29 agosto 2009

L'amore alla "veronese"...altro che Romeo e Giulietta

"Giulietta Che contentezza potresti avere da me stanotte?
Romeo Lo scambio dei nostri voti di fedele amore.
Giulietta Ti ho dato il mio prima che tu me lo chiedessi, e vorrei che ancora fosse da dare.
Romeo Te lo vorresti riprendere? Per quale motivo, amore?
Giulietta Per dartelo ancora, e a piene mani. Io desidero solo quello che ho: una generosità sconfinata come il mare è la mia; e profondo più del mare è il mio amore. Più do a te, e più ho io, perché sono inesauribili la mia generosità e il mio amore."

William Shakespeare - Romeo e Giulietta – atto II, scena II.

Verona città dell'amore....clandestino.

Le norme del "decreto sicurezza", in vigore dall'8 agosto 2009, sono state applicate senza indugio e con un probabile pizzico di soddisfazione dal sindaco leghista Flavio Tosi.

Dopo l'abominevole reato di clandestinità ora, dall'entrata in vigore del decreto, si può rendere clandestino (e quindi illegale) pure un matrimonio, un po' come se l'amore avesse una nazionalità o necessitasse un permesso di soggiorno per esistere.

E così "su 22 matrimoni civili che avrebbero dovuto essere celebrati a Palazzo Barbieri da sabato scorso, giorno in cui sono entrate in vigore le norme del cosiddetto pacchetto sicurezza, la metà sono saltati." (tratto dall'Arena).

L'intento "ufficiale" della maggioranza è quello di evitare le "unioni di comodo", ossia quei matrimoni celebrati soltanto per una questioni d'interesse, sia esso economico che semplice mezzo per ottenere la cittadinanza italiana. Certo, ci saranno anche le unioni di comodo, ma non mi sembra questo il modo di risolvere la questione: vietare tutti questi matrimoni è rovinare le nozze a tanti (probabilmente la grande maggioranza) semplici innamorati.

Il sindaco veronese, ospite a "Unomattina", commenta le prime conseguenze così: "Finora quasi la metà dei matrimoni tra stranieri o tra italiani e stranieri sono saltati. Se siano nozze di convenienza non so, sicuramente molte sono d'amore, ma portare a termine un atto di stato civile con una persona clandestina era una stortura tutta italiana". Qui addirittura non importa se sono davvero matrimoni di comodo, l'importante è che i clandestini non possano sposarsi, tanto per tornare a quel capolavoro del reato di clandestinità. Durante la stessa trasmissione la risposta di un giornalista di Famiglia Cristiana (non sto quindi nemmeno parlando di un giornalista de "La Repubblica" o de "L'Unità" o ancora del Manifesto) rovina un po' la festa a Tosi bociando su tutta la linea "i provvedimenti strumentali di chiaro sapore politico che non risolveranno il problema delle nozze truffaldine, e che saranno spazzati via dalla Consulta. Ma intanto avranno consentito alla Lega di raccogliere il consenso per portare Tosi alla presidenza della Regione Veneto."

Approfondimenti:

da l'Arena, da "La Repubblica" 1, da "La Repubblica" 2, da "La Repubblica" 3, da "La Repubblica" 4,

Classifica delle università italiane

Ma veniamo alla tematica odierna: la ormai famosa classifica "meritocratica" delle università italiane.

E' di qualche giorno fà la notizia che da quest'anno agli atenei cosiddetti "virtuosi" andrà un finanziamento più consistente, mentre quelli spendaccioni e inefficienti dovranno accontentarsi di meno risorse: Trento è al primo posto, Verona al 26esimo, Macerata all'ultimo.
La classifica viene stabilita sulla qualità della ricerca e quella della didattica, all'interno delle quali fattori come "i rapporti con l'estero" o le strutture non sono certamente esclusi dalla valutazione.
Tra i 27 bocciati che avranno meno fondi ci sono soltanto tre atenei del Nord, mentre tra gli atenei promossi solo 2 sono del Sud.
Poche ciance, qui si sta cercando di tracciare un'ulteriore confine tra settentrione e meridione. L'ingenua (o furba) Gelmini forse confonde "meritocrazia" con "discriminazione". Non ritengo questo, il togliere fondi alle università che ne hanno maggiormente bisogno, il metodo migliore per far crescere le università del Sud. L'intento è chiaro (e peraltro nemmeno tanto nascosto): orientare gli atenei meritevoli verso l'eccellenza e togliere le speranze di una vita migliore a quelli al momento un passo indietro.

Il governo, che rappresenta lo Stato, non può essere fautore di una politica di ulteriore divisione del paese. Il governo deve garantire l'uguaglianza tra i cittadini, l'uguaglianza tra gli atenei, l'uguaglianza tra l'istruzione che viene impartita a Nord e quella che viene data a Sud. Ringrazieranno tutti quelli che saranno costretti a migrare a Nord per trovare un'università che possa garantire loro un'istruzione migliore, ma soprattutto quelli che per condizione sociale tutt'altro che benestante si dovranno accontentare di atenei resi mediocri dall'attuale governo.

Ultima nota riguardante le bugie o le omissioni del Ministro dell'Istruzione Gelmini. Ricorderete tutti le parole del ministro in merito alle bocciature scolastiche aumentate rispetto agli anni passati. Bene, vi consiglio di leggere il seguente articolo.

Cosa ne pensate? La Gelmini sta facendo un buon lavoro?

17 luglio 2009

Commemorazione per l'assalto alle carceri degli Scalzi

Oggi, 17 luglio 2009, si commemorava il 65° anniversario dell'assalto al carcere degli Scalzi che fu organizzato dal GAP per liberare il dirigente antifascista Giovanni Roveda.

Dopo l'arrivo del sindaco Flavio Tosi, ultimamente condannato per razzismo,


è partita la contestazione da parte di un gruppo di presenti (tra cui il segretario prov.le di Rifondazione Comunista Fiorenzo Fasoli e l'ex onorevole di Rifondazione Comunista Tiziana Valpiana). Come si legge su un comunicato di Rifondazione Comunista si contesta il fatto che una persona che è stata condannata per razzismo, che ha sfilato con un corteo di neo-fascisti (manifestazione di fiamma tricolore) e che ha scelto nella sua giunta proprio uno di questi ultimi (Andrea Miglioranzi, che poi ha dato le dimissioni) possa partecipare attivamente ad una manifestazione antifascista e partigiana; ed anzi dovrebbe dimettersi dalla sua carica come farebbe un qualunque politico condannato, cittadino di uno dei cosiddetti paesi "occidentali" (noi invece preferiamo chiudere un occhio).

Come da programma, anche se un po' frettolosamente a causa del maltempo, si è proceduto in un primo luogo con la deposizione della corona sul monumento di Don Chiot e successivamente con l'intervento del coro A.N.A. di San Zeno. L'esibizione del coro è però stata interrotta dalla tempesta e i presenti sono stati costretti a spostarsi all'interno dove è proseguita la cerimonia. Dopo vari interventi è arrivato poi quello dell'attuale sindaco veronese Tosi. Dopo pochi secondi, però, la protesta si è riaccesa ed ha impedito il sindaco di farsi comprendere dal pubblico e lo ha costretto finalmente a lasciare la parola ad altri.

Una nota interessante: prima dell'ultima esibizione da parte del coro degli Alpini i contestatori (me compreso) hanno cantato un sentitissimo "Bella ciao". In effetti, mi viene difficile pensare di commemorare dei partigiani caduti per l'antifascismo senza l'accompagnamento di questa storica canzone.


"Lo sterminio nazista di 500.000 zingari è cominciato così..."

E' così che è nato l'odio verso il diverso, è così che la gente ha iniziato a tollerare atti di violenza contro "lo straniero" ed a commetterne addirittura altri di propria mano.
E' così che si rischia di far spaventosamente ripetere la storia.

Fratellipolemici non ci sta! Anche e soprattutto perché ci sentiamo in dovere di rispettare i caduti partigiani che si sono battuti per la libertà dai regimi e per l'uguaglianza tra le persone.


E voi? Ci state?

PS: un video registrato dai fratellipolemici sulla commemorazione di oggi verrà pubblicato lunedì 20 luglio sul blog www.fratellipolemici.blogspot.com

15 luglio 2009

Venerdi 17 luglio alle ore 17.45 in Via Scalzi

"La condanna definitiva per propaganda razzista, inflitta al sindaco Flavio Tosi e ad altri cinque leghisti, tra cui un assessore comunale (Enrico Corsi), riguarda una campagna contro gli zingari, scatenata dal Carroccio nel 2001. Il sindaco e i suoi colleghi di partito, passati attraverso tutti i gradi di giudizio (addirittura due volte in appello e due in Cassazione), sono stati irrevocabilmente riconosciuti colpevoli e costretti a pagare i risarcimenti alle parti civili, alcuni componenti della comunità sinta veronese e l'Opera Nomadi, e le spese agli avvocati.

Nonostante la minimizzazione, quando non l'arroganza, che i vari esponenti politici della maggioranza di governo (in Comune, Provincia e Regione) hanno usato per sostenere il loro collega e/o alleato, il comportamento e le affermazioni (prima) e la condanna di Tosi e soci (ora) restano un fatto gravissimo. Inutile ripetere che in Paesi più civili, o forse con una più lunga pratica di democrazia, una sentenza di questo tipo avrebbe significato le immediate dimissioni da qualsiasi incarico politico dei condannati. Berlusconi docet e quindi anche il sindaco e i suoi colleghi resteranno in sella.
Tuttavia, in una giornata come quella del 17 luglio, 65° anniversario dell'assalto al carcere degli Scalzi, organizzato dai GAP per liberare il dirigente antifascista Giovanni Roveda, il sindaco Tosi non dovrebbe esserci. Anzi, non dovrebbe esserci nessuno a rappresentare il Comune di Verona, retto da un sindaco razzista, amico e sodale di neofascisti e neonazisti – basti ricordare che il capogruppo della sua lista in Consiglio comunale è l'ex skinhead Andrea Miglioranzi, di Fiamma Tricolore, che Tosi stesso partecipò nel 2007 al corteo organizzato dalla destra radicale, che l'ufficio della Lega in municipio è abitualmente frequentato da Maurizio Ruggiero, leader degli integralisti cattolici, che fu tra gli organizzatori della “cresima”, a cui avrebbe dovuto partecipare Juan Rodolfo Laise, vescovo amico dei torturatori argentini.

La giornata del 17 luglio ha sempre costituito un appuntamento per gli antifascisti veronesi. Non solo per le associazioni d'arma, per quelle dei partigiani e degli ex deportati o per i vari esponenti politici più o meno schierati ma per tutti coloro a cui la Memoria sta veramente a cuore.
Ecco perché, in una città che ormai “blinda” sia la Giornata della Memoria, con gli antifascisti costretti a restare fuori dalle manifestazioni ufficiali o fatti entrare tramite mediazioni quasi personali, che la Festa della liberazione del 25 aprile, divenuta anch'essa oggetto di repressione, con un'amministrazione che divide in due le panchine, multa i ragazzi che suonano in piazza, semina divieti ovunque ma viene condannata, nella persona del suo primo cittadino, per razzismo

Noi, antifascisti e antifasciste veronesi, diciamo No alla presenza del sindaco e/o dei suoi rappresentanti alla cerimonia di commemorazione dell'assalto al carcere degli Scalzi, in cui alcuni partigiani morirono per i valori che oggi il sindaco e i suoi amici/alleati rinnegano.

Appuntamento Venerdi 17 luglio alle ore 17.45 in Via Scalzi, dove si svolgerà la commemorazione che ricorda l'assalto al carceri degli Scalzi tutte e tutti sono invitate e invitati a partecipare.

Antifascisti e antifasciste veronesi"

Da Inforifo

14 luglio 2009

OGGI SCIOPERO


Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.

11 luglio 2009

Confermata condanna a Flavio Tosi


Riporto di seguito l'articolo comparso oggi sul sito de "L'Arena", quotidiano di Verona:

"
Verona. A più di otto anni dai fatti, è arrivata per il sindaco Flavio Tosi la condanna definitiva a due mesi di carcere per propaganda di idee razziste contro
gli zingari. Non c'è più alcun appiglio giuridico neanche per gli altri cinque leghisti finiti sotto processo nel 2004: l'onorevole Matteo Bragantini, il vice presidente della Provincia Luca Coletto, il consigliere comunale e sorella del sindaco Barbara Tosi, l'assessore comunale Enrico Corsi e l'iscritto Maurizio Filippi da ieri hanno sul groppone una condanna definitiva per lo stesso reato del primo cittadino. In realtà, gli imputati non dovranno scontare neanche un giorno di carcere perchè la pena è stata sospesa così come la pena accessoria che prevedeva l'interdizione a partecipare a campagne elettorali per tre anni.
Sono soddisfatte le parti civili, i sette sinti e l'Opera nazionali dei nomadi, assistiti dal professore Lorenzo Picotti e gli avvocati Federica Panizzo, Paola Malavolta ed Enrico Varali. Già nell'agosto di 2 anni fa, le parti offese avevano incassato un risarcimento danni di 50mila euro, pagati dagli esponenti del Carroccio. Alla luce di questa sentenza, non dovranno restituire neanche un euro a Tosi e agli altri imputati.
Di più: tutti gli esponenti del Carroccio dovranno pagare le spese legali dei difensori di parte civile. Ora bisognerà attendere alcune settimane per conoscere le motivazioni della sentenza della corte di Cassazione che ha confermato la condanna già inflitta da tre diversi organi giudicanti: prima il tribunale di Verona nel dicembre 2004 per incitamento e propaganda di idee razziste, poi la corte d'appello di Venezia in due diverse sentenze. La prima fu decisa il 30 gennaio 2007 ma fu poi annullata con rinvio dalla Cassazione il 13 dicembre di quello stesso anno.
Il 20 ottobre del 2008, però, sempre i giudici di secondo grado confermarono la condanna a due mesi solo per propaganda di idee razziste. Contro questa decisione i difensori di Tosi e degli altri 5 imputati, gli avvocati Paolo Tebaldi e Giovanni Maccagnani e il professore Piero Longo di Padova, presentarono ricorso in Cassazione. E la Corte di ultima istanza, ha deciso ieri sera con una sentenza di condanna che mette una pietra tombale su questo processo, durato quasi cinque anni.
L'INCHIESTA. Il sindaco e gli altri cinque leghisti finirono sotto inchiesta nel 2001 per aver avviato una campagna politica contro gli accampamenti abusivi di zingari sul territorio del nostro Comune. A parere dei giudici nei vari gradi di appello, però, quella campagna aveva tutte le caratteristiche per essere fondata su ideali razzisti. I leghisti, in pratica, non si sono limitati a chiedere la chiusura dei campi abusivi dei sinti tra la città e dintorni ma hanno chiesto l'allontanamento indiscriminato di tutti gli zingari. E lo avevano fatto con una massiccia campagna politica, disseminando non solo la città ma anche la provincia di manifesti e volantini oltre a numerose dichiarazioni dello stesso sindaco rilasciate ai giornali e mai smentite.
Tra gli slogan di quei poster, c'era quello di «mandare via gli zingari», «sgombero immediato dei campi dei nomadi». Tosi poi aveva dichiarato il 16 settembre che gli zingari «...mandano i figli a rubare... qui non ci devono stare perchè non si integrano...». I difensori, però, non hanno mai avuto dubbi sulle liceità delle dichiarazioni di Tosi: «Manifesti e dichiarazioni andavano valutate insieme alla petizione che era stata dichiarata legittima dai giudici d'appello. Non capisco perchè i giudici della Cassazione non hanno valutato congiuntamente questi due elementi» ha dichiarato ieri sera l'avvocato Paolo Tebaldi.
IL NODO DEL PROCESSO. I giudici di appello il 30 gennaio 2007 avevano confermato solo in parte la condanna a sei mesi inflitta in primo grado, riducendo la pena a due mesi. L'accusa d'incitamento all'odio razziale era sparita dalla sentenza d'appello ed era rimasta solo la propaganda d'idee discriminatorie.
La petizione con la richiesta di chiudere i campi abusivi dei Sinti da inviare all'amministrazione comunale, quindi, era leggittima mentre non lo era stata la propaganda politica. E la corte di Cassazione aveva notato nella sua sentenza di rinvio un'incongruenza da sanare. Una questione subito risolta dalla corte d'appello il 20 ottobre scorso. «La petizione era uno strumento legittimo» ha spiegato il professore Lorenzo Picotti che tutela i sinti, «mentre nel mirino dei giudici è finita la campagna politica che aveva un chiaro stampo razzista».

di Giampaolo Chavan
"

Foto tratta da www.blablog.it

Post tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

Se questo è un politico...

Un politico degno di questo nome ha l'obbligo morale (perché legalmente questo non è ancora vero) di ritirarsi da vita pubblica se accusato, in via di giudizio e/o condannato per fatti e misfatti da egli commessi.
Un politico che lavora ai servigi dello Stato Italiano non può rinnegarne l'essenza prima, ossia la legittimità dello Stato Italiano stesso.
Un politico ha il compito di tutelare i cittadini che rappresenta (i suoi datori di lavoro) e di dare l'esempio in quanto personaggio pubblico. Egli deve perciò porre dinnanzi ad ogni altra cosa l'educazione ed il rispetto per ogni persona, sia essa di sesso, religione, colore politico, nazionalità, origine sul territorio italiano ecc... diversi dal proprio.
Un politico deve attenersi ai propri compiti, che pochi e facili non sono.

Personalmente, non vedo come si possa affermare che, seguendo gli assiomi su-scritti, gli esponenti della Lega Nord sono dei politici.

- Sul sito ufficiale della Lega Nord c'è scritto a caratteri cubitali: "Per l'indipendenza della Padania"! Questo perché, per chi non lo sapesse, il nome completo del partito è "Lega Nord per l'indipendenza della Padania". Come fanno cosiddetti "politici" della Repubblica Italiana a sostenere la secessione d'Italia? Per me è inconcepibile e basterebbe questo per buttarli fuori dal Parlamento ITALIANO.

- In secondo luogo io vorrei la decandenza automatica e immediata dei rappresentanti eletti nelle istituzioni pubbliche condannati in via definitiva all’interdizione dai pubblici uffici, compreso il sindaco veronese Flavio Tosi (che non può esigere ordine, onestà, decoro quando è egli stesso condannato per "istigazione alla discriminazione").

- Infine gli esponenti della Lega si sono spesso contraddistinti per un linguaggio folkloristico, sgarbato, maleducato, fuori posto, xenofobo e razzista. I casi sono tanti:
1) Matteo Salvini all'ultimo raduno a Pontida : video.
2) Mario Borghezio: video.
3) Giancarlo Gentilini: video.
4) Roberto Calderoli: video1, video2.
5) Umberto Bossi: video.

La lista sarebbe ancora più lunga, ma questi possono bastare per far passare il concetto. (Per altre brillanti frasi pronunciate da esponenti della Lega rimando a questo link)

Fino a quando la Lega Nord sarà composta da questi "signori", non mi si chieda di riconoscerli in quanto "politici".

E voi? Vi sentite davvero rappresentati da loro? Credete che un politico possa permettersi di comportarsi in tale modo?

PS: vi consiglio caldamente questo documentario francese (con sottotitoli in italiano) diviso in due parti -> Parte 1, Parte 2.

Tratto da www.fratellipolemici.blogspot.com

7 luglio 2009

La città che vorrei

Succede che arrivati ad un certo punto, dopo l'ennesima ordinanza del sindaco veronese Flavio Tosi (al momento condannato, per la cronaca, per "istigazione alla discriminazione"), uno si chieda se la prossima restrizione sarà ponderata in base alle necessità e priorità di una città o ancora una volta ideata secondo, a mio parere, la logica di "una politica forte con i deboli e debole con i forti".

E' l'ipocrisia di fondo che non mi piace in queste ordinanze. E' il dire che non si può suonare dalle 22 alle 8 in piazza e poi organizzarci lo spettacolo "la partita a scacchi" che finisce ben oltre le 22 o di lasciare urlare e puzzare di alcol la Verona bene nella vicina piazza delle Erbe. E' vietare di mangiare il panino (o kebab) in luoghi dove non è opportuno bivaccare, e invece permettere che si possano mangiare gelati e bere bibite (tanto per fare due esempi) o che si possa indisturbatamente buttare i mozziconi di sigarette per le piazze del centro storico. E' discriminare i cittadini regolari stranieri (quindi che lavorano e pagano le tasse come tutti noi) dando loro un ordine di priorità inferiore nelle assegnazioni delle case popolari. E' multare i potenziali clienti delle prostitute e non pensare che il problema non si risolve in questo modo, ma si sposta soltanto (in case, appartamenti, boschetti ecc...).

Insomma, tutto ciò sfocia nella fatidica domanda: ma sono queste le priorità di Verona?

- Vorrei una città dove lo straniero venga considerato un'opportunità, non una disgrazia.
- Vorrei una città dove (tutte) le famiglie possano essere aiutate nel momento del bisogno.
- Vorrei una città dove il pregiudizio verso il diverso fosse considerato un capitolo (chiuso) di altri secoli e che, in questo modo, nessun ragazzo coi capelli lunghi e la barba possa venir preso a calci e pugni (e poi drammaticamente ucciso).
- Vorrei una città che desse maggior spazio ai giovani.
- Vorrei una città che sapesse vivere la domenica come un giorno "verde", libera da macchine e motorini, per cercare di respirare un'aria un po' più pulita.
- Vorrei una città che si accorgesse di quanti evasori delle tasse ospita.
- Vorrei una città nella quale la viabilità fosse decente, e non il caos che c'è adesso.
- Vorrei una città nella quale le uniche ronde che girano dovrebbero essere quelle della carità.
- Vorrei una città che la smettesse di prendere "il clandestino" o "il ROM" come capro espiatorio e fonte di tutti i mali.
- Vorrei una città che si preoccupasse dei dodicenni che fumano (è quindi così utile vietare?) e si drogano.
- Vorrei una città che stesse più attenta ai rapporti esistenti all'interno delle famiglie veronesi (azione che permetterebbe di prevenire situazioni di maltrattamento o addirittura omicidi).
- Vorrei una città che si riempisse di verde. Parchi, giardini e spazi lasciati al fiorire del mondo vegetale, indispensabile per la vita umana.
- Vorrei un sindaco che non avesse l'ipocrisia di far parte (o aver fatto parte) di una curva (o per lo meno di una buona parte di essa) xenofoba, razzista, fascista e/o nazista, di essere stato, ad oggi, condannato per "istigazione alla discriminazione" ed esigere successivamente una città decorosa e di classe.
- Vorrei una città dove la CULTURA polverizzasse la PAURA.

E voi? Che città vorreste?

Tratto da fratellipolemici.blogspot.com

7 febbraio 2009

Il pericolo è la destra estrema

Ancora una volta trova conferma ciò che, da tanto tempo, è ampiamente dimostrato.

Nella nostra città c’è uno stretto legame tra le aggressioni violente, a più riprese registrate soprattutto in centro storico, e la destra estrema cittadina, come è confermato il loro collegamento con le frange più esaltate della curva sud dello stadio.

Ormai le forze dell’ordine vanno a colpo sicuro e, caso mai, è da chiedersi come mai le numerose denunce, da più parti avanzate in questa direzione, non abbiano ancora ottenuto il risultato che si prefiggono e sia necessario continuare a registrare fatti così gravi ed inaccettabili.

Ancora una volta è dimostrato che la sicurezza dei cittadini non è messa a repentaglio dai barboni, sbandati, venditori di borse taroccate e migranti irregolari, come continuamente si vuol far credere, ma dai figli di buona famiglia della città.

Giovani legati a quella parte di destra estrema sdoganata dal sindaco Tosi alle ultime elezioni comunali ed assieme alla quale lo stesso sindaco ha marciato nel recente passato.

Finora a far aprire gli occhi a tanti veronesi non sono bastate le tante aggressioni denunciate, né l’assassinio di Nicola Tommasoli contro il quale pure una significativa parte della città ha manifestato.

Allora occorre domandarsi: quanti altri fatti del genere si dovranno ancora registrare perché si capisca che il problema è dentro questa città e non viene dall’esterno di essa?

E’ evidente che per dare risposte credibili alle problematiche, specie giovanili, è ora di abbandonare demagogia e populismo e che è necessario, invece, combattere il bullismo, la soprafazione e l’arroganza divenute sistema.

E’ chiaro che problemi di questa natura non si risolvono con una sequela di ordinanze soprattutto contro i diversi, gli emarginati ed i deboli, ma serve una politica di contrasto con la destra estrema, tanto coccolata negli ultimi anni, ed un’azione forte per favorire accoglienza, tolleranza, rispetto e riconoscimento dei diritti di tutti.

E’ ora di una reazione forte, serve una vera opposizione che purtroppo in questa città manca.

Occorre costruire una Verona città aperta.

Ed è per questo che cogliamo l’occasione per invitare tutta la cittadinanza all’incontro dal titolo: "La città violata.. insicurezza reale, insicurezza costruita, insicurezza percepita: le ordinanze del sindaco di Verona", organizzato per lunedì 9 febbraio alle ore 20.30 presso l’Istituto tecnico Galileo Ferraris dai sottoscrittori dell’appello "Verona, città aperta", ed al quale interverrà il Procuratore della Repubblica di Brescia dott. Guido Papalia.





Fiorenzo Fasoli, Rifondazione Comunista;

Giorgio Gabanizza, Sinistra Democratica;

Graziano Perini, Partito dei Comunisti Italiani



Verona, 05/02/2009

26 novembre 2008

Strage di San Felice a Verona. Troppe armi nelle case.

Pietà e silenzio per i cinque morti della strage di 
San Felice
. Quattro
assassinati e un omicida/suicida.
Una tragedia cittadina.
Ci sarà modo per riflettere
sulle cause profonde. Ma ora è urgente
impedire da
subito che altre morti simili possano avvenire
. E'
necessario
eliminare gli strumenti materiali che
rendono "possibili e facili" queste
morti assurde.
Troppo armi sono presenti nelle case. Anziché garantire

sicurezza, le armi rendono più insicure le vite di
chi le possiede.
Chiediamoci: perché un "tranquillo"
commercialista, con moglie e figli,
possedeva tante
+pistole? Con quale motivazione ha chiesto e ottenuto
il
porto d'armi?

Ora è tragicamente evidente a tutti che
l'insicurezza maggiore è proprio
all'interno delle
famiglie e delle case: i politici professionisti della

paura e della sicurezza, parleranno ancora di pericolo
clandestini?
Riusciranno ancora a giustificare
provvedimenti ridicoli e inutili per
garantire la
sicurezza di camminare tranquilli per strada (mentre il

pericolo vero, soprattutto per donne e minori, è
proprio nel momento in
cui si entra a casa propria)?

La cultura della paura, del sospetto, della
"sicurezza", porta con sé il
germe perverso della difesa
a tutti i costi dalle possibili aggressioni
, e
questo
favorisce il proliferare di armi
di difesa personale, che
poi si
trasformano, nell'occasione del delirio o della
perdita di lucidità, in
strumenti assassini per ammazzare
proprio gli affetti più vicini.


E' la cultura delle armi che va abolita, subito.

Purtroppo, invece, proprio in questi giorni a Verona le
armi vengono
presentate come un modello per i giovani. E'
scandaloso che alla fiera Job
lo stand più grande, più
visibili, e quindi più frequentato, sia proprio
quello
dei militari, con tanto di esposizione di armi anche di
"difesa
personale". Dal Job ci saremmo aspettati proposte
più educative, più
costruttive, più positive. Non ci si
lamenti, poi, se crescono generazioni
di giovani che non
sono in grado di risolvere i propri conflitti, che non

sanno riconoscere le proprie debolezze, i propri lati
oscuri, che
diventati adulti non sanno gestire le
inevitabili crisi e ricorrono nei
casi più estremi alla
furia omicida, utilizzando lo strumento più facile a

disposizione, l'arma.

Nel giorno di lutto cittadino, per i funerali dei
cinque familiari, ci
aspettiamo che le autorità civili e
religiose sappiano individuare il
disagio profondo di
una società che ha permesso alle armi di entrare

nell'intimità delle case al posto della capacità di
affrontare e risolvere
i conflitti familiari con il
dialogo e la nonviolenza
.


Mao Valpiana
Movimento Nonviolento
Verona

22 novembre 2008

23 novembre 2008

Chefquijote regala cuccioli!

E' giunto il momento di ...
..ADOTTARE (GRATUITAMENTE) UN CUCCIOLO DI HEIDI !!!
Vieni a vederli di persona a Lugagnano di Sona, Via De amicis 9, Verona

9 novembre 2008

Tosi e la paletta per il parcheggio

Usata quella della scorta, niente multa

MILANO — L’allarme nel centro di Milano scatta intorno alle 18,30. C’è un’Audi A6 parcheggiata in sosta vietata, tra via Verri e via Montenapoleone. Ha i finestrini oscurati. E sul parabrezza una paletta del ministero dell’Interno. È una «zona sensibile», la macchina è sospetta. Arrivano le moto della polizia che pattugliano la zona, agenti in divisa e in borghese. Scattano tutte le verifiche, finché, una ventina di minuti dopo, spunta il proprietario dell’auto: il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi. «Mi dispiace— si scusa— è stata solo una leggerezza».

Tosi è sotto tutela, significa che ha la scorta, per quello nella sua auto c’è la paletta. Alla scena assistono decine di persone che passeggiano in centro. Il sindaco continua a scusarsi, poi al telefonino fa qualche chiamata sull’asse Milano-Verona-Roma. A quel punto la tensione si è già sciolta. Il centro di Milano è costantemente sotto controllo per il rischio terrorismo e rapine. Un contrassegno del Viminale (in questo caso prefettura di Verona) va controllato per accertarsi che sia vero. Per tutta la durata della discussione, l’uomo della scorta non si vede. E il sindaco si allontanerà poi da solo, al volante della sua auto. Un vigile aveva già scritto la multa, ma dopo gli accertamenti Tosi è stato «perdonato».

Tratto dal corriere della sera

28 ottobre 2008

27 settembre 2008

Guerra sulla bandiera della pace

Verona ai missionari: è di sinistra

La giunta Tosi vieta di esporla. I comboniani: nostro diritto utilizzarla. Padre Zanotelli: ora ci diano l'Arena

VERONA - Sul balcone di Giulietta non sventola la bandiera arcobaleno. La Carovana della pace domenica passerà per Verona in incognito. Una festicciola privata nel piazzale del Tempio Votivo, quasi a casa propria. «La nostra dignità non ha prezzo» dice don Giuseppe Pizzoli, direttore del Centro diocesano. Gente così, i missionari. Allergici alle imposizioni. Esattamente 100 giorni fa gli organizzatori locali della Carovana missionaria di pace avevano inoltrato richiesta per l'utilizzo di piazza Bra e di palazzo della Gran Guardia. Sembrava una formalità. Con calma, in data 17 settembre la Giunta comunale formalizzava il suo no. L'unico in Italia, visto che arrivava dopo gli scontati via libera di città non bolsceviche come Milano, Brescia, Reggio Calabria, Agrigento. Il dettaglio forse induceva un ripensamento. Peggio la toppa del buco, come dicono anche da queste parti. «A seguito di un riesame della pratica», l'assessore all'Edilizia Vittorio Di Dio era «lieto di comunicare» il parere favorevole alla concessione degli spazi richiesti. Con una postilla. «Quanto sopra, con il vincolo di omettere qualsivoglia riferimento partitico e di esporre unicamente bandiere istituzionali». Dopo una richiesta di chiarimento, l'assessore precisa che tra i riferimenti partitici da celare va compresa anche la bandiera della pace, «trasformata in questi anni nel simbolo dell'estrema sinistra».

I missionari rispondono a stretto giro di posta spiegando a Di Dio che si può tenere le sue piazze. «Noi teniamo molto alla nostra libertà e autonomia». Nella sua lettera, oltre a ricordare che la Caravana è una veneranda iniziativa di natura religiosa, don Pizzoli non dà completamente torto all'assessore. «Il fatto che questo simbolo — scrive — sia stato anche abusivamente assunto da una parte politica con quella che potrebbe essere considerata una appropriazione indebita, ci rammarica, ma non ci toglie il diritto di continuare ad usare la bandiera della pace come espressione propria del nostro movimento ecclesiale in favore della pace, dono di Dio per gli uomini e per tutti i popoli». Fino a qui il carteggio tra i missionari e l'assessore. Ma Verona non è un posto qualunque. È il laboratorio della comunione d'intenti tra i gruppi tradizionalisti cattolici, la Lega Nord e la destra radicale. Un esperimento politico che ha nel sindaco Flavio Tosi il demiurgo che ha sdoganato anche gli skinheads nominando capogruppo della sua lista l'ex cantante dei «Gesta bellica», gruppo di riferimento delle teste rasate. La settimana scorsa Gianluca Iannone, fondatore del centro sociale romano «Casa Pound», ha aperto la prima sede distaccata della sua creatura.

«Non potevamo farlo che qui — ha detto entusiasta —. Verona è la casa della destra». Un paio di assessori, presenti tra il pubblico, l'avrebbero fulminato. C'è un elevato grado di suscettibilità su certi temi, e non riguarda soltanto gli orgogliosi missionari. «Non ci siamo proprio capiti». Vittorio Di Dio ne fa una questione di dimensioni. I religiosi volevano appendere una bandiera arcobaleno di trenta metri sulla facciata della Gran Guardia. «Non abbiamo dato il permesso neanche ai manifesti della mostra sul Mantegna». Il Centro missionario diocesano allega in copia i documenti ufficiali per negare di aver mai chiesto di esporre stendardi oversize. L'assessore di An, tessera risalente al 1972, non rimpiange nulla. «Sono stato soltanto ingenuo. Li ho messi in condizione di fare i duri e puri sfruttando una polemica strumentale. Ma confermo il giudizio: quella bandiera è ridondante. Visto che abbiamo concesso gratuitamente l'uso della piazza, rivendico almeno il diritto di decidere cosa mettere o non mettere. E alle ultime elezioni mi pare di ricordare che la sinistra radicale si chiamava proprio arcobaleno, o no? Forse ho sottovalutato il fatto che noi di Verona siamo sempre sotto esame». Sarà per quello.

L'eccesso di zelo dell'assessore, così lo definiscono fonti vicine a Tosi, ha comunque rimesso l'amministrazione comunale in una luce ambigua. Un assist a porta vuota per l'opposizione. «Nel dicembre 2007 — ricorda Emanuele Ammaini, coordinatore cittadino del Pd — il sindaco e alcuni assessori marciarono alla testa di un corteo con simboli dell'estrema destra, evidentemente ritenuti meno minacciosi della bandiera della pace». Protestano il Pd, protestano gli studenti, protestano tutti. «Vogliono farla sembrare una questione di principio, ma giuro che non è così» si discolpa Di Dio. Tra i gruppi missionari che organizzano la carovana ci sono anche i Comboniani, movimento creato a metà dell'Ottocento dal veronese di adozione san Daniele Comboni. Padre Alex Zanotelli chiede a Tosi un gesto riparatore: «Perché non concedi l'Arena?». Non sarebbe una novità. Il fondatore dei Beati costruttori di pace, don Albino Bizzotto, si scioglie nel ricordo dell'anfiteatro pieno di fedeli. Accadde per sette anni di fila, dal 1986 al 1993. «I nostri appuntamenti all'Arena erano il momento ecumenico più bello, gioioso e condiviso che si poteva immaginare in quel periodo. E Verona, con la sua tradizione missionaria era davvero la cornice ideale». Altri tempi, pare.

Marco Imarisio
27 settembre 2008 (Tratto dal Corriere della Sera)

23 luglio 2008

Domenica è sempre domenica, anche per il Sindaco Tosi

Che strano. Domenica, domenica, e ancora domenica.
Ho notato che il
Sindaco di Verona, Flavio Tosi,
balza agli onori della cronaca nazionale
sempre
di domenica. Una casualità, una strategia mediatica,
o uno
zampino amico?

Vediamo la cronaca (da notare che i fatti cui si
riferiscono le notizie
sono sempre accaduti giorni
o addirittura mesi prima, ma le agenzie di
stampa
le divulgano la domenica pomeriggio d´estate, in
tempo per il
tiggì della sera).

Verona, Domenica 29 luglio 2007, i tiggì nazionali
diramano la notizia del bambino di 4 anni multato
perché stava mangiando un panino sui gradini del
Municipio in Piazza Brà (il fatto è accaduto il giorno
prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 26 agosto 2007, passa la notizia
che una turista inglese viene multata perché si era
messa in bikini a prendere il sole in piazza
Indipendenza (l´episodio è avvenuto il giovedì
precedente). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 22 giugno 2008, è la volta che
tutta Italia viene a sapere che un giovane ciclista
viene multato perché guidava utilizzando nel contempo
il telefono cellulare (imprecisato il giorno
dell´accaduto). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 29 giugno 2008, il telegiornale della
sera dà spazio alla notizia (falsa) che la Corte di
Cassazione avrebbe assolto Tosi dall´accusa di razzismo
(la sentenza era stata depositata il 28 marzo precedente,
e il Sindaco rinviato ad un nuovo processo d´appello
fissato per ottobre 2008). Spazio alle dichiarazioni
di Tosi.
Verona, Domenica 13 luglio 2008, il servizio pubblico
della Rai si occupa della multa data ad un rumeno che
fumava in un giardino comunale frequentato da bambini
(la multa era stata comminata il 26 giugno, diciassette
giorni prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.

Tra tutte le ipotesi possibili, quella della casualità
mi pare la più
improbabile; più facile pensare ad un
giornalista amico di Tosi, con
scarsa coscienza
professionale ma ben inserito in qualche agenzia di

stampa nazionale che divulga le notiziole gustose e
le amene
dichiarazioni del Sindaco proprio le domeniche
pomeriggio, d´estate,
quando altre notizie non ci sono
e si fatica a riempire gli spazi del
telegiornale: la
visibilità è garantita, magari proprio nei servizi di

"costume e società" tanto graditi dai telespettatori.

Il guadagno è doppio: soldi che entrano nelle casse
del Comune con le
multe, e notorietà politica nazionale
gratuita. Evviva la domenica.



Mao Valpiana
Verona


16 luglio 2008 (un banale mercoledì...)

9 luglio 2008

La guerra di Tosi continua………contro i poveri cristi!!!

Verona, 9 luglio 2008

Ora siamo alla chiamata dell’esercito ed i soldati, si sa, intervengono quando c’è la guerra.

Ma qual è la guerra aperta nella nostra città?

Formalmente è quella contro l’illegalità, ma poi a ben vedere a non essere sopportati sono solo i disgraziati e coloro che sono costretti a vivere ai margini della società.

E’ solo questa l’illegalità presente?

No! Sono moltissimi coloro che evadono il fisco e sottraggono (rubano) abbondanza di risorse al bene comune, ma quelli sono diventati intoccabili, anzi dei modelli da imitare.

Anche da noi si muore nei cantieri, sui luoghi di lavoro.

E’ questa la guerra di Tosi?

No! Quelle sono questioni che superano le nostre possibilità d’intervento per cui non è possibile fare molto.

Si vuole combattere il fatto che in città si viene uccisi dal branco e per futili motivi?

No! Fatti del genere capitano una volta su un milione e non è il caso di gridare tanto.

Ma allora a cosa servono i soldati?

Servono contro gli sbandati, i senza fissa dimora.

Appunto contro i poveri cristi che sono una minaccia solo perché esistono.

Sono problemi sociali? No! Sono problemi di ordine pubblico e vanno risolti anche con l’esercito.

Non importa se in questa maniera ci si accanisce contro gli effetti e non si rimuovono le cause che li provocano, se si continua a spostare il problema senza risolverlo.

Questo è l’orientamento dell’amministrazione e lei si comporta di conseguenza.

E’ da un anno ormai che ha dimostrato il suo vero volto.

Forte con i deboli e debole con i forti!!!

La lezione è chiara e questa è solo l’ennesima conferma.

Già in altre occasioni una parte di Verona ha provato a reagire a questo stato di cose.

Mobilitazioni a difesa del territorio o per una mobilità sostenibile hanno avuto ottimi risultati.

Anche la manifestazione del 17 maggio è stato un vero successo.

Ma davanti a fatti come questi non bastano più azioni singole.

Bisogna che i cittadini ritornino ad essere protagonisti in prima persona.

E contro le scelte sbagliate è possibile, anzi necessario opporsi.

E’ per questo che crediamo che contro situazioni di questa natura sia necessaria una presa di posizione forte, decisa e la più larga possibile fino a far ricorso alla disobbedienza civile.

Caro sindaco ci tenga informati da quando intende iniziare con la nuova esperienza.

Ce lo dica per tempo perché così possiamo attrezzarci al bisogno.

Lei suonerà le sue trombe (di guerra), noi le nostre campane (di pace).

E da settembre organizzeremo momenti di informazione e formazione per la disobbedienza civile.

Ci pare la risposta più adeguata.

Fiorenzo Fasoli e Tiziana Valpiana

Rifondazione comunista

4 maggio 2008

Hellas in trasferta...aiutato con soldi pubblici!

Tratto da un commento scritto sul muro di www.chievoverona.it:

( tra virgolette l'autore del post sul muro riporta il testo scritto su TG GIALLOBLU' )

"Durissime accuse del presidente del Manfredonia Angelo Riccardi sulla regolarità del campionato. A poche ore dallo spareggio playout contro il Verona Riccardi (che è anche Consigliere di Lega) ha parlato di: "risultati che si conoscevano prima dell'inizio delle partite" riferendosi ai successi del Verona contro il Novara del Lecco a Busto con la Pro Sesto e della Paganese in casa della Cavese. "Che fa l'ufficio indagini della Federcalcio? E la procura Federale?" si è chiesto Riccardi che poi si è scagliato contro il sindaco di Verona Flavio Tosi "reo", con il suo intervento, di aver permesso ai tifosi dell'Hellas di seguire la propria squadra in trasferta nell'incontro più importante della stagione, confermando le nostre anticipazioni sulle decisioni che potevano essere prese (ma non lo sono state) in sede di Osservatorio.
"Il Prefetto di Foggia aveva posto il veto sulla presenza della tifoseria veneta, invece il sindaco leghista di Verona, con l'aiuto del Ministro in pectore Maroni, anch'egli della Lega, ha fatto ribaltare il provvedimento".

COMMENTO: che si avesse avuto il sospetto che qualcuno lavorasse per salvare l'hellas lo avevo sentito "in piazza" e riportato su questo muro in uno dei miei post. Il fatto invece nuovo (e scandalosamente vergognoso) è che un sindaco ed un ministro della repubblica trovino il tempo per "mediare" sul la trasferta a 300 tifosi ! Soldi (pubblici) ancora una volta spesi per interessi privati!

Condivido in pieno il commento personale dell'autore dello scritto.

3 maggio 2008

SICUREZZA...ancora SICUREZZA...

La giunta approva l’istituzione del servizio stanziando 50mila euro. Il via in settembre, nessun compito di ordine pubblico ma di vigilanza e tutela
Prime adesioni per le ronde civiche
Una dozzina di volontari si sono presentati in Comune. Saranno fatte convenzioni con associazioni interessate a partecipare


Si chiameranno assistenti civici e il loro compito sarà «rendere la città più pulita, più sicura e più ordinata». Ieri la giunta comunale ha approvato l’istituzione delle «ronde», stanziando un primo finanziamento di 50 mila euro. I volontari verranno impiegati in diversi ambiti: tutela dell’infanzia attraverso il presidio delle scuole e dei percorsi casa-scuola, tutela ambientale con la vigilanza in giardini, parchi e aree verdi, supporto all’operato dei vigili, attività in ambito sociale. Non avranno compiti di ordine pubblico e saranno disarmati. Avranno in dotazione solo un telefono cellulare o una radio ricetrasmittente e saranno coordinati dalla polizia municipale. Intanto, in Comune si sono già presentati una dozzina di aspiranti «vigilantes», di età compresa fra i 40 e i 60 anni, già distintisi per il loro senso civico. Alla presentazione dell’iniziativa, il sindaco Flavio Tosi era affiancato dall’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti, di An. «Chiamarle ronde sarebbe fuorviante», afferma il sindaco, che precisa: «Saranno veri e propri assistenti civici con compiti di vigilanza sul territorio». Tali compiti saranno svolti da volontari che fanno parte di associazioni con le quali Palazzo Barbieri stipulerà convenzioni ad hoc. «Il Comune», sottolinea Tosi, «garantirà la correttezza e l’integrità morale del personale». Essi riceveranno un rimborso spese e il Comune garantirà loro una polizza assicurativa. Il sindaco, che dice di aver già ricevuto alcune adesioni, annuncia: «Contiamo di sottoscrivere le convenzioni entro l’estate, per avviare il progetto a settembre». La convenzione prevede che il Comune provvederà alla formazione e all’addestramento dei volontari. «Saranno assolutamente disarmati», precisa Tosi. Per farsi riconoscere indosseranno un corpetto o un bracciale. «Il loro compito», ripete Tosi, «sarà garantire una presenza amica e rassicurante sul territorio per dissuadere o prevenire comportamenti illeciti o contrari alle regole del senso civico. È esclusa, quindi, ogni forma di azione repressiva, perché in caso di necessità dovranno limitarsi a fare una segnalazione alle forze dell’ordine». La polizia municipale, in questi giorni, sta completando una mappatura delle zone più a rischio in cui saranno collocate colonnine per la richiesta di soccorso. I volontari si muoveranno a due a due o a gruppetti durante i servizi diurni e i turni serali, dalle 20 alle 2. Saranno ammessi anche gli immigrati aderenti alle associazioni convenzionate, ma non i gruppi di stranieri. Saranno preziosi, è stato sottolineato, soprattutto come mediatori culturali. Tale impostazione, afferma Giorgetti, «è pienamente condivisa dalla Regione perché si individua un quadro normativo preciso e si stabiliscono con chiarezza le modalità operative per l’uso dei volontari». Il provvedimento, assicura l’assessore regionale, « potrà accedere ai finanziamenti veneti». Giorgetti ha sottolineato che potranno aderire anche le associazioni di protezione civile. «La tolleranza zero in cui crediamo», aggiunge, «prevede anche di contrastare le azioni di degrado dell’ambiente, come lo smaltimento abusivo di rifiuti, e anche questo sarà un campo di impegno per gli assistenti civici» . E.S.

FONTE: L'ARENA

22 aprile 2008

L'Ultimo Imperatore



A grande richiesta scrivo di queste ultime elezioni politiche. Premetto che parlo a nome personale e non del "blog" (che comprende anche tutti gli altri collaboratori). Premetto che le mie considerazioni sono semplicemente frutto di ciò che ho visto, di ciò che ora penso. Premetto che mi aiuterò principalmente della fonte : L'Internazionale (settimanale che traduce e pubblica gli articoli di un gran numero di quotidiani di tutto il mondo sulle vicende italiane, politiche o meno che siano).


Pre-elezioni:

- La campagna elettorale è stata portata avanti, credo di poter dire a nome di tutti, in sottotono e senza un degno faccia a faccia tra i pretendenti. Le facce erano le stesse, gli argomenti delle campagne ancora meno numerosi e meno approfonditi dai candidati rispetto al 2006. Berlusconi, Bertinotti, Fini, Veltroni, Casini, Bossi... sempre i soliti... a dimostrare che la politica non si riempie di giovani, ma rimane vecchia...antica e sessista (se pur con qualche eccezione nella sinistra e nella destra radicale). E' stato uno spettacolo a dir poco desolante, vuoi per il pensiero anti-politico che circola nel nostro paese, vuoi per la delusione in una politica che non ha saputo rendere partecipe i propri cittadini. - I candidati premier hanno dato vita ad un dibattito (bada bene a distanza) fiacco e scarno contenuti-parlando. Veltrusconi ha cercato in tutti i modi possibili di orientare gli italiani al voto utile! Questo tanto acclamato voto utile che poi tanto utile non era (ad esempio per chi ha votato a sinistra consiglio di leggere questo articolo). Veltrusconi si è dannato così tanto per "buttare fuori" dal parlamento partiti come La Sinistra Arcobaleno, UDC, La Destra ed altri che non è rimasto loro (Berlusconi e Veltroni) solo il tempo di far circolare i loro inni, i loro slogan e le loro fotocopie (i programmi). L'Italia si è quindi preparata a votare tra La Destra (voto inutile), PDL (voto utile che premiava coloro i quali non sono coglioni o ottusi..), l'UDC (voto inutile), il PD (voto utile che premiava coloro i quali non avrebbero mai stracciato il programma del proprio avversario), La Sinistra Arcobaleno (voto inutile).

Elezioni del 13 e 14 Aprile 2008:

- L'affluenza a queste elezioni è stata circa del 80% (83% nel 2006). 3 punti percentuali in meno che possono trovare spiegazione in quella che è stata l'ondata Beppe Grillo o in quella che più semplicemente e semplicisticamente è la disillusione degli italiani nei confronti di una politica sempre meno attenta alle loro necessità o attenta, ma incapace di risolvere i problemi. - Questi i risultati delle elezioni:

CAMERA DEI DEPUTATI

SENATO DELLA REPUBBLICA

Dai risultati si evidenzia la chiara e netta volontà degli italiani di creduto e seguito il pensiero del "voto utile". Ciò si evidenzia nella sparizione della Sinistra Arcobaleno (solo Rifondazione Comunista aveva preso il 5 e passa % alla camera e più dell'8% al senato nel 2006), che non ha raggiunto il quorum né alla camera, né tanto meno al senato; nella quasi eliminiazione dell'UDC e nell'assenza in parlamento e al senato de La Destra.

Dice LE MONDE a proposito delle elezioni:

"Il fascino inquietante di un affabulatore"

Pensavamo che gli italiani fossero rimasti scottati dai due precendenti governi di Berlusconi (1994-1996 e 2001-2006). L'Italia non ne era uscita né più grande né più ricca. Ma a quanto pare la seduzione del vecchio miliardario continua a funzionare. Silvio Berlusconi ha vinto facilmente le elezioni del 13 e 14 aprile. Il suo nuovo partito, il PDL, ha una forte maggioranza alla camera e alla senato, con l'aiuto delle Lega Nord. Il movimento estremista di Umberto Bossi ha raddoppiato i suoi voti.

Il ritorno di Silvio Berlusconi è innanzitutto la sconfitta della sinistra. L'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, non è riuscito a convincere l'elettorato centrista, mentre ha tagliato i ponti con la sinistra radicale, cancellata dal parlamento. E non è riuscito a far dimenticare le difficoltà del governo di centrosinistra di Romano Prodi.
L'esecutivo di Prodi si era impegnato coraggiosamente nelle riforme rese indispensabili dai cinque anni di nefasta gestione del centrodestra. Ma ha risvegliato i corporativismi, ha deluso gli alleati comunisti e si è alienato il sostegno di quei piccoli partiti centristi dai quali dipendeva la sua sopravvivenza. Il caso clamoroso della spazzatura a Napoli, di cui non era direttamente responsabile, ha reso evidente l'impotenza dello stato.


Verso il bipartitismo


Berlusconi ha ancora una volta tratto vantaggio dal rifiuto della politica, che non è una specialità italiana, ma che alimenta nella penisola il diffondersi di un populismo di sinistra e di destra. Il suo successo di uomo d'affari e anche i suoi problemi giudiziari tornano a suo vantaggio. Anche se non promette più di fare miracoli - come potrebbero crederci ancora gli italiani? - la sua sfacciataggine lo aiuta a essere convincente.
La notizia positiva di queste elezioni è che, nonostante un sistema elettorale complicato, due grandi forze sono comparse a destra e a sinistra, lasciando intravedere la nascita di un sistema bipartitico. La cattiva notizia è che Silvio Berlusconi dispone, dopo queste elezioni, di una larga maggioranza che gli permetterà di governare per cinque anni. A giudicare dai suoi precedenti, è impossibile non essere preoccupati."


Badate bene che non sono parole mie, ma quelle di uno dei più rispettabili quotidiani al mondo.

Per darvi un'idea magari più globale, mondiale, riporto anche l'articolo del FOLHA DE SAO PAULO (Brasile):

" Due anni fa poco più della metà degli italiani tirava un sospiro di sollievo per la sconfitta di Silvio Berlusconi. Oggi poco più della metà degli italiani ha deciso di riportarlo al governo. Con la vittoria della sua coalizione alla camera e al senato, il magnate dell'informazione ha conquistato il terzo mandato come presidente del consiglio.
Cos'è cambiato dal 2006? C'è stato il governo di centrosinistra di Romano Prodi, composto da un'ampia coalizione che comprendeva cattolici e comunisti. Come spesso succede nella vita politica italiana, l'esecutivo è diventato ostaggio degli interessi dei partiti che lo appoggiavano, affondando nell'immobilismo e nell'inefficienza.

Da quindici anni l'economia italiana cresce a un ritmo inferiore rispetto alla media europea. Sono necessarie riforme strutturali che nessun governo è in grado di realizzare. Ed è poco probabile che ci riesca Berlusconi. Si tratta dello stesso personaggio che, fatta eccezione per qualche piccolo miglioramento al sistema pensionistico e al mondo del lavoro, ha impegnato la maggior parte delle energie a promuovere leggi ad personam per tutelare i suoi affari e quelli del suo partito.

E' stato grazie a queste leggi che il Cavaliere è riuscito a sottrarsi ai processi in cui doveva rispondere delle accuse di riciclaggio di denaro, associazione mafiosa, evasione fiscale e corruzione. Berlusconi 3.0, tuttavia, ha un vantaggio rispetto alle versioni precedenti. Questa volta guida una coalizione formata da tre partiti e con ogni probabilità avrà un governo più stabile.
Finchè in Italia non si sosterrà un programma di riforme per alleggerire la macchina statale, dare più flessibilità al lavoro e aumentare l'età pensionabile, difficilmente l'economia e la politica cambieranno."


Sono solo due articoli, ma ora mi appresto a riportarvi qualche frase tratta da altri quotidiano di tutto rispetto:

Ian Fisher - The New York Times - USA :

"Gli italiani hanno respinto la sobria serietà del capo del governo uscente, Romano Prodi, e in un momento di grande incertezza hanno scelto un uomo che quasi sempre sbandiera in pubblico le sue vicende: gli atteggiamenti clowneschi, gli scandali per corruzione, passando per i rapporti burrascosi con la moglie e con gli alleati fino ad arrivare ai capelli che ricrescono e diventano sempre più scuri."

Le Soir - Belgio :

"La longevità politica di Berlusconi suscita molta curiosità. Un uomo così poco affezionato al bene comune e sempre pronto a difendere i suoi interessi riesce di nuovo a convincere la maggioranza degli elettori. Perché? Berlusconi è un populista, e i populisti non si trovano a proprio agio con l'esercizio del potere. Ma il Cavaliere sì. Forse perché lui e i suoi elettori sono lontani mille miglia dall'idea che abbiamo noi dello Stato e dei suoi servitori. Gran parte degli italiani non crede a quest'idea. In una società in cui trionfa l'individualismo, Silvio Berlusconi interpreta la parte del più "furbo", di chi è più bravo degli altri a tirarsi fuori dalla politica. E dai processi."

Stéphane Bussard - Le Temps - Svizzera:

"Il Cavaliere deve parte del suo successo elettorale alla forte crescita della Lega nord, un partito populista, xenofobo, secessionista e antieuropeo. Ma una cosa è vincere, un'altra è governare un paese in crisi. Gli italiani si sono limitati a bocciare il passato, senza progetti innovativi per il futuro."

The Independent - Gran Bretagna :

"Berlusconi ha il potere di fare le riforme che servono all'Italia. Le farà davvero? Finora si è sempre preoccupato di proteggere i suoi interessi e quelli di coloro che possono aiutarlo. Forse ora cambierà. Ma se non sarà così, l'Italia è destinata ad altri cinque anni di crisi, con la terribile prospettiva che il Cavaliere cerchi poi di farsi eleggere presidente della repubblica per altri sette anni. Facciamo gli scongiuri!"


Potrei andare avanti ancora molto, ma forse non è carino da parte mia rappresentare (anche se non sono mie le parole) il prediletto degli elettori del PDL per quello che è e che solo i mezzi di informazione italiani non sono in grado dipingere come si dovrebbe.

Allora passo ad alcune mie personali considerazioni:

- Io credo, come già detto e ridetto, che la tattica del "voto utile" sia stata spiegata male, slealmente, da entrambi gli schieramenti centrali, PD e PDL.
- Io credo che la scomparsa della Sinistra Arcobaleno e con essa quella di altri partiti oggi fuori dal parlamento (tranne La Destra e tutti quei partiti ancora più a destra che per conto mio sono anti-costituzionali) e dal senato sia un grave segno di omologazione forzata e di annientamento della pluralità parlamentare e non solo. Pensare a battaglie come i DICO, i PACS, il divorzio, le pari opportunità (le Femministe), la lotta alla discriminazione nel senso più generico del termine, l'aborto, il no al nucleare, alla TAV, al ponte sullo stretto, NO VAT e a un'infinità di altre questioni e spalancare gli occhi davanti a questa cruda verità non sarà, ahivoi che non la pensate così, un bene né per me né per voi.
- Io credo che i media abbiano giocato un ruolo determinante in queste elezioni. Io credo che i media abbiano favorito Berlusconi e le sue idiote scenette che non hanno nulla a che vedere con la politica a scapito di gente seria, che per lo meno (giusto o sbagliato che sia) abbia a cuore l'interesse del paese. Mi stupisco ogni giorno di più che gli italiani diano fiducia ad un politico con un passato terrificante. Mi stupisco che gli italiani premino ancora una destra unita (ipocritamente) solo per le tematiche sull'immigrazione (che i media hanno ben volenteri indirizzato in questi due anni a favore di sappiamo chi...).
- Io credo che la bruciante sconfitta della Sinistra Arcobaleno non possa, però, ridursi alla bassa afluenza, al carisma di Berlusconi, al voto utile e ai media, pur vantando insieme una larga redistribuzione dei voti. Io credo che non si possa nascondere il fatto che a nord, la Lega si sia decisamente accapparrata molti voti di operai e lavoratori, che nel 2006 avevano scelto la sinistra radicale. E' un terribile colpo che va, però, compreso e piano piano metabolizzato. La Sinistra Arcobaleno ora cambia dirigenza (finalmente..) e spero dia spazio a giovani (pur essendo sicuramente uno dei partiti che dà maggior spazio a giovani e donne), che possano movimentare l'esperienza e il percorso politico-intellettuale del partito e della vera sinistra!

Buon lavoro a Berlusconi e ai suoi!

19 marzo 2008

E’ INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED I FURBI NON HANNO PERSO L’OCCASIONE!!!

La campagna elettorale è appena cominciata, ma i soliti noti sono già all’opera infischiandosene delle regole riservate solo per i comuni mortali, ma non per gli indefessi attivisti della Lega Nord.

Tutti sanno che durante la campagna elettorale è proibito attaccare i manifesti fuori dagli spazi previsti, ma gli “esuberanti” militanti della Lega non possono fermarsi davanti a regole così assurde e figlie della vecchia politica.

Loro che sono i paladini della legalità e della sicurezza non possono essere trattenuti nel loro ardore da limitazioni che valgono per gli altri, ma non certo per limitare il fuoco padano.

Non sono ancora effettuati i sorteggi per l’assegnazione dei posti in lista, di solito usati dai Comuni per attribuire anche gli spazi per la propaganda diretta?

Bene!!! Un motivo in più per non farsi trattenere dai freni inibitori e passare subito all’azione.

Il Sindaco si è accorto che i suoi prodi hanno sbagliato bersaglio ed hanno attaccato manifesti dentro e fuori degli spazi o i suoi occhi sono attirati solo dai venditori abusivi o dai bambini che mangiano il panino sulle gradinate di palazzo Barbieri?

Ha attivato i vigili urbani per rimuovere le affissioni abusive e denunciarne gli attacchini o questi manifesti, nonostante la legge, anziché deturpare la città la caratterizzano e la rendono più gradevole?

E’ troppo chiedere cosa succederebbe se tutti adottassero lo stesso comportamento?

Insomma non si può accettare che la Lega predichi la legalità e mostri i muscoli verso gli altri, specie se deboli e fragili, ed usi ben altro metro verso se stessa!

E’ bene ricordare che spesso, sono proprio i piccoli gesti concreti a dimostrare, più di qualsiasi altro discorso, la vera natura delle cose.

Vale anche in questo caso.

Fiorenzo Fasoli, Giorgio Gabanizza, Graziano Perini e Claudio Magagna

la Sinistra l’Arcobaleno di Verona

Verona, 17/03/2008