Che strano. Domenica, domenica, e ancora domenica.
Ho notato che il Sindaco di Verona, Flavio Tosi,
balza agli onori della cronaca nazionale sempre
di domenica. Una casualità, una strategia mediatica,
o uno zampino amico?
Vediamo la cronaca (da notare che i fatti cui si
riferiscono le notizie sono sempre accaduti giorni
o addirittura mesi prima, ma le agenzie di stampa
le divulgano la domenica pomeriggio d´estate, in
tempo per il tiggì della sera).
Verona, Domenica 29 luglio 2007, i tiggì nazionali
diramano la notizia del bambino di 4 anni multato
perché stava mangiando un panino sui gradini del
Municipio in Piazza Brà (il fatto è accaduto il giorno
prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 26 agosto 2007, passa la notizia
che una turista inglese viene multata perché si era
messa in bikini a prendere il sole in piazza
Indipendenza (l´episodio è avvenuto il giovedì
precedente). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 22 giugno 2008, è la volta che
tutta Italia viene a sapere che un giovane ciclista
viene multato perché guidava utilizzando nel contempo
il telefono cellulare (imprecisato il giorno
dell´accaduto). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Verona, Domenica 29 giugno 2008, il telegiornale della
sera dà spazio alla notizia (falsa) che la Corte di
Cassazione avrebbe assolto Tosi dall´accusa di razzismo
(la sentenza era stata depositata il 28 marzo precedente,
e il Sindaco rinviato ad un nuovo processo d´appello
fissato per ottobre 2008). Spazio alle dichiarazioni
di Tosi.
Verona, Domenica 13 luglio 2008, il servizio pubblico
della Rai si occupa della multa data ad un rumeno che
fumava in un giardino comunale frequentato da bambini
(la multa era stata comminata il 26 giugno, diciassette
giorni prima). Spazio alle dichiarazioni di Tosi.
Tra tutte le ipotesi possibili, quella della casualità
mi pare la più improbabile; più facile pensare ad un
giornalista amico di Tosi, con scarsa coscienza
professionale ma ben inserito in qualche agenzia di
stampa nazionale che divulga le notiziole gustose e
le amene dichiarazioni del Sindaco proprio le domeniche
pomeriggio, d´estate, quando altre notizie non ci sono
e si fatica a riempire gli spazi del telegiornale: la
visibilità è garantita, magari proprio nei servizi di
"costume e società" tanto graditi dai telespettatori.
Il guadagno è doppio: soldi che entrano nelle casse
del Comune con le multe, e notorietà politica nazionale
gratuita. Evviva la domenica.
Mao Valpiana
Verona
16 luglio 2008 (un banale mercoledì...)
23 luglio 2008
Domenica è sempre domenica, anche per il Sindaco Tosi
9 luglio 2008
La guerra di Tosi continua………contro i poveri cristi!!!
Ora siamo alla chiamata dell’esercito ed i soldati, si sa, intervengono quando c’è la guerra.
Ma qual è la guerra aperta nella nostra città?
Formalmente è quella contro l’illegalità, ma poi a ben vedere a non essere sopportati sono solo i disgraziati e coloro che sono costretti a vivere ai margini della società.
E’ solo questa l’illegalità presente?
No! Sono moltissimi coloro che evadono il fisco e sottraggono (rubano) abbondanza di risorse al bene comune, ma quelli sono diventati intoccabili, anzi dei modelli da imitare.
Anche da noi si muore nei cantieri, sui luoghi di lavoro.
E’ questa la guerra di Tosi?
No! Quelle sono questioni che superano le nostre possibilità d’intervento per cui non è possibile fare molto.
Si vuole combattere il fatto che in città si viene uccisi dal branco e per futili motivi?
No! Fatti del genere capitano una volta su un milione e non è il caso di gridare tanto.
Ma allora a cosa servono i soldati?
Servono contro gli sbandati, i senza fissa dimora.
Appunto contro i poveri cristi che sono una minaccia solo perché esistono.
Sono problemi sociali? No! Sono problemi di ordine pubblico e vanno risolti anche con l’esercito.
Non importa se in questa maniera ci si accanisce contro gli effetti e non si rimuovono le cause che li provocano, se si continua a spostare il problema senza risolverlo.
Questo è l’orientamento dell’amministrazione e lei si comporta di conseguenza.
E’ da un anno ormai che ha dimostrato il suo vero volto.
Forte con i deboli e debole con i forti!!!
La lezione è chiara e questa è solo l’ennesima conferma.
Già in altre occasioni una parte di Verona ha provato a reagire a questo stato di cose.
Mobilitazioni a difesa del territorio o per una mobilità sostenibile hanno avuto ottimi risultati.
Anche la manifestazione del 17 maggio è stato un vero successo.
Ma davanti a fatti come questi non bastano più azioni singole.
Bisogna che i cittadini ritornino ad essere protagonisti in prima persona.
E contro le scelte sbagliate è possibile, anzi necessario opporsi.
E’ per questo che crediamo che contro situazioni di questa natura sia necessaria una presa di posizione forte, decisa e la più larga possibile fino a far ricorso alla disobbedienza civile.
Caro sindaco ci tenga informati da quando intende iniziare con la nuova esperienza.
Ce lo dica per tempo perché così possiamo attrezzarci al bisogno.
Lei suonerà le sue trombe (di guerra), noi le nostre campane (di pace).
E da settembre organizzeremo momenti di informazione e formazione per la disobbedienza civile.
Ci pare la risposta più adeguata.
Fiorenzo Fasoli e Tiziana Valpiana
Rifondazione comunista
4 maggio 2008
Hellas in trasferta...aiutato con soldi pubblici!
( tra virgolette l'autore del post sul muro riporta il testo scritto su TG GIALLOBLU' )
"Durissime accuse del presidente del Manfredonia Angelo Riccardi sulla regolarità del campionato. A poche ore dallo spareggio playout contro il Verona Riccardi (che è anche Consigliere di Lega) ha parlato di: "risultati che si conoscevano prima dell'inizio delle partite" riferendosi ai successi del Verona contro il Novara del Lecco a Busto con la Pro Sesto e della Paganese in casa della Cavese. "Che fa l'ufficio indagini della Federcalcio? E la procura Federale?" si è chiesto Riccardi che poi si è scagliato contro il sindaco di Verona Flavio Tosi "reo", con il suo intervento, di aver permesso ai tifosi dell'Hellas di seguire la propria squadra in trasferta nell'incontro più importante della stagione, confermando le nostre anticipazioni sulle decisioni che potevano essere prese (ma non lo sono state) in sede di Osservatorio.
"Il Prefetto di Foggia aveva posto il veto sulla presenza della tifoseria veneta, invece il sindaco leghista di Verona, con l'aiuto del Ministro in pectore Maroni, anch'egli della Lega, ha fatto ribaltare il provvedimento".
COMMENTO: che si avesse avuto il sospetto che qualcuno lavorasse per salvare l'hellas lo avevo sentito "in piazza" e riportato su questo muro in uno dei miei post. Il fatto invece nuovo (e scandalosamente vergognoso) è che un sindaco ed un ministro della repubblica trovino il tempo per "mediare" sul la trasferta a 300 tifosi ! Soldi (pubblici) ancora una volta spesi per interessi privati!
Condivido in pieno il commento personale dell'autore dello scritto.
3 maggio 2008
SICUREZZA...ancora SICUREZZA...
Prime adesioni per le ronde civiche
Una dozzina di volontari si sono presentati in Comune. Saranno fatte convenzioni con associazioni interessate a partecipare
Si chiameranno assistenti civici e il loro compito sarà «rendere la città più pulita, più sicura e più ordinata». Ieri la giunta comunale ha approvato l’istituzione delle «ronde», stanziando un primo finanziamento di 50 mila euro. I volontari verranno impiegati in diversi ambiti: tutela dell’infanzia attraverso il presidio delle scuole e dei percorsi casa-scuola, tutela ambientale con la vigilanza in giardini, parchi e aree verdi, supporto all’operato dei vigili, attività in ambito sociale. Non avranno compiti di ordine pubblico e saranno disarmati. Avranno in dotazione solo un telefono cellulare o una radio ricetrasmittente e saranno coordinati dalla polizia municipale. Intanto, in Comune si sono già presentati una dozzina di aspiranti «vigilantes», di età compresa fra i 40 e i 60 anni, già distintisi per il loro senso civico. Alla presentazione dell’iniziativa, il sindaco Flavio Tosi era affiancato dall’assessore regionale alla sicurezza Massimo Giorgetti, di An. «Chiamarle ronde sarebbe fuorviante», afferma il sindaco, che precisa: «Saranno veri e propri assistenti civici con compiti di vigilanza sul territorio». Tali compiti saranno svolti da volontari che fanno parte di associazioni con le quali Palazzo Barbieri stipulerà convenzioni ad hoc. «Il Comune», sottolinea Tosi, «garantirà la correttezza e l’integrità morale del personale». Essi riceveranno un rimborso spese e il Comune garantirà loro una polizza assicurativa. Il sindaco, che dice di aver già ricevuto alcune adesioni, annuncia: «Contiamo di sottoscrivere le convenzioni entro l’estate, per avviare il progetto a settembre». La convenzione prevede che il Comune provvederà alla formazione e all’addestramento dei volontari. «Saranno assolutamente disarmati», precisa Tosi. Per farsi riconoscere indosseranno un corpetto o un bracciale. «Il loro compito», ripete Tosi, «sarà garantire una presenza amica e rassicurante sul territorio per dissuadere o prevenire comportamenti illeciti o contrari alle regole del senso civico. È esclusa, quindi, ogni forma di azione repressiva, perché in caso di necessità dovranno limitarsi a fare una segnalazione alle forze dell’ordine». La polizia municipale, in questi giorni, sta completando una mappatura delle zone più a rischio in cui saranno collocate colonnine per la richiesta di soccorso. I volontari si muoveranno a due a due o a gruppetti durante i servizi diurni e i turni serali, dalle 20 alle 2. Saranno ammessi anche gli immigrati aderenti alle associazioni convenzionate, ma non i gruppi di stranieri. Saranno preziosi, è stato sottolineato, soprattutto come mediatori culturali. Tale impostazione, afferma Giorgetti, «è pienamente condivisa dalla Regione perché si individua un quadro normativo preciso e si stabiliscono con chiarezza le modalità operative per l’uso dei volontari». Il provvedimento, assicura l’assessore regionale, « potrà accedere ai finanziamenti veneti». Giorgetti ha sottolineato che potranno aderire anche le associazioni di protezione civile. «La tolleranza zero in cui crediamo», aggiunge, «prevede anche di contrastare le azioni di degrado dell’ambiente, come lo smaltimento abusivo di rifiuti, e anche questo sarà un campo di impegno per gli assistenti civici» . E.S.
FONTE: L'ARENA
22 aprile 2008
L'Ultimo Imperatore
A grande richiesta scrivo di queste ultime elezioni politiche. Premetto che parlo a nome personale e non del "blog" (che comprende anche tutti gli altri collaboratori). Premetto che le mie considerazioni sono semplicemente frutto di ciò che ho visto, di ciò che ora penso. Premetto che mi aiuterò principalmente della fonte : L'Internazionale (settimanale che traduce e pubblica gli articoli di un gran numero di quotidiani di tutto il mondo sulle vicende italiane, politiche o meno che siano).
Pre-elezioni:
- La campagna elettorale è stata portata avanti, credo di poter dire a nome di tutti, in sottotono e senza un degno faccia a faccia tra i pretendenti. Le facce erano le stesse, gli argomenti delle campagne ancora meno numerosi e meno approfonditi dai candidati rispetto al 2006. Berlusconi, Bertinotti, Fini, Veltroni, Casini, Bossi... sempre i soliti... a dimostrare che la politica non si riempie di giovani, ma rimane vecchia...antica e sessista (se pur con qualche eccezione nella sinistra e nella destra radicale). E' stato uno spettacolo a dir poco desolante, vuoi per il pensiero anti-politico che circola nel nostro paese, vuoi per la delusione in una politica che non ha saputo rendere partecipe i propri cittadini. - I candidati premier hanno dato vita ad un dibattito (bada bene a distanza) fiacco e scarno contenuti-parlando. Veltrusconi ha cercato in tutti i modi possibili di orientare gli italiani al voto utile! Questo tanto acclamato voto utile che poi tanto utile non era (ad esempio per chi ha votato a sinistra consiglio di leggere questo articolo). Veltrusconi si è dannato così tanto per "buttare fuori" dal parlamento partiti come La Sinistra Arcobaleno, UDC, La Destra ed altri che non è rimasto loro (Berlusconi e Veltroni) solo il tempo di far circolare i loro inni, i loro slogan e le loro fotocopie (i programmi). L'Italia si è quindi preparata a votare tra La Destra (voto inutile), PDL (voto utile che premiava coloro i quali non sono coglioni o ottusi..), l'UDC (voto inutile), il PD (voto utile che premiava coloro i quali non avrebbero mai stracciato il programma del proprio avversario), La Sinistra Arcobaleno (voto inutile).
Elezioni del 13 e 14 Aprile 2008:
- L'affluenza a queste elezioni è stata circa del 80% (83% nel 2006). 3 punti percentuali in meno che possono trovare spiegazione in quella che è stata l'ondata Beppe Grillo o in quella che più semplicemente e semplicisticamente è la disillusione degli italiani nei confronti di una politica sempre meno attenta alle loro necessità o attenta, ma incapace di risolvere i problemi. - Questi i risultati delle elezioni:
CAMERA DEI DEPUTATI
SENATO DELLA REPUBBLICA
Dai risultati si evidenzia la chiara e netta volontà degli italiani di creduto e seguito il pensiero del "voto utile". Ciò si evidenzia nella sparizione della Sinistra Arcobaleno (solo Rifondazione Comunista aveva preso il 5 e passa % alla camera e più dell'8% al senato nel 2006), che non ha raggiunto il quorum né alla camera, né tanto meno al senato; nella quasi eliminiazione dell'UDC e nell'assenza in parlamento e al senato de La Destra.
Dice LE MONDE a proposito delle elezioni:
"Il fascino inquietante di un affabulatore"
Pensavamo che gli italiani fossero rimasti scottati dai due precendenti governi di Berlusconi (1994-1996 e 2001-2006). L'Italia non ne era uscita né più grande né più ricca. Ma a quanto pare la seduzione del vecchio miliardario continua a funzionare. Silvio Berlusconi ha vinto facilmente le elezioni del 13 e 14 aprile. Il suo nuovo partito, il PDL, ha una forte maggioranza alla camera e alla senato, con l'aiuto delle Lega Nord. Il movimento estremista di Umberto Bossi ha raddoppiato i suoi voti.
Il ritorno di Silvio Berlusconi è innanzitutto la sconfitta della sinistra. L'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, non è riuscito a convincere l'elettorato centrista, mentre ha tagliato i ponti con la sinistra radicale, cancellata dal parlamento. E non è riuscito a far dimenticare le difficoltà del governo di centrosinistra di Romano Prodi.
L'esecutivo di Prodi si era impegnato coraggiosamente nelle riforme rese indispensabili dai cinque anni di nefasta gestione del centrodestra. Ma ha risvegliato i corporativismi, ha deluso gli alleati comunisti e si è alienato il sostegno di quei piccoli partiti centristi dai quali dipendeva la sua sopravvivenza. Il caso clamoroso della spazzatura a Napoli, di cui non era direttamente responsabile, ha reso evidente l'impotenza dello stato.
Verso il bipartitismo
Berlusconi ha ancora una volta tratto vantaggio dal rifiuto della politica, che non è una specialità italiana, ma che alimenta nella penisola il diffondersi di un populismo di sinistra e di destra. Il suo successo di uomo d'affari e anche i suoi problemi giudiziari tornano a suo vantaggio. Anche se non promette più di fare miracoli - come potrebbero crederci ancora gli italiani? - la sua sfacciataggine lo aiuta a essere convincente.
La notizia positiva di queste elezioni è che, nonostante un sistema elettorale complicato, due grandi forze sono comparse a destra e a sinistra, lasciando intravedere la nascita di un sistema bipartitico. La cattiva notizia è che Silvio Berlusconi dispone, dopo queste elezioni, di una larga maggioranza che gli permetterà di governare per cinque anni. A giudicare dai suoi precedenti, è impossibile non essere preoccupati."
Badate bene che non sono parole mie, ma quelle di uno dei più rispettabili quotidiani al mondo.
Per darvi un'idea magari più globale, mondiale, riporto anche l'articolo del FOLHA DE SAO PAULO (Brasile):
" Due anni fa poco più della metà degli italiani tirava un sospiro di sollievo per la sconfitta di Silvio Berlusconi. Oggi poco più della metà degli italiani ha deciso di riportarlo al governo. Con la vittoria della sua coalizione alla camera e al senato, il magnate dell'informazione ha conquistato il terzo mandato come presidente del consiglio.
Cos'è cambiato dal 2006? C'è stato il governo di centrosinistra di Romano Prodi, composto da un'ampia coalizione che comprendeva cattolici e comunisti. Come spesso succede nella vita politica italiana, l'esecutivo è diventato ostaggio degli interessi dei partiti che lo appoggiavano, affondando nell'immobilismo e nell'inefficienza.
Da quindici anni l'economia italiana cresce a un ritmo inferiore rispetto alla media europea. Sono necessarie riforme strutturali che nessun governo è in grado di realizzare. Ed è poco probabile che ci riesca Berlusconi. Si tratta dello stesso personaggio che, fatta eccezione per qualche piccolo miglioramento al sistema pensionistico e al mondo del lavoro, ha impegnato la maggior parte delle energie a promuovere leggi ad personam per tutelare i suoi affari e quelli del suo partito.
E' stato grazie a queste leggi che il Cavaliere è riuscito a sottrarsi ai processi in cui doveva rispondere delle accuse di riciclaggio di denaro, associazione mafiosa, evasione fiscale e corruzione. Berlusconi 3.0, tuttavia, ha un vantaggio rispetto alle versioni precedenti. Questa volta guida una coalizione formata da tre partiti e con ogni probabilità avrà un governo più stabile.
Finchè in Italia non si sosterrà un programma di riforme per alleggerire la macchina statale, dare più flessibilità al lavoro e aumentare l'età pensionabile, difficilmente l'economia e la politica cambieranno."
Sono solo due articoli, ma ora mi appresto a riportarvi qualche frase tratta da altri quotidiano di tutto rispetto:
Ian Fisher - The New York Times - USA :
"Gli italiani hanno respinto la sobria serietà del capo del governo uscente, Romano Prodi, e in un momento di grande incertezza hanno scelto un uomo che quasi sempre sbandiera in pubblico le sue vicende: gli atteggiamenti clowneschi, gli scandali per corruzione, passando per i rapporti burrascosi con la moglie e con gli alleati fino ad arrivare ai capelli che ricrescono e diventano sempre più scuri."
Le Soir - Belgio :
"La longevità politica di Berlusconi suscita molta curiosità. Un uomo così poco affezionato al bene comune e sempre pronto a difendere i suoi interessi riesce di nuovo a convincere la maggioranza degli elettori. Perché? Berlusconi è un populista, e i populisti non si trovano a proprio agio con l'esercizio del potere. Ma il Cavaliere sì. Forse perché lui e i suoi elettori sono lontani mille miglia dall'idea che abbiamo noi dello Stato e dei suoi servitori. Gran parte degli italiani non crede a quest'idea. In una società in cui trionfa l'individualismo, Silvio Berlusconi interpreta la parte del più "furbo", di chi è più bravo degli altri a tirarsi fuori dalla politica. E dai processi."
Stéphane Bussard - Le Temps - Svizzera:
"Il Cavaliere deve parte del suo successo elettorale alla forte crescita della Lega nord, un partito populista, xenofobo, secessionista e antieuropeo. Ma una cosa è vincere, un'altra è governare un paese in crisi. Gli italiani si sono limitati a bocciare il passato, senza progetti innovativi per il futuro."
The Independent - Gran Bretagna :
"Berlusconi ha il potere di fare le riforme che servono all'Italia. Le farà davvero? Finora si è sempre preoccupato di proteggere i suoi interessi e quelli di coloro che possono aiutarlo. Forse ora cambierà. Ma se non sarà così, l'Italia è destinata ad altri cinque anni di crisi, con la terribile prospettiva che il Cavaliere cerchi poi di farsi eleggere presidente della repubblica per altri sette anni. Facciamo gli scongiuri!"
Potrei andare avanti ancora molto, ma forse non è carino da parte mia rappresentare (anche se non sono mie le parole) il prediletto degli elettori del PDL per quello che è e che solo i mezzi di informazione italiani non sono in grado dipingere come si dovrebbe.
Allora passo ad alcune mie personali considerazioni:
- Io credo, come già detto e ridetto, che la tattica del "voto utile" sia stata spiegata male, slealmente, da entrambi gli schieramenti centrali, PD e PDL.
- Io credo che la scomparsa della Sinistra Arcobaleno e con essa quella di altri partiti oggi fuori dal parlamento (tranne La Destra e tutti quei partiti ancora più a destra che per conto mio sono anti-costituzionali) e dal senato sia un grave segno di omologazione forzata e di annientamento della pluralità parlamentare e non solo. Pensare a battaglie come i DICO, i PACS, il divorzio, le pari opportunità (le Femministe), la lotta alla discriminazione nel senso più generico del termine, l'aborto, il no al nucleare, alla TAV, al ponte sullo stretto, NO VAT e a un'infinità di altre questioni e spalancare gli occhi davanti a questa cruda verità non sarà, ahivoi che non la pensate così, un bene né per me né per voi.
- Io credo che i media abbiano giocato un ruolo determinante in queste elezioni. Io credo che i media abbiano favorito Berlusconi e le sue idiote scenette che non hanno nulla a che vedere con la politica a scapito di gente seria, che per lo meno (giusto o sbagliato che sia) abbia a cuore l'interesse del paese. Mi stupisco ogni giorno di più che gli italiani diano fiducia ad un politico con un passato terrificante. Mi stupisco che gli italiani premino ancora una destra unita (ipocritamente) solo per le tematiche sull'immigrazione (che i media hanno ben volenteri indirizzato in questi due anni a favore di sappiamo chi...).
- Io credo che la bruciante sconfitta della Sinistra Arcobaleno non possa, però, ridursi alla bassa afluenza, al carisma di Berlusconi, al voto utile e ai media, pur vantando insieme una larga redistribuzione dei voti. Io credo che non si possa nascondere il fatto che a nord, la Lega si sia decisamente accapparrata molti voti di operai e lavoratori, che nel 2006 avevano scelto la sinistra radicale. E' un terribile colpo che va, però, compreso e piano piano metabolizzato. La Sinistra Arcobaleno ora cambia dirigenza (finalmente..) e spero dia spazio a giovani (pur essendo sicuramente uno dei partiti che dà maggior spazio a giovani e donne), che possano movimentare l'esperienza e il percorso politico-intellettuale del partito e della vera sinistra!
Buon lavoro a Berlusconi e ai suoi!
19 marzo 2008
E’ INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED I FURBI NON HANNO PERSO L’OCCASIONE!!!
La campagna elettorale è appena cominciata, ma i soliti noti sono già all’opera infischiandosene delle regole riservate solo per i comuni mortali, ma non per gli indefessi attivisti della Lega Nord.
Tutti sanno che durante la campagna elettorale è proibito attaccare i manifesti fuori dagli spazi previsti, ma gli “esuberanti” militanti della Lega non possono fermarsi davanti a regole così assurde e figlie della vecchia politica.
Loro che sono i paladini della legalità e della sicurezza non possono essere trattenuti nel loro ardore da limitazioni che valgono per gli altri, ma non certo per limitare il fuoco padano.
Non sono ancora effettuati i sorteggi per l’assegnazione dei posti in lista, di solito usati dai Comuni per attribuire anche gli spazi per la propaganda diretta?
Bene!!! Un motivo in più per non farsi trattenere dai freni inibitori e passare subito all’azione.
Il Sindaco si è accorto che i suoi prodi hanno sbagliato bersaglio ed hanno attaccato manifesti dentro e fuori degli spazi o i suoi occhi sono attirati solo dai venditori abusivi o dai bambini che mangiano il panino sulle gradinate di palazzo Barbieri?
Ha attivato i vigili urbani per rimuovere le affissioni abusive e denunciarne gli attacchini o questi manifesti, nonostante la legge, anziché deturpare la città la caratterizzano e la rendono più gradevole?
E’ troppo chiedere cosa succederebbe se tutti adottassero lo stesso comportamento?
Insomma non si può accettare che
E’ bene ricordare che spesso, sono proprio i piccoli gesti concreti a dimostrare, più di qualsiasi altro discorso, la vera natura delle cose.
Vale anche in questo caso.
Fiorenzo Fasoli, Giorgio Gabanizza, Graziano Perini e Claudio Magagna
Verona, 17/03/2008
24 febbraio 2008
Le norme discriminatorie vanno cancellate!!
E’ una sonora bocciatura dell’amministrazione comunale di Verona che, ancora una volta, si dimostra non solo chiusa e settaria, ma perfino fuori dal contesto comunitario.
Il commissario Frattini, ancorché esponente di primo piano della destra italiana, non ha avuto scampo ed ha dovuto riconoscere i fatti.
Le conclusioni sono inequivocabili:
“Le norme della direttiva europea….impediscono qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità per la concessione dell’accesso a benefici sociali, come ad esempio ad alloggi sociali, che rientrano nel campo di applicazione del trattato CE.”
“Per quanto attiene al loro campo di applicazione, tali disposizioni escludono qualunque possibilità per uno stato membro di attribuire particolari privilegi ai propri cittadini senza attribuire i medesimi privilegi anche ai soggiornanti di lungo periodo residenti in quello Stato membro”.
Sono parole chiarissime e che si commentano da sole.
Solo il Sindaco di Verona non le vuole capire e si ostina su una posizione inconciliabile non solo con la nostra cultura di accoglienza e di solidarietà, ma anche e perfino con l’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea.
Altro che difesa dei veronesi!!!
Questa è discriminazione vera e propria e come tale va cancellata senza se e senza ma.
Il Comune, anziché attardarsi su posizioni ideologiche becere ed antistoriche, farebbe meglio a preoccuparsi di sviluppare una vera politica della casa che al posto di essere fondata sulla discriminazione provi invece ad andare incontro ai bisogni che, ogni giorno e con maggiore insistenza, si alzano da sempre più larghi strati della popolazione.
Questo è il bene della città.
Il resto è demagogia e populismo che possono servire in campagna elettorale, ma non a risolvere i problemi che le comunità soffrono e che tutte le amministrazioni, compresa quella di Verona, sono chiamate a cercare di risolvere.
Fiorenzo Fasoli
Esponente de
Verona, 22/02/2008
4 febbraio 2008
L'altra Verona
Ma chi l’ha detto che l’ospedale è semplicemente un luogo di cura? È il primo pensiero che sale alla mente quando seduti ai poliambulatori dell’ospedale maggiore di Borgo Trento, notiamo alcune persone con il caffè in mano che guardano nel vuoto. Sono clochard, sei per l’esattezza. Tutti i giorni appena il Cup (centro unificato prenotazioni) apre al piano interrato del pronto soccorso, le sei e mezza, entrano e cercano pace e rifugio.
«Qui siamo sicuri che non ci accadrà nulla di male. Stiamo al caldo, sorseggiamo a lungo un caffè. E parliamo tra di noi», è la risposta che danno quasi all’unisono.
Sono italiani, marocchini. Hanno in comune la perdita del lavoro, un infortunio grave o una malattia invalidante. Gli italiani, forse sono veronesi, preferiscono non parlare. Ce n’è uno in particolare che viene protetto e giustificato per l’atteggiamento spaventato e di smarrimento che ha assunto quando lo abbiamo invitato a raccontarci la sua storia.
Indossa i pantaloni di una tuta e cammina a fatica aiutandosi con un bastone. «Non può parlare, è sordo e anche muto. Cammina male perché cinque anni fa è caduto in un cantiere edile e da allora non è stato più lui. Sappiamo solo che è italiano e dorme con noi a Corte Marini in questi giorni definiti di emergenza freddo», si affrettano a dire due amici nativi di Casablanca. Gli addetti alle pulizie così come anche alcuni infermieri, convivono con loro da tempo. Non si preoccupano più di tanto. Anzi, quando una donna in particolare, affetta sicuramente da disturbi comportamentali, pone i pantaloni di ricambio sui termosifoni per farli asciugare, fanno finta di nulla. «L’anno scorso ha aggredito una nostra collega che l’aveva richiamata perché dormiva sulle sedie», ricordano due inservienti, «non fa male a nessuno, basta lasciarla stare. Certo a noi qualche volta pesa dovere pulire dove sporca, ma cosa si può fare per questa povera gente?».
Anche i pazienti dei diversi ambulatori non si lamentano.
Mohammed è ben vestito. Ha la barba tagliata, un giaccone pesante, jeans: non si direbbe che vive da barbone. È in Italia da 17 anni, «lunghissimi», assicura. Ha lavorato tra Verona e Vicenza fino al 2006. «Il datore di lavoro è fallito. Non mi ha pagato e così mi sono rivolto ai sindacati. Ma non c’è stato nulla da fare», dice in corretto italiano, «ho provato a chiedere all’Inps di darmi indietro quanto mi veniva accantonato per la pensione, ma mi hanno detto che devo aspettare di avere 60 anni. Ne ho soli 43, una figlia e una moglie in Marocco. Sono disperato, da otto mesi dormo nei dormitori, mangio nelle mense dei poveri. Ho perso i miei pochi beni».
La sua storia è come quella di tanti altri immigrati: è stato messo in regola perché vittima di un incidente sul lavoro. Poi a distanza di anni è stato lasciato a casa con la scusa del fallimento. «Ora lo stesso datore ha un’altra ditta dove a lavorarci sono tutti romeni sottopagati», puntualizza. Ha gli occhi scuri Mohammed, e lucidi: non piange per dignità. Ci ringrazia per aver raccolto il suo sfogo poi lascia la parola al suo compagno di sventura.
Redouan ha 44 anni. A Casablanca ha ancora i genitori. «Ho perso il lavoro perché ho avuto problemi con l’alcol. Sono seguito dai servizi grazie ad un’associazione “Il Corallo”, che è la stessa che gestisce Corte Marini», spiega con calma, «sono stato anche in comunità. Ora cerco lavoro ma non me ne danno: sono rimasto senza permesso di soggiorno. E questo lo hai se lavori. Insomma la vicenda si traduce in: è come un cane che si morde la coda».
Anche Redouan si tiene ben vestito. Tifa Juve e gli piacciono gli spaghetti. «Mi manca la mia terra, mi sento male se ci penso a come sono ridotto».
Qualche seggiola più in là c’è un signore, legge un giornale free press. Ha le mani deformate dall’artrite. Quando inizia a raccontare la sua storia ci accorgiamo che non ha più un dente in bocca: ha più di sessant’anni.
«Sono in Italia dal 1989. Sono stato fortunato, vivevo a Perugia e dopo un solo anno ero già in regola. Era facile trovare il posto in quegli anni. La gente, gli italiani non ti sfruttavano. Sono arrivato a Verona perché qui c’è un importante centro per la mia malattia. Non potevo più lavorare. L’ultimo che ero riuscito a fare era in uno stabilimento di prodotti alimentari. Era il 2002 ed ero convinto che con la visita medica per chiedere l’invalidità mi sarebbe stata certificata. E sarei tornato a casa, dalla mia famiglia. Invece mi hanno detto che ero invalido al 60 per cento. Così ho anche perso il lavoro. Ora non posso muovere più le mani. Soffro moltissimo e vorrei solo riavere indietro i miei contribuiti per tornarmene a casa». Si asciuga le lacrime e si scusa.
Dall'Arena - di Anna Zegarelli
1 febbraio 2008
Grafici & Classifica
Tendenze relative al consumo di cocaina
I segni di stabilizzazione osservati nel consumo di cocaina tra i giovani adulti nella relazione annuale 2006 non sono confermati dai dati recenti. In tutti i paesi che hanno trasmesso dati provenienti da indagini recenti sono stati riscontrati aumenti della prevalenza del consumo di cocaina nell’ultimo anno nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni, anche se non si può escludere una tendenza al livellamento in Spagna e Regno Unito (Inghilterra e Galles), gli Stati membri con i più elevati tassi di prevalenza. Incrementi degni di nota sono stati denunciati anche da Italia e Danimarca (grafico 7).

Fonte: www.emcdda.europa.eu
Ecco secondo il corriere della sera la classifica "nera":

Un altro articolo interessante (clicca qui)
A voi la parola.
28 gennaio 2008
Controlli sulle Torricelle
Blitz contro alcol e droga Nei guai quattro su dieci
Ma una discoteca non collabora con l’Asl A fine serata avvisa i clienti dei posti di blocco
C’è poco da fare, esiste un mondo parallelo che gli adulti faticano a comprendere. È l’universo di quei ragazzi che sono capaci di mettersi su un pullman alle 23, farsi anche 200 chilometri per arrivare in discoteca sulle Torricelle. È quel mondo dove farsi una «canna» è normale come mangiare un panino, così come farsi una «pasta» per sentire meglio la musica, bere un imprecisato numero di cocktail, perché se non sei «fuori» non c’è divertimento. Ce la sta mettendo tutta, l’altro mondo, quello degli adulti che vorrebbero evitare che i giovani si mettessero al volante in condizioni non idonee per guidare. Ma a giudicare da quello che sta sotto gli occhi, il quadro è desolante. Anche sabato notte, guardia di finanza, polizia stradale, provinciale e locale, carabinieri, Asl 20, Croce Bianca e protezione civile hanno messo in atto un controllo antidroga e alcol. Il più grosso pattugliamento mai fatto in Veneto, come ha sottolineato il comandante della polizia municipale Luigi Altamura. Un controllo diviso in due parti e che ha portato a esaminare 80 conducenti, ritirando 32 patenti. ORE 00.30 L’INIZIO. Il primo blocco è nel curvone di via Villa Are, dove c’è spazio a sufficienza per fermare le auto e piazzare il camper per le analisi. La prima auto indica che la serata promette «bene». Cinque ragazzi, tutti positivi all’alcoltest. Poco dopo arriva un pullman da Padova. I cani dei Baschi verdi ringhiano e si agitano. Sul pullman i ragazzi prima di scendere per i controlli hanno mollato a terra di tutto: marijuana, ecstasy, una dose di coca. Qualcuno le aveva nascoste nel pacchetto di sigarette, altri in mezzo a una crema oleosa. Si lamentano i ragazzi, della perdita di tempo. Sono tutti «puliti», dicono, nessuno rivendica la proprietà dello stupefacente, che dev’essere «germogliato» dal pavimento del pullman. Si lamentano per «questo Stato di m... che non vuole che tu il sabato sera ti diverta». Eh no, bello. Lo Stato non c’entra. Questa gente che sta al freddo da mezzanotte alle otto di mattina cerca soltanto di evitare che ti ammazzi, o ammazzi qualcun altro. L’autista di un pullman arriva a 0.48 di alcol nel sangue. Con 0.50 ti ritirano la patente. PREVENIRE O REPRIMERE. A seguire passo passo i lavori c’è anche l’assessore alla protezione civile Marco Padovani che ha chiesto ad alcune squadre cittadine di dare una mano nell’allestimento di un campo. Nel giardino dell’asilo di Villa Are infatti si svolge la seconda fase dei controlli. All’uscita della discoteca Alter Ego, tutte le auto vengono convogliate lì per i controlli agli automobilisti. Si sono montate alcune tende dove fare accoglienza e i controlli ai ragazzi, c’è un camper per i prelievi di sangue e urine. C’è qualche bricco di caffè e di tè. Il freddo qui fuori, più passano le ore, più penetra nelle ossa. «Credo in questi controlli. Per questo abbiamo subito accettato di collaborare mettendo a disposizione la protezione civile», dice l’assessore, «dobbiamo far capire ai giovani che non è così che ci si diverte. Che così rischiano soltanto di ammazzarsi. Ma quello che vedo è sconsolante». UN POPOLO DI STORDITI. Arrivano all’asilo che funge da quartier generale con la faccia inebetita, qualcuno ha il sorrisetto isterico di chi non sa come finirà. Altri dicono che vogliono un avvocato. Ehi bello, qui non sei al cinema made in Usa, sei in strada «strafatto». La tua auto resta qui. Sì, chiama mamma che ti venga a prelevare, che a piedi e senza più patente non arrivi da nessuna parte. Magari si arrabbia pure che la svegli e che le dai la novità, non s’era accorta che ti drogavi. Ma come dicevano tutti, come in una cantilena, l’altra notte, al finanziere che cercava di capire: «Chi è che non si fa una canna e beve qualcosa?». INCIDENTE VIA BELVIGLIERI. Continuano i controlli, il dottor Giovanni Serpelloni, coordinatore del servizio delle tossicodipendenze sembra alimentato a pile duracell. Zompetta da una tenda all’altra, controlla, analizza, spiega. Arriva la notizia di un incidente stradale in via Belviglieri. Il conducente aveva 2.70 di alcol nel sangue. «Stiamo facendo il possibile per farci autorizzare a verificare il tasso alcolemico nei morti a seguito di incidenti stradali. Dobbiamo capire qual è la percentuale», dice Serpelloni. Ed ecco invece i numeri della notte. Una positività del 40,5 per cento, di cui il 13,9 è risultato positivo all’alcol, il 16,5 alle droghe e il 10,1 ha associato alcol e droghe. Dei positivi alle droghe (21 persone), il 38,1 per cento aveva utilizzato cannabis, il 4,8 ha usato solo cocaina, 19 metanfetamine, 14,3 e cannabis più cocaina e più metanfetamina, 23,8 cocaina più metanfetamina. BILANCIO. Sono 32 le patenti ritirate, una persona denunciata per spaccio di stupefacenti, sei persone segnalate per detenzione di sostanze stupefacenti e una comunicazione notizia di reato all’autorità giudiziaria nei confronti di ignoti per varie sostanze rinvenute a bordo dei pullman in transito. La direzione dell’Alter Ego era stata avvisata in anticipo dei controlli dalle stesse forze dell’ordine, richiedendo la loro collaborazione e la disponibilità a posizionare le strutture di prevenzione nel parcheggio della discoteca. Dopo un primo assenso, la disponibilità è stata in seguito totalmente ritirata e dai racconti fatti direttamente dai ragazzi fermati sulle Torricelle sarebbero addirittura stati lanciati avvisi all’interno del locale per allertare le persone, della presenza di serrati controlli all’uscita.
Dall'Arena di Alessandra Vaccari
E' una società proprio strana la nostra. Una società dove il divertimento sembra dover passare per forza attraverso alcol e droga.
Siamo parte ( volenti o nolenti ) di una società benestante nella quale nulla ci manca e tutto, potenzialmente, possiamo o crediamo di poter avere. Ragazzi, giovani e meno giovani trovano come massima aspirazione nella vita quella di impasticcarsi, bere fiumi di cocktails e, in questo stato fisico e mentale, mettersi alla guida di motorini e macchine. Cotanti sforzi per mostrare qualche video "da sballo" su youtube o, quando va male, arricchire la pagina dei necrologi sull'Arena.
Le facce inebetite, i sorrisetti isterici e le pretese nevrotiche di chi si credeva re del mondo un minuto prima e improvvisamente si ritrova ultimo della lista non fanno altro che confermare l'imbecillità e il rincretinimento di una società che regredisce sempre più. Una società che vede nella discoteca (non me ne vogliano coloro che vanno in discoteca solo per ballare...) un luogo paradisiaco, dove tutto è permesso..anche se questo ti costerà poi la vita. Fa pensare anche questa inconsapevolezza diffusa.
Ma perchè, secondo voi, questo comportamento è ormai entrato nella normalità? Raccontateci di vostre esperienze personali, di quello che vedete, fate, credete...
Buon dibattito
21 gennaio 2008
Calcio & Razzismo (parte 2)
Prima di tutto vorrei capire bene per quale motivo è stato concesso un cotale privilegio ai tifosi del Verona quando la motivazione semplice e cruda per la quale non potevano vedere la partita allo stadio era ( che novità!! ): cori razzisti contro i giocatori della Pro Sesto (giocata la settimana scorsa)!
Il giudice sportivo aveva quindi in settimana annunciato che la partita in questione (Hellas-Sassuolo) si sarebbe giocata a porte chiuse! Da qui l'ira del Sindaco: "Sfido il giudice! E metto il maxischermo in piazza brà!"
Mmmm...strano, credevo fosse un Sindaco tutto fatti e LEGALITA'! Strano anche che la legge valga per gli altri e non per lui...e strano pure che non capisca il perchè di questa persecuzione contro i tifosi del Verona!!
Ah, tra l'altro per chi si credesse veramente perseguitato ecco la nuova normativa per la recidività dei tifosi dell'Hellas (e non me ne vogliano coloro che non c'entrano niente con questi imbecilli):
"Vista la nuova normativa Uefa contro la discriminazione razziale e la recidività dei sostenitori del Verona, il prossimo episodio sarà punito con la squalifica del campo o, peggio ancora, con la sconfitta a tavolino. "
Cose mai viste! Una tale ingiustizia non la credevo possibile! Bene! Ma tornando a noi, per premiare questi squallidi atti di discriminazione razziale il nostro sindaco, autorevole quanto decoroso, ha per l'appunto deciso di guardarsi e di permettere ANCHE ai quei beceri tifosi di guardarsi la partita in Piazza Brà!
Mmm...primo quesito:
1) Tutti i Veronesi tifano Hellas?
Non credo proprio, credo che una parte tifi Verona, una parte Chievo e che una parte preferisca altri sport...Ah beh..poi c'è chi fa parte di più d'una di questa categorie... Perciò non capisco per quale dannato motivo bisognerebbe usare una piazza pubblica (ossia di tutti noi veronesi) per favoreggiare una minoranza (dei Veronesi) e per fare i loro comodi?
2) I soldi per mettere questo maxischermo in piazza, le pulizie della piazza che probabilmente avrà fatto fare Tosi e i diritti televisivi della partita chi li ha pagati??
Io spero siano stati i tifosi del Verona...una bella colletta e hop...pagato tutto! No perchè non fosse così e magari avesse pagato tutto Tosi---> ossia NOI cittadini veronesi, non credete che ci sarebbero motivi per cui lamentarsi!????
3) Decoro? Pulizia? Educazione?
Non credo sia il modo giusto per dare l'esempio.. Le bandiere del Verona sventolate al vento dall'alto dell'Arena, le decine di cicche che avranno popolato le scale del municipio dopo la partita, i cori razzisti (se pur ironicamente rivolti ad altri tifosi del Verona) e direi poco decorosi che potete sentire in questo video non mi sembrano assolutamente degni della nostra città. Insomma, noi siamo di una classe superiore! Non credete?
Ma di certo il nostro caro avrà pensato a tutte queste cose. E sono probabilmente io fazioso, comunista e tifoso del Chievo a dire un sacco di scemenze. Sì...sarà proprio così!
Buon dibattito...
19 gennaio 2008
Calcio & Razzismo
La stupidità è ovunque, non solo dove ci sono telecamere e microfoni. La stupidità è anche nei campetti della provincia, in teoria passatempo ideale per vecchi e bambini ma in pratica valvole di sfogo ad hoc, dove l’esasperazione è maggiore di quanto non sembri all’apparenza. E dove trova spazio anche l’ostilità nei confronti di chi non ha la pelle bianca. Episodi isolati o consuetudine? Bella domanda. A rispondere ci hanno pensato sette protagonisti delle domeniche dilettantistiche.
«Certi comportamenti razzisti del pubblico erano più frequenti in passato - racconta Brahim El Hamich, attaccante marocchino ex Alba e ora al Sant’Anna d’Alfaedo - negli ultimi due o tre anni accadono di rado. Prima invece erano una costante. Io faccio finta di niente, al limite se qualcuno mi urla qualcosa e sono vicino alla rete di recinzione mi giro un attimo a guardarlo e penso a che persona può essere quella che ho di fronte. Però tutto questo un po’ mi sorprende, sono in Italia da diciassette anni e mi sento anche un po’ veronese ormai. Ma ricordo anche episodi molto belli, uno su tutti. Ero all’Alba e giocavamo col Legnago. Il difensore che mi marcava mi diede del "terrorista". Però dopo pochi minuti lo stesso giocatore si è avvicinato e mi ha chiesto scusa ammettendo di aver sbagliato. Non l’ho dimenticato».
«Più che la gente sulle tribune sono gli avversari in campo che usano un po’ troppo la lingua - sottolinea Cesar Pereira, gioiello brasiliano del Domegliara - insultandomi credono di farmi innervosire non sapendo invece che provocano l’effetto contrario. Se dribblo il mio marcatore più di una volta, se gli faccio un tunnel allora lo senti parlare a sproposito. Me lo aspetto, so che lo fanno apposta. Magari neanche pensano a quello che dicono, magari non è razzismo quanto preoccupazione per chi hanno di fronte. E in una partita le usi tutte per avere la meglio. Io non sono mai stato espulso per reazione a queste provocazioni, mi viene molto facile continuare a giocare come se nulla fosse».
«Non è successo molte volte ma è successo - ammette Prince Yarboye, diciannovenne jolly ghanese dell’Audace, in Italia da otto anni e studente di grafica pubblicitaria all’Istituto Carlo Anti di Villafranca - anche quando ero nelle giovanili. Ricordo una partita con gli Allievi in cui mi hanno insultato a ripetizione. Stavamo perdendo 1-0, poi abbiamo pareggiato e a poco dalla fine ho segnato il gol della vittoria. Appena ho visto il pallone in rete sono andato di corsa sotto la tribuna facendo segno al pubblico avversario di fare silenzio. Accadesse ora però non ci farei più caso».
«Quest’estate in un’amichevole un avversario mi ha detto che secondo lui lavoravo in una conceria per quanto puzzavo - racconta Ronnie Otoo, ghanese, punta della Polisportiva Virtus, studente al Pindemonte ed in Italia dal 2002 - e all’epoca del settore giovanile dopo una partita molto tesa tutta la squadra avversaria se l’è presa solo con me e non col resto dei miei compagni. Quella volta ricordo di aver tirato fuori le scarpe dalla borsa per difendermi, ero arrabbiatissimo. Poi però non è successo nulla».
«Non credo ci sia cattiveria in certi comportamenti - interviene Karim Choukrani, attaccante marocchino del Gazzolo, professione metalmeccanico - magari la reazione ce l’hanno quando mi capita segnare alla squadra per cui fanno il tifo. Ma è normale forse, quello è solo nervosismo».
«Secondo me a certa gente non dovrebbe essere data nemmeno la possibilità di vedere la partita - è il parere di Arma Rachid, attaccante marocchino della Sambonifacese da 12 anni in Italia ed impiegato part-time in una ditta che produce carrelli elevatori - ogni tanto qualche insulto me lo sento, anche se il più delle volte neanche li ascolto perché sono troppo concentrato sulla partita. Ma il calcio per me è un divertimento e dovrebbe esserlo per chi è in tribuna. Soprattutto nei dilettanti. Non ho mai reagito a nessuna provocazione e mai neanche pensato di farlo. Questa è solo gente ignorante».
«Io e Arma siamo stati fischiati al Bentegodi quando abbiamo giocato col Verona in Coppa Italia - ricorda Goncalves Dimas, compagno di reparto di Rachid alla Sambonifacese - ma mi è capitato anche a Chioggia e a Este, quando appena entrato in campo il pubblico mi ha fatto capire che non ero molto gradito. Fischi e qualche insulto per il colore della mia pelle non li avevo mai sentiti. Poi però ci ho fatto l’abitudine».
Di Alessandro De Pietro (L'Arena)
Polemiche oltre manica
Titola così l’ultimo articolo di Tobias Jones sul Daily Mail, diffuso tabloid britannico. Il giornalista inglese attacca la città con la scusa di mettere in guardia il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la sua bella Carla Bruni dallo scegliere Verona quale destinazione per la luna di miele. Nei giorni scorsi, infatti, i giornali di mezzo mondo, si sono occupati delle vicende amorose del presidente transalpino il quale, in un turbinio di voci e smentite, era atteso in un bed&breakfast di «charme» a Negrar in compagnia della modella italiana. Da qui lo spunto per il giornalista di parlare male di Verona, definendola una «Disneyland dell’amore piena di gente che vive alle spalle della leggenda di Romeo Giulietta e che si approfitta di turisti creduloni». Jones dipinge una città dove appena arrivati si viene subito presi in ostaggio da orde di coppiette e sedicenti guide turistiche pronte ad accompagnare i visitatori in «tour dell’amore» melensi e di cattivo gusto. Il balcone di Giulietta viene descritto come una sorta di truffa: 3,10 euro e mezz’ora di coda per affacciarsi da un poggiolo costruito nel 1920. E poi la statua di Giulietta, la sua tomba e i graffiti: nulla sfugge al giornalista che demolisce l’immagine di una città, che definisce un concentrato di cliché volgari. Nemmeno l’Arena la fa franca. «I turisti vengono da ogni angolo del mondo per vedere gli spettacoli. Dico vedere, perché a meno che non si acquisti il biglietto d’oro da 183 euro difficilmente si riesce a sentire qualcosa», scrive Jones. La tragedia, prosegue il giornalista autore anche di un libro sulla storia dell’Italia dal secondo dopoguerra, è che questa città un tempo era una «piccola Roma», una capitale del nord dove fiorivano arte, cultura e commercio. «Questi giorni gloriosi sono lontani», conclude Jones, scagliandosi contro la decisione del sindaco Tosi di vietare alla gente di mangiare panini sui gradini di Palazzo Barbieri. «La prima persona a ricevere una multa di 50 euro è stato un bambino di 4 anni», scrive indignato, prima di concludere: «La città di Romeo e Giulietta è diventato un parco divertimenti dai prezzi esorbitanti dove i bambini non possono nemmeno mangiarsi un panino... Se sono mai esistiti, i due amanti si stanno rigirando nella tomba». Ma Tosi non ci sta: «Giornalismo spazzatura. Solo così può essere definita l’immagine volgare e tendenziosa che fornisce di Verona l’articolo. L’inchiesta del signor Jones su Verona appartiene al mondo della fantasia, non della notizia, come la luna di miele veronese della coppia Sarkozy-Bruni che ha ispirato l’articolo. Quel che però è certo è che tra 400 anni si parlerà ancora di Shakespeare e di Verona, mentre di Tobias Jones fra 4 giorni non parlerà più nessuno». Quanto al divieto di consumare panini fuori da spazi consentiti, il sindaco chiosa: «Non so se in Gran Bretagna si possa impunemente bivaccare sulle scale di Buckingham Palace, ma so che il signor Jones, anche in questo caso, manifesta una vera idiosincrasia alla verifica delle notizie: in Italia nessun cittadino al di sotto dei 18 anni può essere multato».
Di Giorgia Cozzolino (L'Arena)
20 dicembre 2007
Squadrismo in salsa scaligera
La storia di questa città racconta inequivocabilmente l’esistenza di un malessere sociale diffuso con un denominatore comune che parla di esasperazione identitaria , che spesso prende la forma dell’odio e della violenza fisica, che spesso si ammanta di coperture culturali e di connivenze politiche, che sempre si esprime con la matrice dello squadrismo e del fascismo più becero.
Negli ultimi dieci anni si è verificato un vero e proprio stillicidio di aggressioni, pestaggi, spesso con catene e coltelli, di cui l’episodio di sabato sera è solo l’ultimo inquietante atto. Noti i protagonisti, nota la loro appartenenza, noto soprattutto il contesto da cui provenivano; qualche ora prima sfilava per le vie del centro la fiamma tricolore, lanciando gli slogans più truci: “zecche di giorno, infami di notte”; “siete infami come i partigiani” “Se non li fermate voi ci penseremo noi”.
Nulla di nuovo, se non per l’intima presenza del sindaco e di alcuni assessori e di altri esponenti di partiti della maggioranza. Questo sindaco ha sempre avuto un rapporto diretto con l’estrema destra scaligera, come dimostra il fiammifero Miglioranzi capogruppo della lista Tosi, scandalosamente proposto come rappresentante del comune all’istituto storico per la resistenza.
Un tentativo, provocatorio e spudorato, di alimentare il revisionismo storico “istituzionale” tanto caro alla lega e ai fascisti. Ma ancor più grave è il revisionismo storico “sociale”- compiuto nelle ultime settimane dall’estrema destra, e avallato dalla maggioranza- di stravolgere le dinamiche sociali della nostra città: l’utilizzo strumentale dell’aggressione del militante della ft, attribuito a ragioni politiche, nella totale assenza di prove (si presume sia una vendetta personale), e l’imprudenza consapevole con cui tale versione è stata accolta da Tosi & co, dimostrano che il progetto è quello di alimentare la logica degli opposti estremismi, a beneficio d’un’unica parte politica. Attenuare le differenze tra soggetti antitetici, diversi anche e soprattutto nelle pratiche della politica; annacquare i fatti più clamorosi, che hanno fatto conoscere Verona come città razzista e laboratorio delle nuove destre: questo il progetto, intimamente sovversivista, del ceto politico che ora amministra la città.
Non ci stancheremo di ricordare chi sono stati e chi sono tuttora i Miglioranzi, i Castorina, i Puschiavo…
E ancora una volta qui ribadiamo che le politiche basate sull’odio “geografico” (L’Arena ne è lo specchio consapevole, una vera scuola delle coscienze!), così come la cancellazione di ogni avversario politico, intraprese e cullate da questa amministrazione, hanno dato cittadinanza agli istinti più aggressivi, armando la mano di chi pensa di perseguire gli stessi obbiettivi con modalità diverse: chi vive la strada agisce diversamente da chi abita i palazzi del potere.
“Se non li fermate voi ci penseremo noi”; “non risponderemo di eventuali schegge impazzite”: nel corteo di sabato, pubblicamente, questi signori hanno promesso che qualcuno pagherà.
Il tenore inequivocabile delle loro minacce, combinato con il malcelato sospetto circa i presunti responsabili dell’aggressione di sabato 8 dicembre, è tale da preparare il campo a episodi drammatici: quello di sabato scorso è stato solo un piccolo preludio, forse una prova, in vista di ben altro.
Aspettiamo il morto, come a Milano (Davide Cesare, marzo 2003) o a Roma (Renato Biagetti, agosto 2006)?
Flavio Tosi, sfilando in piazza accanto a Fiamma Tricolore, Veneto fronte skinheads e Forza Nuova e ai loro slogans carichi di minacce, si è assunto una pesantissima responsabilità.
Responsabilità diretta hanno anche quei media che hanno scelto di descrivere la manifestazione di sabato come un’ordinata e pacifica parata, condotta a passo dell’oca marziana.
L’invito a una ben diversa assunzione di responsabilità va anche rivolto a quel centrosinistra, che troppo spesso si è girato dall’altra parte, di fronte ai fatti che noi da anni denunziamo, scegliendo di ripararsi dietro la vuota formula della condanna bipartisan della violenza.
PS. Ci risulta che il camerata Miglioranzi si sia offeso per un saluto ariano a lui rivolto da un cittadino che assisteva al consiglio comunale. Probabilmente, nonostante la momentanea assenza del batterista, la seduta era stata confusa con un concerto dei Gesta Bellica………..
LA CHIMICA, CIRCOLO PINK, SINISTRA CRITICA
14 dicembre 2007
16 novembre 2007
Petizione contro la violenza sui rom
Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne
La storia recente di questo paese e’ un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre piu’ ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori.
Una donna e’ stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida e’ sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena e’ la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso.
Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena e’ stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignita’? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che e’ italiana, e che l’assassino non e’ un uomo, ma un rumeno o un rom.
Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanita’. Delle loro condizioni, nulla e’ piu’ dato sapere.
Su queste vicende si scatena un’allucinata criminalizzazione di massa. Colpevole uno, colpevoli tutti. Le forze dell’ordine sgomberano la baraccopoli in cui viveva il presunto assassino. Duecento persone, tra cui donne e bambini, sono gettate in mezzo a una strada.
E poi? Odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini devono essere espulsi dall’Italia. Politici vecchi e nuovi, di destra e di sinistra gareggiano a chi urla piu’ forte, denunciando l’emergenza. Emergenza che, scorrendo i dati contenuti nel Rapporto sulla Criminalita’ (1993-2006), non esiste: omicidi e reati sono, oggi, ai livelli piu’ bassi dell’ultimo ventennio, mentre sono in forte crescita i reati commessi tra le pareti domestiche o per ragioni passionali. Il rapporto Eures-Ansa 2005, L’omicidio volontario in Italia e l’indagine Istat 2007 dicono che un omicidio su quattro avviene in casa; sette volte su dieci la vittima e’ una donna; piu’ di un terzo delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, e il responsabile di aggressione fisica o stupro e’ sette volte su dieci il marito o il compagno: la famiglia uccide piu’ della mafia, le strade sono spesso molto meno a rischio-stupro delle camere da letto.
Nell’estate 2006 quando Hina, ventenne pakistana, venne sgozzata dal padre e dai parenti, politici e media si impegnarono in un parallelo fra culture. Affermavano che quella occidentale, e italiana in particolare, era felicemente evoluta per quanto riguarda i diritti delle donne. Falso: la violenza contro le donne non e’ un retaggio bestiale di culture altre, ma cresce e fiorisce nella nostra, ogni giorno, nella costruzione e nella moltiplicazione di un modello femminile che privilegia l’aspetto fisico e la disponibilita’ sessuale spacciandoli come conquista. Di contro, come testimonia il recentissimo rapporto del World Economic Forum sul Gender Gap, per quanto riguarda la parita’ femminile nel lavoro, nella salute, nelle aspettative di vita, nell’influenza politica, l’Italia e’ 84esima. Ultima dell’Unione Europea. La Romania e’ al 47esimo posto.
Se questi sono i fatti, cosa sta succedendo?
Succede che e’ piu’ facile agitare uno spauracchio collettivo (oggi i rumeni, ieri i musulmani, prima ancora gli albanesi) piuttosto che impegnarsi nelle vere cause del panico e dell’insicurezza sociali causati dai processi di globalizzazione.
Succede che e’ piu’ facile, e paga prima e meglio sul piano del consenso viscerale, gridare al lupo e chiedere espulsioni, piuttosto che attuare le direttive europee (come la 43/2000) sul diritto all’assistenza sanitaria, al lavoro e all’alloggio dei migranti; che e’ piu’ facile mandare le ruspe a privare esseri umani delle proprie misere case, piuttosto che andare nei luoghi di lavoro a combattere il lavoro nero.
Succede che sotto il tappeto dell’equazione rumeni-delinquenza si nasconde la polvere dello sfruttamento feroce del popolo rumeno.
Sfruttamento nei cantieri, dove ogni giorno un operaio rumeno e’ vittima di un omicidio bianco.
Sfruttamento sulle strade, dove trentamila donne rumene costrette a prostituirsi, meta’ delle quali minorenni, sono cedute dalla malavita organizzata a italianissimi clienti (ogni anno nove milioni di uomini italiani comprano un coito da schiave straniere, forma di violenza sessuale che e’ sotto gli occhi di tutti ma pochi vogliono vedere).
Sfruttamento in Romania, dove imprenditori italiani - dopo aver “delocalizzato” e creato disoccupazione in Italia - pagano salari da fame ai lavoratori.
Succede che troppi ministri, sindaci e giullari divenuti capipopolo giocano agli apprendisti stregoni per avere quarti d’ora di popolarita’. Non si chiedono cosa avverra’ domani, quando gli odii rimasti sul terreno continueranno a fermentare, avvelenando le radici della nostra convivenza e solleticando quel microfascismo che e’ dentro di noi e ci fa desiderare il potere e ammirare i potenti. Un microfascismo che si esprime con parole e gesti rancorosi, mentre gia’ echeggiano, nemmeno tanto distanti, il calpestio di scarponi militari e la voce delle armi da fuoco.
Succede che si sta sperimentando la costruzione del nemico assoluto, come con ebrei e rom sotto il nazi-fascismo, come con gli armeni in Turchia nel 1915, come con serbi, croati e bosniaci, reciprocamente, nell’ex-Jugoslavia negli anni Novanta, in nome di una politica che promette sicurezza in cambio della rinuncia ai principi di liberta’, dignita’ e civilta’; che rende indistinguibili responsabilita’ individuali e collettive, effetti e cause, mali e rimedi; che invoca al governo uomini forti e chiede ai cittadini di farsi sudditi obbedienti.
Manca solo che qualcuno rispolveri dalle soffitte dell’intolleranza il triangolo nero degli asociali, il marchio d’infamia che i nazisti applicavano agli abiti dei rom.
E non sembra che l’ultima tappa, per ora, di una prolungata guerra contro i poveri.
Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell’intelligenza e della ragione.
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Essere rumeni o rom non e’ una forma di “concorso morale”.
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.
Nessun popolo e’ illegale.
Adesioni aggiornate alle 16.00 di mercoledi’ 14 novembre 2007:
Proposto da Alessandro Bertante, Gianni Biondillo, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Helena Janeczek, Loredana Lipperini, Monica Mazzitelli, Marco Philopat, Marco Rovelli, Stefania Scateni, Antonio Scurati, Beppe Sebaste, Lello Voce, Wu Ming.
FIRMA LA PETIZIONE ANCHE TU!
25 ottobre 2007
Diffondere
INUTILE
COSTOSO
DEVASTANTE PER L’AMBIENTE
TRAFORO DELLE TORRICELLE
ovvero come portare
un’AUTOSTRADA in CITTA’
MARTEDI’ 30 OTTOBRE alle 21
via BENEDETTI 18/a (Borgo Roma)
SALA FEDERAZIONE DEL PRC
INCONTRO con
ALBERTO SPEROTTO
presidente del Comitato contro il traforo
- Per conoscere il devastante progetto della Giunta
- Per capire perché bisogna opporsi
….e DOMENICA 18 NOVEMBRE partecipiamo
all’iniziativa contro il traforo organizzata dal Comitato
e dalle Associazioni ambientaliste
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Circoli di Verona Sud e Verona Sud Ovest
1 ottobre 2007
Foglietti gialli? carta igienica...
Furbetti in centro «Duemila multati»
Sei foglietti gialli su dieci lasciati dai vigili fra le 18 e le 22 «I nostri controlli non mancano, ma l’indisciplina è tanta»
Giorgia Cozzolino
I «furbetti» di piazza Erbe che, come ha dimostrato una inchiesta de L’Arena, continuano indisturbati a parcheggiare le loro automobili nella zona incuranti del divieto di sosta, lo fanno anche a dispetto della pioggia di multe che la polizia municipale ha fatto cadere sui loro «macchinoni». Si difende infatti il comando di via del Pontiere, accusato da molti di tollerare questo malcostume, e lo fa mostrando numeri da record e facendo presente che solo l’altra notte, su richiesta dei residenti del centro storico, la polizia municipale ha multato per divieto di sosta 21 autisti tra piazza Erbe, piazzetta Pescheria e piazza Viviani. L’attenzione quindi c’è, almeno a guardare il numero delle contravvenzioni elevate dall’inizio dell’anno. Nei primi sette mesi del 2007, infatti, sono stati sanzionati 439 automobilisti in piazza Erbe, 318 in piazza Viviani e ben 477 in piazzetta Pescheria: 1.234 sanzioni per divieto di sosta per tutelare il toloneo di piazza Erbe, spesso indebitamente utilizzato da Suv e auto potenti. Una piccola «valanga» di multe che ricorda la raffica scattata subito dopo l’entrata in vigore della Ztl, che però non sembra fermare gli habitué dell’aperitivo in una delle piazze più belle della città. Non è un caso quindi che la maggior parte delle contravvenzioni, e precisamente il 66 per cento, sia stata effettuata in serata, tra le 18 e le 22, il 14 per cento tra le 12 e le 18, il 12 per cento tra le 6 e 12, infine solo l’8 per cento tra la mezzanotte e le 6 del mattino. E non è tutto perché, nonostante le telecamere della Ztl e i massicci controlli, nello stesso periodo sono stati sorpresi ad entrare contromano 61 automobilisti, con conseguente contestazione immediata e decurtazione di quattro punti dalla patente. In due casi gli automobilisti multati sono stati segnalati all’autorità giudiziaria perché, pur di accedere alla Ztl, avevano falsificato la targa. Se la polizia municipale non latita, manca invece civiltà da parte di persone che con strafottenza si permettono di parcheggiare in sosta vietata o esponendo falsi permessi per invalidi, perché la multa che va dai 36 ai 71 euro gli fa il «solletico», come borbotta un anziano residente della zona che dice: «Questi qui sono tutti figli di papà che se ne fregano del fogliettino giallo perché tanto non sono loro a pagarlo e comunque non sanno nemmeno cosa significa sudare per guadagnarsi la paga». E aggiunge: «E se ne vantano pure, mi è capitato di sentirli. La multa finisce per essere solo un’altra bravata che, per paradosso, conferma la loro convinzione che basta pagare e tutto è permesso». Un giovane su una cabriolet però vede la questione sotto un altro punto di vista e dice: «Si è vero non bisognerebbe parcheggiare qui, ma allora dove dovrei metterla la macchina, in piazza Isolo? É ridicolo, con tutti i soldi delle multe ci facciano il parcheggio...ormai si può dire che ce lo siamo comprato».
Opinione personale:
Come volevasi dimostrare. "La multa che va dai 36 ai 71 euro gli fa il «solletico» " . Sono stato deriso quando ho "osato" dire, riguardo alla prostituzione, che una multa da 36 euro non avrebbe dato gli effetti di un vero deterrente! Chiaro..perché a chi va a lucciole spendendo dai 50 ai 100 euro quanto potranno "solleticare" od infastidire 36 euro?? E cosí, come prova, galletti, bulletti e fighetti si vantano delle loro multe "ottenute" in piazza erbe sventolando ai 4 venti i foglietti gialli non pagati o pagati con i soldi di papá... Come mostrare l'esempio di una societá evoluta?? Chiedetelo a loro...
Buon dibattito
7 settembre 2007
Il vero cambiamento!
L’avevano chiamato «Il vero cambiamento!». È il programma della coalizione di centrodestra — Lega Nord, Lista Tosi sindaco, Alleanza nazionale, Forza Italia, Udc — presentato in campagna elettorale dall’allora candidato e poi eletto sindaco Flavio Tosi, che l’ha ora sottoposto ai consiglieri comunali. Il documento con le linee programmatiche, con opere e i progetti da realizzare nel corso del mandato amministrativo, dovrà essere votato in Consiglio (la prima riunione post ferie dovrebbe essere giovedì), eventualmente emendato.
I punti cardine, si dice in premessa nel documento, sono «una strategia socio-economica che tuteli e aiuti in primis i veronesi; il coraggio delle scelte da operare per rilanciare la città; la passione per mettere in moto l’entusiasmo e la partecipazione; l’amore per Verona e per i suoi cittadini». Ma ecco i punti salienti del programma. Sulla sua attuazione i veronesi valuteranno se «Il vero cambiamento!» sarà avvenuto o meno.
FAMIGLIA. È il tema ritenuto centrale per l’amministrazione. La maggioranza di centrodestra s’impegna fra l’altro a istituire un contributo economico per i nuovi nati, cittadini italiani e con i genitori in possesso di adeguati presupposti di residenza sul territorio comunale. Altro punto, istituire un servizio Numero verde Sos Infanzia, per tutelare i minori, in particolare stranieri, sfruttati e costretti all’accattonaggio. Lo sportello della famiglia è un’altra iniziativa in cantiere, oltre a definire apposite convenzioni con cinema, pizzerie, teatri, parchi tematici per organizzare serate a cadenza settimanale economicamente accessibili.
CASA. L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane. Sul fronte casa, il principale impegno della giunta Tosi è però quello di diminuire l’aliquota dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa, per arrivare progressivamente a eliminarla. Il programma prevede fra l’altro un piano pluriennale di locazione a lungo termine, favorendo la partecipazione dei costruttori privati ai programmi di locazione a canone convenzionato.
SERVIZI SOCIALI. L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona.
Sul versante dei cittadini extracomunitari, la linea (espressa citando un articolo di Magdi Allam) è quella di far rispettare le regole in vigore nel nostro Paese e di promuovere anche una cultura dei doveri, oltre che dei diritti, controllando di centri di aggregazione, come laboratori di kebab e phone center (controlli già attuati, presente il sindaco stesso). Negozi che possono essere considerati a rischio e che, si dice nel programma di Tosi che punta su sicurezza e ordine pubblico, "creano quell’alone di negatività che poi reca danno in primis proprio a quegli extracomunitari regolari che hanno accettato un’integrazione".
La mia riflessione:
La giunta Tosi si é imposta una certa rotta e di certo la sta mantenendo. Per quanto sia contrario devo ammettere che per lo meno il nostro Flavietto è stato di parola e sta bene o male svolgendo tutto ciò che in campagna elettorale aveva dichiarato di voler fare.
Detto questo non si può lasciare passare delle decisioni e delle trovate che nulla hanno di democratico e libero (termine molto caro agli amici padani)!
Ad esempio:
"L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane."
"L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona. "
Questo, brevemente, significa discriminare! Perchè i cittadini Veronesi dovrebbero avere vantaggio su cittadini stranieri regolari (e cioè che LAVORANO per lo Stato Italiano o per privati Italiani)?? Perchè a parità di reddito, di figli, di condizione sociale dovrebbero avere precedenza cittadini veronesi non lo capisco, o meglio lo capisco, ma non lo digerisco! Ancora una volta si privilegia la FORTUNA di essere nati in un posto piuttosto che in un altro e si dimentica la tanto acclamata MERITOCRAZIA! Desolato, non condivido chi vuol far passare l'idea che Veronesi siano meglio di altri per principio!
20 agosto 2007
Ora a Verona c’è un problema in più
Oggi, con l’intervento di polizia e carabinieri, ma con l’assenza dei vigili urbani, il fatiscente fabbricato di via Perini è stato posto sotto sequestro preventivo ed il centro sociale "La Chimica" è stato sgomberato.
Si conclude, quindi, il lungo processo iniziato già sotto l’amministrazione Zanotto ed ampiamente annunciato nella campagna elettorale di Tosi.
La passata amministrazione non era riuscita a portare a termine il suo disegno anche perché non compatta al suo interno e la nuova ne ha fatto un segno distintivo della sua natura repressiva e marcatamente di destra..
E’ così risolto un problema della città?
Nemmeno per idea, anzi, a mio parere, oggi, Verona ha un problema in più.
Infatti nell’ex scuola materna di Borgo Santa Croce, da anni era avviata un’esperienza di aggregazione giovanile, autogestita e molto partecipata con la quale si può essere più o meno d’accordo, ma che credo sia sbagliato ignorare o, peggio, reprimere.
Se poi il problema stava nel fatto che lo stabile fosse occupato, tutti sanno che la questione era facilmente superabile perché era matura la possibilità di un accordo tra le parti per regolarizzare la situazione.
Adesso non c’è più nemmeno l’alibi dell’occupazione illegale di uno spazio pubblico ed è ancora più evidente l’assoluta insufficienza della politica comunale a favore dei giovani, della loro espressione ed aggregazione.
Ancora una volta un bisogno legittimo come quello avanzato dalle giovani generazioni viene negato e represso.
Non è la prima volta che il centro sociale cittadino deve ricominciare il suo cammino e mi auguro che, anche questa volta, riesca a farlo pur nella nuova situazione.
Alla città rimane il problema di come rispondere alle istanze giovanili e rendersi conto che le politiche repressive, come quelle della nuova amministrazione, sono solo palliativi e non risolvono i problemi, ma li incancreniscono e li accrescono.
Rifondazione Comunista è impegnata perché questa musica cambi e chiede, a quanti sono disponibili, di fare in modo che nasca, in città, un’opposizione anche sociale all’amministrazione Tosi che, in perfetta coerenza con la sua natura, colpisce gli effetti, ma non le cause dei problemi e sa essere forte con i deboli, ma debole con i forti.
Fiorenzo Fasoli
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista.