24 ottobre 2009

Nuove destre e sentimenti diffusi...

TRATTO DA www.fratellipolemici.blogspot.com


"art. 4. (apologia del fascismo). Chiunque, fuori del caso preveduto dall'art. 1, pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a lire 500.000. La pena è aumentata se il fatto è commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione o di propaganda. La condanna importa la privazione dei diritti indicati nell'art. 28, comma secondo, n. 1, del codice penale per un periodo di cinque anni.
art. 5. (manifestazioni fasciste).
Chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a lire cinquantamila."



Mi chiedo se i veronesi si rendano conto di ciò che accade nella città della Scala. Mi domando cosa significa per i veronesi ricordare avvenimenti come il terribile omicidio di Nicola Tommasoli, picchiato ed ucciso perché "diverso", o ricordare le bandiere a croce uncinata o a celtica nella curva dell' H. Verona di qualche anno fa, o ancora il vivere una città dove episodi di semplice quanto burbero razzismo sono all'ordine del giorno. Mi chiedo se sia normale uscire di casa e vedere ragazzi con una maglietta dalla scritta orgogliosa "fascist love", o muri imbrattati di simboli fascisti od inneggianti alla cultura dell'odio razziale. Sono perplesso davanti alle nomine di esponenti di fiamma tricolore (e ex componente del gruppo di estrema destra i "Gesta Bellica") all'istituto veronese per la Storia e la Resistenza (con successive dimissioni) e alla condanna per discriminazione razziale dello stesso sindaco di Verona (senza dimissioni). Sono stupito da uno dispiegamento così numeroso di forze dell'ordine per controllare che due fazioni non si scontrino il giorno 10/10/09, dopo che davanti al Maffei, il 07/10/09 ragazzi di fazioni opposte ("Metropolis" e "Blocco studentesco") hanno ingaggiato una rissa senza tanti complimenti...Sono amareggiato da una cultura, quella della nostra città, che non prova ad andare oltre alle paure, ma al contrario preferisce rintanarsi e farsi scudo dalla diversità...magari richiamandosi a idiozie come quelle del mito della razza superiore...


Immagino ci vorrà tempo e sacrificio (culturale) per vivere in una città davvero libera da questi, troppi, pregiudizi e da queste, troppe, azioni violente. Speriamo in bene...

(Il gruppo "Gesta bellica" sarà a Trento domani sera per un concerto che ha già subito pesanti critiche da parte del centro sociale Bruno e da Trento anomala.)



Approfondimenti:

1) http://metropoliscafe.noblogs.org/post/2009/10/07/verona-casa-pound-aggredisce-studente-davanti-al-maffei
2) http://casapoundverona.splinder.com/
3) http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/notizie/cronaca/2009/8-ottobre-2009/politici-casapound-rissa-maffei-studenti--1601854387130.shtml
4) http://www.larena.it/stories/Home/97533_gesta_bellica_tensionea_trento_per_il_concertorock_dei_naziskin/
5) http://www.larena.it/stories/Cronaca/93275__botte_fra_studenti_davanti_al_maffei/
6) http://italianimbecilli.blogspot.com/2009/03/lapologia-del-fascismo-e-un-reato-tre.html
7) http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Tappeto-rosso-per-il-naziskin/1693973/6
8) http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/HZL/HZLHK.pdf
9) http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=44179
10) http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html

20 settembre 2009

Il parcheggio a Verona

Tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

Aspettando che l'Uomo si decida a ridurre gli autoveicoli in circolo nelle strade, o che per lo meno ne migliori/cambi la tecnologia o le modalità per far diminuire traffico, smog ed inquinamento acustico, ci troviamo e ci troveremo sempre di fronte al grosso problema del parcheggio. Trovare un posto auto, soprattutto nei centri abitati, è spesso una problematica non indifferente, specie nelle serate ricche di eventi e manifestazioni.

Sul sito del Comune di Verona è possibile trovare un aggiornamento in tempo reale sulle disponibilità dei vari parcheggi nella città di Verona. Utile direi. Alcuni di questi sono liberi, la maggior parte a pagamento. Se a questi aggiungiamo i posti che si trovano direttamente per le vie della città sembrerebbe plausibile credere che ci sono parcheggi a sufficienza per far fronte alla richiesta di cittadini e turisti.

Peccato che girando per le vie del centro, zona via Valverde-via Marconi, ci si renda conto che la questione parcheggio è tutt'altro che la descrizione di un semplice flusso di macchine uscenti ed entranti, senza attese, senza soste in doppia fila.




Ho notato che non esistono, o quando esistono vengono poco usate, aree di carico-scarico vere e proprie per trasporto merce. E' così che spesso e volentieri mi sono ritrovato di fronte a scenari di questo genere:


Chi volesse segnalare "parcheggi selvaggi" come quelli che vedete in queste foto scriva pure a fratellipolemici@gmail.com inserendo nome, provenienza (quartiere, borgo, paese) e foto. Se le partecipazioni saranno molte credo ci possano essere le condizioni per fare reclamo al comune di verona.

L'arte dissacrante

Tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

Un articolo apparso sulla versione online de "L'Arena", dal titolo "Tosi contro il dipinto di Veneziano - «Un'opera chiaramente blasfema»", mi ha fatto riflettere ancora un po' sulla tematica arte-satira-censura.

Dopo la denuncia contro Paunescu, il sindaco di Verona Flavio Tosi ritorna all'attacco delle arti oltraggiose e questa volta, vittima delle sue critiche, è stato il quadro definito "blasfemo" di Giuseppe Veneziano. Il quadro rappresenta la Madonna e Gesù bambino, che però viene dipinto con i tratti somatici di Hilter. Non a caso il titolo dell'opera è "La Madonna del Terzo Reich".

Veneziano ha sempre dipinto con questa vena ironico-provocatoria ed ha spesso rappresentato personaggi storici del presente e del passato in ambiti di fede e non.
Tosi, però, non ha gradito il cattivo gusto del pittore e ha esternato il suo disappunto parlando di "un'opera blasfema", "un'opera che offende la religione cattolica". Se fosse dipeso da lui, quel quadro sarebbe stato coperto, censurato.

Ma quindi mi e vi chiedo: quando è giusto censurare l'arte? Sia essa musica, cinema, pittura, poesia, satira ecc...

Io credo che non si debba mai censurare quando l'opera rappresenta l'elaborazione critica di un fatto, personaggio o di un'ideologia. L'arte, fin dai tempi antichi, ha sempre fatto emergere i tabù della società spalancando le porte alla libertà di espressione.

Aforismi sull'Arte...

Albert Camus:
L'arte contesta il reale, ma non vi si sottrae.
Paul Gauguin: L'arte è o plagio o rivoluzione.
Ugo Foscolo: L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità.
La satira è una forma libera del teatro che storicamente e culturalmente
, ricorda Luttazzi," risponde ad un'esigenza dello spirito umano: l'oscillazione fra sacro e profano"

4 settembre 2009

Tosi se la prende per una battuta

Bufera al Lido di Venezia per la sceneggiatura voluta da Bobby Paunescu per il suo film "Francesca".

Il lungometraggio racconta la storia di Francesca, una ragazza di Bucarest piuttosto idealista che sogna di aprire un asilo per bambini emigranti in Italia. E' così che la protagonista si scontra con il mondo dei pregiudizi e degli stereotipi all'italiana che circolano, oramai, con un vigore sempre crescente.

"E quello st... del sindaco di Verona che ha dichiarato la città libera da romeni?", questa la battuta incriminata, fonte di tanto dibattito e motivo di querela bell'e buona da parte del sindaco Flavio Tosi stesso al regista Paunescu.

Ora, io mi chiedo, se una persona viene condannata per propaganda di idee razziste contro gli zingari (vedi "Confermata condanna a Flavio Tosi"), se, dopo l'assassinio della Reggiani, nel 2007, questa stessa persona sostiene in tv (Porta a Porta) la necessità di limitare gli ingressi dalla Romania e di facilitare le espulsioni dei romeni e se, ancora, sempre la medesima persona si addossa la divisa del difensore dei veronesi contro gli stranieri (bandi Agec in primis), siano essi comunitari che extracomunitari, come è possibile che questa persona possa pretendere di non essere criticato da quelle persone che non condividono il suo operato?
C'è chi lo fa scrivendo (fratellipolemici per esempio), chi lo fa parlando (Travaglio per esempio), chi lo fa protestando alle manifestazioni pubbliche e chi lo fa mettendo una battuta colorita in bocca ad un personaggio di finzione in un film di finzione (Paunescu per l'appunto).


Per carità, la giustizia farà il suo corso e chi ha sbagliato pagherà, come a me, però, piacerebbe paghi anche Flavio Tosi per la sua condanna.

Voi cosa ne pensate?

da www.fratellipolemici.blogspot.com

29 agosto 2009

Per le donne iraniane

E’ un peccato che Verona risponda spesso “assente” alle manifestazioni pubbliche come quella svoltasi in piazza Brà sabato scorso, 22 agosto.

La manifestazione “per le donne iraniane” poteva essere un’ottima via per manifestare la nostra solidarietà alle vedove e/o alle madri che hanno perso marito e/o figli nelle proteste contro quelle elezioni che hanno visto vincere Ahmadinejad non senza una polemica. Purtroppo, però, il numero dei presenti non superava la ventina di persone. Lo scarso numero di partecipanti non ha però intimidito le “signore vestite di nero”, che hanno tenuto per un’ora i cartelloni che potete vedere nella foto.

“Perché?” si sarà chiesto qualche passante incuriosito. Perché così fanno le donne del Comitato delle madri in lutto (iraniane) che ogni sabato dalle 19 alle 20 si radunano nelle piazze e nelle strade della propria città. Rigorosamente in silenzio. Per non dimenticare, anzi, per ricordare.

Un atto coraggioso che si sta diffondendo in tutta Europa, dove tante donne vogliono esternare la loro vicinanza a queste madri emulando questo sentito rituale.

Qualcuno si fermava a guardare, qualcuno chiedeva informazione, qualcuno si allontanava dopo una sbirciatina ai cartelloni, qualcuno non ci faceva nemmeno caso.



Così scrive Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003, nella lettera d’appello a tutte le donne consapevoli del mondo (che veniva consegnata in forma cartacea ai passanti):


“La tragedia dell’Iran è molto più ampia di quanto avremmo mai potuto immaginare.

La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste.

I programmi della radio e della Tv di Stato iraniana hanno annunciato inizialmente 8 morti, successivamente 11, ma ad oltre un mese dalle manifestazioni di strada, i nomi di molti “scomparsi” non sono nelle liste né degli uccisi né degli arrestati.

Molte madri angosciate continuano a chiedere alle autorità informazioni sui loro amati dispersi, ma non ricevono risposte. Ora che le famiglie stanno lentamente ricevendo i corpi dei loro figli ammazzati, è divenuto chiaro che il numero delle morti è molto più alto di quello annunciato dal Governo della repubblica islamica. Inoltre, le famiglie sono state costrette a firmare accordi in cui si impegnano a non rivelare come e dove sono morti i loro cari.

Ma non è possibile nascondere sempre la verità, non è possibile far tacere i pianti, così la tragedia si sta mostrando sempre più chiaramente agli occhi del popolo iraniano, a mano a mano che i giorni passano.

Molte madri i cui figli e figlie sono stati ammazzati o sono anco

ra tra i dispersi o sono in prigione hanno formato il Comitato delle madri in lutto. Ogni sabato dalle 7 alle 8 di sera, le madri di questo Comitato e altre donne solidali con loro, vestite di nero in segno di lutto e in silenzio, si radunano nei parchi pubblici delle loro città e stanno in piedi, vigili e silenziose per esprimere il loro dolore.

Vorrei esprimere il mio profondo dispiacere e le mie condoglianze alle madri che hanno perso i loro cari per la libertà e la democrazia in Iran, mi levo in piedi in solidarietà con le madri che stanno ancora cercando i loro figli dispersi e unisco il mio dispiacere per il gran numero di giovani donne e uomini iraniani in prigione per il loro pacifico attivismo civile.

Invito tutte le donne del mondo che amano la libertà a riunirsi ogni sabato nelle loro città vestite di nero per far sentire la loro solidarietà con il Comitato delle madri in lutto in Iran e aiutarle a far sentire la loro voce a tutto il mondo.




(Questo post avrebbe dovuto essere pubblicato sabato scorso, ma per motivi personali io e mio fratello abbiamo qualche difficoltà ad aggiornare il blog in questi giorni. Ci scusiamo per il disagio.)

Alla prossima manifestazione!

L'amore alla "veronese"...altro che Romeo e Giulietta

"Giulietta Che contentezza potresti avere da me stanotte?
Romeo Lo scambio dei nostri voti di fedele amore.
Giulietta Ti ho dato il mio prima che tu me lo chiedessi, e vorrei che ancora fosse da dare.
Romeo Te lo vorresti riprendere? Per quale motivo, amore?
Giulietta Per dartelo ancora, e a piene mani. Io desidero solo quello che ho: una generosità sconfinata come il mare è la mia; e profondo più del mare è il mio amore. Più do a te, e più ho io, perché sono inesauribili la mia generosità e il mio amore."

William Shakespeare - Romeo e Giulietta – atto II, scena II.

Verona città dell'amore....clandestino.

Le norme del "decreto sicurezza", in vigore dall'8 agosto 2009, sono state applicate senza indugio e con un probabile pizzico di soddisfazione dal sindaco leghista Flavio Tosi.

Dopo l'abominevole reato di clandestinità ora, dall'entrata in vigore del decreto, si può rendere clandestino (e quindi illegale) pure un matrimonio, un po' come se l'amore avesse una nazionalità o necessitasse un permesso di soggiorno per esistere.

E così "su 22 matrimoni civili che avrebbero dovuto essere celebrati a Palazzo Barbieri da sabato scorso, giorno in cui sono entrate in vigore le norme del cosiddetto pacchetto sicurezza, la metà sono saltati." (tratto dall'Arena).

L'intento "ufficiale" della maggioranza è quello di evitare le "unioni di comodo", ossia quei matrimoni celebrati soltanto per una questioni d'interesse, sia esso economico che semplice mezzo per ottenere la cittadinanza italiana. Certo, ci saranno anche le unioni di comodo, ma non mi sembra questo il modo di risolvere la questione: vietare tutti questi matrimoni è rovinare le nozze a tanti (probabilmente la grande maggioranza) semplici innamorati.

Il sindaco veronese, ospite a "Unomattina", commenta le prime conseguenze così: "Finora quasi la metà dei matrimoni tra stranieri o tra italiani e stranieri sono saltati. Se siano nozze di convenienza non so, sicuramente molte sono d'amore, ma portare a termine un atto di stato civile con una persona clandestina era una stortura tutta italiana". Qui addirittura non importa se sono davvero matrimoni di comodo, l'importante è che i clandestini non possano sposarsi, tanto per tornare a quel capolavoro del reato di clandestinità. Durante la stessa trasmissione la risposta di un giornalista di Famiglia Cristiana (non sto quindi nemmeno parlando di un giornalista de "La Repubblica" o de "L'Unità" o ancora del Manifesto) rovina un po' la festa a Tosi bociando su tutta la linea "i provvedimenti strumentali di chiaro sapore politico che non risolveranno il problema delle nozze truffaldine, e che saranno spazzati via dalla Consulta. Ma intanto avranno consentito alla Lega di raccogliere il consenso per portare Tosi alla presidenza della Regione Veneto."

Approfondimenti:

da l'Arena, da "La Repubblica" 1, da "La Repubblica" 2, da "La Repubblica" 3, da "La Repubblica" 4,

Classifica delle università italiane

Ma veniamo alla tematica odierna: la ormai famosa classifica "meritocratica" delle università italiane.

E' di qualche giorno fà la notizia che da quest'anno agli atenei cosiddetti "virtuosi" andrà un finanziamento più consistente, mentre quelli spendaccioni e inefficienti dovranno accontentarsi di meno risorse: Trento è al primo posto, Verona al 26esimo, Macerata all'ultimo.
La classifica viene stabilita sulla qualità della ricerca e quella della didattica, all'interno delle quali fattori come "i rapporti con l'estero" o le strutture non sono certamente esclusi dalla valutazione.
Tra i 27 bocciati che avranno meno fondi ci sono soltanto tre atenei del Nord, mentre tra gli atenei promossi solo 2 sono del Sud.
Poche ciance, qui si sta cercando di tracciare un'ulteriore confine tra settentrione e meridione. L'ingenua (o furba) Gelmini forse confonde "meritocrazia" con "discriminazione". Non ritengo questo, il togliere fondi alle università che ne hanno maggiormente bisogno, il metodo migliore per far crescere le università del Sud. L'intento è chiaro (e peraltro nemmeno tanto nascosto): orientare gli atenei meritevoli verso l'eccellenza e togliere le speranze di una vita migliore a quelli al momento un passo indietro.

Il governo, che rappresenta lo Stato, non può essere fautore di una politica di ulteriore divisione del paese. Il governo deve garantire l'uguaglianza tra i cittadini, l'uguaglianza tra gli atenei, l'uguaglianza tra l'istruzione che viene impartita a Nord e quella che viene data a Sud. Ringrazieranno tutti quelli che saranno costretti a migrare a Nord per trovare un'università che possa garantire loro un'istruzione migliore, ma soprattutto quelli che per condizione sociale tutt'altro che benestante si dovranno accontentare di atenei resi mediocri dall'attuale governo.

Ultima nota riguardante le bugie o le omissioni del Ministro dell'Istruzione Gelmini. Ricorderete tutti le parole del ministro in merito alle bocciature scolastiche aumentate rispetto agli anni passati. Bene, vi consiglio di leggere il seguente articolo.

Cosa ne pensate? La Gelmini sta facendo un buon lavoro?

17 luglio 2009

Commemorazione per l'assalto alle carceri degli Scalzi

Oggi, 17 luglio 2009, si commemorava il 65° anniversario dell'assalto al carcere degli Scalzi che fu organizzato dal GAP per liberare il dirigente antifascista Giovanni Roveda.

Dopo l'arrivo del sindaco Flavio Tosi, ultimamente condannato per razzismo,


è partita la contestazione da parte di un gruppo di presenti (tra cui il segretario prov.le di Rifondazione Comunista Fiorenzo Fasoli e l'ex onorevole di Rifondazione Comunista Tiziana Valpiana). Come si legge su un comunicato di Rifondazione Comunista si contesta il fatto che una persona che è stata condannata per razzismo, che ha sfilato con un corteo di neo-fascisti (manifestazione di fiamma tricolore) e che ha scelto nella sua giunta proprio uno di questi ultimi (Andrea Miglioranzi, che poi ha dato le dimissioni) possa partecipare attivamente ad una manifestazione antifascista e partigiana; ed anzi dovrebbe dimettersi dalla sua carica come farebbe un qualunque politico condannato, cittadino di uno dei cosiddetti paesi "occidentali" (noi invece preferiamo chiudere un occhio).

Come da programma, anche se un po' frettolosamente a causa del maltempo, si è proceduto in un primo luogo con la deposizione della corona sul monumento di Don Chiot e successivamente con l'intervento del coro A.N.A. di San Zeno. L'esibizione del coro è però stata interrotta dalla tempesta e i presenti sono stati costretti a spostarsi all'interno dove è proseguita la cerimonia. Dopo vari interventi è arrivato poi quello dell'attuale sindaco veronese Tosi. Dopo pochi secondi, però, la protesta si è riaccesa ed ha impedito il sindaco di farsi comprendere dal pubblico e lo ha costretto finalmente a lasciare la parola ad altri.

Una nota interessante: prima dell'ultima esibizione da parte del coro degli Alpini i contestatori (me compreso) hanno cantato un sentitissimo "Bella ciao". In effetti, mi viene difficile pensare di commemorare dei partigiani caduti per l'antifascismo senza l'accompagnamento di questa storica canzone.


"Lo sterminio nazista di 500.000 zingari è cominciato così..."

E' così che è nato l'odio verso il diverso, è così che la gente ha iniziato a tollerare atti di violenza contro "lo straniero" ed a commetterne addirittura altri di propria mano.
E' così che si rischia di far spaventosamente ripetere la storia.

Fratellipolemici non ci sta! Anche e soprattutto perché ci sentiamo in dovere di rispettare i caduti partigiani che si sono battuti per la libertà dai regimi e per l'uguaglianza tra le persone.


E voi? Ci state?

PS: un video registrato dai fratellipolemici sulla commemorazione di oggi verrà pubblicato lunedì 20 luglio sul blog www.fratellipolemici.blogspot.com

15 luglio 2009

Venerdi 17 luglio alle ore 17.45 in Via Scalzi

"La condanna definitiva per propaganda razzista, inflitta al sindaco Flavio Tosi e ad altri cinque leghisti, tra cui un assessore comunale (Enrico Corsi), riguarda una campagna contro gli zingari, scatenata dal Carroccio nel 2001. Il sindaco e i suoi colleghi di partito, passati attraverso tutti i gradi di giudizio (addirittura due volte in appello e due in Cassazione), sono stati irrevocabilmente riconosciuti colpevoli e costretti a pagare i risarcimenti alle parti civili, alcuni componenti della comunità sinta veronese e l'Opera Nomadi, e le spese agli avvocati.

Nonostante la minimizzazione, quando non l'arroganza, che i vari esponenti politici della maggioranza di governo (in Comune, Provincia e Regione) hanno usato per sostenere il loro collega e/o alleato, il comportamento e le affermazioni (prima) e la condanna di Tosi e soci (ora) restano un fatto gravissimo. Inutile ripetere che in Paesi più civili, o forse con una più lunga pratica di democrazia, una sentenza di questo tipo avrebbe significato le immediate dimissioni da qualsiasi incarico politico dei condannati. Berlusconi docet e quindi anche il sindaco e i suoi colleghi resteranno in sella.
Tuttavia, in una giornata come quella del 17 luglio, 65° anniversario dell'assalto al carcere degli Scalzi, organizzato dai GAP per liberare il dirigente antifascista Giovanni Roveda, il sindaco Tosi non dovrebbe esserci. Anzi, non dovrebbe esserci nessuno a rappresentare il Comune di Verona, retto da un sindaco razzista, amico e sodale di neofascisti e neonazisti – basti ricordare che il capogruppo della sua lista in Consiglio comunale è l'ex skinhead Andrea Miglioranzi, di Fiamma Tricolore, che Tosi stesso partecipò nel 2007 al corteo organizzato dalla destra radicale, che l'ufficio della Lega in municipio è abitualmente frequentato da Maurizio Ruggiero, leader degli integralisti cattolici, che fu tra gli organizzatori della “cresima”, a cui avrebbe dovuto partecipare Juan Rodolfo Laise, vescovo amico dei torturatori argentini.

La giornata del 17 luglio ha sempre costituito un appuntamento per gli antifascisti veronesi. Non solo per le associazioni d'arma, per quelle dei partigiani e degli ex deportati o per i vari esponenti politici più o meno schierati ma per tutti coloro a cui la Memoria sta veramente a cuore.
Ecco perché, in una città che ormai “blinda” sia la Giornata della Memoria, con gli antifascisti costretti a restare fuori dalle manifestazioni ufficiali o fatti entrare tramite mediazioni quasi personali, che la Festa della liberazione del 25 aprile, divenuta anch'essa oggetto di repressione, con un'amministrazione che divide in due le panchine, multa i ragazzi che suonano in piazza, semina divieti ovunque ma viene condannata, nella persona del suo primo cittadino, per razzismo

Noi, antifascisti e antifasciste veronesi, diciamo No alla presenza del sindaco e/o dei suoi rappresentanti alla cerimonia di commemorazione dell'assalto al carcere degli Scalzi, in cui alcuni partigiani morirono per i valori che oggi il sindaco e i suoi amici/alleati rinnegano.

Appuntamento Venerdi 17 luglio alle ore 17.45 in Via Scalzi, dove si svolgerà la commemorazione che ricorda l'assalto al carceri degli Scalzi tutte e tutti sono invitate e invitati a partecipare.

Antifascisti e antifasciste veronesi"

Da Inforifo

14 luglio 2009

OGGI SCIOPERO


Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.

11 luglio 2009

Confermata condanna a Flavio Tosi


Riporto di seguito l'articolo comparso oggi sul sito de "L'Arena", quotidiano di Verona:

"
Verona. A più di otto anni dai fatti, è arrivata per il sindaco Flavio Tosi la condanna definitiva a due mesi di carcere per propaganda di idee razziste contro
gli zingari. Non c'è più alcun appiglio giuridico neanche per gli altri cinque leghisti finiti sotto processo nel 2004: l'onorevole Matteo Bragantini, il vice presidente della Provincia Luca Coletto, il consigliere comunale e sorella del sindaco Barbara Tosi, l'assessore comunale Enrico Corsi e l'iscritto Maurizio Filippi da ieri hanno sul groppone una condanna definitiva per lo stesso reato del primo cittadino. In realtà, gli imputati non dovranno scontare neanche un giorno di carcere perchè la pena è stata sospesa così come la pena accessoria che prevedeva l'interdizione a partecipare a campagne elettorali per tre anni.
Sono soddisfatte le parti civili, i sette sinti e l'Opera nazionali dei nomadi, assistiti dal professore Lorenzo Picotti e gli avvocati Federica Panizzo, Paola Malavolta ed Enrico Varali. Già nell'agosto di 2 anni fa, le parti offese avevano incassato un risarcimento danni di 50mila euro, pagati dagli esponenti del Carroccio. Alla luce di questa sentenza, non dovranno restituire neanche un euro a Tosi e agli altri imputati.
Di più: tutti gli esponenti del Carroccio dovranno pagare le spese legali dei difensori di parte civile. Ora bisognerà attendere alcune settimane per conoscere le motivazioni della sentenza della corte di Cassazione che ha confermato la condanna già inflitta da tre diversi organi giudicanti: prima il tribunale di Verona nel dicembre 2004 per incitamento e propaganda di idee razziste, poi la corte d'appello di Venezia in due diverse sentenze. La prima fu decisa il 30 gennaio 2007 ma fu poi annullata con rinvio dalla Cassazione il 13 dicembre di quello stesso anno.
Il 20 ottobre del 2008, però, sempre i giudici di secondo grado confermarono la condanna a due mesi solo per propaganda di idee razziste. Contro questa decisione i difensori di Tosi e degli altri 5 imputati, gli avvocati Paolo Tebaldi e Giovanni Maccagnani e il professore Piero Longo di Padova, presentarono ricorso in Cassazione. E la Corte di ultima istanza, ha deciso ieri sera con una sentenza di condanna che mette una pietra tombale su questo processo, durato quasi cinque anni.
L'INCHIESTA. Il sindaco e gli altri cinque leghisti finirono sotto inchiesta nel 2001 per aver avviato una campagna politica contro gli accampamenti abusivi di zingari sul territorio del nostro Comune. A parere dei giudici nei vari gradi di appello, però, quella campagna aveva tutte le caratteristiche per essere fondata su ideali razzisti. I leghisti, in pratica, non si sono limitati a chiedere la chiusura dei campi abusivi dei sinti tra la città e dintorni ma hanno chiesto l'allontanamento indiscriminato di tutti gli zingari. E lo avevano fatto con una massiccia campagna politica, disseminando non solo la città ma anche la provincia di manifesti e volantini oltre a numerose dichiarazioni dello stesso sindaco rilasciate ai giornali e mai smentite.
Tra gli slogan di quei poster, c'era quello di «mandare via gli zingari», «sgombero immediato dei campi dei nomadi». Tosi poi aveva dichiarato il 16 settembre che gli zingari «...mandano i figli a rubare... qui non ci devono stare perchè non si integrano...». I difensori, però, non hanno mai avuto dubbi sulle liceità delle dichiarazioni di Tosi: «Manifesti e dichiarazioni andavano valutate insieme alla petizione che era stata dichiarata legittima dai giudici d'appello. Non capisco perchè i giudici della Cassazione non hanno valutato congiuntamente questi due elementi» ha dichiarato ieri sera l'avvocato Paolo Tebaldi.
IL NODO DEL PROCESSO. I giudici di appello il 30 gennaio 2007 avevano confermato solo in parte la condanna a sei mesi inflitta in primo grado, riducendo la pena a due mesi. L'accusa d'incitamento all'odio razziale era sparita dalla sentenza d'appello ed era rimasta solo la propaganda d'idee discriminatorie.
La petizione con la richiesta di chiudere i campi abusivi dei Sinti da inviare all'amministrazione comunale, quindi, era leggittima mentre non lo era stata la propaganda politica. E la corte di Cassazione aveva notato nella sua sentenza di rinvio un'incongruenza da sanare. Una questione subito risolta dalla corte d'appello il 20 ottobre scorso. «La petizione era uno strumento legittimo» ha spiegato il professore Lorenzo Picotti che tutela i sinti, «mentre nel mirino dei giudici è finita la campagna politica che aveva un chiaro stampo razzista».

di Giampaolo Chavan
"

Foto tratta da www.blablog.it

Post tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

Se questo è un politico...

Un politico degno di questo nome ha l'obbligo morale (perché legalmente questo non è ancora vero) di ritirarsi da vita pubblica se accusato, in via di giudizio e/o condannato per fatti e misfatti da egli commessi.
Un politico che lavora ai servigi dello Stato Italiano non può rinnegarne l'essenza prima, ossia la legittimità dello Stato Italiano stesso.
Un politico ha il compito di tutelare i cittadini che rappresenta (i suoi datori di lavoro) e di dare l'esempio in quanto personaggio pubblico. Egli deve perciò porre dinnanzi ad ogni altra cosa l'educazione ed il rispetto per ogni persona, sia essa di sesso, religione, colore politico, nazionalità, origine sul territorio italiano ecc... diversi dal proprio.
Un politico deve attenersi ai propri compiti, che pochi e facili non sono.

Personalmente, non vedo come si possa affermare che, seguendo gli assiomi su-scritti, gli esponenti della Lega Nord sono dei politici.

- Sul sito ufficiale della Lega Nord c'è scritto a caratteri cubitali: "Per l'indipendenza della Padania"! Questo perché, per chi non lo sapesse, il nome completo del partito è "Lega Nord per l'indipendenza della Padania". Come fanno cosiddetti "politici" della Repubblica Italiana a sostenere la secessione d'Italia? Per me è inconcepibile e basterebbe questo per buttarli fuori dal Parlamento ITALIANO.

- In secondo luogo io vorrei la decandenza automatica e immediata dei rappresentanti eletti nelle istituzioni pubbliche condannati in via definitiva all’interdizione dai pubblici uffici, compreso il sindaco veronese Flavio Tosi (che non può esigere ordine, onestà, decoro quando è egli stesso condannato per "istigazione alla discriminazione").

- Infine gli esponenti della Lega si sono spesso contraddistinti per un linguaggio folkloristico, sgarbato, maleducato, fuori posto, xenofobo e razzista. I casi sono tanti:
1) Matteo Salvini all'ultimo raduno a Pontida : video.
2) Mario Borghezio: video.
3) Giancarlo Gentilini: video.
4) Roberto Calderoli: video1, video2.
5) Umberto Bossi: video.

La lista sarebbe ancora più lunga, ma questi possono bastare per far passare il concetto. (Per altre brillanti frasi pronunciate da esponenti della Lega rimando a questo link)

Fino a quando la Lega Nord sarà composta da questi "signori", non mi si chieda di riconoscerli in quanto "politici".

E voi? Vi sentite davvero rappresentati da loro? Credete che un politico possa permettersi di comportarsi in tale modo?

PS: vi consiglio caldamente questo documentario francese (con sottotitoli in italiano) diviso in due parti -> Parte 1, Parte 2.

Tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

7 luglio 2009

La città che vorrei

Succede che arrivati ad un certo punto, dopo l'ennesima ordinanza del sindaco veronese Flavio Tosi (al momento condannato, per la cronaca, per "istigazione alla discriminazione"), uno si chieda se la prossima restrizione sarà ponderata in base alle necessità e priorità di una città o ancora una volta ideata secondo, a mio parere, la logica di "una politica forte con i deboli e debole con i forti".

E' l'ipocrisia di fondo che non mi piace in queste ordinanze. E' il dire che non si può suonare dalle 22 alle 8 in piazza e poi organizzarci lo spettacolo "la partita a scacchi" che finisce ben oltre le 22 o di lasciare urlare e puzzare di alcol la Verona bene nella vicina piazza delle Erbe. E' vietare di mangiare il panino (o kebab) in luoghi dove non è opportuno bivaccare, e invece permettere che si possano mangiare gelati e bere bibite (tanto per fare due esempi) o che si possa indisturbatamente buttare i mozziconi di sigarette per le piazze del centro storico. E' discriminare i cittadini regolari stranieri (quindi che lavorano e pagano le tasse come tutti noi) dando loro un ordine di priorità inferiore nelle assegnazioni delle case popolari. E' multare i potenziali clienti delle prostitute e non pensare che il problema non si risolve in questo modo, ma si sposta soltanto (in case, appartamenti, boschetti ecc...).

Insomma, tutto ciò sfocia nella fatidica domanda: ma sono queste le priorità di Verona?

- Vorrei una città dove lo straniero venga considerato un'opportunità, non una disgrazia.
- Vorrei una città dove (tutte) le famiglie possano essere aiutate nel momento del bisogno.
- Vorrei una città dove il pregiudizio verso il diverso fosse considerato un capitolo (chiuso) di altri secoli e che, in questo modo, nessun ragazzo coi capelli lunghi e la barba possa venir preso a calci e pugni (e poi drammaticamente ucciso).
- Vorrei una città che desse maggior spazio ai giovani.
- Vorrei una città che sapesse vivere la domenica come un giorno "verde", libera da macchine e motorini, per cercare di respirare un'aria un po' più pulita.
- Vorrei una città che si accorgesse di quanti evasori delle tasse ospita.
- Vorrei una città nella quale la viabilità fosse decente, e non il caos che c'è adesso.
- Vorrei una città nella quale le uniche ronde che girano dovrebbero essere quelle della carità.
- Vorrei una città che la smettesse di prendere "il clandestino" o "il ROM" come capro espiatorio e fonte di tutti i mali.
- Vorrei una città che si preoccupasse dei dodicenni che fumano (è quindi così utile vietare?) e si drogano.
- Vorrei una città che stesse più attenta ai rapporti esistenti all'interno delle famiglie veronesi (azione che permetterebbe di prevenire situazioni di maltrattamento o addirittura omicidi).
- Vorrei una città che si riempisse di verde. Parchi, giardini e spazi lasciati al fiorire del mondo vegetale, indispensabile per la vita umana.
- Vorrei un sindaco che non avesse l'ipocrisia di far parte (o aver fatto parte) di una curva (o per lo meno di una buona parte di essa) xenofoba, razzista, fascista e/o nazista, di essere stato, ad oggi, condannato per "istigazione alla discriminazione" ed esigere successivamente una città decorosa e di classe.
- Vorrei una città dove la CULTURA polverizzasse la PAURA.

E voi? Che città vorreste?

Tratto da fratellipolemici.blogspot.com

7 febbraio 2009

Il pericolo è la destra estrema

Ancora una volta trova conferma ciò che, da tanto tempo, è ampiamente dimostrato.

Nella nostra città c’è uno stretto legame tra le aggressioni violente, a più riprese registrate soprattutto in centro storico, e la destra estrema cittadina, come è confermato il loro collegamento con le frange più esaltate della curva sud dello stadio.

Ormai le forze dell’ordine vanno a colpo sicuro e, caso mai, è da chiedersi come mai le numerose denunce, da più parti avanzate in questa direzione, non abbiano ancora ottenuto il risultato che si prefiggono e sia necessario continuare a registrare fatti così gravi ed inaccettabili.

Ancora una volta è dimostrato che la sicurezza dei cittadini non è messa a repentaglio dai barboni, sbandati, venditori di borse taroccate e migranti irregolari, come continuamente si vuol far credere, ma dai figli di buona famiglia della città.

Giovani legati a quella parte di destra estrema sdoganata dal sindaco Tosi alle ultime elezioni comunali ed assieme alla quale lo stesso sindaco ha marciato nel recente passato.

Finora a far aprire gli occhi a tanti veronesi non sono bastate le tante aggressioni denunciate, né l’assassinio di Nicola Tommasoli contro il quale pure una significativa parte della città ha manifestato.

Allora occorre domandarsi: quanti altri fatti del genere si dovranno ancora registrare perché si capisca che il problema è dentro questa città e non viene dall’esterno di essa?

E’ evidente che per dare risposte credibili alle problematiche, specie giovanili, è ora di abbandonare demagogia e populismo e che è necessario, invece, combattere il bullismo, la soprafazione e l’arroganza divenute sistema.

E’ chiaro che problemi di questa natura non si risolvono con una sequela di ordinanze soprattutto contro i diversi, gli emarginati ed i deboli, ma serve una politica di contrasto con la destra estrema, tanto coccolata negli ultimi anni, ed un’azione forte per favorire accoglienza, tolleranza, rispetto e riconoscimento dei diritti di tutti.

E’ ora di una reazione forte, serve una vera opposizione che purtroppo in questa città manca.

Occorre costruire una Verona città aperta.

Ed è per questo che cogliamo l’occasione per invitare tutta la cittadinanza all’incontro dal titolo: "La città violata.. insicurezza reale, insicurezza costruita, insicurezza percepita: le ordinanze del sindaco di Verona", organizzato per lunedì 9 febbraio alle ore 20.30 presso l’Istituto tecnico Galileo Ferraris dai sottoscrittori dell’appello "Verona, città aperta", ed al quale interverrà il Procuratore della Repubblica di Brescia dott. Guido Papalia.





Fiorenzo Fasoli, Rifondazione Comunista;

Giorgio Gabanizza, Sinistra Democratica;

Graziano Perini, Partito dei Comunisti Italiani



Verona, 05/02/2009

26 novembre 2008

Strage di San Felice a Verona. Troppe armi nelle case.

Pietà e silenzio per i cinque morti della strage di 
San Felice
. Quattro
assassinati e un omicida/suicida.
Una tragedia cittadina.
Ci sarà modo per riflettere
sulle cause profonde. Ma ora è urgente
impedire da
subito che altre morti simili possano avvenire
. E'
necessario
eliminare gli strumenti materiali che
rendono "possibili e facili" queste
morti assurde.
Troppo armi sono presenti nelle case. Anziché garantire

sicurezza, le armi rendono più insicure le vite di
chi le possiede.
Chiediamoci: perché un "tranquillo"
commercialista, con moglie e figli,
possedeva tante
+pistole? Con quale motivazione ha chiesto e ottenuto
il
porto d'armi?

Ora è tragicamente evidente a tutti che
l'insicurezza maggiore è proprio
all'interno delle
famiglie e delle case: i politici professionisti della

paura e della sicurezza, parleranno ancora di pericolo
clandestini?
Riusciranno ancora a giustificare
provvedimenti ridicoli e inutili per
garantire la
sicurezza di camminare tranquilli per strada (mentre il

pericolo vero, soprattutto per donne e minori, è
proprio nel momento in
cui si entra a casa propria)?

La cultura della paura, del sospetto, della
"sicurezza", porta con sé il
germe perverso della difesa
a tutti i costi dalle possibili aggressioni
, e
questo
favorisce il proliferare di armi
di difesa personale, che
poi si
trasformano, nell'occasione del delirio o della
perdita di lucidità, in
strumenti assassini per ammazzare
proprio gli affetti più vicini.


E' la cultura delle armi che va abolita, subito.

Purtroppo, invece, proprio in questi giorni a Verona le
armi vengono
presentate come un modello per i giovani. E'
scandaloso che alla fiera Job
lo stand più grande, più
visibili, e quindi più frequentato, sia proprio
quello
dei militari, con tanto di esposizione di armi anche di
"difesa
personale". Dal Job ci saremmo aspettati proposte
più educative, più
costruttive, più positive. Non ci si
lamenti, poi, se crescono generazioni
di giovani che non
sono in grado di risolvere i propri conflitti, che non

sanno riconoscere le proprie debolezze, i propri lati
oscuri, che
diventati adulti non sanno gestire le
inevitabili crisi e ricorrono nei
casi più estremi alla
furia omicida, utilizzando lo strumento più facile a

disposizione, l'arma.

Nel giorno di lutto cittadino, per i funerali dei
cinque familiari, ci
aspettiamo che le autorità civili e
religiose sappiano individuare il
disagio profondo di
una società che ha permesso alle armi di entrare

nell'intimità delle case al posto della capacità di
affrontare e risolvere
i conflitti familiari con il
dialogo e la nonviolenza
.


Mao Valpiana
Movimento Nonviolento
Verona

22 novembre 2008

23 novembre 2008

Chefquijote regala cuccioli!

E' giunto il momento di ...
..ADOTTARE (GRATUITAMENTE) UN CUCCIOLO DI HEIDI !!!
Vieni a vederli di persona a Lugagnano di Sona, Via De amicis 9, Verona

9 novembre 2008

Tosi e la paletta per il parcheggio

Usata quella della scorta, niente multa

MILANO — L’allarme nel centro di Milano scatta intorno alle 18,30. C’è un’Audi A6 parcheggiata in sosta vietata, tra via Verri e via Montenapoleone. Ha i finestrini oscurati. E sul parabrezza una paletta del ministero dell’Interno. È una «zona sensibile», la macchina è sospetta. Arrivano le moto della polizia che pattugliano la zona, agenti in divisa e in borghese. Scattano tutte le verifiche, finché, una ventina di minuti dopo, spunta il proprietario dell’auto: il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. «Mi dispiace— si scusa— è stata solo una leggerezza».

Tosi è sotto tutela, significa che ha la scorta, per quello nella sua auto c’è la paletta. Alla scena assistono decine di persone che passeggiano in centro. Il sindaco continua a scusarsi, poi al telefonino fa qualche chiamata sull’asse Milano-Verona-Roma. A quel punto la tensione si è già sciolta. Il centro di Milano è costantemente sotto controllo per il rischio terrorismo e rapine. Un contrassegno del Viminale (in questo caso prefettura di Verona) va controllato per accertarsi che sia vero. Per tutta la durata della discussione, l’uomo della scorta non si vede. E il sindaco si allontanerà poi da solo, al volante della sua auto. Un vigile aveva già scritto la multa, ma dopo gli accertamenti Tosi è stato «perdonato».

Tratto dal corriere della sera

28 ottobre 2008

27 settembre 2008

Guerra sulla bandiera della pace

Verona ai missionari: è di sinistra

La giunta Tosi vieta di esporla. I comboniani: nostro diritto utilizzarla. Padre Zanotelli: ora ci diano l'Arena

VERONA - Sul balcone di Giulietta non sventola la bandiera arcobaleno. La Carovana della pace domenica passerà per Verona in incognito. Una festicciola privata nel piazzale del Tempio Votivo, quasi a casa propria. «La nostra dignità non ha prezzo» dice don Giuseppe Pizzoli, direttore del Centro diocesano. Gente così, i missionari. Allergici alle imposizioni. Esattamente 100 giorni fa gli organizzatori locali della Carovana missionaria di pace avevano inoltrato richiesta per l'utilizzo di piazza Bra e di palazzo della Gran Guardia. Sembrava una formalità. Con calma, in data 17 settembre la Giunta comunale formalizzava il suo no. L'unico in Italia, visto che arrivava dopo gli scontati via libera di città non bolsceviche come Milano, Brescia, Reggio Calabria, Agrigento. Il dettaglio forse induceva un ripensamento. Peggio la toppa del buco, come dicono anche da queste parti. «A seguito di un riesame della pratica», l'assessore all'Edilizia Vittorio Di Dio era «lieto di comunicare» il parere favorevole alla concessione degli spazi richiesti. Con una postilla. «Quanto sopra, con il vincolo di omettere qualsivoglia riferimento partitico e di esporre unicamente bandiere istituzionali». Dopo una richiesta di chiarimento, l'assessore precisa che tra i riferimenti partitici da celare va compresa anche la bandiera della pace, «trasformata in questi anni nel simbolo dell'estrema sinistra».

I missionari rispondono a stretto giro di posta spiegando a Di Dio che si può tenere le sue piazze. «Noi teniamo molto alla nostra libertà e autonomia». Nella sua lettera, oltre a ricordare che la Caravana è una veneranda iniziativa di natura religiosa, don Pizzoli non dà completamente torto all'assessore. «Il fatto che questo simbolo — scrive — sia stato anche abusivamente assunto da una parte politica con quella che potrebbe essere considerata una appropriazione indebita, ci rammarica, ma non ci toglie il diritto di continuare ad usare la bandiera della pace come espressione propria del nostro movimento ecclesiale in favore della pace, dono di Dio per gli uomini e per tutti i popoli». Fino a qui il carteggio tra i missionari e l'assessore. Ma Verona non è un posto qualunque. È il laboratorio della comunione d'intenti tra i gruppi tradizionalisti cattolici, la Lega Nord e la destra radicale. Un esperimento politico che ha nel sindaco Flavio Tosi il demiurgo che ha sdoganato anche gli skinheads nominando capogruppo della sua lista l'ex cantante dei «Gesta bellica», gruppo di riferimento delle teste rasate. La settimana scorsa Gianluca Iannone, fondatore del centro sociale romano «Casa Pound», ha aperto la prima sede distaccata della sua creatura.

«Non potevamo farlo che qui — ha detto entusiasta —. Verona è la casa della destra». Un paio di assessori, presenti tra il pubblico, l'avrebbero fulminato. C'è un elevato grado di suscettibilità su certi temi, e non riguarda soltanto gli orgogliosi missionari. «Non ci siamo proprio capiti». Vittorio Di Dio ne fa una questione di dimensioni. I religiosi volevano appendere una bandiera arcobaleno di trenta metri sulla facciata della Gran Guardia. «Non abbiamo dato il permesso neanche ai manifesti della mostra sul Mantegna». Il Centro missionario diocesano allega in copia i documenti ufficiali per negare di aver mai chiesto di esporre stendardi oversize. L'assessore di An, tessera risalente al 1972, non rimpiange nulla. «Sono stato soltanto ingenuo. Li ho messi in condizione di fare i duri e puri sfruttando una polemica strumentale. Ma confermo il giudizio: quella bandiera è ridondante. Visto che abbiamo concesso gratuitamente l'uso della piazza, rivendico almeno il diritto di decidere cosa mettere o non mettere. E alle ultime elezioni mi pare di ricordare che la sinistra radicale si chiamava proprio arcobaleno, o no? Forse ho sottovalutato il fatto che noi di Verona siamo sempre sotto esame». Sarà per quello.

L'eccesso di zelo dell'assessore, così lo definiscono fonti vicine a Tosi, ha comunque rimesso l'amministrazione comunale in una luce ambigua. Un assist a porta vuota per l'opposizione. «Nel dicembre 2007 — ricorda Emanuele Ammaini, coordinatore cittadino del Pd — il sindaco e alcuni assessori marciarono alla testa di un corteo con simboli dell'estrema destra, evidentemente ritenuti meno minacciosi della bandiera della pace». Protestano il Pd, protestano gli studenti, protestano tutti. «Vogliono farla sembrare una questione di principio, ma giuro che non è così» si discolpa Di Dio. Tra i gruppi missionari che organizzano la carovana ci sono anche i Comboniani, movimento creato a metà dell'Ottocento dal veronese di adozione san Daniele Comboni. Padre Alex Zanotelli chiede a Tosi un gesto riparatore: «Perché non concedi l'Arena?». Non sarebbe una novità. Il fondatore dei Beati costruttori di pace, don Albino Bizzotto, si scioglie nel ricordo dell'anfiteatro pieno di fedeli. Accadde per sette anni di fila, dal 1986 al 1993. «I nostri appuntamenti all'Arena erano il momento ecumenico più bello, gioioso e condiviso che si poteva immaginare in quel periodo. E Verona, con la sua tradizione missionaria era davvero la cornice ideale». Altri tempi, pare.

Marco Imarisio
27 settembre 2008 (Tratto dal Corriere della Sera)

23 luglio 2008

Domenica è sempre domenica, anche per il Sindaco Tosi

Che strano. Domenica, domenica, e ancora domenica.
Ho notato che il
Sindaco di Verona, Flavio Tosi,
balza agli onori della cronaca nazionale
sempre
di domenica. Una casualità, una strategia mediatica,
o uno
zampino amico?

Vediamo la cronaca (da notare che i fatti cui si
riferiscono le notizie
sono sempre accaduti giorni
o addirittura mesi prima, ma le agenzie di
stampa
le divulgano la domenica pomeriggio d´estate, in
tempo per il
tiggì della sera).

Verona, Domenica 29 luglio 2007, i tiggì nazionali
diramano la notizia del bambino di 4 anni multato
perché stava mangiando un panino sui gradini del
Municipio in Piazza Brà (il fatto è accaduto il giorno
prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 26 agosto 2007, passa la notizia
che una turista inglese viene multata perché si era
messa in bikini a prendere il sole in piazza
Indipendenza (l´episodio è avvenuto il giovedì
precedente). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 22 giugno 2008, è la volta che
tutta Italia viene a sapere che un giovane ciclista
viene multato perché guidava utilizzando nel contempo
il telefono cellulare (imprecisato il giorno
dell´accaduto). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 29 giugno 2008, il telegiornale della
sera dà spazio alla notizia (falsa) che la Corte di
Cassazione avrebbe assolto Tosi dall´accusa di razzismo
(la sentenza era stata depositata il 28 marzo precedente,
e il Sindaco rinviato ad un nuovo processo d´appello
fissato per ottobre 2008). Spazio alle dichiarazioni
di Tosi.
Verona, Domenica 13 luglio 2008, il servizio pubblico
della Rai si occupa della multa data ad un rumeno che
fumava in un giardino comunale frequentato da bambini
(la multa era stata comminata il 26 giugno, diciassette
giorni prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.

Tra tutte le ipotesi possibili, quella della casualità
mi pare la più
improbabile; più facile pensare ad un
giornalista amico di Tosi, con
scarsa coscienza
professionale ma ben inserito in qualche agenzia di

stampa nazionale che divulga le notiziole gustose e
le amene
dichiarazioni del Sindaco proprio le domeniche
pomeriggio, d´estate,
quando altre notizie non ci sono
e si fatica a riempire gli spazi del
telegiornale: la
visibilità è garantita, magari proprio nei servizi di

"costume e società" tanto graditi dai telespettatori.

Il guadagno è doppio: soldi che entrano nelle casse
del Comune con le
multe, e notorietà politica nazionale
gratuita. Evviva la domenica.



Mao Valpiana
Verona


16 luglio 2008 (un banale mercoledì...)