31 maggio 2007

Programma politico di Tosi

Per una critica obiettiva e costruttiva penso sia necessario partire dal programma politico del nuovo sindaco..
vedremo cosa farà..

http://www.tosisindaco.it/programma.html

Dice il critico del Corriere della Sera:




Il candidato con la tigre al guinzaglio
Tosi, il clone di Gentilini: i miei nemici? Zingari e poteri forti Il candidato sindaco Cdl a Verona che al Comune portò una tigre al guinzaglio: della condanna per razzismo vado fiero



VERONA - «Tosi: Verona ai veronesi, basta zingari e poteri forti» è l' indimenticabile titolo con cui la Padania ha lanciato la sua candidatura a sindaco. «Aggiungerei i pedofili» specifica lui. Modello dichiarato: il prosindaco sceriffo di Treviso, l' altro giorno in visita elettorale a Verona. «E non c' è niente da ridere - dice Flavio Tosi -. Sono leghista dal 1990, conosco il grande Gentilini da allora, siamo amici. Ha un linguaggio colorito perché lui è così: un vulcano. A ottant' anni ha un' energia straordinaria: un vero alpino, orgoglioso della sua razza Piave come io lo sono dei veronesi. Credo che sarebbero felici se la loro città fosse come Treviso: ordinata, pulita, decorosa. La vera integrazione: regole, diritti, doveri. Voi di Gentilini scrivete male, ma i trevigiani lo adorano». «A Verona non vogliamo togliere le panchine e le fontanelle per far dispetto agli stranieri» dice il sindaco in carica, Paolo Zanotto della Margherita, figlio di Giorgio, storico sindaco democristiano e fondatore della banca popolare. «Una figura di rilievo - concede Tosi -. Nel dopoguerra la Dc e uomini come Giorgio Zanotto hanno saputo rappresentare l' anima veneta. Ma il figlio l' ha tradita. Altrove non è così. Zanonato, il sindaco Ds di Padova, mi piace: ha fatto il muro di via Anelli, ora si batte contro la prostituzione. Zanotto invece dà le case del Comune agli extracomunitari e spende i nostri soldi per gli zingari». Zingari e poteri forti. «Non c' è niente da ridere. Le banche devono fare il loro mestiere, la politica il suo. E' giusto dialogare, confrontarsi. Ma le decisioni devono prenderle i veronesi e i loro rappresentanti, non gente venuta da fuori. Quanto agli zingari, il campo Rom di Boscomantico è una fucina di criminalità totalmente fuori controllo: sequestri, furti, scippi, spaccio di droga e un torbido mercato di bambini, di cui ha usufruito pure un galantuomo che lavorava per il Comune e ora è in galera».
Qualche guaio con la giustizia l' ha avuto pure lui, Tosi: condannato in primo e secondo grado per aver violato la legge Mancino contro il razzismo e aver espresso «un' innegabile idea di superiorità e sentimenti di odio», come da motivazione del tribunale. Anche per questo Berlusconi, tramontata la candidatura dell' ex direttore miliardario della Rai Meocci, per riconquistare Verona avrebbe preferito affidarsi a un «potere forte», il presidente della Fiera Luigi Castelletti. Ma la Lega si è impuntata, d' intesa con An, qui in mano ai fratelli Alberto e Massimo Giorgetti, vigorosi e temuti come i gemelli Kascinsky. E in una cena sulla villa di Bardolino di Aldo Brancher, presenti Berlusconi e Bossi, si è deciso di puntare su Tosi. Se i sondaggi che lo danno in testa saranno confermati tra dieci giorni, sarà lui il personaggio simbolo di queste amministrative, e delle difficoltà della sinistra ad affrontare la questione sicurezza e il rapporto con il mondo cattolico. Cinque anni fa il vescovo francescano Carraro sostenne discretamente Zanotto. Oggi al suo posto c' è monsignor Zenti, considerato il nuovo Maggiolini. «La Curia questa volta non si schiera» - dice Tosi, molto attivo comunque nelle parrocchie e pure nei conventi, - stamattina sono stato dalle monache serve di Maria oblate sacerdotali. Il Comune vuole costruire un complesso edilizio di fronte al convento di clausura. Sono stato pure al Family Day». Anche Zanotto, però. «Sì, ma uomini della sua lista sono andati in piazza Navona. Per me la Chiesa è un baluardo dei valori dell' Occidente, come dimostra l' elezione di Benedetto XVI.


Quanto alla condanna per razzismo, ne vado fiero. La rivendico. La legge Mancino è un abominio giuridico. Pago per aver raccolto le firme contro il campo nomadi, per aver difeso la mia gente, la mia terra. E comunque la ricetta per risolvere la questione è semplice: tirare via tutto». Capelli cortissimi, occhi azzurri, mai una cravatta «se non sui manifesti elettorali», come nota Bobo Maroni ieri a Verona sulle orme di Gentilini, Tosi vanta «una delle prime tessere leghiste del Veneto». Classe 1968, i giornali lo definiscono perito informatico, «ma non è vero, ho la maturità classica. Ho fatto due anni di ingegneria a Brescia e al Politecnico di Milano, ho letto Dostoevskij, Kafka, Pirandello, ma per voi i leghisti devono essere incolti. Mi sta bene: viviamo con il popolo, per il popolo». Dal 2005 è assessore regionale alla Sanità, terzo in Italia per preferenze (28 mila). Quando era consigliere comunale si presentò con una tigre al guinzaglio («ma era solo per fare pubblicità al circo padano!»). Una sua simpatica proposta finì sul Wall Street Journal: «In una sorta di ritorno alla segregazione stile Alabama di un tempo, un politico italiano ha chiesto di creare entrate separate sui bus per gli extracomunitari e per gli autoctoni, rispettosi della legge e bianchi» («volevo solo che gli immigrati entrassero dalla porta anteriore per controllare più facilmente i loro biglietti!»). Il legittimo timore può diventare ossessione, se uno dei temi della campagna elettorale è il Pradaval, un giardino minuscolo che la sera diventa però il centro dello spaccio. «Il sindaco ha pensato di cavarsela con qualche vigile e con attori che recitano poesie e favole, con costi faraonici: se si facesse tutto l' anno, per 12 ore al giorno, sarebbero 240 mila euro. Costa molto meno la mia ricetta: niente poesie; vigili, polizia e carabinieri, e arrestare tutti». Verso Bossi ha maturato un severo distacco critico: «Oltre che un grande politico, è l' unico statista di statura internazionale che abbiamo avuto nel dopoguerra, insieme con Berlinguer e forse Moro. Un uomo di visione prospettica, capace di guardare al di là del tempo, di dire dieci anni fa le cose che accadono oggi». Calderoli? «Una mente vivace, un ingegno abile. Sulla devolution è stato perfetto». Maroni, Castelli? «Splendidi ministri». Borghezio? «Lo ammiro. In una realtà socialmente difficilissima come Torino, percorsa da criminali e no global violenti, ha il coraggio di metterci la faccia, di esporsi ai colpi». Berlusconi? «Ottimo imprenditore, buon comunicatore. Ma un partito non è un' azienda». Prodi? «Figura di secondo piano, rispetto a D' Alema e allo stesso Veltroni». Nell' attesa, Tosi dovrà affrontare Fabio Testi, l' attore che al termine di una vita erotico-sentimentale da divo di Hollywood ora si candida a sindaco «in nome dei valori della famiglia», e l' ex operaio Fabio Aurietti che si chiama ora Laurella, prontamente detta «la Luxuria de noaltri», il cui conseguente slogan è «Verona può cambiare». I candidati in tutto sono undici, domani si affronteranno al Teatro Nuovo in un confronto organizzato dal Corriere di Verona. Tra gli argomenti, il centro sociale occupato La Chimica, «una delle aree off-limits in cui la polizia non entra - dice Tosi -. Lo stabile è del Comune, che però non ha fatto nulla per riprenderselo». Anche qui però lui ha una ricetta: «Smantellare tutto». Aldo Cazzullo * * * DOSTOEVSKIJ E KAFKA «Ho la maturità classica e ho letto Dostoevskij e Kafka, ma per tutti i leghisti devono essere gente incolta» * * * * * * * * * IL GIARDINO DEL «PRAVADAL» «Il sindaco ha mandato vigili e attori che recitano poesie con costi faraonici. Io voglio carabinieri e polizia che arrestino tutti» * * *
Cazzullo Aldo

29 maggio 2007

Ecco perché...




Ci sentiamo davvero amareggiati, quasi schifati, da quello che é stato il verdetto delle amministrative del 27-28 Maggio 2007... Far vincere Tosi ( Leghista doc ) é un colpo basso alla cultura, e' un colpo basso all'intelletto e alla credibilitá di Verona!

Ecco perché ci siamo sentiti in dovere per lo meno di esternare le nostre paure e le nostre preoccupazioni su di un blog: la paura che vinca la xenofobia ed il razzismo é tanta, troppa... e cercheremo di opporcisi con uno dei mezzi che abbiamo per fortuna ancora a disposizione: la ragione!

Credetemi, vi pentirete di aver votato in questa direzione e noi saremo qui a farvi pesare ogni minima sconsiderata scelta del suddetto neo-sindaco di Verona.


Rendetevi Conto... Rendeteci Conto...

Alain