7 settembre 2007

Il vero cambiamento!

di Enrico Giardini (L'ARENA)


L’avevano chiamato «Il vero cambiamento!». È il programma della coalizione di centrodestra — Lega Nord, Lista Tosi sindaco, Alleanza nazionale, Forza Italia, Udc — presentato in campagna elettorale dall’allora candidato e poi eletto sindaco Flavio Tosi, che l’ha ora sottoposto ai consiglieri comunali. Il documento con le linee programmatiche, con opere e i progetti da realizzare nel corso del mandato amministrativo, dovrà essere votato in Consiglio (la prima riunione post ferie dovrebbe essere giovedì), eventualmente emendato.
I punti cardine, si dice in premessa nel documento, sono «una strategia socio-economica che tuteli e aiuti in primis i veronesi; il coraggio delle scelte da operare per rilanciare la città; la passione per mettere in moto l’entusiasmo e la partecipazione; l’amore per Verona e per i suoi cittadini». Ma ecco i punti salienti del programma. Sulla sua attuazione i veronesi valuteranno se «Il vero cambiamento!» sarà avvenuto o meno.
FAMIGLIA. È il tema ritenuto centrale per l’amministrazione. La maggioranza di centrodestra s’impegna fra l’altro a istituire un contributo economico per i nuovi nati, cittadini italiani e con i genitori in possesso di adeguati presupposti di residenza sul territorio comunale. Altro punto, istituire un servizio Numero verde Sos Infanzia, per tutelare i minori, in particolare stranieri, sfruttati e costretti all’accattonaggio. Lo sportello della famiglia è un’altra iniziativa in cantiere, oltre a definire apposite convenzioni con cinema, pizzerie, teatri, parchi tematici per organizzare serate a cadenza settimanale economicamente accessibili.
CASA. L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane. Sul fronte casa, il principale impegno della giunta Tosi è però quello di diminuire l’aliquota dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa, per arrivare progressivamente a eliminarla. Il programma prevede fra l’altro un piano pluriennale di locazione a lungo termine, favorendo la partecipazione dei costruttori privati ai programmi di locazione a canone convenzionato.
SERVIZI SOCIALI. L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona.
Sul versante dei cittadini extracomunitari, la linea (espressa citando un articolo di Magdi Allam) è quella di far rispettare le regole in vigore nel nostro Paese e di promuovere anche una cultura dei doveri, oltre che dei diritti, controllando di centri di aggregazione, come laboratori di kebab e phone center (controlli già attuati, presente il sindaco stesso). Negozi che possono essere considerati a rischio e che, si dice nel programma di Tosi che punta su sicurezza e ordine pubblico, "creano quell’alone di negatività che poi reca danno in primis proprio a quegli extracomunitari regolari che hanno accettato un’integrazione".

La mia riflessione:

La giunta Tosi si é imposta una certa rotta e di certo la sta mantenendo. Per quanto sia contrario devo ammettere che per lo meno il nostro Flavietto è stato di parola e sta bene o male svolgendo tutto ciò che in campagna elettorale aveva dichiarato di voler fare.


Detto questo non si può lasciare passare delle decisioni e delle trovate che nulla hanno di democratico e libero (termine molto caro agli amici padani)!

Ad esempio:

"L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane."
"L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona. "

Questo, brevemente, significa discriminare! Perchè i cittadini Veronesi dovrebbero avere vantaggio su cittadini stranieri regolari (e cioè che LAVORANO per lo Stato Italiano o per privati Italiani)?? Perchè a parità di reddito, di figli, di condizione sociale dovrebbero avere precedenza cittadini veronesi non lo capisco, o meglio lo capisco, ma non lo digerisco! Ancora una volta si privilegia la FORTUNA di essere nati in un posto piuttosto che in un altro e si dimentica la tanto acclamata MERITOCRAZIA! Desolato, non condivido chi vuol far passare l'idea che Veronesi siano meglio di altri per principio!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la cosa che trovo scandalosa è che ogni qual volta si cambi pagina con una nuova giunta in comune...si defenestrino i dirigenti di amia agec e chi piu ne ha piu ne metta! queste diventano nomine puramente politiche quando invece le aziende dovrebbero essere estranee a qualsiasi "rivoluzione"e solo al servizio dei cittadini! a parte questo, io sostengo la tesi delle pari oppotunità e dei pari diritti per tutti "belli o brutti" ma d'altro canto ritengo che dare la precedenza ai residenti non sia una forma di discriminazione,sono loro che pagano le tasse da anni e che nel momento del bisogno devono essere tutelati dal comune di appartenenza!che poi serva una giusta regolamentezione che eviti abusi,favoritismi e discriminazioni non c'è dubbio!

Anonimo ha detto...

P.S. sinceramente mi ha deluso il vaffa day di grillo (nel nostro piccolo avevamo promosso la pubblicità sul blog!!) e le "prove di forza" che lo hanno seguito!presto proporrò una discussione!

Alain ha detto...

Sono d'accordo sul brutto vizio all'italiana di "piazzare" gli "amici degli amici.." in cariche più o meno importanti! Fa parte di una cultura che, ahimè, si dimostra priva di sani principi: la meritocrazia in primis!

Sull'argomento "tutela dei Veronesi" concordo quando dici che i cittadini vanno tutelati nel momento del bisogno, ci mancherebbe! Però attenzione! Mi cadi anche tu un pò nell'inganno. Mi hai parlato di residenti che pagano "da più tempo" le tasse e perciò in qualche modo favoriti o da favorire, secondo te, nella corsa alle case popolari o altri benefici/aiuti. Non sono propriamente d'accordo: a mio avviso dal momento in cui un cittadino prende nazionalità italiana o semplicemente lavora in Italia o ancor più banalmente nasce in Italia la sua condizione sociale deve partire dallo stesso identico punto rispetto a tutti gli altri. Non c'è, secondo me, motivo di preferenze. Ciò che permetterà a questa persona di avere benefici sono le sue condizioni economiche e appunto sociali, non il fatto che paga tasse da più tempo o perchè è veronese doc! C'è poi una piccola incongruenza nelle tue parole quando dici: "io sostengo la tesi delle pari oppotunità e dei pari diritti per tutti "belli o brutti" ma d'altro canto ritengo che dare la precedenza ai residenti non sia una forma di discriminazione [...]" --> mi lascia perplesso quel "residenti" perchè qui si sta parlando solo di residenti, stranieri o meno, ma pur sempre residenti.

Aspetto calorosamente il tuo contributo sul V-Day che, anticipo, a me è sembrato riuscire bene e non mi è assolutamente dispiaciuto!

Anonimo ha detto...

ma vaffff...... questo è il messaggio che salverà l'italia dalla rovina, dalla discriminazione e soppratutto da TOSI!!!!!!!!!!!
CHI NON MUORE SI RIVEDE DOTTOR ALAIN???
COME STà IL CARO COMPAGNO E FRATELLINO FRANK?????
vedo che si discute sugli alloggi familiari...
perchè non dai anche il tuo in favore alla povera gente e vai a guidare il gommone per portarne di quà ancora???
Tanto DEVONO avere tutti la stessa possibilità, perchè darla solo a quelli che sono quà???
ma fammi un piacere...

Anonimo ha detto...

ecco come la penso.... L’avevano chiamato «Il vero cambiamento!». È il programma della coalizione di centrodestra — Lega Nord, Lista Tosi sindaco, Alleanza nazionale, Forza Italia, Udc — presentato in campagna elettorale dall’allora candidato e poi eletto sindaco Flavio Tosi, che l’ha ora sottoposto ai consiglieri comunali. Il documento con le linee programmatiche, con opere e i progetti da realizzare nel corso del mandato amministrativo, dovrà essere votato in Consiglio (la prima riunione post ferie dovrebbe essere giovedì), eventualmente emendato.
I punti cardine, si dice in premessa nel documento, sono «una strategia socio-economica che tuteli e aiuti in primis i veronesi; il coraggio delle scelte da operare per rilanciare la città; la passione per mettere in moto l’entusiasmo e la partecipazione; l’amore per Verona e per i suoi cittadini». Ma ecco i punti salienti del programma. Sulla sua attuazione i veronesi valuteranno se «Il vero cambiamento!» sarà avvenuto o meno.
FAMIGLIA. È il tema ritenuto centrale per l’amministrazione. La maggioranza di centrodestra s’impegna fra l’altro a istituire un contributo economico per i nuovi nati, cittadini italiani e con i genitori in possesso di adeguati presupposti di residenza sul territorio comunale. Altro punto, istituire un servizio Numero verde Sos Infanzia, per tutelare i minori, in particolare stranieri, sfruttati e costretti all’accattonaggio. Lo sportello della famiglia è un’altra iniziativa in cantiere, oltre a definire apposite convenzioni con cinema, pizzerie, teatri, parchi tematici per organizzare serate a cadenza settimanale economicamente accessibili.
CASA. L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane. Sul fronte casa, il principale impegno della giunta Tosi è però quello di diminuire l’aliquota dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa, per arrivare progressivamente a eliminarla. Il programma prevede fra l’altro un piano pluriennale di locazione a lungo termine, favorendo la partecipazione dei costruttori privati ai programmi di locazione a canone convenzionato.
SERVIZI SOCIALI. L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona.
Sul versante dei cittadini extracomunitari, la linea (espressa citando un articolo di Magdi Allam) è quella di far rispettare le regole in vigore nel nostro Paese e di promuovere anche una cultura dei doveri, oltre che dei diritti, controllando di centri di aggregazione, come laboratori di kebab e phone center (controlli già attuati, presente il sindaco stesso). Negozi che possono essere considerati a rischio e che, si dice nel programma di Tosi che punta su sicurezza e ordine pubblico, "creano quell’alone di negatività che poi reca danno in primis proprio a quegli extracomunitari regolari che hanno accettato un’integrazione".

La mia riflessione:

La giunta Tosi si é imposta una certa rotta e di certo la sta mantenendo. Per quanto sia contrario devo ammettere che per lo meno il nostro Flavietto è stato di parola e sta bene o male svolgendo tutto ciò che in campagna elettorale aveva dichiarato di voler fare.

Detto questo non si può lasciare passare delle decisioni e delle trovate che nulla hanno di democratico e libero (termine molto caro agli amici padani)!

Ad esempio:

"L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane."
"L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona. "

Questo, brevemente, significa discriminare! Perchè i cittadini Veronesi dovrebbero avere vantaggio su cittadini stranieri regolari (e cioè che LAVORANO per lo Stato Italiano o per privati Italiani)?? Perchè a parità di reddito, di figli, di condizione sociale dovrebbero avere precedenza cittadini veronesi non lo capisco, o meglio lo capisco, ma non lo digerisco! Ancora una volta si privilegia la FORTUNA di essere nati in un posto piuttosto che in un altro e si dimentica la tanto acclamata MERITOCRAZIA! Desolato, non condivido chi vuol far passare l'idea che Veronesi siano meglio di altri per principio!

Pubblicato da Alain a 8:38 PM 3 commenti Link a questo post

20 agosto 2007
Ora a Verona c’è un problema in più

Oggi, con l’intervento di polizia e carabinieri, ma con l’assenza dei vigili urbani, il fatiscente fabbricato di via Perini è stato posto sotto sequestro preventivo ed il centro sociale "La Chimica" è stato sgomberato.
Si conclude, quindi, il lungo processo iniziato già sotto l’amministrazione Zanotto ed ampiamente annunciato nella campagna elettorale di Tosi.
La passata amministrazione non era riuscita a portare a termine il suo disegno anche perché non compatta al suo interno e la nuova ne ha fatto un segno distintivo della sua natura repressiva e marcatamente di destra..
E’ così risolto un problema della città?
Nemmeno per idea, anzi, a mio parere, oggi, Verona ha un problema in più.
Infatti nell’ex scuola materna di Borgo Santa Croce, da anni era avviata un’esperienza di aggregazione giovanile, autogestita e molto partecipata con la quale si può essere più o meno d’accordo, ma che credo sia sbagliato ignorare o, peggio, reprimere.
Se poi il problema stava nel fatto che lo stabile fosse occupato, tutti sanno che la questione era facilmente superabile perché era matura la possibilità di un accordo tra le parti per regolarizzare la situazione.
Adesso non c’è più nemmeno l’alibi dell’occupazione illegale di uno spazio pubblico ed è ancora più evidente l’assoluta insufficienza della politica comunale a favore dei giovani, della loro espressione ed aggregazione.
Ancora una volta un bisogno legittimo come quello avanzato dalle giovani generazioni viene negato e represso.
Non è la prima volta che il centro sociale cittadino deve ricominciare il suo cammino e mi auguro che, anche questa volta, riesca a farlo pur nella nuova situazione.
Alla città rimane il problema di come rispondere alle istanze giovanili e rendersi conto che le politiche repressive, come quelle della nuova amministrazione, sono solo palliativi e non risolvono i problemi, ma li incancreniscono e li accrescono.
Rifondazione Comunista è impegnata perché questa musica cambi e chiede, a quanti sono disponibili, di fare in modo che nasca, in città, un’opposizione anche sociale all’amministrazione Tosi che, in perfetta coerenza con la sua natura, colpisce gli effetti, ma non le cause dei problemi e sa essere forte con i deboli, ma debole con i forti.


Fiorenzo Fasoli
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

Pubblicato da Alain a 6:39 PM 12 commenti Link a questo post

16 agosto 2007
Sondaggio Numero 1

Eccoci qui.. ho aspettato un pó prima di pubblicare i risultati del primo sondaggio per aver un sufficiente numero di votanti.

I votanti sono : 26.

Il sondaggio chiedeva : Cosa ha permesso a Flavio Tosi di avere un cosi largo consenso alle amministrative?

Le percentuali dicono :

- il 42,31% afferma che la vittoria é stata merito dell'incompetenza di Zanotto, insomma volenti o nolenti Paolo Zanotto ha firmato la fine della sua carriera ricandidandosi.

- a pari merito il 15,38% dei votanti credono che da una parte la vittoria netta di Flavio Tosi é dovuta alla sua politica seria e "con le palle", dall'altra la stessa percentuale crede che la maggioranza della popolazione veronese sia xenofoba e razzista e ció avrebbe contribuito a realizzare il loro sogno di avere un sindaco-sceriffo.

- il 7,69% dice simpaticamente che il tutto é dovuto al detto: "...Veronesi tutti matti!". Sempre al 7,69% un'altra parte dei votanti pensa ad una vittoria piú sportiva che politica: "Tosi ha vinto parché l'é un butel della curva"

- ed infine, ancora a pari merito, abbiamo un voto per queste tre risposte : "Ha vinto per il crescente malumore di fronte ad una politica poco vicina cittadini", "perché é il veronese medio" e "perché l'é un brav butel!"

Commento personale:

Non c'é dubbio che i cittadini veronesi abbiano preso le distanze da Zanotto e gli abbiano preferito una persona di maggior carisma e di maggior "visibilitá". Gli slogan leghisti hanno evidentemente fatto effetto, e tirare in ballo, ogni volta questo fosse stato possibile, come radice di ogni male veronese/italiano la presenza "passiva" ( la disoccupazione o l'occupazione.. ) o "troppo attiva"( atti di delinquenza ) di stranieri provenienti da qualunque nazione, purché "inferiore" alla nostra, ha convinto tutti a dare una spinta estremista e reazionaria ( ..certo non uso il termine "rivoluzionaria".. ) alla politica della cittá scaligera. Le accuse di razzismo e xenofobia non sono bastate ad evitare la sua presa di potere e questo mi porta innanzi a due possibili spiegazioni : i veronesi hanno sentito e sentono tutt'ora una paura del diverso sopra la media italiana e l'ideologia padana non ha fatto altro che incrementare questa avversione per il prossimo, d'altra parte l'organizzazione, l'efficienza ed i fondi vicini alle realtá politico-sociali dinnanzi all'emigrazione forse non sono state all'altezza delle aspettative veronesi. Forse esse non sono riuscite a cambiare un pensiero comune radicato, fin troppo, nelle terre padane. Una piccola percentuale di votanti parla della vittoria di Tosi come di un successo sportivo ed umano, ma tra questi preferisco chi vota una persona per motivi umani...non strettamente sportivi.

Buon dibattito

Pubblicato da Alain a 4:44 PM 5 commenti Link a questo post

14 agosto 2007
La Ue: «L'Italia applichi le leggi sui Rom»


Replica a Prodi che aveva lamentato carenze legislative:
«Per l'integrazione delle minoranze etniche le regole ci sono»




Un gruppo di rom (Emmevi)
Un gruppo di rom (Emmevi)
BRUXELLES - Dopo il rogo di Livorno nel quale sono morti quattro bambini Rom, si è aperta una frattura tra la Ue e Romano Prodi, che domenica aveva sottolineato come quello dei Rom fosse un problema politico complesso che l'Europa non aveva ancora risolto. «Per l'integrazione dei Rom e delle altre minoranze etniche in Europa si è fatto molto e ci sono regole molto chiare. Sta agli Stati membri, compresa l'Italia, rispettarle e attuarle in pieno» ha replicato la Commissione Ue al premier italiano.



PROCEDURA DI INFRAZIONE - La portavoce del commissario Ue agli affari sociali, Vladimir Spidla, ha quindi ricordato come «contro l'Italia sia già da tempo aperta una procedura di infrazione proprio per non aver ancora recepito la direttiva europea contro le discriminazioni basate sulla razza e sull'etnia». Bruxelles invita quindi «a a fare di più e al più presto, soprattutto sul fronte della integrazione dei Rom nel nel mercato del lavoro». Il governo italiano - spiegano gli uffici del commissario Ue - ha tempo fino al prossimo 27 agosto per rispondere a Bruxelles sulla procedura di infrazione. A ricevere una lettera formale dalla Commissione Ue, lo scorso 27 giugno, sono stati 14 Paesi: oltre all'Italia, anche Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia.


INADEMPIENZE - A tutti Bruxelles contesta di non aver adeguato la propria legislazione sulla minoranze etniche alle norme comunitarie. Quelle della direttiva "Razza e origine etnica", che l'Ue ha varato nel 2000 e che tutti gli Stati ammoniti non hanno ancora adeguatamente trasposto nel proprio ordinamento. La lista delle inadempienze denunciate dalla Commissione Ue è lunga. Negli Stati messi in mora da Bruxelles non sarebbero infatti garantiti a sufficienza - per minoranze come i Rom o i Sinti - l'integrazione nel mercato del lavoro, la formazione professionale, un'adeguata protezione sociale, l'istruzione. E anche l'accesso ai beni e ai servizi pubblici, compresi gli alloggi. All'Italia, poi, vengono contestati tre punti in particolare: la mancanza di condivisione dell'onere della prova, una limitata protezione contro gli abusi e le ritorsioni, una definizione sbagliata nella legge di molestie razziali.


LA REPLICA DI AMATO - Il ministro dell'Interno, attraverso un comunicato, ha reso noto che «la direttiva comunitaria n. 43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali promossa dalla Presidenza Prodi è stata attuata dall'Italia con decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003. Tale decreto del 2003 è stato ritenuto non soddisfacente rispetto a tre aspetti specifici della direttiva e per questo è stato oggetto dei rilievi sollevati in sede Ue. Si tratta di aspetti che vanno corretti e che, tuttavia, non riguardano la specifica questione dei Rom. In relazione ai Rom - prosegue il comunicato - è vero che l'Italia non ha riconosciuto loro i diritti delle minoranze, che la nostra legge conferisce alle sole minoranze linguistico-territoriali. D’intesa con la Presidenza del Consiglio, al Viminale è in corso da mesi il lavoro preparatorio, al quale stanno partecipando anche le associazioni che rappresentano gli stessi rom, per una conferenza prevista per il prossimo mese di ottobre in vista delle necessarie e giuste iniziative legislative. Una conferenza che servirà anche per cominciare a rimuovere i pregiudizi verso i rom e la generalizzata diffidenza nei loro confronti che hanno indotto sino ad ora ad ignorare il problema».


FERRERO: «SERVONO RISORSE» - Sulla questione interviene nel frattempo anche il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero: «Al di là delle polemiche strumentali, è del tutto evidente che per affrontare efficacemente la vicenda Rom servono maggiori risorse economiche, anche nazionali, da destinare alle politiche sociali e di integrazione». «La situazione italiana è particolarmente grave - continua Ferrero - perché il governo Berlusconi negli anni scorsi non ha fatto nulla; sia perché a livello comunale accanto ad esperienze splendide, ve ne sono altre indegne di un paese civile».


Tratto dal Corriere della Sera... 14 agosto 2007

Pubblicato da Alain a 10:27 AM 0 commenti Link a questo post

7 agosto 2007
Comunicato stampa

La “veronesità”, ovvero il partito del sindaco Tosi e di mons. Zenti

Occorre prendere atto che, in città, il partito dei sostenitori della cosiddetta “veronesità” è in continua espansione ed ormai annovera, tra i propri aderenti, anche personalità di spicco come il sindaco ed il vescovo.

Ma se il primo, da anni, ha costruito proprio su questa questione la propria battaglia politica, il secondo, appena arrivato, l’ha assunta come base di partenza per il suo lavoro.

Infatti, in un intervento sul quotidiano cittadino di qualche giorno fa, mons. Zenti, dopo aver esaltato, perfino con forme poetiche e liriche, lo spirito dei veronesi, arriva a dire che “insieme siamo una potenza”. Peccato però che si dimentichi di indicare contro chi, o a favore di cosa, questa potenza, seppur oggi ancora potenziale, dovrebbe essere impiegata dal momento che, oggettivamente, la giusta battaglia contro l’individualismo ed il corporativismo non può certo assorbirne tutta la capacità d’urto.

Ed allora cos’altro ci sta dietro alle affermazioni del vescovo?

A mio modo di vedere, nel suo argomentare, purtroppo, traspaiono espliciti riferimenti alla società identitaria che, di sicuro divide più di quanto non unisca.

Infatti tutti coloro, vecchi e nuovi, che non sono veronesi “de soca” come ama definirsi il vescovo, come si sentono in una realtà che esalta in maniera così esplicita ciò che a loro non appartiene?

Certo, a nessuno è chiesto di rinnegare la propria identità, ma credo sia perfino pericoloso innalzarne una a modello, inevitabilmente, a scapito delle altre.

Credo che il modo migliore di porsi in una realtà complessa e diversificata come ormai è anche Verona, sia certo quello di presentarsi con il proprio essere, senza infingimenti, ma con lo spirito di incontrare e conoscere chi ha diversi valori ed esperienze da portare, ma identici diritti da affermare.

Penso sia limitante e perfino sbagliato fermarsi ad esaltare il proprio modo di essere perché, in questa maniera, anziché incontrare si finisce per respingere l’altro, il diverso, il portatore di cultura ed esperienze differenti da quelle qui affermate.

Insomma, oggi a Verona c’è più bisogno di identità o di solidarietà, di chiusura o di apertura?

Per me la risposta è chiara ed anzi vorrei che la sensibilità solidaristica, come è chiamata da mons. Zenti, fosse dispiegata ogni volta che c’è un bisogno insoddisfatto e non solo nelle calamità come si può leggere nel suo testo.

Se poi si vuole effettivamente uscire dal provincialismo, allora è indispensabile modificare proprio quel modo di essere che sarà pure speciale, ma di sicuro è anche la madre dell’universalmente riconosciuto provincialismo veronese.

Insomma, secondo me, Verona ed i suoi abitanti sono chiamati, assieme, a costruire il proprio futuro che sarà più roseo e certo, tanto più questa città diventerà terra di incontro, di accoglienza, di reciproco riconoscimento, con una vera unità tra diversi piuttosto che una “turris eburnea” di intoccabile veronesità.

Fiorenzo Fasoli
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista

Verona, 28/07/2007



Concordo pienamente con le parole di Fiorenzo. L'esaltazione di una identitá la maggior parte delle volte significa il disprezzo e l'emarginazione delle altre. Estremizzando atteggiamenti di questo tipo non mi é difficile intravedere mostruositá accadute nella Storia ( e non si parla di molti molti anni fa... ): vedete Rwanda ( Hutu - Tutsi ), Armenia ( Turchi - Armeni ), Germania ( non c'é bisogno che ricordi chi... ). Le tradizioni non vengono calpestate se si guarda alla novitá, allo straniero come una fonte di arricchimento personale e collettivo. La solidarietá, l'apertura sono valori indispensabili al giorno d'oggi! Saranno questi i valori che ci permetteranno di trovare la via della pace e della fratellanza. Di certo sindaci sceriffi e monsignori attenti alla "veronesitá" non danno l'idea di una grande apertura...forse é un bene? forse un male?

Opto per la seconda...

Pubblicato da Alain a 11:30 PM 6 commenti Link a questo post

23 luglio 2007
Provocazione Irricevibile

Credo che questa follia fascista meriti una risposta forte: una manifestazione nazionale a Verona, a settembre, promossa da tutta l'Unione o da chi ci sta, con la presenza di leader di partito e delle associazioni partigiane.

Il limite è abbondantemente superato e sottovalutare l'episodio significa non capire che non si tratta di una provocazione, ma di un disegno politico preciso che mira alla diffusione di una cultura autoritaria e antilibertaria, intollerante e razzista per soppiantare i valori della Costituzione e della Resistenza.
Paolo Andreoli


Dichiarazioni della Senatrice veronese del PRCTiziana Valpiana, componente del Direttivo dell'Istituto Veronese per la Storia della Resistenza


Il Consiglio Comunale di Verona ha nominato i 3 rappresentanti di diritto (2 di maggioranza, 1 di minoranza) nell'Assemblea dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza.
Sono stati eletti: con 28 voti (quello che lui ha definito 'un plebiscito') Andrea Miglioranzi, esponente del MSI-Fiamma Tricolore, capogruppo della Lista del Sindaco Tosi, con 20 Lucia Cametti di AN (nota alle cronache locali anche per usare una maglietta con la scritta " Dio, Patria, Famiglia. Onore").
Con 11 voti è stato poi eletto per l'opposizione Graziano Perini dei Comunisti Italiani.

Non ci sono commenti a una provocazione così!
Miglioranzi (noto anche per appartenere al gruppo musicale nazista Gesta Bellica), davanti ai giudici che lo hanno condannato ai sensi della legge Mancino (la stessa per cui è indagato e condannato in 2 gradi di giudizio il neo sindaco che i veronesi hanno eletto con il 61% dei voti) a 3 mesi di carcere per propaganda di idee razziste, si è autodefinito, con vanto,"fascista e razzista" .

Il Consiglio comunale ha voluto sfidare con questa scelta sciocca e irridente una Città Medaglia d'oro per la Resistenza.
Tutti i democratici, che non dimenticano la Storia, e non dimenticano chi ha sacrificato la propria vita per sconfiggere il fascismo, sapranno rispondere impedendo che un simile affronto si compia. A livello Nazionale saprà dimostrarsi l'assoluta contrarietà di tutte le associazioni partigiane, democratiche e dei partiti contro una provocazione irricevibile che più che insultante è chiarificatrice del livello di abiezione della maggioranza che governa ora la città di Verona".

Pubblicato da Alain a 7:08 PM 12 commenti Link a questo post

13 luglio 2007
La città dello Sceriffo

Eccoci di nuovo a confrontarci, a fare il punto della situazione sull’amministrazione del comune di Verona.
Ancora un po’ di tempo è trascorso ed ha permesso alla neo-sindaco e alla sua giunta di iniziare a delineare concretamente la politica per Verona: analizziamo dunque i prima provvedimenti.
A scanso di fraintendimenti o critiche circa l’obiettività dei fatti, necessaria in quanto base fissa e certa ovvero punto di partenza comune per un positivo confronto, vi fornisco il testo integrale dell’ufficio stampa del comune.
Sono notizie neutre, o presunte tali, si auspica dunque che almeno il testo di queste non venga strumentalizzato o peggio ancora considerato come insignificante (perché tale sarebbe dunque la politica che li ha prodotti).

Depositato dal Sindaco Tosi l'atto di denuncia contro La Chimica 29/06/2007
Il sindaco Flavio Tosi ha depositato alla Procura della Repubblica del Tribunale di Verona l’atto di denuncia nei confronti del centro sociale La Chimica, per l’occupazione abusiva dell’ex scuola materna di via Perini nel quartiere di Borgo Santa Croce. “Lo stabile tutt’ora occupato –è scritto nel documento- risulta destinato a centro di aggregazione sociale per gli abitanti del quartiere, così come previsto dalla delibera di giunta comunale del 30 novembre 2005, che ha approvato il relativo progetto. Risulta pertanto necessaria e urgente la reimmissione dell’immobile nel legittimo possesso da parte dell’amministrazione comunale per l’avvio dei lavori, che prevedono la demolizione dell’ex scuola e la realizzazione di una nuova palazzina da destinare al nuovo centro di aggregazione del quartiere”. Il sindaco denuncia anche “l’esercizio di attività commerciali abusive nell’area occupata, divulgate dagli organi di stampa come ad esempio la manifestazione Critical Wine, organizzata dal centro sociale in concomitanza con il Vinitaly”.

La legalità è un principio cardine non solo del nostro ordinamento ma anche del vivere comune.
Il rispetto delle regole è il presupposto di ogni sociètà e non si può certo accettare il carattere cedevole di esse alle esigenze del singolo.
L’occupazione abusiva di un edificio pubblico costituisce una violazione della legge e in quanto tale far sorgere inevitabilmente delle responsabilità per l’illecito.
A questo proposito il sindaco Tosi ha utilizzato la forma della denuncia contro ignoti per innescare i procedimenti giudiziari.
Tutto ciò è lecito ma il dovere del sindaco, come di ogni amministratore o nel suo piccolo anche ogni capo-famiglia, non è trovare una soluzione bensì la soluzione migliore.
Lo spinoso problema è stato affrontato politicamente nel modo peggiore possibile.
Con questo atto il sindaco non ha operato da politico bensì da padrone del pubblico che chiede tutela per la sua proprietà violata. L’aspetto più riprovevole non è tuttavia questo.
Il centro sociale La Chimica è storicamente schierato a sinistra e questo sgombero rientra chiaramente in un’ottica vendicativa. Certo, era nel programma di Tosi sin dall’inizio, infatti è un atto che porta ad aggravare la frattura di quelle frange estreme della gioventù veronese che , ahimè e ahiloro, non perdono occasione di provocarsi e scontrarsi anche violentemente dando vita a risse.
Non voglio entrare nel merito di questi atti di cronaca e mi limito a denunciare l’idiozia di coloro che affrontano con le mani i temi della politica, convertendo, con approccio violento da hooligans, la dialettica in muro contro muro ideologico.
Mi pare però inevitabile qualificare, alla luce di questa realtà, come irresponsabile qualsiasi atto che provochi ulteriore tensione. Non sostengo che Tosi avrebbe dovuto ignorare il problema, come colpevolmente ha fatto l’amministrazione Zanotto, bensì affrontarlo in diversa maniera.
Come?Ad esempio anche solo convocare i responsabili del centro sociale sarebbe stato un atto di civiltà politica dovuto. Per quanto situato abusivamente in quell’edificio, il centro sociale è una realtà del comune di verona a cui fanno capo decine di persone che sono a tutti gli effetti cittadini come gli altri. Troppo comodo liquidare la questione così! Forse si è ritenuto (colpevolmente) uno sforzo vano , ma siamo certi che i modi adoperati non siano da giustificare dalla connotazione politica della controparte. Sicuramente non c’era il timore di perdere voti.

Anonimo ha detto...

mi sembra che tiriamo un pò indietro...
questo blog stà decadendo

adesso non si può neanche leggere 4 cavolate...

Anonimo ha detto...

uhahaha! ieri sera è stato prorpio bello prendere sonno guardando il vostro (!!!) sindaco a porta a porta!!

Anonimo ha detto...

davvero??? Bè se è un bell'uomo non ci puoi far niente... MA SITO QULATON??? senza offesa altrimenti non me lo pubblicate....
per il caro alain, forse era meglio lasciare la chimica aperta che magari con tutto l'amianto che c'era sopra il tetto vi beccavate il cancro...ciao a tì e a to fradel....el franketto....

Anonimo ha detto...

Ovviamente sono d'accordo col pensiero Tosi in base all'assegnamento delle case popolari, prima la precedenza AI CITTADINI poi a quelli col permesso di soggiorno, a casa invece quelli senza! Un cittadino, da che mondo e mondo, deve avere la precedenza su chi non lo è. Nel caso dell'immigrato col permesso di soggiorno, qual'ora diventasse cittadino potrà avere anche lui diritto ai privilegi riservati ai cittadini.. Non vedo nulla di strano

Alain ha detto...

Ciao Pasqui. Mi fa piacere che tu sia tornato a commentare il blog!

Allora, sulla questione case popolari io la vedo cosí. Lasciando perdere per ora chi non ha il permesso di soggiorno (visto che non é la categoria presa in questione), vorrei puntare l'attenzione su questa nota frase: "L'Italia é una repubblica democratica fondata sul lavoro..." (art. 1 della Costituzione). Io la interpreto cosi: se un qualunque residente in Italia (cittadino italiano o con permesso di soggiorno se straniero) lavora, contribuendo alla crescita economica del paese, allora egli ha diritto democraticamente all'offerta (diritti-doveri) della Repubblica Italiana. Indi per cui due persone, una veronese di nascita e una non, per me ed agli occhi dello Stato dovrebbero essere percepite allo stesso modo!

Non vedo nulla di strano. ;-p