19 marzo 2008

E’ INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED I FURBI NON HANNO PERSO L’OCCASIONE!!!

La campagna elettorale è appena cominciata, ma i soliti noti sono già all’opera infischiandosene delle regole riservate solo per i comuni mortali, ma non per gli indefessi attivisti della Lega Nord.

Tutti sanno che durante la campagna elettorale è proibito attaccare i manifesti fuori dagli spazi previsti, ma gli “esuberanti” militanti della Lega non possono fermarsi davanti a regole così assurde e figlie della vecchia politica.

Loro che sono i paladini della legalità e della sicurezza non possono essere trattenuti nel loro ardore da limitazioni che valgono per gli altri, ma non certo per limitare il fuoco padano.

Non sono ancora effettuati i sorteggi per l’assegnazione dei posti in lista, di solito usati dai Comuni per attribuire anche gli spazi per la propaganda diretta?

Bene!!! Un motivo in più per non farsi trattenere dai freni inibitori e passare subito all’azione.

Il Sindaco si è accorto che i suoi prodi hanno sbagliato bersaglio ed hanno attaccato manifesti dentro e fuori degli spazi o i suoi occhi sono attirati solo dai venditori abusivi o dai bambini che mangiano il panino sulle gradinate di palazzo Barbieri?

Ha attivato i vigili urbani per rimuovere le affissioni abusive e denunciarne gli attacchini o questi manifesti, nonostante la legge, anziché deturpare la città la caratterizzano e la rendono più gradevole?

E’ troppo chiedere cosa succederebbe se tutti adottassero lo stesso comportamento?

Insomma non si può accettare che la Lega predichi la legalità e mostri i muscoli verso gli altri, specie se deboli e fragili, ed usi ben altro metro verso se stessa!

E’ bene ricordare che spesso, sono proprio i piccoli gesti concreti a dimostrare, più di qualsiasi altro discorso, la vera natura delle cose.

Vale anche in questo caso.

Fiorenzo Fasoli, Giorgio Gabanizza, Graziano Perini e Claudio Magagna

la Sinistra l’Arcobaleno di Verona

Verona, 17/03/2008

24 febbraio 2008

Le norme discriminatorie vanno cancellate!!

L’iniziativa di cui i parlamentari europei della Sinistra l’Arcobaleno sono i primi firmatari, ha reso manifesto, anche a chi non voleva vedere, che le misure decise da Agec, per quanto riguarda i punteggi per l’assegnazione degli alloggi, sono sbagliate e vanno contro gli ordinamenti europei.

E’ una sonora bocciatura dell’amministrazione comunale di Verona che, ancora una volta, si dimostra non solo chiusa e settaria, ma perfino fuori dal contesto comunitario.

Il commissario Frattini, ancorché esponente di primo piano della destra italiana, non ha avuto scampo ed ha dovuto riconoscere i fatti.

Le conclusioni sono inequivocabili:

“Le norme della direttiva europea….impediscono qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità per la concessione dell’accesso a benefici sociali, come ad esempio ad alloggi sociali, che rientrano nel campo di applicazione del trattato CE.”

“Per quanto attiene al loro campo di applicazione, tali disposizioni escludono qualunque possibilità per uno stato membro di attribuire particolari privilegi ai propri cittadini senza attribuire i medesimi privilegi anche ai soggiornanti di lungo periodo residenti in quello Stato membro”.

Sono parole chiarissime e che si commentano da sole.

Solo il Sindaco di Verona non le vuole capire e si ostina su una posizione inconciliabile non solo con la nostra cultura di accoglienza e di solidarietà, ma anche e perfino con l’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea.

Altro che difesa dei veronesi!!!

Questa è discriminazione vera e propria e come tale va cancellata senza se e senza ma.

Il Comune, anziché attardarsi su posizioni ideologiche becere ed antistoriche, farebbe meglio a preoccuparsi di sviluppare una vera politica della casa che al posto di essere fondata sulla discriminazione provi invece ad andare incontro ai bisogni che, ogni giorno e con maggiore insistenza, si alzano da sempre più larghi strati della popolazione.

Questo è il bene della città.

Il resto è demagogia e populismo che possono servire in campagna elettorale, ma non a risolvere i problemi che le comunità soffrono e che tutte le amministrazioni, compresa quella di Verona, sono chiamate a cercare di risolvere.

Fiorenzo Fasoli

Esponente de la Sinistra l’Arcobaleno

Verona, 22/02/2008

4 febbraio 2008

L'altra Verona




Ma chi l’ha detto che l’ospedale è semplicemente un luogo di cura? È il primo pensiero che sale alla mente quando seduti ai poliambulatori dell’ospedale maggiore di Borgo Trento, notiamo alcune persone con il caffè in mano che guardano nel vuoto. Sono clochard, sei per l’esattezza. Tutti i giorni appena il Cup (centro unificato prenotazioni) apre al piano interrato del pronto soccorso, le sei e mezza, entrano e cercano pace e rifugio.
«Qui siamo sicuri che non ci accadrà nulla di male. Stiamo al caldo, sorseggiamo a lungo un caffè. E parliamo tra di noi», è la risposta che danno quasi all’unisono.
Sono italiani, marocchini. Hanno in comune la perdita del lavoro, un infortunio grave o una malattia invalidante. Gli italiani, forse sono veronesi, preferiscono non parlare. Ce n’è uno in particolare che viene protetto e giustificato per l’atteggiamento spaventato e di smarrimento che ha assunto quando lo abbiamo invitato a raccontarci la sua storia.
Indossa i pantaloni di una tuta e cammina a fatica aiutandosi con un bastone. «Non può parlare, è sordo e anche muto. Cammina male perché cinque anni fa è caduto in un cantiere edile e da allora non è stato più lui. Sappiamo solo che è italiano e dorme con noi a Corte Marini in questi giorni definiti di emergenza freddo», si affrettano a dire due amici nativi di Casablanca. Gli addetti alle pulizie così come anche alcuni infermieri, convivono con loro da tempo. Non si preoccupano più di tanto. Anzi, quando una donna in particolare, affetta sicuramente da disturbi comportamentali, pone i pantaloni di ricambio sui termosifoni per farli asciugare, fanno finta di nulla. «L’anno scorso ha aggredito una nostra collega che l’aveva richiamata perché dormiva sulle sedie», ricordano due inservienti, «non fa male a nessuno, basta lasciarla stare. Certo a noi qualche volta pesa dovere pulire dove sporca, ma cosa si può fare per questa povera gente?».
Anche i pazienti dei diversi ambulatori non si lamentano.
Mohammed è ben vestito. Ha la barba tagliata, un giaccone pesante, jeans: non si direbbe che vive da barbone. È in Italia da 17 anni, «lunghissimi», assicura. Ha lavorato tra Verona e Vicenza fino al 2006. «Il datore di lavoro è fallito. Non mi ha pagato e così mi sono rivolto ai sindacati. Ma non c’è stato nulla da fare», dice in corretto italiano, «ho provato a chiedere all’Inps di darmi indietro quanto mi veniva accantonato per la pensione, ma mi hanno detto che devo aspettare di avere 60 anni. Ne ho soli 43, una figlia e una moglie in Marocco. Sono disperato, da otto mesi dormo nei dormitori, mangio nelle mense dei poveri. Ho perso i miei pochi beni».
La sua storia è come quella di tanti altri immigrati: è stato messo in regola perché vittima di un incidente sul lavoro. Poi a distanza di anni è stato lasciato a casa con la scusa del fallimento. «Ora lo stesso datore ha un’altra ditta dove a lavorarci sono tutti romeni sottopagati», puntualizza. Ha gli occhi scuri Mohammed, e lucidi: non piange per dignità. Ci ringrazia per aver raccolto il suo sfogo poi lascia la parola al suo compagno di sventura.
Redouan ha 44 anni. A Casablanca ha ancora i genitori. «Ho perso il lavoro perché ho avuto problemi con l’alcol. Sono seguito dai servizi grazie ad un’associazione “Il Corallo”, che è la stessa che gestisce Corte Marini», spiega con calma, «sono stato anche in comunità. Ora cerco lavoro ma non me ne danno: sono rimasto senza permesso di soggiorno. E questo lo hai se lavori. Insomma la vicenda si traduce in: è come un cane che si morde la coda».
Anche Redouan si tiene ben vestito. Tifa Juve e gli piacciono gli spaghetti. «Mi manca la mia terra, mi sento male se ci penso a come sono ridotto».
Qualche seggiola più in là c’è un signore, legge un giornale free press. Ha le mani deformate dall’artrite. Quando inizia a raccontare la sua storia ci accorgiamo che non ha più un dente in bocca: ha più di sessant’anni.
«Sono in Italia dal 1989. Sono stato fortunato, vivevo a Perugia e dopo un solo anno ero già in regola. Era facile trovare il posto in quegli anni. La gente, gli italiani non ti sfruttavano. Sono arrivato a Verona perché qui c’è un importante centro per la mia malattia. Non potevo più lavorare. L’ultimo che ero riuscito a fare era in uno stabilimento di prodotti alimentari. Era il 2002 ed ero convinto che con la visita medica per chiedere l’invalidità mi sarebbe stata certificata. E sarei tornato a casa, dalla mia famiglia. Invece mi hanno detto che ero invalido al 60 per cento. Così ho anche perso il lavoro. Ora non posso muovere più le mani. Soffro moltissimo e vorrei solo riavere indietro i miei contribuiti per tornarmene a casa». Si asciuga le lacrime e si scusa.

Dall'Arena - di Anna Zegarelli

1 febbraio 2008

Grafici & Classifica

Tendenze relative al consumo di cocaina

I segni di stabilizzazione osservati nel consumo di cocaina tra i giovani adulti nella relazione annuale 2006 non sono confermati dai dati recenti. In tutti i paesi che hanno trasmesso dati provenienti da indagini recenti sono stati riscontrati aumenti della prevalenza del consumo di cocaina nell’ultimo anno nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni, anche se non si può escludere una tendenza al livellamento in Spagna e Regno Unito (Inghilterra e Galles), gli Stati membri con i più elevati tassi di prevalenza. Incrementi degni di nota sono stati denunciati anche da Italia e Danimarca (grafico 7).




Fonte: www.emcdda.europa.eu


Ecco secondo il corriere della sera la classifica "nera":




Un altro articolo interessante (clicca qui)


A voi la parola.

28 gennaio 2008

Controlli sulle Torricelle

L’altra notte il più grosso spiegamento di forze mai messo in atto in Veneto per prevenire gli incidenti dovuti all’assunzione di sostanze
Blitz contro alcol e droga Nei guai quattro su dieci
Ma una discoteca non collabora con l’Asl A fine serata avvisa i clienti dei posti di blocco



C’è poco da fare, esiste un mondo parallelo che gli adulti faticano a comprendere. È l’universo di quei ragazzi che sono capaci di mettersi su un pullman alle 23, farsi anche 200 chilometri per arrivare in discoteca sulle Torricelle. È quel mondo dove farsi una «canna» è normale come mangiare un panino, così come farsi una «pasta» per sentire meglio la musica, bere un imprecisato numero di cocktail, perché se non sei «fuori» non c’è divertimento. Ce la sta mettendo tutta, l’altro mondo, quello degli adulti che vorrebbero evitare che i giovani si mettessero al volante in condizioni non idonee per guidare. Ma a giudicare da quello che sta sotto gli occhi, il quadro è desolante. Anche sabato notte, guardia di finanza, polizia stradale, provinciale e locale, carabinieri, Asl 20, Croce Bianca e protezione civile hanno messo in atto un controllo antidroga e alcol. Il più grosso pattugliamento mai fatto in Veneto, come ha sottolineato il comandante della polizia municipale Luigi Altamura. Un controllo diviso in due parti e che ha portato a esaminare 80 conducenti, ritirando 32 patenti. ORE 00.30 L’INIZIO. Il primo blocco è nel curvone di via Villa Are, dove c’è spazio a sufficienza per fermare le auto e piazzare il camper per le analisi. La prima auto indica che la serata promette «bene». Cinque ragazzi, tutti positivi all’alcoltest. Poco dopo arriva un pullman da Padova. I cani dei Baschi verdi ringhiano e si agitano. Sul pullman i ragazzi prima di scendere per i controlli hanno mollato a terra di tutto: marijuana, ecstasy, una dose di coca. Qualcuno le aveva nascoste nel pacchetto di sigarette, altri in mezzo a una crema oleosa. Si lamentano i ragazzi, della perdita di tempo. Sono tutti «puliti», dicono, nessuno rivendica la proprietà dello stupefacente, che dev’essere «germogliato» dal pavimento del pullman. Si lamentano per «questo Stato di m... che non vuole che tu il sabato sera ti diverta». Eh no, bello. Lo Stato non c’entra. Questa gente che sta al freddo da mezzanotte alle otto di mattina cerca soltanto di evitare che ti ammazzi, o ammazzi qualcun altro. L’autista di un pullman arriva a 0.48 di alcol nel sangue. Con 0.50 ti ritirano la patente. PREVENIRE O REPRIMERE. A seguire passo passo i lavori c’è anche l’assessore alla protezione civile Marco Padovani che ha chiesto ad alcune squadre cittadine di dare una mano nell’allestimento di un campo. Nel giardino dell’asilo di Villa Are infatti si svolge la seconda fase dei controlli. All’uscita della discoteca Alter Ego, tutte le auto vengono convogliate lì per i controlli agli automobilisti. Si sono montate alcune tende dove fare accoglienza e i controlli ai ragazzi, c’è un camper per i prelievi di sangue e urine. C’è qualche bricco di caffè e di tè. Il freddo qui fuori, più passano le ore, più penetra nelle ossa. «Credo in questi controlli. Per questo abbiamo subito accettato di collaborare mettendo a disposizione la protezione civile», dice l’assessore, «dobbiamo far capire ai giovani che non è così che ci si diverte. Che così rischiano soltanto di ammazzarsi. Ma quello che vedo è sconsolante». UN POPOLO DI STORDITI. Arrivano all’asilo che funge da quartier generale con la faccia inebetita, qualcuno ha il sorrisetto isterico di chi non sa come finirà. Altri dicono che vogliono un avvocato. Ehi bello, qui non sei al cinema made in Usa, sei in strada «strafatto». La tua auto resta qui. Sì, chiama mamma che ti venga a prelevare, che a piedi e senza più patente non arrivi da nessuna parte. Magari si arrabbia pure che la svegli e che le dai la novità, non s’era accorta che ti drogavi. Ma come dicevano tutti, come in una cantilena, l’altra notte, al finanziere che cercava di capire: «Chi è che non si fa una canna e beve qualcosa?». INCIDENTE VIA BELVIGLIERI. Continuano i controlli, il dottor Giovanni Serpelloni, coordinatore del servizio delle tossicodipendenze sembra alimentato a pile duracell. Zompetta da una tenda all’altra, controlla, analizza, spiega. Arriva la notizia di un incidente stradale in via Belviglieri. Il conducente aveva 2.70 di alcol nel sangue. «Stiamo facendo il possibile per farci autorizzare a verificare il tasso alcolemico nei morti a seguito di incidenti stradali. Dobbiamo capire qual è la percentuale», dice Serpelloni. Ed ecco invece i numeri della notte. Una positività del 40,5 per cento, di cui il 13,9 è risultato positivo all’alcol, il 16,5 alle droghe e il 10,1 ha associato alcol e droghe. Dei positivi alle droghe (21 persone), il 38,1 per cento aveva utilizzato cannabis, il 4,8 ha usato solo cocaina, 19 metanfetamine, 14,3 e cannabis più cocaina e più metanfetamina, 23,8 cocaina più metanfetamina. BILANCIO. Sono 32 le patenti ritirate, una persona denunciata per spaccio di stupefacenti, sei persone segnalate per detenzione di sostanze stupefacenti e una comunicazione notizia di reato all’autorità giudiziaria nei confronti di ignoti per varie sostanze rinvenute a bordo dei pullman in transito. La direzione dell’Alter Ego era stata avvisata in anticipo dei controlli dalle stesse forze dell’ordine, richiedendo la loro collaborazione e la disponibilità a posizionare le strutture di prevenzione nel parcheggio della discoteca. Dopo un primo assenso, la disponibilità è stata in seguito totalmente ritirata e dai racconti fatti direttamente dai ragazzi fermati sulle Torricelle sarebbero addirittura stati lanciati avvisi all’interno del locale per allertare le persone, della presenza di serrati controlli all’uscita.

Dall'Arena di
Alessandra Vaccari


E' una società proprio strana la nostra. Una società dove il divertimento sembra dover passare per forza attraverso alcol e droga.
Siamo parte ( volenti o nolenti ) di una società benestante nella quale nulla ci manca e tutto, potenzialmente, possiamo o crediamo di poter avere. Ragazzi, giovani e meno giovani trovano come massima aspirazione nella vita quella di impasticcarsi, bere fiumi di cocktails e, in questo stato fisico e mentale, mettersi alla guida di motorini e macchine. Cotanti sforzi per mostrare qualche video "da sballo" su youtube o, quando va male, arricchire la pagina dei necrologi sull'Arena.
Le facce inebetite, i sorrisetti isterici e le pretese nevrotiche di chi si credeva re del mondo un minuto prima e improvvisamente si ritrova ultimo della lista non fanno altro che confermare l'imbecillità e il rincretinimento di una società che regredisce sempre più. Una società che vede nella discoteca (non me ne vogliano coloro che vanno in discoteca solo per ballare...) un luogo paradisiaco, dove tutto è permesso..anche se questo ti costerà poi la vita. Fa pensare anche questa inconsapevolezza diffusa.

Ma perchè, secondo voi,
questo comportamento è ormai entrato nella normalità? Raccontateci di vostre esperienze personali, di quello che vedete, fate, credete...

Buon dibattito

21 gennaio 2008

Calcio & Razzismo (parte 2)

Con mio grandissimo stupore il nostro sindaco Flavio Tosi ha deciso di installare un maxivideo in piazza Brà per la partita di ieri Hellas Verona - Sassuolo. Un'incredibile decisione che mi pone una marea, ma proprio una marea di quesiti.

Prima di tutto vorrei capire bene per quale motivo è stato concesso un cotale privilegio ai tifosi del Verona quando la motivazione semplice e cruda per la quale non potevano vedere la partita allo stadio era ( che novità!! ): cori razzisti contro i giocatori della Pro Sesto (giocata la settimana scorsa)!

Il giudice sportivo aveva quindi in settimana annunciato che la partita in questione (Hellas-Sassuolo) si sarebbe giocata a porte chiuse! Da qui l'ira del Sindaco: "Sfido il giudice! E metto il maxischermo in piazza brà!"

Mmmm...strano, credevo fosse un Sindaco tutto fatti e LEGALITA'! Strano anche che la legge valga per gli altri e non per lui...e strano pure che non capisca il perchè di questa persecuzione contro i tifosi del Verona!!

Ah, tra l'altro per chi si credesse veramente perseguitato ecco la nuova normativa per la recidività dei tifosi dell'Hellas (e non me ne vogliano coloro che non c'entrano niente con questi imbecilli):

"Vista la nuova normativa Uefa contro la discriminazione razziale e la recidività dei sostenitori del Verona, il prossimo episodio sarà punito con la squalifica del campo o, peggio ancora, con la sconfitta a tavolino. "

Cose mai viste! Una tale ingiustizia non la credevo possibile! Bene! Ma tornando a noi, per premiare questi squallidi atti di discriminazione razziale il nostro sindaco, autorevole quanto decoroso, ha per l'appunto deciso di guardarsi e di permettere ANCHE ai quei beceri tifosi di guardarsi la partita in Piazza Brà!


Mmm...primo quesito:

1) Tutti i Veronesi tifano Hellas?

Non credo proprio, credo che una parte tifi Verona, una parte Chievo e che una parte preferisca altri sport...Ah beh..poi c'è chi fa parte di più d'una di questa categorie... Perciò non capisco per quale dannato motivo bisognerebbe usare una piazza pubblica (ossia di tutti noi veronesi) per favoreggiare una minoranza (dei Veronesi) e per fare i loro comodi?

2) I soldi per mettere questo maxischermo in piazza, le pulizie della piazza che probabilmente avrà fatto fare Tosi e i diritti televisivi della partita chi li ha pagati??

Io spero siano stati i tifosi del Verona...una bella colletta e hop...pagato tutto! No perchè non fosse così e magari avesse pagato tutto Tosi---> ossia NOI cittadini veronesi, non credete che ci sarebbero motivi per cui lamentarsi!????

3) Decoro? Pulizia? Educazione?

Non credo sia il modo giusto per dare l'esempio.. Le bandiere del Verona sventolate al vento dall'alto dell'Arena, le decine di cicche che avranno popolato le scale del municipio dopo la partita, i cori razzisti (se pur ironicamente rivolti ad altri tifosi del Verona) e direi poco decorosi che potete sentire in questo video non mi sembrano assolutamente degni della nostra città. Insomma, noi siamo di una classe superiore! Non credete?





Ma di certo il nostro caro avrà pensato a tutte queste cose. E sono probabilmente io fazioso, comunista e tifoso del Chievo a dire un sacco di scemenze. Sì...sarà proprio così!

Buon dibattito...

19 gennaio 2008

Calcio & Razzismo


La stupidità è ovunque, non solo dove ci sono telecamere e microfoni. La stupidità è anche nei campetti della provincia, in teoria passatempo ideale per vecchi e bambini ma in pratica valvole di sfogo ad hoc, dove l’esasperazione è maggiore di quanto non sembri all’apparenza. E dove trova spazio anche l’ostilità nei confronti di chi non ha la pelle bianca. Episodi isolati o consuetudine? Bella domanda. A rispondere ci hanno pensato sette protagonisti delle domeniche dilettantistiche.
«Certi comportamenti razzisti del pubblico erano più frequenti in passato - racconta Brahim El Hamich, attaccante marocchino ex Alba e ora al Sant’Anna d’Alfaedo - negli ultimi due o tre anni accadono di rado. Prima invece erano una costante. Io faccio finta di niente, al limite se qualcuno mi urla qualcosa e sono vicino alla rete di recinzione mi giro un attimo a guardarlo e penso a che persona può essere quella che ho di fronte. Però tutto questo un po’ mi sorprende, sono in Italia da diciassette anni e mi sento anche un po’ veronese ormai. Ma ricordo anche episodi molto belli, uno su tutti. Ero all’Alba e giocavamo col Legnago. Il difensore che mi marcava mi diede del "terrorista". Però dopo pochi minuti lo stesso giocatore si è avvicinato e mi ha chiesto scusa ammettendo di aver sbagliato. Non l’ho dimenticato».
«Più che la gente sulle tribune sono gli avversari in campo che usano un po’ troppo la lingua - sottolinea Cesar Pereira, gioiello brasiliano del Domegliara - insultandomi credono di farmi innervosire non sapendo invece che provocano l’effetto contrario. Se dribblo il mio marcatore più di una volta, se gli faccio un tunnel allora lo senti parlare a sproposito. Me lo aspetto, so che lo fanno apposta. Magari neanche pensano a quello che dicono, magari non è razzismo quanto preoccupazione per chi hanno di fronte. E in una partita le usi tutte per avere la meglio. Io non sono mai stato espulso per reazione a queste provocazioni, mi viene molto facile continuare a giocare come se nulla fosse».
«Non è successo molte volte ma è successo - ammette Prince Yarboye, diciannovenne jolly ghanese dell’Audace, in Italia da otto anni e studente di grafica pubblicitaria all’Istituto Carlo Anti di Villafranca - anche quando ero nelle giovanili. Ricordo una partita con gli Allievi in cui mi hanno insultato a ripetizione. Stavamo perdendo 1-0, poi abbiamo pareggiato e a poco dalla fine ho segnato il gol della vittoria. Appena ho visto il pallone in rete sono andato di corsa sotto la tribuna facendo segno al pubblico avversario di fare silenzio. Accadesse ora però non ci farei più caso».
«Quest’estate in un’amichevole un avversario mi ha detto che secondo lui lavoravo in una conceria per quanto puzzavo - racconta Ronnie Otoo, ghanese, punta della Polisportiva Virtus, studente al Pindemonte ed in Italia dal 2002 - e all’epoca del settore giovanile dopo una partita molto tesa tutta la squadra avversaria se l’è presa solo con me e non col resto dei miei compagni. Quella volta ricordo di aver tirato fuori le scarpe dalla borsa per difendermi, ero arrabbiatissimo. Poi però non è successo nulla».
«Non credo ci sia cattiveria in certi comportamenti - interviene Karim Choukrani, attaccante marocchino del Gazzolo, professione metalmeccanico - magari la reazione ce l’hanno quando mi capita segnare alla squadra per cui fanno il tifo. Ma è normale forse, quello è solo nervosismo».
«Secondo me a certa gente non dovrebbe essere data nemmeno la possibilità di vedere la partita - è il parere di Arma Rachid, attaccante marocchino della Sambonifacese da 12 anni in Italia ed impiegato part-time in una ditta che produce carrelli elevatori - ogni tanto qualche insulto me lo sento, anche se il più delle volte neanche li ascolto perché sono troppo concentrato sulla partita. Ma il calcio per me è un divertimento e dovrebbe esserlo per chi è in tribuna. Soprattutto nei dilettanti. Non ho mai reagito a nessuna provocazione e mai neanche pensato di farlo. Questa è solo gente ignorante».
«Io e Arma siamo stati fischiati al Bentegodi quando abbiamo giocato col Verona in Coppa Italia - ricorda Goncalves Dimas, compagno di reparto di Rachid alla Sambonifacese - ma mi è capitato anche a Chioggia e a Este, quando appena entrato in campo il pubblico mi ha fatto capire che non ero molto gradito. Fischi e qualche insulto per il colore della mia pelle non li avevo mai sentiti. Poi però ci ho fatto l’abitudine».

Di
Alessandro De Pietro (L'Arena)

Polemiche oltre manica

«Come Romeo e Giulietta hanno ucciso Verona, la città dell’amore».

Titola così l’ultimo articolo di Tobias Jones sul Daily Mail, diffuso tabloid britannico. Il giornalista inglese attacca la città con la scusa di mettere in guardia il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la sua bella Carla Bruni dallo scegliere Verona quale destinazione per la luna di miele. Nei giorni scorsi, infatti, i giornali di mezzo mondo, si sono occupati delle vicende amorose del presidente transalpino il quale, in un turbinio di voci e smentite, era atteso in un bed&breakfast di «charme» a Negrar in compagnia della modella italiana. Da qui lo spunto per il giornalista di parlare male di Verona, definendola una «Disneyland dell’amore piena di gente che vive alle spalle della leggenda di Romeo Giulietta e che si approfitta di turisti creduloni». Jones dipinge una città dove appena arrivati si viene subito presi in ostaggio da orde di coppiette e sedicenti guide turistiche pronte ad accompagnare i visitatori in «tour dell’amore» melensi e di cattivo gusto. Il balcone di Giulietta viene descritto come una sorta di truffa: 3,10 euro e mezz’ora di coda per affacciarsi da un poggiolo costruito nel 1920. E poi la statua di Giulietta, la sua tomba e i graffiti: nulla sfugge al giornalista che demolisce l’immagine di una città, che definisce un concentrato di cliché volgari. Nemmeno l’Arena la fa franca. «I turisti vengono da ogni angolo del mondo per vedere gli spettacoli. Dico vedere, perché a meno che non si acquisti il biglietto d’oro da 183 euro difficilmente si riesce a sentire qualcosa», scrive Jones. La tragedia, prosegue il giornalista autore anche di un libro sulla storia dell’Italia dal secondo dopoguerra, è che questa città un tempo era una «piccola Roma», una capitale del nord dove fiorivano arte, cultura e commercio. «Questi giorni gloriosi sono lontani», conclude Jones, scagliandosi contro la decisione del sindaco Tosi di vietare alla gente di mangiare panini sui gradini di Palazzo Barbieri. «La prima persona a ricevere una multa di 50 euro è stato un bambino di 4 anni», scrive indignato, prima di concludere: «La città di Romeo e Giulietta è diventato un parco divertimenti dai prezzi esorbitanti dove i bambini non possono nemmeno mangiarsi un panino... Se sono mai esistiti, i due amanti si stanno rigirando nella tomba». Ma Tosi non ci sta: «Giornalismo spazzatura. Solo così può essere definita l’immagine volgare e tendenziosa che fornisce di Verona l’articolo. L’inchiesta del signor Jones su Verona appartiene al mondo della fantasia, non della notizia, come la luna di miele veronese della coppia Sarkozy-Bruni che ha ispirato l’articolo. Quel che però è certo è che tra 400 anni si parlerà ancora di Shakespeare e di Verona, mentre di Tobias Jones fra 4 giorni non parlerà più nessuno». Quanto al divieto di consumare panini fuori da spazi consentiti, il sindaco chiosa: «Non so se in Gran Bretagna si possa impunemente bivaccare sulle scale di Buckingham Palace, ma so che il signor Jones, anche in questo caso, manifesta una vera idiosincrasia alla verifica delle notizie: in Italia nessun cittadino al di sotto dei 18 anni può essere multato».

Di Giorgia Cozzolino (L'Arena)

20 dicembre 2007

Squadrismo in salsa scaligera




La storia di questa città racconta inequivocabilmente l’esistenza di un malessere sociale diffuso con un denominatore comune che parla di esasperazione identitaria , che spesso prende la forma dell’odio e della violenza fisica, che spesso si ammanta di coperture culturali e di connivenze politiche, che sempre si esprime con la matrice dello squadrismo e del fascismo più becero.
Negli ultimi dieci anni si è verificato un vero e proprio stillicidio di aggressioni, pestaggi, spesso con catene e coltelli, di cui l’episodio di sabato sera è solo l’ultimo inquietante atto. Noti i protagonisti, nota la loro appartenenza, noto soprattutto il contesto da cui provenivano; qualche ora prima sfilava per le vie del centro la fiamma tricolore, lanciando gli slogans più truci: “zecche di giorno, infami di notte”; “siete infami come i partigiani” “Se non li fermate voi ci penseremo noi”.
Nulla di nuovo, se non per l’intima presenza del sindaco e di alcuni assessori e di altri esponenti di partiti della maggioranza. Questo sindaco ha sempre avuto un rapporto diretto con l’estrema destra scaligera, come dimostra il fiammifero Miglioranzi capogruppo della lista Tosi, scandalosamente proposto come rappresentante del comune all’istituto storico per la resistenza.
Un tentativo, provocatorio e spudorato, di alimentare il revisionismo storico “istituzionale” tanto caro alla lega e ai fascisti. Ma ancor più grave è il revisionismo storico “sociale”- compiuto nelle ultime settimane dall’estrema destra, e avallato dalla maggioranza- di stravolgere le dinamiche sociali della nostra città: l’utilizzo strumentale dell’aggressione del militante della ft, attribuito a ragioni politiche, nella totale assenza di prove (si presume sia una vendetta personale), e l’imprudenza consapevole con cui tale versione è stata accolta da Tosi & co, dimostrano che il progetto è quello di alimentare la logica degli opposti estremismi, a beneficio d’un’unica parte politica. Attenuare le differenze tra soggetti antitetici, diversi anche e soprattutto nelle pratiche della politica; annacquare i fatti più clamorosi, che hanno fatto conoscere Verona come città razzista e laboratorio delle nuove destre: questo il progetto, intimamente sovversivista, del ceto politico che ora amministra la città.

Non ci stancheremo di ricordare chi sono stati e chi sono tuttora i Miglioranzi, i Castorina, i Puschiavo…

E ancora una volta qui ribadiamo che le politiche basate sull’odio “geografico” (L’Arena ne è lo specchio consapevole, una vera scuola delle coscienze!), così come la cancellazione di ogni avversario politico, intraprese e cullate da questa amministrazione, hanno dato cittadinanza agli istinti più aggressivi, armando la mano di chi pensa di perseguire gli stessi obbiettivi con modalità diverse: chi vive la strada agisce diversamente da chi abita i palazzi del potere.

“Se non li fermate voi ci penseremo noi”; “non risponderemo di eventuali schegge impazzite”: nel corteo di sabato, pubblicamente, questi signori hanno promesso che qualcuno pagherà.
Il tenore inequivocabile delle loro minacce, combinato con il malcelato sospetto circa i presunti responsabili dell’aggressione di sabato 8 dicembre, è tale da preparare il campo a episodi drammatici: quello di sabato scorso è stato solo un piccolo preludio, forse una prova, in vista di ben altro.
Aspettiamo il morto, come a Milano (Davide Cesare, marzo 2003) o a Roma (Renato Biagetti, agosto 2006)?

Flavio Tosi, sfilando in piazza accanto a Fiamma Tricolore, Veneto fronte skinheads e Forza Nuova e ai loro slogans carichi di minacce, si è assunto una pesantissima responsabilità.

Responsabilità diretta hanno anche quei media che hanno scelto di descrivere la manifestazione di sabato come un’ordinata e pacifica parata, condotta a passo dell’oca marziana.

L’invito a una ben diversa assunzione di responsabilità va anche rivolto a quel centrosinistra, che troppo spesso si è girato dall’altra parte, di fronte ai fatti che noi da anni denunziamo, scegliendo di ripararsi dietro la vuota formula della condanna bipartisan della violenza.

PS. Ci risulta che il camerata Miglioranzi si sia offeso per un saluto ariano a lui rivolto da un cittadino che assisteva al consiglio comunale. Probabilmente, nonostante la momentanea assenza del batterista, la seduta era stata confusa con un concerto dei Gesta Bellica………..


LA CHIMICA, CIRCOLO PINK, SINISTRA CRITICA

14 dicembre 2007

16 novembre 2007

Petizione contro la violenza sui rom

Il triangolo nero
Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne


La storia recente di questo paese e’ un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre piu’ ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori.
Una donna e’ stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida e’ sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena e’ la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso.
Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena e’ stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignita’? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che e’ italiana, e che l’assassino non e’ un uomo, ma un rumeno o un rom.
Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanita’. Delle loro condizioni, nulla e’ piu’ dato sapere.
Su queste vicende si scatena un’allucinata criminalizzazione di massa. Colpevole uno, colpevoli tutti. Le forze dell’ordine sgomberano la baraccopoli in cui viveva il presunto assassino. Duecento persone, tra cui donne e bambini, sono gettate in mezzo a una strada.
E poi? Odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini devono essere espulsi dall’Italia. Politici vecchi e nuovi, di destra e di sinistra gareggiano a chi urla piu’ forte, denunciando l’emergenza. Emergenza che, scorrendo i dati contenuti nel Rapporto sulla Criminalita’ (1993-2006), non esiste: omicidi e reati sono, oggi, ai livelli piu’ bassi dell’ultimo ventennio, mentre sono in forte crescita i reati commessi tra le pareti domestiche o per ragioni passionali. Il rapporto Eures-Ansa 2005, L’omicidio volontario in Italia e l’indagine Istat 2007 dicono che un omicidio su quattro avviene in casa; sette volte su dieci la vittima e’ una donna; piu’ di un terzo delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, e il responsabile di aggressione fisica o stupro e’ sette volte su dieci il marito o il compagno: la famiglia uccide piu’ della mafia, le strade sono spesso molto meno a rischio-stupro delle camere da letto.
Nell’estate 2006 quando Hina, ventenne pakistana, venne sgozzata dal padre e dai parenti, politici e media si impegnarono in un parallelo fra culture. Affermavano che quella occidentale, e italiana in particolare, era felicemente evoluta per quanto riguarda i diritti delle donne. Falso: la violenza contro le donne non e’ un retaggio bestiale di culture altre, ma cresce e fiorisce nella nostra, ogni giorno, nella costruzione e nella moltiplicazione di un modello femminile che privilegia l’aspetto fisico e la disponibilita’ sessuale spacciandoli come conquista. Di contro, come testimonia il recentissimo rapporto del World Economic Forum sul Gender Gap, per quanto riguarda la parita’ femminile nel lavoro, nella salute, nelle aspettative di vita, nell’influenza politica, l’Italia e’ 84esima. Ultima dell’Unione Europea. La Romania e’ al 47esimo posto.
Se questi sono i fatti, cosa sta succedendo?
Succede che e’ piu’ facile agitare uno spauracchio collettivo (oggi i rumeni, ieri i musulmani, prima ancora gli albanesi) piuttosto che impegnarsi nelle vere cause del panico e dell’insicurezza sociali causati dai processi di globalizzazione.
Succede che e’ piu’ facile, e paga prima e meglio sul piano del consenso viscerale, gridare al lupo e chiedere espulsioni, piuttosto che attuare le direttive europee (come la 43/2000) sul diritto all’assistenza sanitaria, al lavoro e all’alloggio dei migranti; che e’ piu’ facile mandare le ruspe a privare esseri umani delle proprie misere case, piuttosto che andare nei luoghi di lavoro a combattere il lavoro nero.
Succede che sotto il tappeto dell’equazione rumeni-delinquenza si nasconde la polvere dello sfruttamento feroce del popolo rumeno.
Sfruttamento nei cantieri, dove ogni giorno un operaio rumeno e’ vittima di un omicidio bianco.
Sfruttamento sulle strade, dove trentamila donne rumene costrette a prostituirsi, meta’ delle quali minorenni, sono cedute dalla malavita organizzata a italianissimi clienti (ogni anno nove milioni di uomini italiani comprano un coito da schiave straniere, forma di violenza sessuale che e’ sotto gli occhi di tutti ma pochi vogliono vedere).
Sfruttamento in Romania, dove imprenditori italiani - dopo aver “delocalizzato” e creato disoccupazione in Italia - pagano salari da fame ai lavoratori.
Succede che troppi ministri, sindaci e giullari divenuti capipopolo giocano agli apprendisti stregoni per avere quarti d’ora di popolarita’. Non si chiedono cosa avverra’ domani, quando gli odii rimasti sul terreno continueranno a fermentare, avvelenando le radici della nostra convivenza e solleticando quel microfascismo che e’ dentro di noi e ci fa desiderare il potere e ammirare i potenti. Un microfascismo che si esprime con parole e gesti rancorosi, mentre gia’ echeggiano, nemmeno tanto distanti, il calpestio di scarponi militari e la voce delle armi da fuoco.
Succede che si sta sperimentando la costruzione del nemico assoluto, come con ebrei e rom sotto il nazi-fascismo, come con gli armeni in Turchia nel 1915, come con serbi, croati e bosniaci, reciprocamente, nell’ex-Jugoslavia negli anni Novanta, in nome di una politica che promette sicurezza in cambio della rinuncia ai principi di liberta’, dignita’ e civilta’; che rende indistinguibili responsabilita’ individuali e collettive, effetti e cause, mali e rimedi; che invoca al governo uomini forti e chiede ai cittadini di farsi sudditi obbedienti.
Manca solo che qualcuno rispolveri dalle soffitte dell’intolleranza il triangolo nero degli asociali, il marchio d’infamia che i nazisti applicavano agli abiti dei rom.
E non sembra che l’ultima tappa, per ora, di una prolungata guerra contro i poveri.
Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell’intelligenza e della ragione.
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Essere rumeni o rom non e’ una forma di “concorso morale”.
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.
Nessun popolo e’ illegale.

Adesioni aggiornate alle 16.00 di mercoledi’ 14 novembre 2007:

Proposto da Alessandro Bertante, Gianni Biondillo, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Helena Janeczek, Loredana Lipperini, Monica Mazzitelli, Marco Philopat, Marco Rovelli, Stefania Scateni, Antonio Scurati, Beppe Sebaste, Lello Voce, Wu Ming.

FIRMA LA PETIZIONE ANCHE TU!

25 ottobre 2007

Diffondere

INUTILE

COSTOSO

DEVASTANTE PER L’AMBIENTE

TRAFORO DELLE TORRICELLE

ovvero come portare

un’AUTOSTRADA in CITTA’

MARTEDI’ 30 OTTOBRE alle 21

via BENEDETTI 18/a (Borgo Roma)

SALA FEDERAZIONE DEL PRC

INCONTRO con

ALBERTO SPEROTTO

presidente del Comitato contro il traforo

- Per conoscere il devastante progetto della Giunta

- Per capire perché bisogna opporsi

….e DOMENICA 18 NOVEMBRE partecipiamo

all’iniziativa contro il traforo organizzata dal Comitato

e dalle Associazioni ambientaliste

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Circoli di Verona Sud e Verona Sud Ovest

1 ottobre 2007

Foglietti gialli? carta igienica...

ABUSI IN PIAZZA ERBE.La polizia municipale snocciola i numeri delle contravvenzioni fatte, che a quanto pare non intaccano i bilanci dei tanti automobilisti puniti
Furbetti in centro «Duemila multati»
Sei foglietti gialli su dieci lasciati dai vigili fra le 18 e le 22 «I nostri controlli non mancano, ma l’indisciplina è tanta»


Giorgia Cozzolino

I «furbetti» di piazza Erbe che, come ha dimostrato una inchiesta de L’Arena, continuano indisturbati a parcheggiare le loro automobili nella zona incuranti del divieto di sosta, lo fanno anche a dispetto della pioggia di multe che la polizia municipale ha fatto cadere sui loro «macchinoni». Si difende infatti il comando di via del Pontiere, accusato da molti di tollerare questo malcostume, e lo fa mostrando numeri da record e facendo presente che solo l’altra notte, su richiesta dei residenti del centro storico, la polizia municipale ha multato per divieto di sosta 21 autisti tra piazza Erbe, piazzetta Pescheria e piazza Viviani. L’attenzione quindi c’è, almeno a guardare il numero delle contravvenzioni elevate dall’inizio dell’anno. Nei primi sette mesi del 2007, infatti, sono stati sanzionati 439 automobilisti in piazza Erbe, 318 in piazza Viviani e ben 477 in piazzetta Pescheria: 1.234 sanzioni per divieto di sosta per tutelare il toloneo di piazza Erbe, spesso indebitamente utilizzato da Suv e auto potenti. Una piccola «valanga» di multe che ricorda la raffica scattata subito dopo l’entrata in vigore della Ztl, che però non sembra fermare gli habitué dell’aperitivo in una delle piazze più belle della città. Non è un caso quindi che la maggior parte delle contravvenzioni, e precisamente il 66 per cento, sia stata effettuata in serata, tra le 18 e le 22, il 14 per cento tra le 12 e le 18, il 12 per cento tra le 6 e 12, infine solo l’8 per cento tra la mezzanotte e le 6 del mattino. E non è tutto perché, nonostante le telecamere della Ztl e i massicci controlli, nello stesso periodo sono stati sorpresi ad entrare contromano 61 automobilisti, con conseguente contestazione immediata e decurtazione di quattro punti dalla patente. In due casi gli automobilisti multati sono stati segnalati all’autorità giudiziaria perché, pur di accedere alla Ztl, avevano falsificato la targa. Se la polizia municipale non latita, manca invece civiltà da parte di persone che con strafottenza si permettono di parcheggiare in sosta vietata o esponendo falsi permessi per invalidi, perché la multa che va dai 36 ai 71 euro gli fa il «solletico», come borbotta un anziano residente della zona che dice: «Questi qui sono tutti figli di papà che se ne fregano del fogliettino giallo perché tanto non sono loro a pagarlo e comunque non sanno nemmeno cosa significa sudare per guadagnarsi la paga». E aggiunge: «E se ne vantano pure, mi è capitato di sentirli. La multa finisce per essere solo un’altra bravata che, per paradosso, conferma la loro convinzione che basta pagare e tutto è permesso». Un giovane su una cabriolet però vede la questione sotto un altro punto di vista e dice: «Si è vero non bisognerebbe parcheggiare qui, ma allora dove dovrei metterla la macchina, in piazza Isolo? É ridicolo, con tutti i soldi delle multe ci facciano il parcheggio...ormai si può dire che ce lo siamo comprato».


Opinione personale:

Come volevasi dimostrare. "L
a multa che va dai 36 ai 71 euro gli fa il «solletico» " . Sono stato deriso quando ho "osato" dire, riguardo alla prostituzione, che una multa da 36 euro non avrebbe dato gli effetti di un vero deterrente! Chiaro..perché a chi va a lucciole spendendo dai 50 ai 100 euro quanto potranno "solleticare" od infastidire 36 euro?? E cosí, come prova, galletti, bulletti e fighetti si vantano delle loro multe "ottenute" in piazza erbe sventolando ai 4 venti i foglietti gialli non pagati o pagati con i soldi di papá... Come mostrare l'esempio di una societá evoluta?? Chiedetelo a loro...

Buon dibattito

7 settembre 2007

Il vero cambiamento!

di Enrico Giardini (L'ARENA)


L’avevano chiamato «Il vero cambiamento!». È il programma della coalizione di centrodestra — Lega Nord, Lista Tosi sindaco, Alleanza nazionale, Forza Italia, Udc — presentato in campagna elettorale dall’allora candidato e poi eletto sindaco Flavio Tosi, che l’ha ora sottoposto ai consiglieri comunali. Il documento con le linee programmatiche, con opere e i progetti da realizzare nel corso del mandato amministrativo, dovrà essere votato in Consiglio (la prima riunione post ferie dovrebbe essere giovedì), eventualmente emendato.
I punti cardine, si dice in premessa nel documento, sono «una strategia socio-economica che tuteli e aiuti in primis i veronesi; il coraggio delle scelte da operare per rilanciare la città; la passione per mettere in moto l’entusiasmo e la partecipazione; l’amore per Verona e per i suoi cittadini». Ma ecco i punti salienti del programma. Sulla sua attuazione i veronesi valuteranno se «Il vero cambiamento!» sarà avvenuto o meno.
FAMIGLIA. È il tema ritenuto centrale per l’amministrazione. La maggioranza di centrodestra s’impegna fra l’altro a istituire un contributo economico per i nuovi nati, cittadini italiani e con i genitori in possesso di adeguati presupposti di residenza sul territorio comunale. Altro punto, istituire un servizio Numero verde Sos Infanzia, per tutelare i minori, in particolare stranieri, sfruttati e costretti all’accattonaggio. Lo sportello della famiglia è un’altra iniziativa in cantiere, oltre a definire apposite convenzioni con cinema, pizzerie, teatri, parchi tematici per organizzare serate a cadenza settimanale economicamente accessibili.
CASA. L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane. Sul fronte casa, il principale impegno della giunta Tosi è però quello di diminuire l’aliquota dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa, per arrivare progressivamente a eliminarla. Il programma prevede fra l’altro un piano pluriennale di locazione a lungo termine, favorendo la partecipazione dei costruttori privati ai programmi di locazione a canone convenzionato.
SERVIZI SOCIALI. L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona.
Sul versante dei cittadini extracomunitari, la linea (espressa citando un articolo di Magdi Allam) è quella di far rispettare le regole in vigore nel nostro Paese e di promuovere anche una cultura dei doveri, oltre che dei diritti, controllando di centri di aggregazione, come laboratori di kebab e phone center (controlli già attuati, presente il sindaco stesso). Negozi che possono essere considerati a rischio e che, si dice nel programma di Tosi che punta su sicurezza e ordine pubblico, "creano quell’alone di negatività che poi reca danno in primis proprio a quegli extracomunitari regolari che hanno accettato un’integrazione".

La mia riflessione:

La giunta Tosi si é imposta una certa rotta e di certo la sta mantenendo. Per quanto sia contrario devo ammettere che per lo meno il nostro Flavietto è stato di parola e sta bene o male svolgendo tutto ciò che in campagna elettorale aveva dichiarato di voler fare.


Detto questo non si può lasciare passare delle decisioni e delle trovate che nulla hanno di democratico e libero (termine molto caro agli amici padani)!

Ad esempio:

"L’Agec ha già modificato il regolamento del bando di concorso regionale per assegnare case popolari, dando la precedenza, nel punteggio, ai cittadini residenti nel Comune di Verona e alla coppie anziane."
"L’amministrazione Tosi intende privilegiare negli interventi di sostegno le donne sole con figli a carico, anziani in difficoltà, portatori di handicap e bambini, tutelando in primis i cittadini italiani residenti a Verona. "

Questo, brevemente, significa discriminare! Perchè i cittadini Veronesi dovrebbero avere vantaggio su cittadini stranieri regolari (e cioè che LAVORANO per lo Stato Italiano o per privati Italiani)?? Perchè a parità di reddito, di figli, di condizione sociale dovrebbero avere precedenza cittadini veronesi non lo capisco, o meglio lo capisco, ma non lo digerisco! Ancora una volta si privilegia la FORTUNA di essere nati in un posto piuttosto che in un altro e si dimentica la tanto acclamata MERITOCRAZIA! Desolato, non condivido chi vuol far passare l'idea che Veronesi siano meglio di altri per principio!

20 agosto 2007

Ora a Verona c’è un problema in più

Oggi, con l’intervento di polizia e carabinieri, ma con l’assenza dei vigili urbani, il fatiscente fabbricato di via Perini è stato posto sotto sequestro preventivo ed il centro sociale "La Chimica" è stato sgomberato.
Si conclude, quindi, il lungo processo iniziato già sotto l’amministrazione Zanotto ed ampiamente annunciato nella campagna elettorale di Tosi.
La passata amministrazione non era riuscita a portare a termine il suo disegno anche perché non compatta al suo interno e la nuova ne ha fatto un segno distintivo della sua natura repressiva e marcatamente di destra..
E’ così risolto un problema della città?
Nemmeno per idea, anzi, a mio parere, oggi, Verona ha un problema in più.
Infatti nell’ex scuola materna di Borgo Santa Croce, da anni era avviata un’esperienza di aggregazione giovanile, autogestita e molto partecipata con la quale si può essere più o meno d’accordo, ma che credo sia sbagliato ignorare o, peggio, reprimere.
Se poi il problema stava nel fatto che lo stabile fosse occupato, tutti sanno che la questione era facilmente superabile perché era matura la possibilità di un accordo tra le parti per regolarizzare la situazione.
Adesso non c’è più nemmeno l’alibi dell’occupazione illegale di uno spazio pubblico ed è ancora più evidente l’assoluta insufficienza della politica comunale a favore dei giovani, della loro espressione ed aggregazione.
Ancora una volta un bisogno legittimo come quello avanzato dalle giovani generazioni viene negato e represso.
Non è la prima volta che il centro sociale cittadino deve ricominciare il suo cammino e mi auguro che, anche questa volta, riesca a farlo pur nella nuova situazione.
Alla città rimane il problema di come rispondere alle istanze giovanili e rendersi conto che le politiche repressive, come quelle della nuova amministrazione, sono solo palliativi e non risolvono i problemi, ma li incancreniscono e li accrescono.
Rifondazione Comunista è impegnata perché questa musica cambi e chiede, a quanti sono disponibili, di fare in modo che nasca, in città, un’opposizione anche sociale all’amministrazione Tosi che, in perfetta coerenza con la sua natura, colpisce gli effetti, ma non le cause dei problemi e sa essere forte con i deboli, ma debole con i forti.


Fiorenzo Fasoli
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

16 agosto 2007

Sondaggio Numero 1

Eccoci qui.. ho aspettato un pó prima di pubblicare i risultati del primo sondaggio per aver un sufficiente numero di votanti.

I votanti sono : 26.

Il sondaggio chiedeva : Cosa ha permesso a Flavio Tosi di avere un cosi largo consenso alle amministrative?

Le percentuali dicono :

- il 42,31% afferma che la vittoria é stata merito dell'incompetenza di Zanotto, insomma volenti o nolenti Paolo Zanotto ha firmato la fine della sua carriera ricandidandosi.

- a pari merito il 15,38% dei votanti credono che da una parte la vittoria netta di Flavio Tosi é dovuta alla sua politica seria e "con le palle", dall'altra la stessa percentuale crede che la maggioranza della popolazione veronese sia xenofoba e razzista e ció avrebbe contribuito a realizzare il loro sogno di avere un sindaco-sceriffo.

- il 7,69% dice simpaticamente che il tutto é dovuto al detto: "...Veronesi tutti matti!". Sempre al 7,69% un'altra parte dei votanti pensa ad una vittoria piú sportiva che politica: "Tosi ha vinto parché l'é un butel della curva"

- ed infine, ancora a pari merito, abbiamo un voto per queste tre risposte : "Ha vinto per il crescente malumore di fronte ad una politica poco vicina cittadini", "perché é il veronese medio" e "perché l'é un brav butel!"

Commento personale:

Non c'é dubbio che i cittadini veronesi abbiano preso le distanze da Zanotto e gli abbiano preferito una persona di maggior carisma e di maggior "visibilitá". Gli slogan leghisti hanno evidentemente fatto effetto, e tirare in ballo, ogni volta questo fosse stato possibile, come radice di ogni male veronese/italiano la presenza "passiva" ( la disoccupazione o l'occupazione.. ) o "troppo attiva"( atti di delinquenza ) di stranieri provenienti da qualunque nazione, purché "inferiore" alla nostra, ha convinto tutti a dare una spinta estremista e reazionaria ( ..certo non uso il termine "rivoluzionaria".. ) alla politica della cittá scaligera. Le accuse di razzismo e xenofobia non sono bastate ad evitare la sua presa di potere e questo mi porta innanzi a due possibili spiegazioni : i veronesi hanno sentito e sentono tutt'ora una paura del diverso sopra la media italiana e l'ideologia padana non ha fatto altro che incrementare questa avversione per il prossimo, d'altra parte l'organizzazione, l'efficienza ed i fondi vicini alle realtá politico-sociali dinnanzi all'emigrazione forse non sono state all'altezza delle aspettative veronesi. Forse esse non sono riuscite a cambiare un pensiero comune radicato, fin troppo, nelle terre padane. Una piccola percentuale di votanti parla della vittoria di Tosi come di un successo sportivo ed umano, ma tra questi preferisco chi vota una persona per motivi umani...non strettamente sportivi.

Buon dibattito

14 agosto 2007

La Ue: «L'Italia applichi le leggi sui Rom»


Replica a Prodi che aveva lamentato carenze legislative:
«Per l'integrazione delle minoranze etniche le regole ci sono»



Un gruppo di rom (Emmevi)
Un gruppo di rom (Emmevi)
BRUXELLES
- Dopo il rogo di Livorno nel quale sono morti quattro bambini Rom, si è aperta una frattura tra la Ue e Romano Prodi, che domenica aveva sottolineato come quello dei Rom fosse un problema politico complesso che l'Europa non aveva ancora risolto. «Per l'integrazione dei Rom e delle altre minoranze etniche in Europa si è fatto molto e ci sono regole molto chiare. Sta agli Stati membri, compresa l'Italia, rispettarle e attuarle in pieno» ha replicato la Commissione Ue al premier italiano.



PROCEDURA DI INFRAZIONE -
La portavoce del commissario Ue agli affari sociali, Vladimir Spidla, ha quindi ricordato come «contro l'Italia sia già da tempo aperta una procedura di infrazione proprio per non aver ancora recepito la direttiva europea contro le discriminazioni basate sulla razza e sull'etnia». Bruxelles invita quindi «a a fare di più e al più presto, soprattutto sul fronte della integrazione dei Rom nel nel mercato del lavoro». Il governo italiano - spiegano gli uffici del commissario Ue - ha tempo fino al prossimo 27 agosto per rispondere a Bruxelles sulla procedura di infrazione. A ricevere una lettera formale dalla Commissione Ue, lo scorso 27 giugno, sono stati 14 Paesi: oltre all'Italia, anche Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia.


INADEMPIENZE
- A tutti Bruxelles contesta di non aver adeguato la propria legislazione sulla minoranze etniche alle norme comunitarie. Quelle della direttiva "Razza e origine etnica", che l'Ue ha varato nel 2000 e che tutti gli Stati ammoniti non hanno ancora adeguatamente trasposto nel proprio ordinamento. La lista delle inadempienze denunciate dalla Commissione Ue è lunga. Negli Stati messi in mora da Bruxelles non sarebbero infatti garantiti a sufficienza - per minoranze come i Rom o i Sinti - l'integrazione nel mercato del lavoro, la formazione professionale, un'adeguata protezione sociale, l'istruzione. E anche l'accesso ai beni e ai servizi pubblici, compresi gli alloggi. All'Italia, poi, vengono contestati tre punti in particolare: la mancanza di condivisione dell'onere della prova, una limitata protezione contro gli abusi e le ritorsioni, una definizione sbagliata nella legge di molestie razziali.


LA REPLICA DI AMATO -
Il ministro dell'Interno, attraverso un comunicato, ha reso noto che «la direttiva comunitaria n. 43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali promossa dalla Presidenza Prodi è stata attuata dall'Italia con decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003. Tale decreto del 2003 è stato ritenuto non soddisfacente rispetto a tre aspetti specifici della direttiva e per questo è stato oggetto dei rilievi sollevati in sede Ue. Si tratta di aspetti che vanno corretti e che, tuttavia, non riguardano la specifica questione dei Rom. In relazione ai Rom - prosegue il comunicato - è vero che l'Italia non ha riconosciuto loro i diritti delle minoranze, che la nostra legge conferisce alle sole minoranze linguistico-territoriali. D’intesa con la Presidenza del Consiglio, al Viminale è in corso da mesi il lavoro preparatorio, al quale stanno partecipando anche le associazioni che rappresentano gli stessi rom, per una conferenza prevista per il prossimo mese di ottobre in vista delle necessarie e giuste iniziative legislative. Una conferenza che servirà anche per cominciare a rimuovere i pregiudizi verso i rom e la generalizzata diffidenza nei loro confronti che hanno indotto sino ad ora ad ignorare il problema».


FERRERO: «SERVONO RISORSE»
- Sulla questione interviene nel frattempo anche il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero: «Al di là delle polemiche strumentali, è del tutto evidente che per affrontare efficacemente la vicenda Rom servono maggiori risorse economiche, anche nazionali, da destinare alle politiche sociali e di integrazione». «La situazione italiana è particolarmente grave - continua Ferrero - perché il governo Berlusconi negli anni scorsi non ha fatto nulla; sia perché a livello comunale accanto ad esperienze splendide, ve ne sono altre indegne di un paese civile».


Tratto dal Corriere della Sera... 14 agosto 2007

7 agosto 2007

Comunicato stampa

La “veronesità”, ovvero il partito del sindaco Tosi e di mons. Zenti

Occorre prendere atto che, in città, il partito dei sostenitori della cosiddetta “veronesità” è in continua espansione ed ormai annovera, tra i propri aderenti, anche personalità di spicco come il sindaco ed il vescovo.

Ma se il primo, da anni, ha costruito proprio su questa questione la propria battaglia politica, il secondo, appena arrivato, l’ha assunta come base di partenza per il suo lavoro.

Infatti, in un intervento sul quotidiano cittadino di qualche giorno fa, mons. Zenti, dopo aver esaltato, perfino con forme poetiche e liriche, lo spirito dei veronesi, arriva a dire che “insieme siamo una potenza”. Peccato però che si dimentichi di indicare contro chi, o a favore di cosa, questa potenza, seppur oggi ancora potenziale, dovrebbe essere impiegata dal momento che, oggettivamente, la giusta battaglia contro l’individualismo ed il corporativismo non può certo assorbirne tutta la capacità d’urto.

Ed allora cos’altro ci sta dietro alle affermazioni del vescovo?

A mio modo di vedere, nel suo argomentare, purtroppo, traspaiono espliciti riferimenti alla società identitaria che, di sicuro divide più di quanto non unisca.

Infatti tutti coloro, vecchi e nuovi, che non sono veronesi “de soca” come ama definirsi il vescovo, come si sentono in una realtà che esalta in maniera così esplicita ciò che a loro non appartiene?

Certo, a nessuno è chiesto di rinnegare la propria identità, ma credo sia perfino pericoloso innalzarne una a modello, inevitabilmente, a scapito delle altre.

Credo che il modo migliore di porsi in una realtà complessa e diversificata come ormai è anche Verona, sia certo quello di presentarsi con il proprio essere, senza infingimenti, ma con lo spirito di incontrare e conoscere chi ha diversi valori ed esperienze da portare, ma identici diritti da affermare.

Penso sia limitante e perfino sbagliato fermarsi ad esaltare il proprio modo di essere perché, in questa maniera, anziché incontrare si finisce per respingere l’altro, il diverso, il portatore di cultura ed esperienze differenti da quelle qui affermate.

Insomma, oggi a Verona c’è più bisogno di identità o di solidarietà, di chiusura o di apertura?

Per me la risposta è chiara ed anzi vorrei che la sensibilità solidaristica, come è chiamata da mons. Zenti, fosse dispiegata ogni volta che c’è un bisogno insoddisfatto e non solo nelle calamità come si può leggere nel suo testo.

Se poi si vuole effettivamente uscire dal provincialismo, allora è indispensabile modificare proprio quel modo di essere che sarà pure speciale, ma di sicuro è anche la madre dell’universalmente riconosciuto provincialismo veronese.

Insomma, secondo me, Verona ed i suoi abitanti sono chiamati, assieme, a costruire il proprio futuro che sarà più roseo e certo, tanto più questa città diventerà terra di incontro, di accoglienza, di reciproco riconoscimento, con una vera unità tra diversi piuttosto che una “turris eburnea” di intoccabile veronesità.

Fiorenzo Fasoli
Segretario provinciale di Rifondazione Comunista

Verona, 28/07/2007



Concordo pienamente con le parole di Fiorenzo. L'esaltazione di una identitá la maggior parte delle volte significa il disprezzo e l'emarginazione delle altre. Estremizzando atteggiamenti di questo tipo non mi é difficile intravedere mostruositá accadute nella Storia ( e non si parla di molti molti anni fa... ): vedete Rwanda ( Hutu - Tutsi ), Armenia ( Turchi - Armeni ), Germania ( non c'é bisogno che ricordi chi... ). Le tradizioni non vengono calpestate se si guarda alla novitá, allo straniero come una fonte di arricchimento personale e collettivo. La solidarietá, l'apertura sono valori indispensabili al giorno d'oggi! Saranno questi i valori che ci permetteranno di trovare la via della pace e della fratellanza. Di certo sindaci sceriffi e monsignori attenti alla "veronesitá" non danno l'idea di una grande apertura...forse é un bene? forse un male?

Opto per la seconda...

23 luglio 2007

Provocazione Irricevibile

Credo che questa follia fascista meriti una risposta forte: una manifestazione nazionale a Verona, a settembre, promossa da tutta l'Unione o da chi ci sta, con la presenza di leader di partito e delle associazioni partigiane.

Il limite è abbondantemente superato e sottovalutare l'episodio significa non capire che non si tratta di una provocazione, ma di un disegno politico preciso che mira alla diffusione di una cultura autoritaria e antilibertaria, intollerante e razzista per soppiantare i valori della Costituzione e della Resistenza.
Paolo Andreoli


Dichiarazioni della Senatrice veronese del PRCTiziana Valpiana, componente del Direttivo dell'Istituto Veronese per la Storia della Resistenza


Il Consiglio Comunale di Verona ha nominato i 3 rappresentanti di diritto (2 di maggioranza, 1 di minoranza) nell'Assemblea dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza.
Sono stati eletti: con 28 voti (quello che lui ha definito 'un plebiscito') Andrea Miglioranzi, esponente del MSI-Fiamma Tricolore, capogruppo della Lista del Sindaco Tosi, con 20 Lucia Cametti di AN (nota alle cronache locali anche per usare una maglietta con la scritta " Dio, Patria, Famiglia. Onore").
Con 11 voti è stato poi eletto per l'opposizione Graziano Perini dei Comunisti Italiani.

Non ci sono commenti a una provocazione così!
Miglioranzi (noto anche per appartenere al gruppo musicale nazista Gesta Bellica), davanti ai giudici che lo hanno condannato ai sensi della legge Mancino (la stessa per cui è indagato e condannato in 2 gradi di giudizio il neo sindaco che i veronesi hanno eletto con il 61% dei voti) a 3 mesi di carcere per propaganda di idee razziste, si è autodefinito, con vanto,"fascista e razzista" .

Il Consiglio comunale ha voluto sfidare con questa scelta sciocca e irridente una Città Medaglia d'oro per la Resistenza.
Tutti i democratici, che non dimenticano la Storia, e non dimenticano chi ha sacrificato la propria vita per sconfiggere il fascismo, sapranno rispondere impedendo che un simile affronto si compia. A livello Nazionale saprà dimostrarsi l'assoluta contrarietà di tutte le associazioni partigiane, democratiche e dei partiti contro una provocazione irricevibile che più che insultante è chiarificatrice del livello di abiezione della maggioranza che governa ora la città di Verona".

13 luglio 2007

La città dello Sceriffo

Eccoci di nuovo a confrontarci, a fare il punto della situazione sull’amministrazione del comune di Verona.
Ancora un po’ di tempo è trascorso ed ha permesso alla neo-sindaco e alla sua giunta di iniziare a delineare concretamente la politica per Verona: analizziamo dunque i prima provvedimenti.
A scanso di fraintendimenti o critiche circa l’obiettività dei fatti, necessaria in quanto base fissa e certa ovvero punto di partenza comune per un positivo confronto, vi fornisco il testo integrale dell’ufficio stampa del comune.
Sono notizie neutre, o presunte tali, si auspica dunque che almeno il testo di queste non venga strumentalizzato o peggio ancora considerato come insignificante (perché tale sarebbe dunque la politica che li ha prodotti).

Depositato dal Sindaco Tosi l'atto di denuncia contro La Chimica 29/06/2007
Il sindaco Flavio Tosi ha depositato alla Procura della Repubblica del Tribunale di Verona l’atto di denuncia nei confronti del centro sociale La Chimica, per l’occupazione abusiva dell’ex scuola materna di via Perini nel quartiere di Borgo Santa Croce. “Lo stabile tutt’ora occupato –è scritto nel documento- risulta destinato a centro di aggregazione sociale per gli abitanti del quartiere, così come previsto dalla delibera di giunta comunale del 30 novembre 2005, che ha approvato il relativo progetto. Risulta pertanto necessaria e urgente la reimmissione dell’immobile nel legittimo possesso da parte dell’amministrazione comunale per l’avvio dei lavori, che prevedono la demolizione dell’ex scuola e la realizzazione di una nuova palazzina da destinare al nuovo centro di aggregazione del quartiere”. Il sindaco denuncia anche “l’esercizio di attività commerciali abusive nell’area occupata, divulgate dagli organi di stampa come ad esempio la manifestazione Critical Wine, organizzata dal centro sociale in concomitanza con il Vinitaly”.


La legalità è un principio cardine non solo del nostro ordinamento ma anche del vivere comune.
Il rispetto delle regole è il presupposto di ogni sociètà e non si può certo accettare il carattere cedevole di esse alle esigenze del singolo.
L’occupazione abusiva di un edificio pubblico costituisce una violazione della legge e in quanto tale far sorgere inevitabilmente delle responsabilità per l’illecito.
A questo proposito il sindaco Tosi ha utilizzato la forma della denuncia contro ignoti per innescare i procedimenti giudiziari.
Tutto ciò è lecito ma il dovere del sindaco, come di ogni amministratore o nel suo piccolo anche ogni capo-famiglia, non è trovare una soluzione bensì la soluzione migliore.
Lo spinoso problema è stato affrontato politicamente nel modo peggiore possibile.
Con questo atto il sindaco non ha operato da politico bensì da padrone del pubblico che chiede tutela per la sua proprietà violata. L’aspetto più riprovevole non è tuttavia questo.
Il centro sociale La Chimica è storicamente schierato a sinistra e questo sgombero rientra chiaramente in un’ottica vendicativa. Certo, era nel programma di Tosi sin dall’inizio, infatti è un atto che porta ad aggravare la frattura di quelle frange estreme della gioventù veronese che , ahimè e ahiloro, non perdono occasione di provocarsi e scontrarsi anche violentemente dando vita a risse.
Non voglio entrare nel merito di questi atti di cronaca e mi limito a denunciare l’idiozia di coloro che affrontano con le mani i temi della politica, convertendo, con approccio violento da hooligans, la dialettica in muro contro muro ideologico.
Mi pare però inevitabile qualificare, alla luce di questa realtà, come irresponsabile qualsiasi atto che provochi ulteriore tensione. Non sostengo che Tosi avrebbe dovuto ignorare il problema, come colpevolmente ha fatto l’amministrazione Zanotto, bensì affrontarlo in diversa maniera.
Come?Ad esempio anche solo convocare i responsabili del centro sociale sarebbe stato un atto di civiltà politica dovuto. Per quanto situato abusivamente in quell’edificio, il centro sociale è una realtà del comune di verona a cui fanno capo decine di persone che sono a tutti gli effetti cittadini come gli altri. Troppo comodo liquidare la questione così! Forse si è ritenuto (colpevolmente) uno sforzo vano , ma siamo certi che i modi adoperati non siano da giustificare dalla connotazione politica della controparte. Sicuramente non c’era il timore di perdere voti.

Il sindaco Tosi firma l'ordinanza contro la prostituzione 02/07/2007
Il sindaco Flavio Tosi ha firmato oggi l’ordinanza “finalizzata ad una maggiore sicurezza stradale” per stroncare l’esercizio della prostituzione sulle strade della città.L’ordinanza, che interessa l’intero territorio comunale, è stata trasmessa a Prefettura, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Polizia provinciale di Verona.Entrerà in vigore fra 15 giorni a partire da domani, dopo il periodo di esposizione all’albo pretorio comunale.In base all’ordinanza “in tutto il territorio del Comune di Verona è fatto divieto a chiunque di fermare il veicolo per contrattare sulla pubblica via prestazioni sessuali a pagamento”.“Scopo dell’ordinanza è quello di multare chi contratta prestazioni sessuali- spiega il sindaco Flavio Tosi- con l’intento di colpire soprattutto nelle zone dove maggiori sono il degrado e il disturbo causato ai cittadini dalla presenza del fenomeno della prostituzione”. “Verranno di conseguenza intensificati i controlli delle Forze dell’Ordine nei quartieri cittadini -continua il sindaco- e verrà installata un’adeguata segnaletica stradale per informare i clienti delle lucciole del divieto in vigore”.“Se l’interessato –specifica il testo dell’ordinanza- è a bordo di un veicolo, la violazione si concretizza nella “fermata del veicolo” per richiedere informazioni, ovvero contrattare, ovvero concordare prestazioni sessuali con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada” o che per l’atteggiamento, l’abbigliamento o per le modalità comportamentali, manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente nella fornitura di prestazioni sessuali.Consentire quindi la salita sul proprio veicolo “di uno o più soggetti come sopra identificati –specifica il provvedimento sottoscritto oggi- costituisce conferma palese dell’avvenuta violazione della presente Ordinanza”.Per le violazioni alla presente ordinanza saranno applicate le sanzioni amministrative previste dal vigente Codice della Strada (pari a 36 euro), “fatte salve le ulteriori sanzioni penali e amministrative”.


Considero questo provvedimento una iniziativa positiva, in quanto affronta un tema molto delicato, ma anche qui vi sono obiezioni da fare.
Prima di tutto bisogna far presente che una ordinanza di eguale contenuto era stata emanata già in passato e venne respinta dalla Cassazione in quanto atto fuori dalla competenza dell’amministrazione comunale.
Questo rigetto era motivato dalla centralità del concetto di decoro e buon costume. La nuova ordinanza ha lo stesso impianto normativa perciò la sua strada è tutta in salita.
In secondo luogo è grave che non venga nemmeno preso in considerazione il dramma sociale che pesa su questo tema. Non dimentichiamo che la parte debole, e quindi maggiormente da tutelare sono quelle ragazze, spesso minorenni, sfruttate e costrette ad una vera e propria condizione di schiavitù. E’ indispensabile predisporre e potenziare case di accoglienza e reti di tutela per salvare queste persone dai loro aguzzini.
In ultima analisi reputo altrettanto utile e non marginale intervenire anche sul piano dell’educazione : non si prospetta qui un’offensiva moralizzatrice per colpevolizzare i “clienti” ma semplicemente invitare alla riflessione ( non incentrata sulle preoccupazioni del "cliente"ma andando un pò oltre e riflettendo sulle conseguenze, sulla vita altrui e sulla società. ad es. pensando che anche un solo cliente aumenta il giro d’affari di questi sfruttatori…)


Una ventina tra kebab e phone center controllati dai Vigili 07/07/2007
Una ventina di esercizi controllati, quattro sequestri, cinque persone fermate e accompagnate al Comando per identificazione, un appartamento abusivo, un parrucchiere irregolare, borse e altri oggetti contraffatti recuperati.Questo il bilancio dei controlli che Polizia Municipale e tecnici dell’Usl 20 hanno portato a termine ieri, dal pomeriggi fino a sera inoltrata. Via XX Settembre, via Cantarane, via dei Mutilati, via Bassa, Salita San Sepolcro e via Cristofoli i luoghi delle verifiche.phone center, kebab, minimarket e negozi di alimentari sono stati passati al setaccio per verificare il rispetto delle normative specifiche di settore, a tutela sia della salute del consumatore che della sicurezza pubblica.Molte le infrazioni alle norme che sono state riscontrate. Locali in cattive situazioni igienico-sanitarie, mancanza di registrazioni degli utenti dei pc collegati a internet, alimenti malconservati, vie di fuga secondarie per evitare un controllo. Perfino un magazzino interrato trasformato in miniappartamento, in una situazione assolutamente inidonea, oltre ad aspetti più amministrativi come la irregolare protrazione dell’orario o l’esercizio abusivo di parrucchiere all’interno di un negozio di alimentari, in violazione delle norme igieniche.Sono complessivamente otto le violazioni accertate dalla Polizia Municipale per questi aspetti. Probabilmente un’altra decina quelle che definiranno direttamente gli ispettori dell’Usl, in base a tutti gli elementi raccolti. In un esercizio sono stati trovati alimenti conservati a temperatura ambiente (sarebbero dovuti essere in frigo, a massimo 4 gradi).Su tutti i locali controllati ieri sono ora in corso ulteriori accertamenti, per verificare il rispetto delle linee guida stabilite dalla Regione per questo tipo di attività


Sembra una semplice notizia di cronaca ma non lo è.
Il comunicato sottolinea l’azione di controllo della Poizia Municipale e dell’Usl. Niente da commentare: la legalità (cfr sopra) non è contrattabile perciò onore e merito a chi svolge a pieno il lavoro di controllo a tutela della sicurezza dei cittadini.
Questa notizia è però incompleta. I giornali hanno riportato i fatti aggiungendo che tutti questi blitz sono avvenuti in presenza fisica del sindaco Tosi.
Per prima cosa non è compito di un sindaco svolgere azioni di polizia .
A che titolo Tosi partecipava al blitz?
Se a titolo di privato cittadino, è evidente che non è permesso a nessun cittadino compiere o assistere direttamente a queste azione e pertanto era fuori luogo.
Se a titolo di primo cittadino le considerazioni sono due:
1-era fuori luogo,il sindaco è un amministratore e come tale il suo lavoro lo svolge da dietro una scrivania (la massima azione sul campo deve essere una inaugurazione...) , che stia a palazzo Barbieri dunque o altrove necessario per lavorare per la città: improduttivo!
2-politicamente è una azione a mio avviso molto grave. Contribuisce a fomentare polemiche sul facile accostamento, molto strumentalizzato dalla Lega di Tosi (ma non solo), tra immigrati e illegalità. Si alimentano i pregiudizi della gente, i timori di “invasioni barbariche”, che non fanno altro che alimentare la tensione ed aggravare l’emergenza sicurezza (ancora benzina , anziché acqua, sul fuoco). Non posso che giudicare ancora una volta come irresponsabile un tale atteggiamento.

Da questa vicenda emerge chiaramente l’immagine che vuole dare di sé Tosi:


il sindaco-giustiziere, lo sceriffo di Verona… inutile ricordare che non siamo nel West (ove per altro sindaco e sceriffo erano persone e cariche diverse..)





Sindaco Tosi firma ordinanza per decoro e tutela della città 10/07/2007

E’ stata firmata oggi dal Sindaco Flavio Tosi l’ordinanza “finalizzata a tutelare i monumenti e gli spazi del centro storico e dell’intero territorio comunale contro atti contrari al decoro e alla decenza”. L’ordinanza, trasmessa a Prefettura, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Polizia provinciale di Verona, entrerà in vigore tra sette giorni, dopo il periodo di esposizione all’albo pretorio comunale. “Scopo del provvedimento- ha precisato il sindaco - è quello di impedire fatti e comportamenti che spesso si pongono in contrasto con le norme previste dall’Amministrazione a tutela dell’igiene pubblica e della salute dei cittadini e con il rispetto del decoro della città e della sua immagine.“Per rispondere alle esigenze dei visitatori- ha aggiunto il sindaco Tosi- l’Amministrazione provvederà ad attrezzare aree verdi per la sosta in cui turisti e cittadini potranno consumare indisturbati cibi e bevande”. Sarà vietato - si legge nel testo- “consumare cibo all’ingresso e sulle scalinate di accesso dei principali monumenti, in particolare l’Anfiteatro Arena, il Palazzo della Gran Guardia, Palazzo Barbieri, Castelvecchio, Casa di Giulietta, Tomba di Giulietta, Arco dei Gavi, Palazzi Scaligeri, Domus Mercatorum, l’area antistante tutte le chiese cittadine”. L’ordinanza proibisce inoltre di “gettare carte, bottiglie e qualsiasi altro rifiuto solido o liquido al di fuori degli appositi contenitori; bivaccare o sistemare giacigli; deturpare o imbrattare i monumenti con disegni e scritte; bagnarsi nelle vasche pubbliche ed utilizzarle per il lavaggio di cose e animali; passeggiare o sostare a torso nudo in maniera non decorosa”. I trasgressori dell’ordinanza saranno multati con sanzioni amministrative (comprese tra un minimo di 25 ed un massimo di 500 euro), fatto salve ulteriori sanzioni penali nel caso in cui “i trasgressori rifiutino di cessare il comportamento scorretto”. “I divieti dell’ordinanza saranno resi noti attraverso specifiche segnaletiche”, ha precisato il sindaco Tosi che, in riferimento al provvedimento firmato la scorsa settimana contro la prostituzione sulle strade e che entrerà in vigore nei prossimi giorni, ha ricordato “l’imminente posizionamento di cartelli stradali informativi all’ingresso di tutte le 27 strade di accesso alla città


Tema già trattato ma che merita ulteriore considerazione.
Nutro forti dubbi sulla bontà di questo testo. Vago e impreciso è ancora una volta imperniato sulla nozione di decoro che facilmente si presta a strumentalizzazioni.
E’ fortissimo pertanto il rischio di introdurre regole discriminatorie (solo chi se lo permettere potrà godere della bellezza della città pranzando in un ristorante sul liston o anche lo studente col suo pranzo al sacco?).
A mio avviso l’ordinanza assume un senso solo se viene incentrata sulla sanzione di chiunque, in qualunque modo, rechi danno ai monumenti storici rovinandoli o semplicemente sporcandoli.
Sarò il primo, se dovesse capitarmi, a ricorrere in giudizio per accertare l’indecoroso atto masticatore di un panino al prosciutto privo di residuo sul suolo pubblico…!
Attendiamo comunque evoluzioni e l’attuazione per pronunciarci definitivamente.

Ps. Sembrerò bigotto ma a il mio senso del decoro è ben più offeso nel vedere le mutande (o peggio) della gente che passeggia per strada piuttosto che una briciola di pane contesa tra due uccellini… Con ciò non voglio propsettare sanzioni per culi all'aria ma solo riportare la discussione sui binari della ragionevolezza.