Ma ha risvegliato i corporativismi, ha deluso gli alleati comunisti e si è alienato il sostegno di quei piccoli partiti centristi dai quali dipendeva la sua sopravvivenza. Il caso clamoroso della spazzatura a Napoli, di cui non era direttamente responsabile, ha reso evidente l'impotenza dello stato.


Verso il bipartitismo


Berlusconi ha ancora una volta tratto vantaggio dal rifiuto della politica, che non è una specialità italiana, ma che alimenta nella penisola il diffondersi di un populismo di sinistra e di destra. Il suo successo di uomo d'affari e anche i suoi problemi giudiziari tornano a suo vantaggio. Anche se non promette più di fare miracoli - come potrebbero crederci ancora gli italiani? - la sua sfacciataggine lo aiuta a essere convincente.
La notizia positiva di queste elezioni è che, nonostante un sistema elettorale complicato, due grandi forze sono comparse a destra e a sinistra, lasciando intravedere la nascita di un sistema bipartitico. La cattiva notizia è che Silvio Berlusconi dispone, dopo queste elezioni, di una larga maggioranza che gli permetterà di governare per cinque anni. A giudicare dai suoi precedenti, è impossibile non essere preoccupati."


Badate bene che non sono parole mie, ma quelle di uno dei più rispettabili quotidiani al mondo.

Per darvi un'idea magari più globale, mondiale, riporto anche l'articolo del FOLHA DE SAO PAULO (Brasile):

" Due anni fa poco più della metà degli italiani tirava un sospiro di sollievo per la sconfitta di Silvio Berlusconi. Oggi poco più della metà degli italiani ha deciso di riportarlo al governo. Con la vittoria della sua coalizione alla camera e al senato, il magnate dell'informazione ha conquistato il terzo mandato come presidente del consiglio.
Cos'è cambiato dal 2006? C'è stato il governo di centrosinistra di Romano Prodi, composto da un'ampia coalizione che comprendeva cattolici e comunisti. Come spesso succede nella vita politica italiana, l'esecutivo è diventato ostaggio degli interessi dei partiti che lo appoggiavano, affondando nell'immobilismo e nell'inefficienza.

Da quindici anni l'economia italiana cresce a un ritmo inferiore rispetto alla media europea. Sono necessarie riforme strutturali che nessun governo è in grado di realizzare. Ed è poco probabile che ci riesca Berlusconi. Si tratta dello stesso personaggio che, fatta eccezione per qualche piccolo miglioramento al sistema pensionistico e al mondo del lavoro, ha impegnato la maggior parte delle energie a promuovere leggi ad personam per tutelare i suoi affari e quelli del suo partito.

E' stato grazie a queste leggi che il Cavaliere è riuscito a sottrarsi ai processi in cui doveva rispondere delle accuse di riciclaggio di denaro, associazione mafiosa, evasione fiscale e corruzione. Berlusconi 3.0, tuttavia, ha un vantaggio rispetto alle versioni precedenti. Questa volta guida una coalizione formata da tre partiti e con ogni probabilità avrà un governo più stabile.
Finchè in Italia non si sosterrà un programma di riforme per alleggerire la macchina statale, dare più flessibilità al lavoro e aumentare l'età pensionabile, difficilmente l'economia e la politica cambieranno."


Sono solo due articoli, ma ora mi appresto a riportarvi qualche frase tratta da altri quotidiano di tutto rispetto:

Ian Fisher - The New York Times - USA :

"Gli italiani hanno respinto la sobria serietà del capo del governo uscente, Romano Prodi, e in un momento di grande incertezza hanno scelto un uomo che quasi sempre sbandiera in pubblico le sue vicende: gli atteggiamenti clowneschi, gli scandali per corruzione, passando per i rapporti burrascosi con la moglie e con gli alleati fino ad arrivare ai capelli che ricrescono e diventano sempre più scuri."

Le Soir - Belgio :

"La longevità politica di Berlusconi suscita molta curiosità. Un uomo così poco affezionato al bene comune e sempre pronto a difendere i suoi interessi riesce di nuovo a convincere la maggioranza degli elettori. Perché? Berlusconi è un populista, e i populisti non si trovano a proprio agio con l'esercizio del potere. Ma il Cavaliere sì. Forse perché lui e i suoi elettori sono lontani mille miglia dall'idea che abbiamo noi dello Stato e dei suoi servitori. Gran parte degli italiani non crede a quest'idea. In una società in cui trionfa l'individualismo, Silvio Berlusconi interpreta la parte del più "furbo", di chi è più bravo degli altri a tirarsi fuori dalla politica. E dai processi."

Stéphane Bussard - Le Temps - Svizzera:

"Il Cavaliere deve parte del suo successo elettorale alla forte crescita della Lega nord, un partito populista, xenofobo, secessionista e antieuropeo. Ma una cosa è vincere, un'altra è governare un paese in crisi. Gli italiani si sono limitati a bocciare il passato, senza progetti innovativi per il futuro."

The Independent - Gran Bretagna :

"Berlusconi ha il potere di fare le riforme che servono all'Italia. Le farà davvero? Finora si è sempre preoccupato di proteggere i suoi interessi e quelli di coloro che possono aiutarlo. Forse ora cambierà. Ma se non sarà così, l'Italia è destinata ad altri cinque anni di crisi, con la terribile prospettiva che il Cavaliere cerchi poi di farsi eleggere presidente della repubblica per altri sette anni. Facciamo gli scongiuri!"


Potrei andare avanti ancora molto, ma forse non è carino da parte mia rappresentare (anche se non sono mie le parole) il prediletto degli elettori del PDL per quello che è e che solo i mezzi di informazione italiani non sono in grado dipingere come si dovrebbe.

Allora passo ad alcune mie personali considerazioni:

- Io credo, come già detto e ridetto, che la tattica del "voto utile" sia stata spiegata male, slealmente, da entrambi gli schieramenti centrali, PD e PDL.
- Io credo che la scomparsa della Sinistra Arcobaleno e con essa quella di altri partiti oggi fuori dal parlamento (tranne La Destra e tutti quei partiti ancora più a destra che per conto mio sono anti-costituzionali) e dal senato sia un grave segno di omologazione forzata e di annientamento della pluralità parlamentare e non solo. Pensare a battaglie come i DICO, i PACS, il divorzio, le pari opportunità (le Femministe), la lotta alla discriminazione nel senso più generico del termine, l'aborto, il no al nucleare, alla TAV, al ponte sullo stretto, NO VAT e a un'infinità di altre questioni e spalancare gli occhi davanti a questa cruda verità non sarà, ahivoi che non la pensate così, un bene né per me né per voi.
- Io credo che i media abbiano giocato un ruolo determinante in queste elezioni. Io credo che i media abbiano favorito Berlusconi e le sue idiote scenette che non hanno nulla a che vedere con la politica a scapito di gente seria, che per lo meno (giusto o sbagliato che sia) abbia a cuore l'interesse del paese. Mi stupisco ogni giorno di più che gli italiani diano fiducia ad un politico con un passato terrificante. Mi stupisco che gli italiani premino ancora una destra unita (ipocritamente) solo per le tematiche sull'immigrazione (che i media hanno ben volenteri indirizzato in questi due anni a favore di sappiamo chi...).
- Io credo che la bruciante sconfitta della Sinistra Arcobaleno non possa, però, ridursi alla bassa afluenza, al carisma di Berlusconi, al voto utile e ai media, pur vantando insieme una larga redistribuzione dei voti. Io credo che non si possa nascondere il fatto che a nord, la Lega si sia decisamente accapparrata molti voti di operai e lavoratori, che nel 2006 avevano scelto la sinistra radicale. E' un terribile colpo che va, però, compreso e piano piano metabolizzato. La Sinistra Arcobaleno ora cambia dirigenza (finalmente..) e spero dia spazio a giovani (pur essendo sicuramente uno dei partiti che dà maggior spazio a giovani e donne), che possano movimentare l'esperienza e il percorso politico-intellettuale del partito e della vera sinistra!

Buon lavoro a Berlusconi e ai suoi!

19 marzo 2008

E’ INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED I FURBI NON HANNO PERSO L’OCCASIONE!!!

La campagna elettorale è appena cominciata, ma i soliti noti sono già all’opera infischiandosene delle regole riservate solo per i comuni mortali, ma non per gli indefessi attivisti della Lega Nord.

Tutti sanno che durante la campagna elettorale è proibito attaccare i manifesti fuori dagli spazi previsti, ma gli “esuberanti” militanti della Lega non possono fermarsi davanti a regole così assurde e figlie della vecchia politica.

Loro che sono i paladini della legalità e della sicurezza non possono essere trattenuti nel loro ardore da limitazioni che valgono per gli altri, ma non certo per limitare il fuoco padano.

Non sono ancora effettuati i sorteggi per l’assegnazione dei posti in lista, di solito usati dai Comuni per attribuire anche gli spazi per la propaganda diretta?

Bene!!! Un motivo in più per non farsi trattenere dai freni inibitori e passare subito all’azione.

Il Sindaco si è accorto che i suoi prodi hanno sbagliato bersaglio ed hanno attaccato manifesti dentro e fuori degli spazi o i suoi occhi sono attirati solo dai venditori abusivi o dai bambini che mangiano il panino sulle gradinate di palazzo Barbieri?

Ha attivato i vigili urbani per rimuovere le affissioni abusive e denunciarne gli attacchini o questi manifesti, nonostante la legge, anziché deturpare la città la caratterizzano e la rendono più gradevole?

E’ troppo chiedere cosa succederebbe se tutti adottassero lo stesso comportamento?

Insomma non si può accettare che la Lega predichi la legalità e mostri i muscoli verso gli altri, specie se deboli e fragili, ed usi ben altro metro verso se stessa!

E’ bene ricordare che spesso, sono proprio i piccoli gesti concreti a dimostrare, più di qualsiasi altro discorso, la vera natura delle cose.

Vale anche in questo caso.

Fiorenzo Fasoli, Giorgio Gabanizza, Graziano Perini e Claudio Magagna

la Sinistra l’Arcobaleno di Verona

Verona, 17/03/2008

24 febbraio 2008

Le norme discriminatorie vanno cancellate!!

L’iniziativa di cui i parlamentari europei della Sinistra l’Arcobaleno sono i primi firmatari, ha reso manifesto, anche a chi non voleva vedere, che le misure decise da Agec, per quanto riguarda i punteggi per l’assegnazione degli alloggi, sono sbagliate e vanno contro gli ordinamenti europei.

E’ una sonora bocciatura dell’amministrazione comunale di Verona che, ancora una volta, si dimostra non solo chiusa e settaria, ma perfino fuori dal contesto comunitario.

Il commissario Frattini, ancorché esponente di primo piano della destra italiana, non ha avuto scampo ed ha dovuto riconoscere i fatti.

Le conclusioni sono inequivocabili:

“Le norme della direttiva europea….impediscono qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità per la concessione dell’accesso a benefici sociali, come ad esempio ad alloggi sociali, che rientrano nel campo di applicazione del trattato CE.”

“Per quanto attiene al loro campo di applicazione, tali disposizioni escludono qualunque possibilità per uno stato membro di attribuire particolari privilegi ai propri cittadini senza attribuire i medesimi privilegi anche ai soggiornanti di lungo periodo residenti in quello Stato membro”.

Sono parole chiarissime e che si commentano da sole.

Solo il Sindaco di Verona non le vuole capire e si ostina su una posizione inconciliabile non solo con la nostra cultura di accoglienza e di solidarietà, ma anche e perfino con l’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea.

Altro che difesa dei veronesi!!!

Questa è discriminazione vera e propria e come tale va cancellata senza se e senza ma.

Il Comune, anziché attardarsi su posizioni ideologiche becere ed antistoriche, farebbe meglio a preoccuparsi di sviluppare una vera politica della casa che al posto di essere fondata sulla discriminazione provi invece ad andare incontro ai bisogni che, ogni giorno e con maggiore insistenza, si alzano da sempre più larghi strati della popolazione.

Questo è il bene della città.

Il resto è demagogia e populismo che possono servire in campagna elettorale, ma non a risolvere i problemi che le comunità soffrono e che tutte le amministrazioni, compresa quella di Verona, sono chiamate a cercare di risolvere.

Fiorenzo Fasoli

Esponente de la Sinistra l’Arcobaleno

Verona, 22/02/2008

4 febbraio 2008

L'altra Verona




Ma chi l’ha detto che l’ospedale è semplicemente un luogo di cura? È il primo pensiero che sale alla mente quando seduti ai poliambulatori dell’ospedale maggiore di Borgo Trento, notiamo alcune persone con il caffè in mano che guardano nel vuoto. Sono clochard, sei per l’esattezza. Tutti i giorni appena il Cup (centro unificato prenotazioni) apre al piano interrato del pronto soccorso, le sei e mezza, entrano e cercano pace e rifugio.
«Qui siamo sicuri che non ci accadrà nulla di male. Stiamo al caldo, sorseggiamo a lungo un caffè. E parliamo tra di noi», è la risposta che danno quasi all’unisono.
Sono italiani, marocchini. Hanno in comune la perdita del lavoro, un infortunio grave o una malattia invalidante. Gli italiani, forse sono veronesi, preferiscono non parlare. Ce n’è uno in particolare che viene protetto e giustificato per l’atteggiamento spaventato e di smarrimento che ha assunto quando lo abbiamo invitato a raccontarci la sua storia.
Indossa i pantaloni di una tuta e cammina a fatica aiutandosi con un bastone. «Non può parlare, è sordo e anche muto. Cammina male perché cinque anni fa è caduto in un cantiere edile e da allora non è stato più lui. Sappiamo solo che è italiano e dorme con noi a Corte Marini in questi giorni definiti di emergenza freddo», si affrettano a dire due amici nativi di Casablanca. Gli addetti alle pulizie così come anche alcuni infermieri, convivono con loro da tempo. Non si preoccupano più di tanto. Anzi, quando una donna in particolare, affetta sicuramente da disturbi comportamentali, pone i pantaloni di ricambio sui termosifoni per farli asciugare, fanno finta di nulla. «L’anno scorso ha aggredito una nostra collega che l’aveva richiamata perché dormiva sulle sedie», ricordano due inservienti, «non fa male a nessuno, basta lasciarla stare. Certo a noi qualche volta pesa dovere pulire dove sporca, ma cosa si può fare per questa povera gente?».
Anche i pazienti dei diversi ambulatori non si lamentano.
Mohammed è ben vestito. Ha la barba tagliata, un giaccone pesante, jeans: non si direbbe che vive da barbone. È in Italia da 17 anni, «lunghissimi», assicura. Ha lavorato tra Verona e Vicenza fino al 2006. «Il datore di lavoro è fallito. Non mi ha pagato e così mi sono rivolto ai sindacati. Ma non c’è stato nulla da fare», dice in corretto italiano, «ho provato a chiedere all’Inps di darmi indietro quanto mi veniva accantonato per la pensione, ma mi hanno detto che devo aspettare di avere 60 anni. Ne ho soli 43, una figlia e una moglie in Marocco. Sono disperato, da otto mesi dormo nei dormitori, mangio nelle mense dei poveri. Ho perso i miei pochi beni».
La sua storia è come quella di tanti altri immigrati: è stato messo in regola perché vittima di un incidente sul lavoro. Poi a distanza di anni è stato lasciato a casa con la scusa del fallimento. «Ora lo stesso datore ha un’altra ditta dove a lavorarci sono tutti romeni sottopagati», puntualizza. Ha gli occhi scuri Mohammed, e lucidi: non piange per dignità. Ci ringrazia per aver raccolto il suo sfogo poi lascia la parola al suo compagno di sventura.
Redouan ha 44 anni. A Casablanca ha ancora i genitori. «Ho perso il lavoro perché ho avuto problemi con l’alcol. Sono seguito dai servizi grazie ad un’associazione “Il Corallo”, che è la stessa che gestisce Corte Marini», spiega con calma, «sono stato anche in comunità. Ora cerco lavoro ma non me ne danno: sono rimasto senza permesso di soggiorno. E questo lo hai se lavori. Insomma la vicenda si traduce in: è come un cane che si morde la coda».
Anche Redouan si tiene ben vestito. Tifa Juve e gli piacciono gli spaghetti. «Mi manca la mia terra, mi sento male se ci penso a come sono ridotto».
Qualche seggiola più in là c’è un signore, legge un giornale free press. Ha le mani deformate dall’artrite. Quando inizia a raccontare la sua storia ci accorgiamo che non ha più un dente in bocca: ha più di sessant’anni.
«Sono in Italia dal 1989. Sono stato fortunato, vivevo a Perugia e dopo un solo anno ero già in regola. Era facile trovare il posto in quegli anni. La gente, gli italiani non ti sfruttavano. Sono arrivato a Verona perché qui c’è un importante centro per la mia malattia. Non potevo più lavorare. L’ultimo che ero riuscito a fare era in uno stabilimento di prodotti alimentari. Era il 2002 ed ero convinto che con la visita medica per chiedere l’invalidità mi sarebbe stata certificata. E sarei tornato a casa, dalla mia famiglia. Invece mi hanno detto che ero invalido al 60 per cento. Così ho anche perso il lavoro. Ora non posso muovere più le mani. Soffro moltissimo e vorrei solo riavere indietro i miei contribuiti per tornarmene a casa». Si asciuga le lacrime e si scusa.

Dall'Arena - di Anna Zegarelli

1 febbraio 2008

Grafici & Classifica

Tendenze relative al consumo di cocaina

I segni di stabilizzazione osservati nel consumo di cocaina tra i giovani adulti nella relazione annuale 2006 non sono confermati dai dati recenti. In tutti i paesi che hanno trasmesso dati provenienti da indagini recenti sono stati riscontrati aumenti della prevalenza del consumo di cocaina nell’ultimo anno nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni, anche se non si può escludere una tendenza al livellamento in Spagna e Regno Unito (Inghilterra e Galles), gli Stati membri con i più elevati tassi di prevalenza. Incrementi degni di nota sono stati denunciati anche da Italia e Danimarca (grafico 7).




Fonte: www.emcdda.europa.eu


Ecco secondo il corriere della sera la classifica "nera":




Un altro articolo interessante (clicca qui)


A voi la parola.

28 gennaio 2008

Controlli sulle Torricelle

L’altra notte il più grosso spiegamento di forze mai messo in atto in Veneto per prevenire gli incidenti dovuti all’assunzione di sostanze
Blitz contro alcol e droga Nei guai quattro su dieci
Ma una discoteca non collabora con l’Asl A fine serata avvisa i clienti dei posti di blocco



C’è poco da fare, esiste un mondo parallelo che gli adulti faticano a comprendere. È l’universo di quei ragazzi che sono capaci di mettersi su un pullman alle 23, farsi anche 200 chilometri per arrivare in discoteca sulle Torricelle. È quel mondo dove farsi una «canna» è normale come mangiare un panino, così come farsi una «pasta» per sentire meglio la musica, bere un imprecisato numero di cocktail, perché se non sei «fuori» non c’è divertimento. Ce la sta mettendo tutta, l’altro mondo, quello degli adulti che vorrebbero evitare che i giovani si mettessero al volante in condizioni non idonee per guidare. Ma a giudicare da quello che sta sotto gli occhi, il quadro è desolante. Anche sabato notte, guardia di finanza, polizia stradale, provinciale e locale, carabinieri, Asl 20, Croce Bianca e protezione civile hanno messo in atto un controllo antidroga e alcol. Il più grosso pattugliamento mai fatto in Veneto, come ha sottolineato il comandante della polizia municipale Luigi Altamura. Un controllo diviso in due parti e che ha portato a esaminare 80 conducenti, ritirando 32 patenti. ORE 00.30 L’INIZIO. Il primo blocco è nel curvone di via Villa Are, dove c’è spazio a sufficienza per fermare le auto e piazzare il camper per le analisi. La prima auto indica che la serata promette «bene». Cinque ragazzi, tutti positivi all’alcoltest. Poco dopo arriva un pullman da Padova. I cani dei Baschi verdi ringhiano e si agitano. Sul pullman i ragazzi prima di scendere per i controlli hanno mollato a terra di tutto: marijuana, ecstasy, una dose di coca. Qualcuno le aveva nascoste nel pacchetto di sigarette, altri in mezzo a una crema oleosa. Si lamentano i ragazzi, della perdita di tempo. Sono tutti «puliti», dicono, nessuno rivendica la proprietà dello stupefacente, che dev’essere «germogliato» dal pavimento del pullman. Si lamentano per «questo Stato di m... che non vuole che tu il sabato sera ti diverta». Eh no, bello. Lo Stato non c’entra. Questa gente che sta al freddo da mezzanotte alle otto di mattina cerca soltanto di evitare che ti ammazzi, o ammazzi qualcun altro. L’autista di un pullman arriva a 0.48 di alcol nel sangue. Con 0.50 ti ritirano la patente. PREVENIRE O REPRIMERE. A seguire passo passo i lavori c’è anche l’assessore alla protezione civile Marco Padovani che ha chiesto ad alcune squadre cittadine di dare una mano nell’allestimento di un campo. Nel giardino dell’asilo di Villa Are infatti si svolge la seconda fase dei controlli. All’uscita della discoteca Alter Ego, tutte le auto vengono convogliate lì per i controlli agli automobilisti. Si sono montate alcune tende dove fare accoglienza e i controlli ai ragazzi, c’è un camper per i prelievi di sangue e urine. C’è qualche bricco di caffè e di tè. Il freddo qui fuori, più passano le ore, più penetra nelle ossa. «Credo in questi controlli. Per questo abbiamo subito accettato di collaborare mettendo a disposizione la protezione civile», dice l’assessore, «dobbiamo far capire ai giovani che non è così che ci si diverte. Che così rischiano soltanto di ammazzarsi. Ma quello che vedo è sconsolante». UN POPOLO DI STORDITI. Arrivano all’asilo che funge da quartier generale con la faccia inebetita, qualcuno ha il sorrisetto isterico di chi non sa come finirà. Altri dicono che vogliono un avvocato. Ehi bello, qui non sei al cinema made in Usa, sei in strada «strafatto». La tua auto resta qui. Sì, chiama mamma che ti venga a prelevare, che a piedi e senza più patente non arrivi da nessuna parte. Magari si arrabbia pure che la svegli e che le dai la novità, non s’era accorta che ti drogavi. Ma come dicevano tutti, come in una cantilena, l’altra notte, al finanziere che cercava di capire: «Chi è che non si fa una canna e beve qualcosa?». INCIDENTE VIA BELVIGLIERI. Continuano i controlli, il dottor Giovanni Serpelloni, coordinatore del servizio delle tossicodipendenze sembra alimentato a pile duracell. Zompetta da una tenda all’altra, controlla, analizza, spiega. Arriva la notizia di un incidente stradale in via Belviglieri. Il conducente aveva 2.70 di alcol nel sangue. «Stiamo facendo il possibile per farci autorizzare a verificare il tasso alcolemico nei morti a seguito di incidenti stradali. Dobbiamo capire qual è la percentuale», dice Serpelloni. Ed ecco invece i numeri della notte. Una positività del 40,5 per cento, di cui il 13,9 è risultato positivo all’alcol, il 16,5 alle droghe e il 10,1 ha associato alcol e droghe. Dei positivi alle droghe (21 persone), il 38,1 per cento aveva utilizzato cannabis, il 4,8 ha usato solo cocaina, 19 metanfetamine, 14,3 e cannabis più cocaina e più metanfetamina, 23,8 cocaina più metanfetamina. BILANCIO. Sono 32 le patenti ritirate, una persona denunciata per spaccio di stupefacenti, sei persone segnalate per detenzione di sostanze stupefacenti e una comunicazione notizia di reato all’autorità giudiziaria nei confronti di ignoti per varie sostanze rinvenute a bordo dei pullman in transito. La direzione dell’Alter Ego era stata avvisata in anticipo dei controlli dalle stesse forze dell’ordine, richiedendo la loro collaborazione e la disponibilità a posizionare le strutture di prevenzione nel parcheggio della discoteca. Dopo un primo assenso, la disponibilità è stata in seguito totalmente ritirata e dai racconti fatti direttamente dai ragazzi fermati sulle Torricelle sarebbero addirittura stati lanciati avvisi all’interno del locale per allertare le persone, della presenza di serrati controlli all’uscita.

Dall'Arena di
Alessandra Vaccari


E' una società proprio strana la nostra. Una società dove il divertimento sembra dover passare per forza attraverso alcol e droga.
Siamo parte ( volenti o nolenti ) di una società benestante nella quale nulla ci manca e tutto, potenzialmente, possiamo o crediamo di poter avere. Ragazzi, giovani e meno giovani trovano come massima aspirazione nella vita quella di impasticcarsi, bere fiumi di cocktails e, in questo stato fisico e mentale, mettersi alla guida di motorini e macchine. Cotanti sforzi per mostrare qualche video "da sballo" su youtube o, quando va male, arricchire la pagina dei necrologi sull'Arena.
Le facce inebetite, i sorrisetti isterici e le pretese nevrotiche di chi si credeva re del mondo un minuto prima e improvvisamente si ritrova ultimo della lista non fanno altro che confermare l'imbecillità e il rincretinimento di una società che regredisce sempre più. Una società che vede nella discoteca (non me ne vogliano coloro che vanno in discoteca solo per ballare...) un luogo paradisiaco, dove tutto è permesso..anche se questo ti costerà poi la vita. Fa pensare anche questa inconsapevolezza diffusa.

Ma perchè, secondo voi,
questo comportamento è ormai entrato nella normalità? Raccontateci di vostre esperienze personali, di quello che vedete, fate, credete...

Buon dibattito

21 gennaio 2008

Calcio & Razzismo (parte 2)

Con mio grandissimo stupore il nostro sindaco Flavio Tosi ha deciso di installare un maxivideo in piazza Brà per la partita di ieri Hellas Verona - Sassuolo. Un'incredibile decisione che mi pone una marea, ma proprio una marea di quesiti.

Prima di tutto vorrei capire bene per quale motivo è stato concesso un cotale privilegio ai tifosi del Verona quando la motivazione semplice e cruda per la quale non potevano vedere la partita allo stadio era ( che novità!! ): cori razzisti contro i giocatori della Pro Sesto (giocata la settimana scorsa)!

Il giudice sportivo aveva quindi in settimana annunciato che la partita in questione (Hellas-Sassuolo) si sarebbe giocata a porte chiuse! Da qui l'ira del Sindaco: "Sfido il giudice! E metto il maxischermo in piazza brà!"

Mmmm...strano, credevo fosse un Sindaco tutto fatti e LEGALITA'! Strano anche che la legge valga per gli altri e non per lui...e strano pure che non capisca il perchè di questa persecuzione contro i tifosi del Verona!!

Ah, tra l'altro per chi si credesse veramente perseguitato ecco la nuova normativa per la recidività dei tifosi dell'Hellas (e non me ne vogliano coloro che non c'entrano niente con questi imbecilli):

"Vista la nuova normativa Uefa contro la discriminazione razziale e la recidività dei sostenitori del Verona, il prossimo episodio sarà punito con la squalifica del campo o, peggio ancora, con la sconfitta a tavolino. "

Cose mai viste! Una tale ingiustizia non la credevo possibile! Bene! Ma tornando a noi, per premiare questi squallidi atti di discriminazione razziale il nostro sindaco, autorevole quanto decoroso, ha per l'appunto deciso di guardarsi e di permettere ANCHE ai quei beceri tifosi di guardarsi la partita in Piazza Brà!


Mmm...primo quesito:

1) Tutti i Veronesi tifano Hellas?

Non credo proprio, credo che una parte tifi Verona, una parte Chievo e che una parte preferisca altri sport...Ah beh..poi c'è chi fa parte di più d'una di questa categorie... Perciò non capisco per quale dannato motivo bisognerebbe usare una piazza pubblica (ossia di tutti noi veronesi) per favoreggiare una minoranza (dei Veronesi) e per fare i loro comodi?

2) I soldi per mettere questo maxischermo in piazza, le pulizie della piazza che probabilmente avrà fatto fare Tosi e i diritti televisivi della partita chi li ha pagati??

Io spero siano stati i tifosi del Verona...una bella colletta e hop...pagato tutto! No perchè non fosse così e magari avesse pagato tutto Tosi---> ossia NOI cittadini veronesi, non credete che ci sarebbero motivi per cui lamentarsi!????

3) Decoro? Pulizia? Educazione?

Non credo sia il modo giusto per dare l'esempio.. Le bandiere del Verona sventolate al vento dall'alto dell'Arena, le decine di cicche che avranno popolato le scale del municipio dopo la partita, i cori razzisti (se pur ironicamente rivolti ad altri tifosi del Verona) e direi poco decorosi che potete sentire in questo video non mi sembrano assolutamente degni della nostra città. Insomma, noi siamo di una classe superiore! Non credete?





Ma di certo il nostro caro avrà pensato a tutte queste cose. E sono probabilmente io fazioso, comunista e tifoso del Chievo a dire un sacco di scemenze. Sì...sarà proprio così!

Buon dibattito...

19 gennaio 2008

Calcio & Razzismo


La stupidità è ovunque, non solo dove ci sono telecamere e microfoni. La stupidità è anche nei campetti della provincia, in teoria passatempo ideale per vecchi e bambini ma in pratica valvole di sfogo ad hoc, dove l’esasperazione è maggiore di quanto non sembri all’apparenza. E dove trova spazio anche l’ostilità nei confronti di chi non ha la pelle bianca. Episodi isolati o consuetudine? Bella domanda. A rispondere ci hanno pensato sette protagonisti delle domeniche dilettantistiche.
«Certi comportamenti razzisti del pubblico erano più frequenti in passato - racconta Brahim El Hamich, attaccante marocchino ex Alba e ora al Sant’Anna d’Alfaedo - negli ultimi due o tre anni accadono di rado. Prima invece erano una costante. Io faccio finta di niente, al limite se qualcuno mi urla qualcosa e sono vicino alla rete di recinzione mi giro un attimo a guardarlo e penso a che persona può essere quella che ho di fronte. Però tutto questo un po’ mi sorprende, sono in Italia da diciassette anni e mi sento anche un po’ veronese ormai. Ma ricordo anche episodi molto belli, uno su tutti. Ero all’Alba e giocavamo col Legnago. Il difensore che mi marcava mi diede del "terrorista". Però dopo pochi minuti lo stesso giocatore si è avvicinato e mi ha chiesto scusa ammettendo di aver sbagliato. Non l’ho dimenticato».
«Più che la gente sulle tribune sono gli avversari in campo che usano un po’ troppo la lingua - sottolinea Cesar Pereira, gioiello brasiliano del Domegliara - insultandomi credono di farmi innervosire non sapendo invece che provocano l’effetto contrario. Se dribblo il mio marcatore più di una volta, se gli faccio un tunnel allora lo senti parlare a sproposito. Me lo aspetto, so che lo fanno apposta. Magari neanche pensano a quello che dicono, magari non è razzismo quanto preoccupazione per chi hanno di fronte. E in una partita le usi tutte per avere la meglio. Io non sono mai stato espulso per reazione a queste provocazioni, mi viene molto facile continuare a giocare come se nulla fosse».
«Non è successo molte volte ma è successo - ammette Prince Yarboye, diciannovenne jolly ghanese dell’Audace, in Italia da otto anni e studente di grafica pubblicitaria all’Istituto Carlo Anti di Villafranca - anche quando ero nelle giovanili. Ricordo una partita con gli Allievi in cui mi hanno insultato a ripetizione. Stavamo perdendo 1-0, poi abbiamo pareggiato e a poco dalla fine ho segnato il gol della vittoria. Appena ho visto il pallone in rete sono andato di corsa sotto la tribuna facendo segno al pubblico avversario di fare silenzio. Accadesse ora però non ci farei più caso».
«Quest’estate in un’amichevole un avversario mi ha detto che secondo lui lavoravo in una conceria per quanto puzzavo - racconta Ronnie Otoo, ghanese, punta della Polisportiva Virtus, studente al Pindemonte ed in Italia dal 2002 - e all’epoca del settore giovanile dopo una partita molto tesa tutta la squadra avversaria se l’è presa solo con me e non col resto dei miei compagni. Quella volta ricordo di aver tirato fuori le scarpe dalla borsa per difendermi, ero arrabbiatissimo. Poi però non è successo nulla».
«Non credo ci sia cattiveria in certi comportamenti - interviene Karim Choukrani, attaccante marocchino del Gazzolo, professione metalmeccanico - magari la reazione ce l’hanno quando mi capita segnare alla squadra per cui fanno il tifo. Ma è normale forse, quello è solo nervosismo».
«Secondo me a certa gente non dovrebbe essere data nemmeno la possibilità di vedere la partita - è il parere di Arma Rachid, attaccante marocchino della Sambonifacese da 12 anni in Italia ed impiegato part-time in una ditta che produce carrelli elevatori - ogni tanto qualche insulto me lo sento, anche se il più delle volte neanche li ascolto perché sono troppo concentrato sulla partita. Ma il calcio per me è un divertimento e dovrebbe esserlo per chi è in tribuna. Soprattutto nei dilettanti. Non ho mai reagito a nessuna provocazione e mai neanche pensato di farlo. Questa è solo gente ignorante».
«Io e Arma siamo stati fischiati al Bentegodi quando abbiamo giocato col Verona in Coppa Italia - ricorda Goncalves Dimas, compagno di reparto di Rachid alla Sambonifacese - ma mi è capitato anche a Chioggia e a Este, quando appena entrato in campo il pubblico mi ha fatto capire che non ero molto gradito. Fischi e qualche insulto per il colore della mia pelle non li avevo mai sentiti. Poi però ci ho fatto l’abitudine».

Di
Alessandro De Pietro (L'Arena)

Polemiche oltre manica

«Come Romeo e Giulietta hanno ucciso Verona, la città dell’amore».

Titola così l’ultimo articolo di Tobias Jones sul Daily Mail, diffuso tabloid britannico. Il giornalista inglese attacca la città con la scusa di mettere in guardia il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la sua bella Carla Bruni dallo scegliere Verona quale destinazione per la luna di miele. Nei giorni scorsi, infatti, i giornali di mezzo mondo, si sono occupati delle vicende amorose del presidente transalpino il quale, in un turbinio di voci e smentite, era atteso in un bed&breakfast di «charme» a Negrar in compagnia della modella italiana. Da qui lo spunto per il giornalista di parlare male di Verona, definendola una «Disneyland dell’amore piena di gente che vive alle spalle della leggenda di Romeo Giulietta e che si approfitta di turisti creduloni». Jones dipinge una città dove appena arrivati si viene subito presi in ostaggio da orde di coppiette e sedicenti guide turistiche pronte ad accompagnare i visitatori in «tour dell’amore» melensi e di cattivo gusto. Il balcone di Giulietta viene descritto come una sorta di truffa: 3,10 euro e mezz’ora di coda per affacciarsi da un poggiolo costruito nel 1920. E poi la statua di Giulietta, la sua tomba e i graffiti: nulla sfugge al giornalista che demolisce l’immagine di una città, che definisce un concentrato di cliché volgari. Nemmeno l’Arena la fa franca. «I turisti vengono da ogni angolo del mondo per vedere gli spettacoli. Dico vedere, perché a meno che non si acquisti il biglietto d’oro da 183 euro difficilmente si riesce a sentire qualcosa», scrive Jones. La tragedia, prosegue il giornalista autore anche di un libro sulla storia dell’Italia dal secondo dopoguerra, è che questa città un tempo era una «piccola Roma», una capitale del nord dove fiorivano arte, cultura e commercio. «Questi giorni gloriosi sono lontani», conclude Jones, scagliandosi contro la decisione del sindaco Tosi di vietare alla gente di mangiare panini sui gradini di Palazzo Barbieri. «La prima persona a ricevere una multa di 50 euro è stato un bambino di 4 anni», scrive indignato, prima di concludere: «La città di Romeo e Giulietta è diventato un parco divertimenti dai prezzi esorbitanti dove i bambini non possono nemmeno mangiarsi un panino... Se sono mai esistiti, i due amanti si stanno rigirando nella tomba». Ma Tosi non ci sta: «Giornalismo spazzatura. Solo così può essere definita l’immagine volgare e tendenziosa che fornisce di Verona l’articolo. L’inchiesta del signor Jones su Verona appartiene al mondo della fantasia, non della notizia, come la luna di miele veronese della coppia Sarkozy-Bruni che ha ispirato l’articolo. Quel che però è certo è che tra 400 anni si parlerà ancora di Shakespeare e di Verona, mentre di Tobias Jones fra 4 giorni non parlerà più nessuno». Quanto al divieto di consumare panini fuori da spazi consentiti, il sindaco chiosa: «Non so se in Gran Bretagna si possa impunemente bivaccare sulle scale di Buckingham Palace, ma so che il signor Jones, anche in questo caso, manifesta una vera idiosincrasia alla verifica delle notizie: in Italia nessun cittadino al di sotto dei 18 anni può essere multato».

Di Giorgia Cozzolino (L'Arena)